Riprende in questo numero di Scienza & Paranormale la discussione sulla parapsicologia iniziata nel 1993 con la pubblicazione del numero speciale sul futuro di questa disciplina. Apriamo il dibattito con un intervento di Massimo Polidoro, tratto dall'introduzione al suo Dizionario del paranormale. Segue una risposta del parapsicologo Giulio Caratelli.
Si parla spesso di parapsicologia e di fenomeni paranormali, senza sapere bene di cosa si sta parlando esattamente; di solito, infatti, si definiscono "paranormali" fenomeni che con la parapsicologia non hanno nulla a che vedere: stregoneria, astrologia, occultismo, UFO... In realtà, possono correttamente essere definiti paranormali solamente quei presunti fenomeni che appartengono alle categorie ESP (percezione extrasensoriale: telepatia, chiaroveggenza e precognizione) e PIKL (psicocinesi). Diciamo "presunti" perché a tutt'oggi, dopo circa centoquindici anni di ricerche scientifiche in questo campo [1], non si hanno ancora prove sicure e ripetibili in grado di dimostrare la realtà di un qualunque fenomeno paranormale. Questa, come qualcuno invece potrebbe pensare, non è un'opinione personale ma un dato di fatto, riconosciuto da qualunque serio parapsicologo. John Beloff, decano della parapsicologia inglese, per esempio, ha affermato che la parapsicologia aspira a raggiungere lo stato delle scienze istituite... Ma finora essa è una scienza senza successo dato che nessun esperimento dimostrante chiaramente l'esistenza del paranormale è stato costantemente ripetuto da altri studiosi in altri laboratori con gli stessi risultati. Spesso gli studiosi stessi non sono in grado di replicare i loro esperimenti" (Human Nature 1, 1978, pp. 68-74). Beloff rilasciò questa dichiarazione nel 1978, ma rimane a tutt'oggi valida.
Naturalmente, si sentono spesso raccontare aneddoti, episodi strani capitati a tantissime persone, ma si tratta di esperienze che, per quanto interessanti e meritevoli di approfondimento, non hanno valore scientifico: e la parapsicologia intende essere una scienza. Non si può però dire che oggi la parapsicologia sia accademicamente molto sviluppata: nonostante certi giornalisti vorrebbero dare ad intendere che essa sia materia d'Università e che i Governi di tutto il mondo la studino assiduamente, in realtà non esiste alcun finanziamento pubblico per questo tipo di ricerche, e quella manciata di scienziati che se ne occupa a tempo pieno spesso può farlo solamente perché qualche ricco sostenitore privato li sponsorizza [2]. L'atteggiamento del mondo accademico nei confronti della parapsicologia non è per niente favorevole; da un recente sondaggio condotto tra i membri dell'Accademia Nazionale delle Scienze americana, per esempio, è risultato che il 14 per cento non crede che esistano delle facoltà paranormali; il 63 per cento si dichiara molto scettico; il 19 non esprime un opinione, ma indica ugualmente una preferenza per lo scetticismo; solo il 5 per cento risponde di credere che questo tipo di abilità è stato dimostrato o comunque esiste.
Allora, viste queste premesse, perché un Dizionario del paranormale? Da un lato per lo stesso motivo per cui la Parapsychological Association è stata accolta nel 1969 tra le società affiliate dell'Associazione Americana per il Progresso della Scienza: la parapsicologia, infatti, pur non presentando risultati conclusivi, segue nelle sue ricerche il metodo scientifico. Pertanto, pur non avendo portato finora alla scoperta di alcun fenomeno paranormale, questo tipo di ricerche ha permesso, occasionalmente, di scoprire interessanti spiegazioni controintuitive per fenomeni psicologici o fisici considerati anomali. Dall'altro perché, almeno nel panorama italiano, le poche opere esistenti di questo tipo hanno reso finora un pessimo servizio al lettore. La principale raccolta a carattere enciclopedico esistente, i cinque volumi de L'uomo e l'ignoto curati da Ugo Dèttore (nel 1992 ridotti in due volumi Oscar Mondadori con il titolo di: Paranormale - Dizionario enciclopedico), più che un lavoro di riferimento attendibile ed utile per il curioso o lo studioso interessato all'argomento rappresenta una raccolta ideale per chi vuole mantenere una "fede" nei fenomeni paranormali o nello spiritismo. Solo così si spiega il ripetuto tentativo di smentire gli imbrogli scoperti, di ignorarli del tutto o, addirittura, di ribaltare i fatti. Vediamo qualche esempio tratto da Paranormale - Dizionario enciclopedico:
È falso: nemmeno il più magnanimo dei parapsicologi considera più di alcuna validità le prove condotte con la medium Margery, già ai suoi tempi ritenuta da molti studiosi niente più che un'abile ed attraente imbrogliona.
