Il segreto delle cose; Società segrete, Poteri occulti e complotti; L’arma dell’inganno. Operazione Mincemeat

  • In Articoli
  • 31-08-2022
  • a cura di Fara Di Maio
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Il segreto delle cose. Storie di uomini e materiali
di Silvano Fuso
Carocci editore, 2021
pp. 255


Recensione di Elena Cartellino

L’evoluzione umana progredisce di pari passo alla scoperta e all’utilizzo di nuovi materiali. Non è un caso che alcune età vengano proprio associate al nuovo materiale introdotto in quel periodo storico. Così come espresso da Antonio Gramsci, l’homo faber e l’homo sapiens non possono essere separati, ed è proprio questo il filo conduttore di questo libro.

Tutto ciò che ci circonda è fatto di materia, dal latino mater, la madre di tutte le cose; e quando alla materia facciamo corrispondere specifiche proprietà introduciamo il concetto di materiale.

La scienza dei materiali studia di fatto le proprietà dei materiali esistenti in natura, e allo stesso tempo mira a crearne dei nuovi, seguendo un percorso interdisciplinare nel quale le esplorazioni spaziali hanno dato, e continuano a dare, nuovi interessanti spunti di ricerca e applicazione che inevitabilmente si riflettono poi anche sulla vita quotidiana di tutti noi.

Nel cammino dell’uomo, è plausibile che il primo materiale utilizzato sia stato il legno, i cui reperti tuttavia sono piuttosto rari a causa della sua naturale deperibilità. Certo le tecniche di lavorazione e i trattamenti che oggi riserviamo a questo materiale sono ovviamente più evoluti, non a caso l’autore cita anche ricerche recenti, attraverso le quali sono state studiate tecniche che conferiscono al legno caratteristiche meccaniche paragonabili all’acciaio o che lo rendono trasparente.

Questa è proprio una delle peculiarità che ho maggiormente apprezzato in questo testo: partendo dalle prime applicazioni, l’autore illustra la composizione della materia oggetto del capitolo e ne contestualizza l’utilizzo in epoche più remote, per poi presentare ai contemporanei le tecniche di lavorazione attuali nonché le scoperte più innovative che guardano al futuro.

E come non citare la cellulosa, derivato del legno da cui proviene la carta?

Passo successivo nell’evoluzione è l’uso della pietra, impiegata nelle epoche più antiche per lavorare altri materiali, per realizzare armi e grazie alla nascita delle prime aggregazioni in comunità creare opere litiche imponenti: Stonehenge appartiene a questo periodo. Nel corso dei secoli la pietra è stata molto presente nel mondo delle costruzioni e l’autore ne descrive le tipologie, le proprietà, le caratteristiche e le tecniche di lavorazione.

Il capitolo successivo riguarda i metalli, a partire dal rame, proseguendo poi con il bronzo e infine con il ferro, senza dimenticare quello meteorico; e ovviamente illustrando le tecnologie per i processi metallurgici.

Un altro materiale molto presente nel nostro quotidiano è la ceramica: l’uso del fango per la realizzazione di suppellettili ha origini antiche e non è tra l’altro prerogativa esclusiva dell’uomo. L’evoluzione di torni e forni ha poi inevitabilmente influito sulle sue proprietà e sulle sue prestazioni.

Di pari passo alla fabbricazione della ceramica c’è quella del vetro, con le sue declinazioni più innovative, come i vetri metallici e quelli di spin, alla cui fisica Giorgio Parisi ha dato apporti notevoli.

La narrazione prosegue con lo stesso approccio nella descrizione di polimeri e materiali compositi.

Da qui in poi, l’autore procede focalizzando l’attenzione sul comportamento della materia in relazione a elettricità, magnetismo e luce, e dei protagonisti che ne studiarono le caratteristiche. Molto interessante la ricostruzione delle varie tappe e delle varie figure che ci hanno permesso di definire l’elettricità così come la conosciamo attualmente e successivamente di identificare conduttori, semiconduttori e isolanti, oltre che di definire il rapporto che essa ha con il magnetismo.

Materiali intelligenti (strizzando un occhio a Wolverine, ma senza parlare di adamantio…), nanomateriali e nuovi materiali da costruzione conducono il lettore verso il capitolo finale relativo al rapporto tra materiali e arte. Ed è qui che la contrapposizione tra scienza e tecnica da un lato, e arte dall’altro, trova inevitabilmente un punto di incontro.

