Alla ricerca del DNA di Hitler nell’Antartide. È questa la bizzarra notizia lanciata dal quotidiano russo RIA Novosti e ripresa in tutto il mondo dopo che gli scienziati hanno raggiunto pochi mesi fa il misterioso Lago Vostok. Sembra l’ennesima bufala, ma la voce secondo cui Hitler non si suicidò nel suo bunker di Berlino nel maggio 1945, ma riuscì a fuggire in una base nazista segreta al polo sud, si diffuse già all’indomani della fine della guerra e sopravvisse poi per anni.
In fondo, se tanti gerarchi e criminali nazisti, come Adolf Eichmann o Josef Mengele, riuscirono a fuggire indisturbati alla fine della guerra, perché una mente diabolica come quella di Hitler non avrebbe potuto escogitare un piano per simulare la propria morte? Del resto era cosa nota che, come tutti i dittatori, si serviva di sosia per confondere i nemici. E se avesse lasciato il cadavere di uno di questi nel bunker di Berlino mentre lui se la filava al polo sud?
Già a partire dagli anni trenta sembra che l’immaginazione dei gerarchi nazisti e, forse, dello stesso Hitler fosse rimasta colpita dalle teorie secondo cui la Terra sarebbe cava al suo interno e popolata da una razza superiore. In particolare, le dottrine esoteriche della mistica Madame Blavatsky, che condivideva queste credenze, avevano ispirato la famigerata Thule, la società segreta di estrema destra che costituì il nucleo originario del Partito Nazista. Desiderosi di dimostrare la superiorità della razza ariana, i teorici della svastica presero quindi per buone le leggende che raccontavano di civiltà evolute al centro della Terra: questa razza superiore non poteva che essere la progenitrice del Reich.
Dopo la guerra, il simpatizzante nazista Ernst Zündel arrivò a sostenere che Hitler e un gruppo di uomini fidati riuscirono a salvarsi e a fuggire a bordo di una nave con cui entrarono all’interno della Terra passando proprio dal buco al polo. Da lì gli scienziati nazisti avrebbero lavorato a un piano per invadere nuovamente la superficie della Terra sfruttando una flotta di rivoluzionari velivoli rotondi e senza ali: i dischi volanti.
Fantasie spericolate che, solo 55 anni dopo la fine del conflitto, il ritrovamento di documenti dei servizi segreti russi permise finalmente di dissolvere. Il dittatore si era suicidato, insieme a Eva Braun e al fidato capo della propaganda Joseph Goebbels e, come da suoi ordini, i corpi erano stati bruciati. Quando i militari sovietici trovarono i resti carbonizzati non li riconobbero subito, in seguito furono trafugati dai militari e una perizia accertò la loro vera identità. Per ordine di Breznev, nel 1970 i resti vennero riesumati, inceneriti e dispersi nelle acque dell’Ehle per evitare pellegrinaggi di fanatici.
Tuttavia, nonostante i titoli sensazionalistici di certi giornali, sembra altamente improbabile che presto sentiremo parlare del ritrovamento nei pressi del Lago di Vostok di una simile grotta e delle relative reliquie hitleriane. Ma non c’è dubbio che anche questo silenzio rappresenterà una prova ulteriore che le reliquie ci sono per chi ama vedere complotti ovunque.
Dubbi sulla morte
Nel 1952, il presidente americano Dwight D. Eisenhower dichiarò: «Non siamo stati in grado di trovare alcuna prova concreta circa la morte di Hitler. In molti pensano che sia fuggito da Berlino». Lo stesso capo della commissione che a Norimberga giudicò i criminali nazisti, Thomas J. Dodd, disse: «Nessuno può dire che sia morto». L’ex segretario di stato americano Jimmy Byrnes, nel suo libro Speaking Frankly, raccontò che, finita la guerra, alla conferenza dei vincitori a Potsdam, si avvicinò a Stalin e gli domandò: «Che cosa pensa sia successo a Hitler?» e Stalin rispose: «Non è morto. È fuggito in Spagna o in Argentina…»In fondo, se tanti gerarchi e criminali nazisti, come Adolf Eichmann o Josef Mengele, riuscirono a fuggire indisturbati alla fine della guerra, perché una mente diabolica come quella di Hitler non avrebbe potuto escogitare un piano per simulare la propria morte? Del resto era cosa nota che, come tutti i dittatori, si serviva di sosia per confondere i nemici. E se avesse lasciato il cadavere di uno di questi nel bunker di Berlino mentre lui se la filava al polo sud?