Ancora falso: quando Houdini poté partecipare a una seduta con il medium Nino Pecoraro scoprì che egli riusciva a realizzare i suoi fenomeni perché, al buio, si liberava facilmente dalle corde che lo trattenevano; quando Houdini lo legò, Pecoraro non fu più in grado di fare nulla. Per non parlare della confessione firmata da Pecoraro prima di morire, in cui ammetteva di essersi sempre servito di trucchi, di cui nel Dizionario non si trova alcuna traccia.
Straordinario poi che tale Dizionario, parlando di sedicenti sensitivi come Uri Geller, Eusapia Palladino o Eva C. non faccia assolutamente mai cenno alle numerose prove a sfavore di questi personaggi e alle tante volte in cui furono sorpresi a imbrogliare. Altrettanto inaccettabile, il fatto che vengano taciuti i più clamorosi casi di frode dello sperimentatore in parapsicologia: quello dell'inglese Samuel George Soal e quello dell'americano Walter Levy. Di Soal si dipinge un ritratto immacolato, mentre dal 1978 (anno in cui si scoprirono le prove della manipolazione dei dati nei suoi esperimenti più famosi) lo si ricorda principalmente per il suo comportamento truffaldino. Levy, che avrebbe dovuto diventare il successore di J. B. Rhine, il padre della parapsicologia, fu anch'egli sorpreso ad alterare i dati sperimentali per farli sembrare significativi quando in realtà non lo erano, ma il suo nome non compare da nessuna parte nel Dizionario di Dèttore!
I lettori italiani, inoltre, devono sapere che la maggior parte delle voci di Paranormale - Dizionario enciclopedico sono ricopiate tali e quali dalla Encyclopaedia of Psychic Science dell'americano Nandor Fodor. Niente di male, forse, se ogni voce fosse stata copiata interamente; ma così non è, e gli autori italiani hanno pensato bene di tagliare le parti che avrebbero potuto risultare più spiacevoli per il "credente" (in pratica gli accenni a frodi e imbrogli). Tipico il caso della medium Maria Vollhardt; ecco cosa si legge nel Dizionario enciclopedico:
Detta così, sembra proprio che la Vollhardt possedesse straordinarie capacità, dimostrate sotto controllo e in piena luce; inoltre, il povero scettico prof. Moll ci fa anche la figura dello stupido. Ma se andiamo a rileggere la stessa voce sull'Encyclopaedia di Fodor, notiamo che dalla definizione ripresa dagli italiani mancano alcuni particolari:
Fodor suggerisce che si trattasse di un "simbolo materializzato dall'inconscio della medium"; gli italiani, invece, pensando forse che nessuno avrebbe creduto a questa interpretazione, hanno preferito tacere del tutto l'esistenza di questo oggetto. Infatti, adesso che viene menzionato, non appaiono più tanto straordinarie le stigmate che la Vollhardt si produceva nelle sedute. Inoltre, la storia della causa in tribunale è ben diversa. Scrive infatti Fodor:
Ora che si conoscono i fatti, ne esce sicuramente un quadro ben diverso e meno idilliaco di Frau Vollhardt da quello dipinto nel Dizionario di Dèttore; il problema, però, è che questo annacquamento dei fatti caratterizza l'intera opera rendendola, come si diceva sopra, ideale per difendere una fede ma del tutto inutile al serio studioso [3]. Crediamo che chi si interessa di questi argomenti debba sapere come stanno i fatti; anche perché, ammesso che i fenomeni paranormali esistano, non è certo nascondendo la testa sotto la sabbia e negando la realtà che si può sperare di fare qualche passo avanti. Non è certo difendendo personaggi e fatti indifendibili che si aiuta la parapsicologia a progredire e ad acquistare credibilità.
Un gruppo di parapsicologi ha dichiarato qualche tempo fa: "i parapsicologi non sostengono la tesi secondo la quale i loro risultati siano un obbligo a credere nell'ESP, sostengono solamente che quei risultati impongono di prestare attenzione alla forte possibilità che l'ESP esista" (British Journal of Psychiaty 115, 1969, pp. 743-45). Forse il vocabolo "forte" è, in effetti, un po'... forte; nondimeno, la dichiarazione può essere considerata un'affermazione ragionevole sulla questione delle facoltà paranormali.
Per quanto ci riguarda non sappiamo se i fenomeni paranormali esistano o meno; sinceramente, dopo oltre un secolo di risultati non convincenti, abbiamo qualche... forte dubbio. Tuttavia, riteniamo l'argomento sufficientemente interessante per continuare le ricerche. Da un punto di vista psicologico, infatti, è comunque interessante capire come avvengono certe esperienze, come sono percepite, codificate, interpretate e ricordate. Forse ciò non ci porterà a scoprire autentici fenomeni paranormali, ma ci permetterà comunque di capire meglio il funzionamento del pensiero e del comportamento umano. Una condizione inderogabile, però, è che ci si liberi degli imbrogli e delle superstizioni e si affronti lo studio con la massima scrupolosità; d'altra parte, affermazioni straordinarie come quelle che riguardano il paranormale richiedono prove altrettanto straordinarie. Come ha detto il parapsicologo Donald West: "i parapsicologi hanno bisogno di essere estremamente cauti e i critici estremamente scettici a causa dell'improbabilità a priori dei fenomeni in questione" (Parapsychology Review 2,1971, pp. 23-25).
