Sono passati dieci anni da quando è cambiato il significato dell’acronimo CICAP: se inizialmente la sigla stava per “Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale”, nel 2013 è stato deciso che la P finale dovesse comprendere tutte le pseudoscienze.
La nostra associazione si era già interessata di pseudoscienze, ma la scelta di ampliare anche ufficialmente il raggio di azione del Comitato è stata fatta per tenere conto dei cambiamenti avvenuti nella società nei decenni trascorsi dalla nascita del CICAP. Da una parte le affermazioni legate al “paranormale classico”, pur non essendo scomparse, avevano perso di attualità. Dall’altra era invece aumentata la diffusione di tesi che avevano la caratteristica di presentarsi come apparentemente scientifiche, per quanto non rispettassero i metodi e i valori della scienza: per esempio quelle legate alle teorie del complotto e a varie forme di disinformazione scientifica, su temi come il cambiamento climatico o i vaccini. Ritenevamo quindi che fosse opportuno per il CICAP dare più spazio alla critica a questo tipo di cattiva informazione scientifica, sia pure senza dimenticare le affermazioni sul paranormale intorno a cui era nata l’associazione.
L’ampliamento del campo di interesse del CICAP era la risposta a un problema concreto, perché la cattiva scienza e la cattiva informazione scientifica sono questioni di grande attualità che suscitano discussioni e iniziative in tutti i settori sociali, dall’accademia al giornalismo alla politica. Ma le implicazioni di quel cambiamento sono state più profonde di quanto avessimo pensato all’epoca, o se non altro di quanto avessi pensato io, e mi sembra che meritino qualche riflessione.
Per cominciare, il paranormale non è generalmente oggetto di studio accademico. A parte casi sporadici e non significativi, non ci sono cattedre universitarie di critica della parapsicologia o dello spiritismo. Un privato cittadino che si interessi di questi argomenti e li studi in modo scrupoloso e approfondito può costruirsi nel tempo una competenza significativa e diventare una fonte autorevole e riconosciuta su tali temi. All’interno del CICAP ci sono diverse persone che con merito hanno sviluppato una preparazione di questo genere, che è preziosa e spesso ricercata dai media proprio perché non presente in ambito accademico.
La questione è diversa per quanto riguarda le pseudoscienze, per esempio le teorie del complotto, ampiamente studiate in ambiti come psicologia, sociologia e scienze politiche. La letteratura scientifica su molte pseudoscienze è ampia e dinamica, e in questi casi è necessario uno studio continuo e intensivo semplicemente per rimanere aggiornati. Una singola persona che si dedichi per passione allo studio di quegli argomenti non può ragionevolmente arrivare allo stesso livello di competenza di un’intera comunità scientifica di settore. Nel caso delle affermazioni pseudoscientifiche che sono oggetto di studio accademico, il punto di riferimento è la comunità scientifica e non il CICAP, mentre il ruolo del CICAP diventa quello di far conoscere i processi che la scienza segue per produrre le proprie conoscenze. Quando si parla di cambiamento climatico il compito del CICAP non è pronunciarsi sulla sua esistenza e le sue cause, compito che spetta alla comunità scientifica, ma spiegare come funzionano il consenso scientifico e gli altri concetti necessari per comprendere la posizione della comunità scientifica sull’argomento.
Si tratta quindi di un’attività sostanzialmente diversa dalla critica alle affermazioni sul paranormale. Ma tra paranormale e pseudoscienze c’è una seconda differenza, al tempo stesso più sottile e dalle conseguenze più profonde.
Entrambi i concetti sono difficili da definire in modo soddisfacente, ma in linea di principio la definizione di paranormale è relativa a che cosa viene studiato, quella di pseudoscienza a come ciò viene studiato. Le affermazioni sul paranormale riguardano fenomeni che, se esistessero, sarebbero inspiegabili per la scienza. Le affermazioni pseudoscientifiche, invece, sono tali non a causa dei fenomeni a cui fanno riferimento ma per il modo in cui sono state ottenute, senza rispettare le regole della scienza. Qualsiasi fenomeno può essere oggetto di un’affermazione pseudoscientifica, ma per poter dire che quell’affermazione è pseudoscientifica è necessario ricostruire e valutare la catena di ragionamenti che ha portato a quella conclusione. In altre parole, le affermazioni sui presunti fenomeni paranormali si identificano immediatamente in base all’oggetto dell’affermazione. Le affermazioni pseudoscientifiche non si possono identificare in modo altrettanto immediato. Soltanto dopo aver esaminato il percorso che ha portato a quelle affermazioni si può arrivare a una conclusione. Si tratta naturalmente di una distinzione di principio, che non sempre si presenta in modo netto nella realtà (un esempio tipico dei casi in cui non è possibile tracciare una distinzione inequivocabile tra paranormale e pseudoscienze è la parapsicologia). Ma ragionare sulle differenze tra le affermazioni che postulano l’esistenza di una realtà inconciliabile con la scienza e quelle che invece si presentano come apparentemente scientifiche permette di capire come è cambiato il compito del CICAP.