Questo testo è una grandissima fonte di informazioni per chi volesse apprendere nozioni tanto sulla composizione dei materiali, quanto sui processi di lavorazione e sui percorsi storici che hanno portato alla scoperta o all’invenzione di nuove risorse. Pur senza entrare in descrizioni estremamente tecniche e dettagliate riesce a comunicare in modo semplice la complessità dell’argomento.

Leggerlo ispira a riprendere un contatto più cosciente con la materia circostante, comprendendo l’essenza di quello che è il legame tra funzione e struttura.

Una migliore cognizione della materia che ci circonda, e dei processi attraverso i quali è lavorata, è importante anche da un punto di vista ambientale, permette di avere un approccio consapevole alle cose: non mi dispiacerebbe affatto se a questo testo ne seguisse un altro legato alla sostenibilità dei materiali che utilizziamo; magari, l’autore mi permetta un benevolo azzardo, “La sostenibilità delle cose”.

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Società segrete, Poteri occulti e complotti. Una storia lunga mille anni
Autore: Roberto Paura
Edizioni Diarkos, 2021
pp. 438


Recensione a cura di Fara Di Maio

La falsificazione della realtà è il prodotto di particolari idee, il cui obiettivo è mettere in discussione l’evidente (se non addirittura l’esistente) per sostituirlo con un sistema di false verità tenute insieme da una visione ideologica alternativa del reale. Le teorie del complotto sono le ideologie che più di tutte operano con tale finalità.

Il libro prende in considerazione moltissime teorie sia antiche che moderne: le accuse del sangue agli ebrei, le streghe, gli Illuminati, il Protocollo dei Savi di Sion –per citarne solo alcune- fino ad arrivare a JFK, lo sbarco sulla Luna, l’11 settembre, QAnon, i vaccini.

Le teorie del complotto hanno infatti una loro evoluzione, si adattano ai contesti storici e culturali; la sostanza però resta la stessa: l’idea che esistano società segrete che mirano al dominio globale. Un’idea davvero pericolosa è tale se risulta in grado di influenzare il futuro e pregiudicarlo. In questa luce ogni evento può essere visto come un false flag.

In cosa consiste concretamente, si domanda l’autore di questo volume ricchissimo di informazioni e citazioni, la presunta conoscenza nascosta? Quali sono questi misteriosi e terribili segreti che accomunano i complottisti e le società occulte di tutte le epoche storiche? La risposta è nelle oltre 400 pagine fitte di riferimenti, documenti, resoconti. Un interessante spunto di riflessione è il fatto che se le teorie della cospirazione sostengono che ognuna delle società segrete aspira a conquistare il mondo in un modo o nell’altro, queste a loro volta perseguono ciascuna il proprio fine di conservare o ricercare un segreto o una verità nascosta.

Uno dei bersagli preferiti dai cacciatori di presunti intrighi, ci ricorda l’autore, sono stati da sempre gli ebrei. L’interesse di Hitler e dei nazisti per l’occultismo era volto anche e forse soprattutto alla creazione di una dottrina segreta ariana che potesse contrastare quella ebraica che affonderebbe le proprie radici nell’inizio dei tempi. Una sorta di guerra sotterranea tra ariani ed ebrei combattuta proprio con le armi dell’occulto e dell’esoterismo. Su questo filone si innesta anche la ricerca del mitico Sacro Graal condotta dai nazisti.

Tra le teorie esaminate dal libro anche quelle della manipolazione occulta di massa, che Edgar J. Hoover riteneva fosse impiegata dai comunisti per destabilizzare l’american way of life. Negli Stati Uniti perfino Samuel Morse, l’inventore del telegrafo, in un libro intitolato Conspiracies against the Liberties of the United States (“Cospirazioni contro gli Stati Uniti”) dimostrava scarsa o nulla mentalità logica e scientifica affermando che i gesuiti erano al soldo della casata degli Asburgo e in particolare del loro cancelliere Metternich allo scopo di imporre alla nazione americana un imperatore asburgico. Nella cultura statunitense, fa notare l’autore, hanno radice molte tesi ed elucubrazioni che sfociano nell’assurdo e spesso sono argomento di film e serie tv di stampo hollywoodiano. Tra queste, l’idea che l’AIDS sarebbe stato creato come arma biologica a sostegno del piano degli alieni per distruggere l’umanità.