Massimo Polidoro
Indagini CICAP
Note
Un garbato scambio di opinioni che ho avuto recentemente con Massimo Polidoro mi vede favorevole a esporre qualche considerazione abbastanza generale su S&P. Non ho nessuna antipatia per il Cicap e per lo più apprezzo costantemente qualsiasi personaggio, studioso, ricercatore e istituzione che contribuisce, in modo costruttivo e disinteressato, a far avanzare di un piccolo passo la conoscenza in qualsiasi settore del sapere. La scarsa simpatia, semmai, è indirizzata a quanti, da qualsiasi parte siano collocati, diano prova di pressappochismo e scarse o nulle conoscenze della materia su cui pretendono di argomentare. È facile rilevare con quanta frequenza ciò accade. Personalmente - credo che sia un atteggiamento corretto di base - non mi permetterei di offrire immediatamente alla collettività giudizi su discipline e campi di ricerca attinenti, apparati concettuali e presunte acquisizioni, senza averne una totale e ponderata conoscenza, con tutto ciò che vi si può collegare. Penso comunque che, inizialmente, il Cicap abbia gettato frettolosamente in un unico calderone cose quanto mai eterogenee, anche se nel tempo si sono rese evidenti notevoli e specifiche acquisizioni circa la materia in oggetto, come dà innegabile prova ad esempio Polidoro nel suo Dizionario recentemente pubblicato, concepito certamente dalla propria particolare prospettiva verso il "paranormale", anche se ne condivido abbastanza l' "Introduzione" e i contenuti in essa accennati. In ogni caso, apprezzo certamente e totalmente l'intento primario del Cicap di sgombrare il campo da qualsiasi umana credulità, dalle ciarlatanerie e dalle false "affermazioni" che indubbiamente abbondano nell'ambito del paranormale e in particolare in alcuni soggetti caratterizzati dalla cosiddetta "medianità". Però, è opportuno ricordare ancora una volta che la parapsicologia (o "ricerca psichica") più accreditata si è fatta carico di ciò almeno da cento anni, relativamente alla medianità fisica e ad altre circostanze presumibilmente paranormali. Basti ricordare le celebri ricerche sulla testimonianza in situazione medianica di R. Hodgson e S. J. Davey e poi di T. Bestermann, nonché le indagini di E. J. Dingwall e T. H. Hall. Inoltre, era già procedimento abituale degli aderenti alla Society for Psychical Research di reputare irrimediabilmente squalificato qualsiasi presunto medium sorpreso una sola volta a frodare. E nel Journal della SPR sono apparsi soltanto qualche anno fa vari articoli, commenti e dibattiti attinenti alla relazione Feilding (1909) e incentrati sulla possibilità che la medium Eusapia Palladino si fosse avvalsa di un complice per le sedute di Napoli dell'inverno 1908. Aggiungo, rimanendo in qualche modo nel discorso, che nella stessa Society inglese si è dibattuto a lungo, negli anni sessanta, su una ipotesi proposta da G. W. Lambert, con la quale si attribuivano primariamente varie fenomenologie di poltergeist a precisi e anche verificabili, entro certi limiti, dinamismi "idrogeologici".
Per quanto mi riguarda, il fatto che esistano o meno i fenomeni paranormali o alcuni di essi non incide minimamente e probabilmente non inciderà mai sul mio universo emotivo-psicologico, esistenziale, sul mio equilibrio interiore. La parapsicologia è uno dei miei vari campi principali di interesse, ma una insaziabile curiosità forse è la molla primaria che mi spinge a dedicare una discreta fetta di tempo anche a qualche altra disciplina ben più "ufficiale" della parapsicologia e con indiscusso "status" scientifico. Aggiungo ancora che la mia biblioteca comprende quasi tutti i numeri di Scienza & Paranormale. Personalmente, sono però convinto che taluni fenomeni definiti paranormali - che purtroppo dubito siano abbordabili con metodi e strumenti peculiari del cosiddetto "metodo scientifico" e che abbiano insite le condizioni della loro ripetibilità - siano più attendibili e veritieri di certe "realtà" ammesse dalla stessa psicologia o da altre discipline più o meno affini. Secondo me si potrebbero facilmente contestare, come accade per le affermazioni della parapsicologia, molte teorie psicologiche, vari presupposti della psicoanalisi, alcune branche della psichiatria. Mi sforzo, preliminarmente, di non far coincidere tutto quel che "può" esistere, scartando tutto il resto, con i miei personali e purtroppo limitatissimi ambiti conoscitivi, magari influenzati da altre profonde dinamiche psicologiche talvolta denominate "resistenze inconsce" (spesso è facile rilevare evidenti esempi contrari a tale atteggiamento di base, tra l'altro "storicamente" coinvolgenti le stesse scienze naturali). È proprio banale e inutile ricordare le importanti e talvolta inattese scoperte scientifiche avvenute soltanto negli ultimi decenni, con profondi e paralleli mutamenti nella mentalità collettiva, le grandi "rivoluzioni" e i nuovi orientamenti nell'astronomia e nella cosmologia, nella medicina e nelle scienze fisiche nel corso del nostro secolo, nello stesso procedere scientifico (non impossibilità "a priori", ma probabilità)? È verosimile che negli oltre 15.000 volumi della Biblioteca specializzata Bozzano-De Boni, a Bologna, sia contenuta una unica per quanto variegata illusione?