E qui arriviamo al punto chiave: nella maggior parte dei casi, capire se un’affermazione è pseudoscientifica è più complesso che capire se un’affermazione sul paranormale è fondata. Se per valutare un’affermazione sul paranormale è sufficiente prendere in esame le prove empiriche a sostegno di tale affermazione (un’operazione che ha le sue insidie ma è comunque abbastanza circoscritta), la valutazione della scientificità di un’affermazione è tutta incentrata sul modo di procedere della scienza e quindi richiede una comprensione più profonda delle sue dinamiche. Questa conoscenza non viene fornita a scuola e richiede uno studio approfondito. La questione è ulteriormente complicata dal fatto che divisioni ideologiche e interessi economici fanno sì che l’accusa di pseudoscientificità venga spesso usata come un’arma per squalificare un punto di vista diverso dal proprio, perciò quando una tesi viene etichettata come pseudoscientifica bisogna avere le conoscenze necessarie per capire se si tratta di una valutazione tecnica o di una presa di posizione polemica (o magari di un misto delle due cose).
Leggere qualche libro divulgativo o prendere parte alla vita associativa del CICAP può essere sufficiente a capire che non esistono prove a favore dei fenomeni paranormali, ma non a capire a fondo che cosa distingue la scienza dalla pseudoscienza. Prova ne sia che non c’è sostanzialmente nessun interesse accademico per i fenomeni paranormali, mentre esiste un vivace dibattito da circa un secolo su ciò che in filosofia della scienza si chiama “problema della demarcazione”, cioè su come distinguere tra scienza, non-scienza e pseudoscienza. Va anche notato che la discussione tra gli specialisti non riguarda tanto che cosa sia scienza e che cosa non lo sia (come ha detto la psicologa Carol Tavris, «la pseudoscienza è come la pornografia: non la sappiamo definire, ma quando la vediamo la riconosciamo»), ma riguarda soprattutto il perché una disciplina è scientifica e un’altra pseudoscientifica.
Questa distinzione è fondamentale perché anche il CICAP ha l’ambizione di non limitarsi a classificare le affermazioni in “scientifiche” e “pseudoscientifiche”, ma soprattutto di spiegare qual è la differenza. Siamo cioè passati da un tema di scarso interesse intellettuale a una delle questioni più discusse e stimolanti per la comunità scientifica. Un approccio che prima poteva essere adeguato ora non è più sufficiente. Un esempio delle maggiori difficoltà poste dal nuovo campo di azione del CICAP sta nel fatto che, a quanto mi risulta, non ci sono mai state significative differenze di vedute tra i soci del Comitato sull’esistenza di un presunto fenomeno paranormale, mentre quando si è trattato di giudicare la scientificità degli attuali modelli climatici sono emerse immediatamente valutazioni diverse.
In conclusione, passare dal paranormale alle pseudoscienze significa passare da un problema relativamente semplice da trattare a uno molto più complesso, fortemente dibattuto, in costante aggiornamento e che richiede di comprendere a fondo la natura delle questioni affrontate. Se il CICAP si propone come un punto di riferimento che aiuti i cittadini a riconoscere le differenze tra scienza e pseudoscienza, ritengo che debba aumentare molto il proprio livello di approfondimento rispetto al passato, con l’aiuto degli specialisti, e che debba concentrarsi non tanto sulle risposte della scienza quanto sui metodi che essa usa per arrivare alle sue conclusioni.
La nostra associazione si era già interessata di pseudoscienze, ma la scelta di ampliare anche ufficialmente il raggio di azione del Comitato è stata fatta per tenere conto dei cambiamenti avvenuti nella società nei decenni trascorsi dalla nascita del CICAP. Da una parte le affermazioni legate al “paranormale classico”, pur non essendo scomparse, avevano perso di attualità. Dall’altra era invece aumentata la diffusione di tesi che avevano la caratteristica di presentarsi come apparentemente scientifiche, per quanto non rispettassero i metodi e i valori della scienza: per esempio quelle legate alle teorie del complotto e a varie forme di disinformazione scientifica, su temi come il cambiamento climatico o i vaccini. Ritenevamo quindi che fosse opportuno per il CICAP dare più spazio alla critica a questo tipo di cattiva informazione scientifica, sia pure senza dimenticare le affermazioni sul paranormale intorno a cui era nata l’associazione.
L’ampliamento del campo di interesse del CICAP era la risposta a un problema concreto, perché la cattiva scienza e la cattiva informazione scientifica sono questioni di grande attualità che suscitano discussioni e iniziative in tutti i settori sociali, dall’accademia al giornalismo alla politica. Ma le implicazioni di quel cambiamento sono state più profonde di quanto avessimo pensato all’epoca, o se non altro di quanto avessi pensato io, e mi sembra che meritino qualche riflessione.
