Secondo la definizione fornita dall’OECD (Organisation for Economic Cooperation and Development) nel 1984, l’analfabetismo funzionale è «la condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità[1]».
A differenza di un analfabeta tout court (detto anche strutturale), quello funzionale è in grado di leggere e comprendere il significato delle singole parole e di compiere semplici calcoli, ma è incapace di capire il significato di un testo di complessità medio-bassa, quale un articolo di giornale, le voci di dizionari o enciclopedie, i foglietti illustrativi dei farmaci o le istruzioni di dispositivi, ecc. Ha inoltre difficoltà a compiere calcoli leggermente più complessi, ha scarse conoscenze scientifiche, storiche, sociali, politiche ed economiche. Infine, l’analfabeta funzionale tende a credere in modo acritico a tutto quello che legge o ascolta[2]. Va da sé che l’analfabeta funzionale è la vittima per eccellenza di teorie pseudoscientifiche e/o complottistiche.
Il compianto Tullio De Mauro (1932-2017) ha più volte meritoriamente denunciato l’inquietante aumento di analfabeti funzionali nel nostro Paese. E purtroppo diverse statistiche confermano drammaticamente le preoccupazioni dell’illustre linguista[3].
Se si analizzano più a fondo i dati statistici si scoprono però aspetti interessanti[4]. Nel 2016, in Italia il 6,3% dei cittadini maschi possedeva una licenza elementare, il 36% la licenza media, il 6,8% un diploma di 2-3 anni, il 35,6% aveva un diploma di 4-5 anni e il 15,3% aveva conseguito la laurea. Per le donne, l’8,2% aveva la licenza elementare, il 30,5% la licenza media, il 6,6% aveva un diploma di 2-3 anni, il 34,9% aveva un diploma di 4-5 anni e il 19,8% aveva conseguito la laurea.
Tutto sommato, basandosi esclusivamente sui titoli di studio, la situazione italiana non sembrerebbe particolarmente drammatica. I dati sull’analfabetismo funzionale dimostrano quindi una preoccupante realtà: il problema non è il titolo di studio in sé, ma quanto questo abbia inciso sulla cultura e sulla formazione delle persone.
Al di là delle statistiche, vi sono diversi episodi, evidenziati dalla cronaca, che rappresentano segnali di questo esteso analfabetismo e che denotano un clima di profonda ignoranza diffusa nella società.
Il giornalista Franco Di Mare ha affrontato recentemente l’argomento nella sua rubrica Sarò Franco, all’interno della trasmissione di Rai 1 Unomattina, il giorno 14 gennaio 2019[5]. Tra i vari esempi citati dal giornalista vi è una puntata, di qualche anno fa, del quiz televisivo L’eredità in cui ai concorrenti veniva chiesto in quale anno venne nominato cancelliere Adolf Hitler, proponendo quattro opzioni: 1933, 1948, 1964 e 1979. Ebbene, nessuno dei concorrenti fu in grado di fornire la risposta corretta che, al di là degli aspetti puramente mnemonici, poteva essere facilmente individuata per esclusione con un semplice ragionamento. Di Mare poi punta il dito verso le istituzioni che sembrano essere anch’esse vittime dello steso tipo di ignoranza diffusa. E cita niente meno che l’Istituto Italiano di Cultura. Nell’ultima tornata concorsuale per la selezione dei direttori delle sedi estere, sono emersi pacchiani errori nei test. E se anche l’ente che deve rappresentare la cultura italiana all’estero commette certi errori, beh, non siamo messi bene.