lo stesso, che su alcuni dei molteplici fenomeni indagati dalla parapsicologia ero oltremodo scettico e li valutavo rigorosamente "da CICAP", chiaramente nel senso più positivo dell'espressione, approfondendoli a lungo e leggendo ulteriormente e attentamente la letteratura più seria e accreditata disponibile, ho dovuto spesso modificare, se non cambiare, prospettive di partenza, atteggiamenti, opinioni. Mi sono occupato di tutte le tematiche della parapsicologia, ho anche "sperimentato" in vario modo, ma prediligo quelli che abbastanza superficialmente sono stati definiti in S&P (numero 7, anno III, p. 58) "leggende metropolitane", cioè i cosiddetti "fenomeni spontanei", indagati nei limiti delle mie possibilità da almeno un ventennio. Al di là dei risultati, reputo che un buon numero dei spesso citati esperimenti parapsicologici di laboratorio non evidenzino, o non abbiamo almeno i presupposti essenziali per farlo, un "qualcosa" che è la stessa" cosa dei presunti fenomeni spontanei. Talvolta ho raccolto quelle che si possono definire "previsioni" in circostanze non disposte allo scopo, "en passant", con persone che non sospettavano minimamente che mi occupo di manifestazioni "anomale". Il solito e insignificante materiale aneddotico, si commenterà, ma certe "descrizioni" abbastanza precise e particolareggiate, alle quali ha corrisposto anche dopo settimane un avvenimento obiettivamente imprevedibile, inatteso e totalmente indipendente dai soggetti, francamente mi hanno lasciato sconcertato da un punto di vista conoscitivo e non so proprio come spiegarle con sufficiente chiarezza mediante i concetti delle discipline ufficiali oppure con l'eterno richiamo al semplice caso. Così come certe inspiegabili concordanze di testimonianze, indipendenti tra loro, su certe vicende relative a determinate abitazioni e altro ancora. E sussiste quindi una carenza di risposte plausibili che seguita a pungolarmi come non mai.
Giulio Catarelli
psicologo, giornalista pubblicista membro della Parapsychological Association
Si parla spesso di parapsicologia e di fenomeni paranormali, senza sapere bene di cosa si sta parlando esattamente; di solito, infatti, si definiscono "paranormali" fenomeni che con la parapsicologia non hanno nulla a che vedere: stregoneria, astrologia, occultismo, UFO... In realtà, possono correttamente essere definiti paranormali solamente quei presunti fenomeni che appartengono alle categorie ESP (percezione extrasensoriale: telepatia, chiaroveggenza e precognizione) e PIKL (psicocinesi). Diciamo "presunti" perché a tutt'oggi, dopo circa centoquindici anni di ricerche scientifiche in questo campo [1], non si hanno ancora prove sicure e ripetibili in grado di dimostrare la realtà di un qualunque fenomeno paranormale. Questa, come qualcuno invece potrebbe pensare, non è un'opinione personale ma un dato di fatto, riconosciuto da qualunque serio parapsicologo. John Beloff, decano della parapsicologia inglese, per esempio, ha affermato che la parapsicologia aspira a raggiungere lo stato delle scienze istituite... Ma finora essa è una scienza senza successo dato che nessun esperimento dimostrante chiaramente l'esistenza del paranormale è stato costantemente ripetuto da altri studiosi in altri laboratori con gli stessi risultati. Spesso gli studiosi stessi non sono in grado di replicare i loro esperimenti" (Human Nature 1, 1978, pp. 68-74). Beloff rilasciò questa dichiarazione nel 1978, ma rimane a tutt'oggi valida.
