Il Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal (Comitato per l'indagine scientifica delle affermazioni sul paranormale) è l'organizzazione americana che, dal 1976, ha ispirato, incoraggiato e sostenuto la nascita di decine di organizzazioni analoghe che, in vari paesi del mondo, indagano misteri e fenomeni paranormali. Il CICAP, naturalmente, è fra queste.
Ora, dopo trent'anni di onorata carriera, lo CSICOP ha deciso di cambiare ragione sociale. Adesso si chiama semplicemente Committee for Skeptical Inquiry (Comitato di indagine scettica). Certo, la rivista del Comitato si chiama da sempre The Skeptical Inquirer (L'indagatore scettico) e il nuovo acronimo, CSI, strizza chiaramente l'occhio a una popolare serie televisiva dove, attraverso gli strumenti della scienza, abili investigatori riescono ogni volta a risolvere crimini e delitti impossibili. Nel campo del marketing, però, è risaputo che è (quasi) sempre un errore modificare il nome di una società o di un ente che ha una sua fama e una sua reputazione costruite nel tempo. Alla gente bisogna spiegare di nuovo di che si tratta e, inevitabilmente, tocca dire che «sì ci chiamiamo così ora, ma siamo sempre quelli di prima».
Eppure, allo CSICOP hanno sentito il bisogno di rinnovarsi. D'altra parte, è vero, con il tempo, il Comitato americano ha allargato il suo campo di interesse: dalla parapsicologia e dal paranormale classico si è passati alle medicine alternative, all'astrologia, ai misteri del passato, all'ufologia, alle pseudoscienze più disparate (dalle macchine per il moto perpetuo ai sistemi per vincere alla lotteria) fino all'analisi critica delle teorie del complotto e alla contestazione delle ipotesi radicali che tendono a screditare la teoria dell'evoluzione di Darwin. Chiamarsi Comitato per l'indagine del paranormale non poteva che suonare troppo limitante. Periodicamente, lo stesso dilemma si presenta anche per il CICAP che, con gli anni, ha preso a occuparsi di tantissime cose che non si possono certo definire come "paranormali" o "parapsicologiche" tout court. Il CICAP, infatti, si interessa di tutto ciò che può definirsi come "misterioso" o meglio, come dice l'amico Alfredo Castelli, "mysterioso". In effetti, dopo che nei primi anni abbiamo sviscerato il mondo del paranormale in ogni suo aspetto, la nostra curiosità si è estesa ad altri argomenti controversi. Qui, però, si pone l'interrogativo che si è posto lo CSICOP. Forse anche il CICAP dovrebbe cambiare nome per adeguarsi al mutamento di obiettivi? Cambiare forse la "P" di paranormale in pseudoscienze, come ha suggerito qualcuno? Non basterebbe: cospirazioni, crimini irrisolti o misteri del passato non sono necessariamente pseudoscienze. E allora? Cambiare radicalmente sigla? Devo dire che, pur essendo evidente questa situazione, nessuno all'interno del CICAP pensa che cambiare nome sarebbe un passo avanti. Ormai, tanto i giornalisti quanto il pubblico sanno chi siamo e di che cosa ci occupiamo e sanno che da noi possono trovare persone competenti in grado di indagare e affrontare misteri di vario tipo, indipendentemente da come ci chiamiamo. Forse, dunque, un cambio di nome non è all'ordine del giorno, ciononostante mi piacerebbe sentire che cosa ne pensate voi. Scrivetemi, quindi, vi aspetto: [email protected]
Ora, dopo trent'anni di onorata carriera, lo CSICOP ha deciso di cambiare ragione sociale. Adesso si chiama semplicemente Committee for Skeptical Inquiry (Comitato di indagine scettica). Certo, la rivista del Comitato si chiama da sempre The Skeptical Inquirer (L'indagatore scettico) e il nuovo acronimo, CSI, strizza chiaramente l'occhio a una popolare serie televisiva dove, attraverso gli strumenti della scienza, abili investigatori riescono ogni volta a risolvere crimini e delitti impossibili. Nel campo del marketing, però, è risaputo che è (quasi) sempre un errore modificare il nome di una società o di un ente che ha una sua fama e una sua reputazione costruite nel tempo. Alla gente bisogna spiegare di nuovo di che si tratta e, inevitabilmente, tocca dire che «sì ci chiamiamo così ora, ma siamo sempre quelli di prima».
Eppure, allo CSICOP hanno sentito il bisogno di rinnovarsi. D'altra parte, è vero, con il tempo, il Comitato americano ha allargato il suo campo di interesse: dalla parapsicologia e dal paranormale classico si è passati alle medicine alternative, all'astrologia, ai misteri del passato, all'ufologia, alle pseudoscienze più disparate (dalle macchine per il moto perpetuo ai sistemi per vincere alla lotteria) fino all'analisi critica delle teorie del complotto e alla contestazione delle ipotesi radicali che tendono a screditare la teoria dell'evoluzione di Darwin. Chiamarsi Comitato per l'indagine del paranormale non poteva che suonare troppo limitante. Periodicamente, lo stesso dilemma si presenta anche per il CICAP che, con gli anni, ha preso a occuparsi di tantissime cose che non si possono certo definire come "paranormali" o "parapsicologiche" tout court. Il CICAP, infatti, si interessa di tutto ciò che può definirsi come "misterioso" o meglio, come dice l'amico Alfredo Castelli, "mysterioso". In effetti, dopo che nei primi anni abbiamo sviscerato il mondo del paranormale in ogni suo aspetto, la nostra curiosità si è estesa ad altri argomenti controversi. Qui, però, si pone l'interrogativo che si è posto lo CSICOP. Forse anche il CICAP dovrebbe cambiare nome per adeguarsi al mutamento di obiettivi? Cambiare forse la "P" di paranormale in pseudoscienze, come ha suggerito qualcuno? Non basterebbe: cospirazioni, crimini irrisolti o misteri del passato non sono necessariamente pseudoscienze. E allora? Cambiare radicalmente sigla? Devo dire che, pur essendo evidente questa situazione, nessuno all'interno del CICAP pensa che cambiare nome sarebbe un passo avanti. Ormai, tanto i giornalisti quanto il pubblico sanno chi siamo e di che cosa ci occupiamo e sanno che da noi possono trovare persone competenti in grado di indagare e affrontare misteri di vario tipo, indipendentemente da come ci chiamiamo. Forse, dunque, un cambio di nome non è all'ordine del giorno, ciononostante mi piacerebbe sentire che cosa ne pensate voi. Scrivetemi, quindi, vi aspetto: [email protected]