Già a partire dagli anni trenta sembra che l’immaginazione dei gerarchi nazisti e, forse, dello stesso Hitler fosse rimasta colpita dalle teorie secondo cui la Terra sarebbe cava al suo interno e popolata da una razza superiore. In particolare, le dottrine esoteriche della mistica Madame Blavatsky, che condivideva queste credenze, avevano ispirato la famigerata Thule, la società segreta di estrema destra che costituì il nucleo originario del Partito Nazista. Desiderosi di dimostrare la superiorità della razza ariana, i teorici della svastica presero quindi per buone le leggende che raccontavano di civiltà evolute al centro della Terra: questa razza superiore non poteva che essere la progenitrice del Reich.
Nazisti al polo sud
Sebbene manchino le prove, alcuni sostengono che sarebbe stata addirittura ordinata da Hitler una spedizione alla ricerca dell’ingresso che conduceva all’interno della Terra e che questo sarebbe stato localizzato nel polo sud. A questa spedizione avrebbe fatto riferimento l’ammiraglio Karl Dönitz quando, durante il Processo di Norimberga, parlò di una «fortificazione invisibile nel mezzo dei ghiacci eterni» che attendeva la rinascita del Reich.Dopo la guerra, il simpatizzante nazista Ernst Zündel arrivò a sostenere che Hitler e un gruppo di uomini fidati riuscirono a salvarsi e a fuggire a bordo di una nave con cui entrarono all’interno della Terra passando proprio dal buco al polo. Da lì gli scienziati nazisti avrebbero lavorato a un piano per invadere nuovamente la superficie della Terra sfruttando una flotta di rivoluzionari velivoli rotondi e senza ali: i dischi volanti.
Fantasie spericolate che, solo 55 anni dopo la fine del conflitto, il ritrovamento di documenti dei servizi segreti russi permise finalmente di dissolvere. Il dittatore si era suicidato, insieme a Eva Braun e al fidato capo della propaganda Joseph Goebbels e, come da suoi ordini, i corpi erano stati bruciati. Quando i militari sovietici trovarono i resti carbonizzati non li riconobbero subito, in seguito furono trafugati dai militari e una perizia accertò la loro vera identità. Per ordine di Breznev, nel 1970 i resti vennero riesumati, inceneriti e dispersi nelle acque dell’Ehle per evitare pellegrinaggi di fanatici.
Le leggende non muoiono mai
E allora, se tutto è chiarito, perché parlare ancora di una possibile fuga di Hitler? Perché le leggende urbane non muoiono mai e, oggi, con la riscoperta del Lago Vostok ecco che qualcuno riscopre anche un episodio di tanti anni fa. Stando agli archivi navali tedeschi, infatti, sembra che mesi dopo la resa nazista agli alleati, nel 1945, il sottomarino U-530 sia giunto da Kiel al polo sud. Là i membri dell’equipaggio non avrebbero costruito una fortezza per il Führer, ma avrebbero piuttosto nascosto in una grotta di ghiaccio alcune casse contenenti reliquie del Terzo Reich e, addirittura, campioni del DNA di Hitler e di Eva Braun per un’eventuale futura clonazione. Compiuta la missione, i marinai raggiunsero l’Argentina e si consegnarono alle autorità di Mar del Plata.Tuttavia, nonostante i titoli sensazionalistici di certi giornali, sembra altamente improbabile che presto sentiremo parlare del ritrovamento nei pressi del Lago di Vostok di una simile grotta e delle relative reliquie hitleriane. Ma non c’è dubbio che anche questo silenzio rappresenterà una prova ulteriore che le reliquie ci sono per chi ama vedere complotti ovunque.