Naturalmente, si sentono spesso raccontare aneddoti, episodi strani capitati a tantissime persone, ma si tratta di esperienze che, per quanto interessanti e meritevoli di approfondimento, non hanno valore scientifico: e la parapsicologia intende essere una scienza. Non si può però dire che oggi la parapsicologia sia accademicamente molto sviluppata: nonostante certi giornalisti vorrebbero dare ad intendere che essa sia materia d'Università e che i Governi di tutto il mondo la studino assiduamente, in realtà non esiste alcun finanziamento pubblico per questo tipo di ricerche, e quella manciata di scienziati che se ne occupa a tempo pieno spesso può farlo solamente perché qualche ricco sostenitore privato li sponsorizza [2]. L'atteggiamento del mondo accademico nei confronti della parapsicologia non è per niente favorevole; da un recente sondaggio condotto tra i membri dell'Accademia Nazionale delle Scienze americana, per esempio, è risultato che il 14 per cento non crede che esistano delle facoltà paranormali; il 63 per cento si dichiara molto scettico; il 19 non esprime un opinione, ma indica ugualmente una preferenza per lo scetticismo; solo il 5 per cento risponde di credere che questo tipo di abilità è stato dimostrato o comunque esiste.
Allora, viste queste premesse, perché un Dizionario del paranormale? Da un lato per lo stesso motivo per cui la Parapsychological Association è stata accolta nel 1969 tra le società affiliate dell'Associazione Americana per il Progresso della Scienza: la parapsicologia, infatti, pur non presentando risultati conclusivi, segue nelle sue ricerche il metodo scientifico. Pertanto, pur non avendo portato finora alla scoperta di alcun fenomeno paranormale, questo tipo di ricerche ha permesso, occasionalmente, di scoprire interessanti spiegazioni controintuitive per fenomeni psicologici o fisici considerati anomali. Dall'altro perché, almeno nel panorama italiano, le poche opere esistenti di questo tipo hanno reso finora un pessimo servizio al lettore. La principale raccolta a carattere enciclopedico esistente, i cinque volumi de L'uomo e l'ignoto curati da Ugo Dèttore (nel 1992 ridotti in due volumi Oscar Mondadori con il titolo di: Paranormale - Dizionario enciclopedico), più che un lavoro di riferimento attendibile ed utile per il curioso o lo studioso interessato all'argomento rappresenta una raccolta ideale per chi vuole mantenere una "fede" nei fenomeni paranormali o nello spiritismo. Solo così si spiega il ripetuto tentativo di smentire gli imbrogli scoperti, di ignorarli del tutto o, addirittura, di ribaltare i fatti. Vediamo qualche esempio tratto da Paranormale - Dizionario enciclopedico:
- "I fenomeni di Margery oggi vengono considerati quasi universalmente veridici." (pag. 575).
È falso: nemmeno il più magnanimo dei parapsicologi considera più di alcuna validità le prove condotte con la medium Margery, già ai suoi tempi ritenuta da molti studiosi niente più che un'abile ed attraente imbrogliona.
- "In America, Harry Houdini, il famoso prestigiatore, riconobbe la genuinità dei fenomeni del Pecoraro." (pag. 706)
Ancora falso: quando Houdini poté partecipare a una seduta con il medium Nino Pecoraro scoprì che egli riusciva a realizzare i suoi fenomeni perché, al buio, si liberava facilmente dalle corde che lo trattenevano; quando Houdini lo legò, Pecoraro non fu più in grado di fare nulla. Per non parlare della confessione firmata da Pecoraro prima di morire, in cui ammetteva di essersi sempre servito di trucchi, di cui nel Dizionario non si trova alcuna traccia.
Straordinario poi che tale Dizionario, parlando di sedicenti sensitivi come Uri Geller, Eusapia Palladino o Eva C. non faccia assolutamente mai cenno alle numerose prove a sfavore di questi personaggi e alle tante volte in cui furono sorpresi a imbrogliare. Altrettanto inaccettabile, il fatto che vengano taciuti i più clamorosi casi di frode dello sperimentatore in parapsicologia: quello dell'inglese Samuel George Soal e quello dell'americano Walter Levy. Di Soal si dipinge un ritratto immacolato, mentre dal 1978 (anno in cui si scoprirono le prove della manipolazione dei dati nei suoi esperimenti più famosi) lo si ricorda principalmente per il suo comportamento truffaldino. Levy, che avrebbe dovuto diventare il successore di J. B. Rhine, il padre della parapsicologia, fu anch'egli sorpreso ad alterare i dati sperimentali per farli sembrare significativi quando in realtà non lo erano, ma il suo nome non compare da nessuna parte nel Dizionario di Dèttore!