Agli esempi citati dal giornalista se ne potrebbero purtroppo aggiungere molti altri. Uno dei più recenti è quello commesso dal Ministero dell’istruzione, dell’Università e della ricerca (MIUR). Nella Nota n. 930 del 18 gennaio 2019, che aveva per oggetto il «lancio della XXVIII settimana della cultura scientifica e tecnologica», il MIUR suggerisce, tra i «temi focali» di interesse scientifico che possono essere affrontati, «La tavola periodica di Mendel (sic!), questa sconosciuta: la sistematicità del reale». D’altronde al MIUR non sono nuovi a simili strafalcioni. Ricordiamo tutti con un misto di ilarità e angoscia il fantomatico «tunnel dei neutrini» che, secondo l’allora ministra dell’istruzione Mariastella Gelmini (siamo nel 2011), avrebbe collegato il CERN di Ginevra con i Laboratori Nazionali del Gran Sasso[6]. Ricordiamo pure l’altra ex ministra Valeria Fedeli che, oltre ad aver spacciato una laurea inesistente, confuse Vittorio Amedeo III con Vittorio Emanuele III e scivolò su un disonorevole «più migliore». Sotto la guida della stessa Fedeli (siamo nel 2017), nei testi delle prove dell’esame di stato comparvero svarioni clamorosi come «traccie »al posto di «tracce» e «battere» al posto di «batterio»[7].
Si potrebbero poi citare i numerosi refusi che compaiono nei test di molti concorsi pubblici. Ad esempio, nella batteria di test per la prova preselettiva del corso-concorso a dirigente scolastico bandito nel 2018, compaiono errori come «qual’è» con l’apostrofo[8]! Oppure il bando di ricerca pubblicato dalla facoltà di Scienze agrarie di Firenze in cui il titolo «Dalla pecora al pecorino - tracciabilità e rintracciabilità di filiera nel settore lattiero caseario toscano», è stato tradotto in inglese con «From sheep to Doggy Style - traceability of milk chain in Tuscany», suscitando inevitabili ironie sul significato a luci rosse assunto dalla frase[9]. Ricordiamo infine i farmaci antipertensivi «satanici», le cellule «eucaristiche», le «ovaje», la «pancreatine» cronica e acuta e l’«erpes» e altri strafalcioni che sono comparsi nei testi per preparare l’esame di stato per medici, pubblicati sul sito del MIUR[10].
Se gli errori precedenti fanno sorridere, purtroppo ve ne sono altri che hanno risvolti più inquietanti. È recente il caso di un senatore della Repubblica italiana, Elio Lannutti, che ha condiviso sul proprio profilo Facebook un post che spiegava come «le 13 famiglie che comandano il mondo» derivino dal «Gruppo dei Savi di Sion» che «con Mayer Amschel Rothschild, l’abile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale, portò alla creazione di un manifesto: “I Protocolli dei Savi di Sion”»[11]. È ben noto che si tratta di un manifesto della propaganda antisemita moderna: un clamoroso falso storico utilizzato anche per giustificare lo sterminio nazista degli ebrei. Altro caso piuttosto preoccupante è il servizio sul presunto signoraggio bancario, mandato in onda dalla RAI nella trasmissione Povera Patria (è proprio il caso di dirlo!) del 25 gennaio 2019[12].
Che dire? Amos Bronson Alcott (1799-1888), citato da Di Mare, sosteneva che «ignorare la propria ignoranza è la maledizione degli ignoranti». Che la ignorino le stesse istituzioni è una maledizione ancora più grande. Il circolo vizioso è infatti evidente: istituzioni più ignoranti determinano cittadini più ignoranti e viceversa. Come uscirne? Ancora una volta, partendo dal basso, attraverso una capillare, instancabile ed efficace opera di educazione delle nuove generazioni.
A differenza di un analfabeta tout court (detto anche strutturale), quello funzionale è in grado di leggere e comprendere il significato delle singole parole e di compiere semplici calcoli, ma è incapace di capire il significato di un testo di complessità medio-bassa, quale un articolo di giornale, le voci di dizionari o enciclopedie, i foglietti illustrativi dei farmaci o le istruzioni di dispositivi, ecc. Ha inoltre difficoltà a compiere calcoli leggermente più complessi, ha scarse conoscenze scientifiche, storiche, sociali, politiche ed economiche. Infine, l’analfabeta funzionale tende a credere in modo acritico a tutto quello che legge o ascolta[2]. Va da sé che l’analfabeta funzionale è la vittima per eccellenza di teorie pseudoscientifiche e/o complottistiche.
Il compianto Tullio De Mauro (1932-2017) ha più volte meritoriamente denunciato l’inquietante aumento di analfabeti funzionali nel nostro Paese. E purtroppo diverse statistiche confermano drammaticamente le preoccupazioni dell’illustre linguista[3].