In tempi recenti le teorie del complotto si diffondono più facilmente grazie ai social e ai mezzi di comunicazione. Una delle più recenti è quella che si è sviluppata contro i vaccini, che erano però stati avversati già in epoche precedenti, accusati tra le altre cose di influenzare negativamente lo sviluppo spirituale dei bambini, di essere collegati all’autismo e di attentare alla naturale integrità dell’organismo.

Il disincanto del mondo, sostiene Paura, è strettamente collegato alla nascita di pseudoscienze e complottismi. Lo teorizzava Karl Popper che propose l’esistenza di una relazione fra teismo e complottismo: “La teoria sociale della cospirazione è in effetti una versione di questo teismo, della credenza cioè in divinità i cui capricci o voleri reggono ogni cosa. Essa è una conseguenza del venir meno del riferimento a dio e della conseguente domanda: 'Chi c’è al suo posto?’ Quest’ultimo è ora occupato da diversi uomini e gruppi potenti–sinistri gruppi di pressione, cui si può imputare di aver organizzato la grande depressione e tutti i mali di cui soffriamo”.

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L’arma dell’inganno. Operazione Mincemeat
Regia: John Madden
Anno: 2022
Principali interpreti: Colin Firth, Matthew Macfadyen, Kelly Macdonald


Recensione di Maria Rosa Pagni

1943: lo sbarco in Sicilia da parte delle truppe alleate è prossimo, ma la Sicilia è un obiettivo troppo prevedibile. Bisognerebbe far credere al nemico che l’operazione sarà sulle coste della Grecia, in modo che il grosso delle truppe tedesche venga concentrato lì, per ridurre le perdite durante lo sbarco in Sicilia e garantirne il successo.

Alcuni membri dell’intelligence britannica (tra i quali c’è un giovane Ian Fleming) propongono allora un piano di depistaggio per ingannare i servizi segreti nazisti e convincerli del prossimo sbarco alleato in Grecia: inviare sulle coste della Spagna il cadavere di un finto ufficiale della Royal Navy che rechi con sé falsi documenti relativi a tale fantomatico sbarco. È certamente un’idea azzardata o addirittura folle tanto che viene osteggiata dai superiori. Viene però avallata da Winston Churchill in persona. Così l’Operazione Mincemeat prende il via.

Orchestrare una simile messinscena non è affatto semplice: per prima cosa bisogna “resuscitare” un cadavere, ovvero creargli una vita plausibile e credibile, con tracce capaci di ingannare anche le più esperte spie nemiche, e per questo sono necessarie non solo immaginazione, ma anche precise competenze tecniche e scientifiche. Poi questa cospirazione deve includere molti altri attori, non solo in Gran Bretagna, ma pure in Spagna e più aumentano le persone coinvolte più è facile che trapeli la verità o qualche informazione sbagliata. Infine non è mai possibile prevedere tutto: possono intervenire infinite variabili e il progetto rischia di fallire a ogni piè sospinto, tanto che, per andare in porto, può essere necessario il proverbiale colpo di fortuna oppure la persona giusta al posto e al momento giusti. La tensione va aumentando in un vero crescendo rossiniano e raggiunge il suo apice nei momenti finali, in attesa che i servizi segreti britannici ricevano la conferma che lo sbarco in Sicilia ha avuto successo.

Il ritmo del film è serrato come nelle spy-story che si rispettino, ma i toni sono quasi quelli di una commedia brillante degna di un Blake Edwards o di un Woody Allen, soprattutto nelle fasi iniziali, anche se è sempre presente in sottotono il dramma, che emerge e si alterna ai toni più leggeri in tutta la sua potenza, sia per quanto riguarda la tragedia globale della guerra sia per le vicissitudini che coinvolgono i vari personaggi.

Storia, spionaggio, humour, dramma e suspense abilmente mixati tra loro, ma anche una riflessione: se il successo di una simile messinscena è stato davvero legato a un filo, di certo tanti fantomatici complotti, che vengono teorizzati prevedendo una complessità inverosimile, sarebbero falliti miseramente.

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