I lettori italiani, inoltre, devono sapere che la maggior parte delle voci di Paranormale - Dizionario enciclopedico sono ricopiate tali e quali dalla Encyclopaedia of Psychic Science dell'americano Nandor Fodor. Niente di male, forse, se ogni voce fosse stata copiata interamente; ma così non è, e gli autori italiani hanno pensato bene di tagliare le parti che avrebbero potuto risultare più spiacevoli per il "credente" (in pratica gli accenni a frodi e imbrogli). Tipico il caso della medium Maria Vollhardt; ecco cosa si legge nel Dizionario enciclopedico:
- "VOLLHARDT, Maria. Medium tedesca a effetti fisici, attiva fra il 1915 e il 1930 e nota per fenomeni di movimenti a distanza, levitazioni*, apporti*, ectoplasmie e singolari stigmate*. Queste consistevano in punture, spesso sanguinanti, che apparivano sulle sue mani rigorosamente controllate: il dott. Schwab, che la studiò per due anni, vide più volte queste stigmate formarsi in piena luce, escludendo che la medium potesse provocarle stringendo fra le mani un oggetto pungente. Nel 1925, durante una seduta data dinanzi a uomini di scienza, due grossi braccialetti apparvero ai suoi polsi mentre le mani erano controllate da due sperimentatori: il prof. Moll sostenne che la medium aveva i braccialetti nascosti sotto le maniche e la querelò per truffa, ma perse la causa.
Detta così, sembra proprio che la Vollhardt possedesse straordinarie capacità, dimostrate sotto controllo e in piena luce; inoltre, il povero scettico prof. Moll ci fa anche la figura dello stupido. Ma se andiamo a rileggere la stessa voce sull'Encyclopaedia di Fodor, notiamo che dalla definizione ripresa dagli italiani mancano alcuni particolari:
- "(...) i partecipanti dichiararono di aver visto sulla mano di Frau Vollhardt un piccolo oggetto, a forma di becco di uccello, o di artiglio."
Fodor suggerisce che si trattasse di un "simbolo materializzato dall'inconscio della medium"; gli italiani, invece, pensando forse che nessuno avrebbe creduto a questa interpretazione, hanno preferito tacere del tutto l'esistenza di questo oggetto. Infatti, adesso che viene menzionato, non appaiono più tanto straordinarie le stigmate che la Vollhardt si produceva nelle sedute. Inoltre, la storia della causa in tribunale è ben diversa. Scrive infatti Fodor:
- "Nel 1925, Frau Vollhardt finì in tribunale. Durante una seduta data dinanzi a uomini di scienza e medici, due grossi braccialetti furono rinvenuti ai suoi polsi, controllati come al solito, una volta riaccese le luci (dunque non era affatto vero che si esibiva in piena luce, n.d.a.). Il prof. Albert Moll, rifiutandosi di credere alla compenetrazione della materia, dichiarò in un suo libro che la medium doveva aver nascosto i due braccialetti sotto le maniche. La medium lo querelò e si offrì di mostrare i suoi poteri di fronte alla corte. L'offerta non approdò a nulla, poiché il prof. Moll insisteva che la dimostrazione avrebbe dovuto tenersi in piena luce. Il prof. Paul Degner testimoniò a favore di Frau Vollhardt. La corte trovò il prof. Moll colpevole di calunnia ma lo assolse perché l'affermazione era stata fatta "a difesa di interessi giustificabili". La medium ricorse in appello contro l'assoluzione ma perse la causa. Il prof. Busch testimoniò che gli apporti venivano fraudolentemente introdotti dalla medium mentre si trovava in uno "stato di semi-incoscienza".
Ora che si conoscono i fatti, ne esce sicuramente un quadro ben diverso e meno idilliaco di Frau Vollhardt da quello dipinto nel Dizionario di Dèttore; il problema, però, è che questo annacquamento dei fatti caratterizza l'intera opera rendendola, come si diceva sopra, ideale per difendere una fede ma del tutto inutile al serio studioso [3]. Crediamo che chi si interessa di questi argomenti debba sapere come stanno i fatti; anche perché, ammesso che i fenomeni paranormali esistano, non è certo nascondendo la testa sotto la sabbia e negando la realtà che si può sperare di fare qualche passo avanti. Non è certo difendendo personaggi e fatti indifendibili che si aiuta la parapsicologia a progredire e ad acquistare credibilità.
Un gruppo di parapsicologi ha dichiarato qualche tempo fa: "i parapsicologi non sostengono la tesi secondo la quale i loro risultati siano un obbligo a credere nell'ESP, sostengono solamente che quei risultati impongono di prestare attenzione alla forte possibilità che l'ESP esista" (British Journal of Psychiaty 115, 1969, pp. 743-45). Forse il vocabolo "forte" è, in effetti, un po'... forte; nondimeno, la dichiarazione può essere considerata un'affermazione ragionevole sulla questione delle facoltà paranormali.
Per quanto ci riguarda non sappiamo se i fenomeni paranormali esistano o meno; sinceramente, dopo oltre un secolo di risultati non convincenti, abbiamo qualche... forte dubbio. Tuttavia, riteniamo l'argomento sufficientemente interessante per continuare le ricerche. Da un punto di vista psicologico, infatti, è comunque interessante capire come avvengono certe esperienze, come sono percepite, codificate, interpretate e ricordate. Forse ciò non ci porterà a scoprire autentici fenomeni paranormali, ma ci permetterà comunque di capire meglio il funzionamento del pensiero e del comportamento umano. Una condizione inderogabile, però, è che ci si liberi degli imbrogli e delle superstizioni e si affronti lo studio con la massima scrupolosità; d'altra parte, affermazioni straordinarie come quelle che riguardano il paranormale richiedono prove altrettanto straordinarie. Come ha detto il parapsicologo Donald West: "i parapsicologi hanno bisogno di essere estremamente cauti e i critici estremamente scettici a causa dell'improbabilità a priori dei fenomeni in questione" (Parapsychology Review 2,1971, pp. 23-25).