Se si analizzano più a fondo i dati statistici si scoprono però aspetti interessanti[4]. Nel 2016, in Italia il 6,3% dei cittadini maschi possedeva una licenza elementare, il 36% la licenza media, il 6,8% un diploma di 2-3 anni, il 35,6% aveva un diploma di 4-5 anni e il 15,3% aveva conseguito la laurea. Per le donne, l’8,2% aveva la licenza elementare, il 30,5% la licenza media, il 6,6% aveva un diploma di 2-3 anni, il 34,9% aveva un diploma di 4-5 anni e il 19,8% aveva conseguito la laurea.
Tutto sommato, basandosi esclusivamente sui titoli di studio, la situazione italiana non sembrerebbe particolarmente drammatica. I dati sull’analfabetismo funzionale dimostrano quindi una preoccupante realtà: il problema non è il titolo di studio in sé, ma quanto questo abbia inciso sulla cultura e sulla formazione delle persone.
Al di là delle statistiche, vi sono diversi episodi, evidenziati dalla cronaca, che rappresentano segnali di questo esteso analfabetismo e che denotano un clima di profonda ignoranza diffusa nella società.
Il giornalista Franco Di Mare ha affrontato recentemente l’argomento nella sua rubrica Sarò Franco, all’interno della trasmissione di Rai 1 Unomattina, il giorno 14 gennaio 2019[5]. Tra i vari esempi citati dal giornalista vi è una puntata, di qualche anno fa, del quiz televisivo L’eredità in cui ai concorrenti veniva chiesto in quale anno venne nominato cancelliere Adolf Hitler, proponendo quattro opzioni: 1933, 1948, 1964 e 1979. Ebbene, nessuno dei concorrenti fu in grado di fornire la risposta corretta che, al di là degli aspetti puramente mnemonici, poteva essere facilmente individuata per esclusione con un semplice ragionamento. Di Mare poi punta il dito verso le istituzioni che sembrano essere anch’esse vittime dello steso tipo di ignoranza diffusa. E cita niente meno che l’Istituto Italiano di Cultura. Nell’ultima tornata concorsuale per la selezione dei direttori delle sedi estere, sono emersi pacchiani errori nei test. E se anche l’ente che deve rappresentare la cultura italiana all’estero commette certi errori, beh, non siamo messi bene.
Agli esempi citati dal giornalista se ne potrebbero purtroppo aggiungere molti altri. Uno dei più recenti è quello commesso dal Ministero dell’istruzione, dell’Università e della ricerca (MIUR). Nella Nota n. 930 del 18 gennaio 2019, che aveva per oggetto il «lancio della XXVIII settimana della cultura scientifica e tecnologica», il MIUR suggerisce, tra i «temi focali» di interesse scientifico che possono essere affrontati, «La tavola periodica di Mendel (sic!), questa sconosciuta: la sistematicità del reale». D’altronde al MIUR non sono nuovi a simili strafalcioni. Ricordiamo tutti con un misto di ilarità e angoscia il fantomatico «tunnel dei neutrini» che, secondo l’allora ministra dell’istruzione Mariastella Gelmini (siamo nel 2011), avrebbe collegato il CERN di Ginevra con i Laboratori Nazionali del Gran Sasso[6]. Ricordiamo pure l’altra ex ministra Valeria Fedeli che, oltre ad aver spacciato una laurea inesistente, confuse Vittorio Amedeo III con Vittorio Emanuele III e scivolò su un disonorevole «più migliore». Sotto la guida della stessa Fedeli (siamo nel 2017), nei testi delle prove dell’esame di stato comparvero svarioni clamorosi come «traccie »al posto di «tracce» e «battere» al posto di «batterio»[7].
Si potrebbero poi citare i numerosi refusi che compaiono nei test di molti concorsi pubblici. Ad esempio, nella batteria di test per la prova preselettiva del corso-concorso a dirigente scolastico bandito nel 2018, compaiono errori come «qual’è» con l’apostrofo[8]! Oppure il bando di ricerca pubblicato dalla facoltà di Scienze agrarie di Firenze in cui il titolo «Dalla pecora al pecorino - tracciabilità e rintracciabilità di filiera nel settore lattiero caseario toscano», è stato tradotto in inglese con «From sheep to Doggy Style - traceability of milk chain in Tuscany», suscitando inevitabili ironie sul significato a luci rosse assunto dalla frase[9]. Ricordiamo infine i farmaci antipertensivi «satanici», le cellule «eucaristiche», le «ovaje», la «pancreatine» cronica e acuta e l’«erpes» e altri strafalcioni che sono comparsi nei testi per preparare l’esame di stato per medici, pubblicati sul sito del MIUR[10].