Massimo Polidoro
Indagini CICAP
Note
- I 115 anni si contano solitamente a partire dal 1882, data di nascita della Society for Psychical Research (SPR) inglese, il primo tentativo organizzato di studiare scientificamente i fenomeni paranormali.
- In Italia, per esempio, la ricerca parapsicologica non è inserita nemmeno in posizione marginale nella ricerca scientifica ufficiale o universitaria. E tra i parapsicologi italiani, quelli che fanno parte della Parapscyhological Association, l'organizzazione internazionale che raccoglie gli studiosi di questa disciplina nel mondo, si contano sulle dita di una mano. Esiste una cattedra di "psicologia clinica e paranormologia" a Roma presso l'Accademia Alfonsiana della Pontificia Università del Laterano, ma va notato da un lato che il sacerdote che ricopre quella cattedra, Andreas Resch, non è italiano (risiede a Innsbruck), e d'altro canto che la "paranormologia", come da lui intesa, comprende non solo la parapsicologia ma una varietà di altre para-discipline (dall'astrologia ai bioritmi) che ben pochi parapsicologi sarebbero disposti a far rientrare nel loro campo di studi.
- Un altro libro pensato come opera di riferimento, sebbene con molte meno pretese del Dizionario di Dèttore, è Il paranormale in 200 parole chiave della giornalista Paola Giovetti. Il libro condivide, in maniera accentuata, i difetti del Dizionario di cui sopra; basti pensare per esempio che, nelle voci relative ai medium: D. D. Home, Florence Cook, Sorelle Fox, Eusapia Palladino e Gerard Croiset, non esiste alcun accenno al fatto che tutti sono stati sorpresi a imbrogliare, che alcuni (come le Fox e Florence Cook) hanno ammesso di avere imbrogliato e che oggi nessuno li ritiene più seriamente esempi di autentica paranormalità.
Un garbato scambio di opinioni che ho avuto recentemente con Massimo Polidoro mi vede favorevole a esporre qualche considerazione abbastanza generale su S&P. Non ho nessuna antipatia per il Cicap e per lo più apprezzo costantemente qualsiasi personaggio, studioso, ricercatore e istituzione che contribuisce, in modo costruttivo e disinteressato, a far avanzare di un piccolo passo la conoscenza in qualsiasi settore del sapere. La scarsa simpatia, semmai, è indirizzata a quanti, da qualsiasi parte siano collocati, diano prova di pressappochismo e scarse o nulle conoscenze della materia su cui pretendono di argomentare. È facile rilevare con quanta frequenza ciò accade. Personalmente - credo che sia un atteggiamento corretto di base - non mi permetterei di offrire immediatamente alla collettività giudizi su discipline e campi di ricerca attinenti, apparati concettuali e presunte acquisizioni, senza averne una totale e ponderata conoscenza, con tutto ciò che vi si può collegare. Penso comunque che, inizialmente, il Cicap abbia gettato frettolosamente in un unico calderone cose quanto mai eterogenee, anche se nel tempo si sono rese evidenti notevoli e specifiche acquisizioni circa la materia in oggetto, come dà innegabile prova ad esempio Polidoro nel suo Dizionario recentemente pubblicato, concepito certamente dalla propria particolare prospettiva verso il "paranormale", anche se ne condivido abbastanza l' "Introduzione" e i contenuti in essa accennati. In ogni caso, apprezzo certamente e totalmente l'intento primario del Cicap di sgombrare il campo da qualsiasi umana credulità, dalle ciarlatanerie e dalle false "affermazioni" che indubbiamente abbondano nell'ambito del paranormale e in particolare in alcuni soggetti caratterizzati dalla cosiddetta "medianità". Però, è opportuno ricordare ancora una volta che la parapsicologia (o "ricerca psichica") più accreditata si è fatta carico di ciò almeno da cento anni, relativamente alla medianità fisica e ad altre circostanze presumibilmente paranormali. Basti ricordare le celebri ricerche sulla testimonianza in situazione medianica di R. Hodgson e S. J. Davey e poi di T. Bestermann, nonché le indagini di E. J. Dingwall e T. H. Hall. Inoltre, era già procedimento abituale degli aderenti alla Society for Psychical Research di reputare irrimediabilmente squalificato qualsiasi presunto medium sorpreso una sola volta a frodare. E nel Journal della SPR sono apparsi soltanto qualche anno fa vari articoli, commenti e dibattiti attinenti alla relazione Feilding (1909) e incentrati sulla possibilità che la medium Eusapia Palladino si fosse avvalsa di un complice per le sedute di Napoli dell'inverno 1908. Aggiungo, rimanendo in qualche modo nel discorso, che nella stessa Society inglese si è dibattuto a lungo, negli anni sessanta, su una ipotesi proposta da G. W. Lambert, con la quale si attribuivano primariamente varie fenomenologie di poltergeist a precisi e anche verificabili, entro certi limiti, dinamismi "idrogeologici".
Per quanto mi riguarda, il fatto che esistano o meno i fenomeni paranormali o alcuni di essi non incide minimamente e probabilmente non inciderà mai sul mio universo emotivo-psicologico, esistenziale, sul mio equilibrio interiore. La parapsicologia è uno dei miei vari campi principali di interesse, ma una insaziabile curiosità forse è la molla primaria che mi spinge a dedicare una discreta fetta di tempo anche a qualche altra disciplina ben più "ufficiale" della parapsicologia e con indiscusso "status" scientifico. Aggiungo ancora che la mia biblioteca comprende quasi tutti i numeri di Scienza & Paranormale. Personalmente, sono però convinto che taluni fenomeni definiti paranormali - che purtroppo dubito siano abbordabili con metodi e strumenti peculiari del cosiddetto "metodo scientifico" e che abbiano insite le condizioni della loro ripetibilità - siano più attendibili e veritieri di certe "realtà" ammesse dalla stessa psicologia o da altre discipline più o meno affini. Secondo me si potrebbero facilmente contestare, come accade per le affermazioni della parapsicologia, molte teorie psicologiche, vari presupposti della psicoanalisi, alcune branche della psichiatria. Mi sforzo, preliminarmente, di non far coincidere tutto quel che "può" esistere, scartando tutto il resto, con i miei personali e purtroppo limitatissimi ambiti conoscitivi, magari influenzati da altre profonde dinamiche psicologiche talvolta denominate "resistenze inconsce" (spesso è facile rilevare evidenti esempi contrari a tale atteggiamento di base, tra l'altro "storicamente" coinvolgenti le stesse scienze naturali). È proprio banale e inutile ricordare le importanti e talvolta inattese scoperte scientifiche avvenute soltanto negli ultimi decenni, con profondi e paralleli mutamenti nella mentalità collettiva, le grandi "rivoluzioni" e i nuovi orientamenti nell'astronomia e nella cosmologia, nella medicina e nelle scienze fisiche nel corso del nostro secolo, nello stesso procedere scientifico (non impossibilità "a priori", ma probabilità)? È verosimile che negli oltre 15.000 volumi della Biblioteca specializzata Bozzano-De Boni, a Bologna, sia contenuta una unica per quanto variegata illusione?
lo stesso, che su alcuni dei molteplici fenomeni indagati dalla parapsicologia ero oltremodo scettico e li valutavo rigorosamente "da CICAP", chiaramente nel senso più positivo dell'espressione, approfondendoli a lungo e leggendo ulteriormente e attentamente la letteratura più seria e accreditata disponibile, ho dovuto spesso modificare, se non cambiare, prospettive di partenza, atteggiamenti, opinioni. Mi sono occupato di tutte le tematiche della parapsicologia, ho anche "sperimentato" in vario modo, ma prediligo quelli che abbastanza superficialmente sono stati definiti in S&P (numero 7, anno III, p. 58) "leggende metropolitane", cioè i cosiddetti "fenomeni spontanei", indagati nei limiti delle mie possibilità da almeno un ventennio. Al di là dei risultati, reputo che un buon numero dei spesso citati esperimenti parapsicologici di laboratorio non evidenzino, o non abbiamo almeno i presupposti essenziali per farlo, un "qualcosa" che è la stessa" cosa dei presunti fenomeni spontanei. Talvolta ho raccolto quelle che si possono definire "previsioni" in circostanze non disposte allo scopo, "en passant", con persone che non sospettavano minimamente che mi occupo di manifestazioni "anomale". Il solito e insignificante materiale aneddotico, si commenterà, ma certe "descrizioni" abbastanza precise e particolareggiate, alle quali ha corrisposto anche dopo settimane un avvenimento obiettivamente imprevedibile, inatteso e totalmente indipendente dai soggetti, francamente mi hanno lasciato sconcertato da un punto di vista conoscitivo e non so proprio come spiegarle con sufficiente chiarezza mediante i concetti delle discipline ufficiali oppure con l'eterno richiamo al semplice caso. Così come certe inspiegabili concordanze di testimonianze, indipendenti tra loro, su certe vicende relative a determinate abitazioni e altro ancora. E sussiste quindi una carenza di risposte plausibili che seguita a pungolarmi come non mai.
Giulio Catarelli
psicologo, giornalista pubblicista membro della Parapsychological Association