Se gli errori precedenti fanno sorridere, purtroppo ve ne sono altri che hanno risvolti più inquietanti. È recente il caso di un senatore della Repubblica italiana, Elio Lannutti, che ha condiviso sul proprio profilo Facebook un post che spiegava come «le 13 famiglie che comandano il mondo» derivino dal «Gruppo dei Savi di Sion» che «con Mayer Amschel Rothschild, l’abile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale, portò alla creazione di un manifesto: “I Protocolli dei Savi di Sion”»[11]. È ben noto che si tratta di un manifesto della propaganda antisemita moderna: un clamoroso falso storico utilizzato anche per giustificare lo sterminio nazista degli ebrei. Altro caso piuttosto preoccupante è il servizio sul presunto signoraggio bancario, mandato in onda dalla RAI nella trasmissione Povera Patria (è proprio il caso di dirlo!) del 25 gennaio 2019[12].
Che dire? Amos Bronson Alcott (1799-1888), citato da Di Mare, sosteneva che «ignorare la propria ignoranza è la maledizione degli ignoranti». Che la ignorino le stesse istituzioni è una maledizione ancora più grande. Il circolo vizioso è infatti evidente: istituzioni più ignoranti determinano cittadini più ignoranti e viceversa. Come uscirne? Ancora una volta, partendo dal basso, attraverso una capillare, instancabile ed efficace opera di educazione delle nuove generazioni.
Note
1) OECD Statistics Directorate, OECD Glossary of Statistical Terms - Functionally illiterate Definition, su OECD: https://tinyurl.com/ydgcf48t ;
2) Isfol, PIAAC-OCSE. Rapporto nazionale sulle competenze degli adulti: https://tinyurl.com/yba87g3a ;
3) E. Murgese, “Analfabeti funzionali, il dramma italiano: chi sono e perché il nostro Paese è tra i peggiori”, L’Espresso, 21 marzo 2017: https://tinyurl.com/y9tglhs3 ;
4) F. De Angelis, “Italiani popolo di ignoranti. E la scuola, che fa?”, Tecnica della Scuola, 15 gennaio 2019: https://tinyurl.com/y9opn763 ;
5) Visibile qui: https://tinyurl.com/yakepsfh ;
6) “Gelmini, che gioia per i neutrini. Quel tunnel tra Svizzera e Abruzzo", la Repubblica, 21 settembre 2011: https://tinyurl.com/ybuxhmju ;
7) “2017 Annus horribilis, tutti gli strafalcioni della ministra Valeria Fedeli”, CorriereUniv, 21 dicembre 2017: https://tinyurl.com/y9nyxb9c ;
8) “Concorso dirigente scolastico, errori e domande simili nella batteria di test pubblicati”, Orizzonte Scuola, 28 giugno 2018: https://tinyurl.com/yd8xc82m ;
9) “Pecorino a luci rosse, la gaffe del bando”, la Repubblica-Firenze, 15 febbraio 2012: https://tinyurl.com/yaoyyekr/ ;
10) C. Voltattorni, “Errori e strafalcioni, ecco il manuale per aspiranti medici testi per preparare l’esame di stato pubblicati sul sito del Miur”, Corriere della Sera, 2 marzo 2017: https://tinyurl.com/yb9ztocq ;
11) A. Trocino, “Lannutti: «Banche controllate dai Savi di Sion». Bufera sul tweet antisemita del senatore M5S”, Corriere della Sera, 21 gennaio 2019: https://tinyurl.com/y8y4a8p9 ;
12) “Rai 2 ha mandato in onda un servizio pieno di notizie false sul “signoraggio”, Il Post, 26 gennaio 2019: https://tinyurl.com/ycmhnth9 .