Per cominciare, il paranormale non è generalmente oggetto di studio accademico. A parte casi sporadici e non significativi, non ci sono cattedre universitarie di critica della parapsicologia o dello spiritismo. Un privato cittadino che si interessi di questi argomenti e li studi in modo scrupoloso e approfondito può costruirsi nel tempo una competenza significativa e diventare una fonte autorevole e riconosciuta su tali temi. All’interno del CICAP ci sono diverse persone che con merito hanno sviluppato una preparazione di questo genere, che è preziosa e spesso ricercata dai media proprio perché non presente in ambito accademico.
La questione è diversa per quanto riguarda le pseudoscienze, per esempio le teorie del complotto, ampiamente studiate in ambiti come psicologia, sociologia e scienze politiche. La letteratura scientifica su molte pseudoscienze è ampia e dinamica, e in questi casi è necessario uno studio continuo e intensivo semplicemente per rimanere aggiornati. Una singola persona che si dedichi per passione allo studio di quegli argomenti non può ragionevolmente arrivare allo stesso livello di competenza di un’intera comunità scientifica di settore. Nel caso delle affermazioni pseudoscientifiche che sono oggetto di studio accademico, il punto di riferimento è la comunità scientifica e non il CICAP, mentre il ruolo del CICAP diventa quello di far conoscere i processi che la scienza segue per produrre le proprie conoscenze. Quando si parla di cambiamento climatico il compito del CICAP non è pronunciarsi sulla sua esistenza e le sue cause, compito che spetta alla comunità scientifica, ma spiegare come funzionano il consenso scientifico e gli altri concetti necessari per comprendere la posizione della comunità scientifica sull’argomento.
Si tratta quindi di un’attività sostanzialmente diversa dalla critica alle affermazioni sul paranormale. Ma tra paranormale e pseudoscienze c’è una seconda differenza, al tempo stesso più sottile e dalle conseguenze più profonde.
Entrambi i concetti sono difficili da definire in modo soddisfacente, ma in linea di principio la definizione di paranormale è relativa a che cosa viene studiato, quella di pseudoscienza a come ciò viene studiato. Le affermazioni sul paranormale riguardano fenomeni che, se esistessero, sarebbero inspiegabili per la scienza. Le affermazioni pseudoscientifiche, invece, sono tali non a causa dei fenomeni a cui fanno riferimento ma per il modo in cui sono state ottenute, senza rispettare le regole della scienza. Qualsiasi fenomeno può essere oggetto di un’affermazione pseudoscientifica, ma per poter dire che quell’affermazione è pseudoscientifica è necessario ricostruire e valutare la catena di ragionamenti che ha portato a quella conclusione. In altre parole, le affermazioni sui presunti fenomeni paranormali si identificano immediatamente in base all’oggetto dell’affermazione. Le affermazioni pseudoscientifiche non si possono identificare in modo altrettanto immediato. Soltanto dopo aver esaminato il percorso che ha portato a quelle affermazioni si può arrivare a una conclusione. Si tratta naturalmente di una distinzione di principio, che non sempre si presenta in modo netto nella realtà (un esempio tipico dei casi in cui non è possibile tracciare una distinzione inequivocabile tra paranormale e pseudoscienze è la parapsicologia). Ma ragionare sulle differenze tra le affermazioni che postulano l’esistenza di una realtà inconciliabile con la scienza e quelle che invece si presentano come apparentemente scientifiche permette di capire come è cambiato il compito del CICAP.
E qui arriviamo al punto chiave: nella maggior parte dei casi, capire se un’affermazione è pseudoscientifica è più complesso che capire se un’affermazione sul paranormale è fondata. Se per valutare un’affermazione sul paranormale è sufficiente prendere in esame le prove empiriche a sostegno di tale affermazione (un’operazione che ha le sue insidie ma è comunque abbastanza circoscritta), la valutazione della scientificità di un’affermazione è tutta incentrata sul modo di procedere della scienza e quindi richiede una comprensione più profonda delle sue dinamiche. Questa conoscenza non viene fornita a scuola e richiede uno studio approfondito. La questione è ulteriormente complicata dal fatto che divisioni ideologiche e interessi economici fanno sì che l’accusa di pseudoscientificità venga spesso usata come un’arma per squalificare un punto di vista diverso dal proprio, perciò quando una tesi viene etichettata come pseudoscientifica bisogna avere le conoscenze necessarie per capire se si tratta di una valutazione tecnica o di una presa di posizione polemica (o magari di un misto delle due cose).
Leggere qualche libro divulgativo o prendere parte alla vita associativa del CICAP può essere sufficiente a capire che non esistono prove a favore dei fenomeni paranormali, ma non a capire a fondo che cosa distingue la scienza dalla pseudoscienza. Prova ne sia che non c’è sostanzialmente nessun interesse accademico per i fenomeni paranormali, mentre esiste un vivace dibattito da circa un secolo su ciò che in filosofia della scienza si chiama “problema della demarcazione”, cioè su come distinguere tra scienza, non-scienza e pseudoscienza. Va anche notato che la discussione tra gli specialisti non riguarda tanto che cosa sia scienza e che cosa non lo sia (come ha detto la psicologa Carol Tavris, «la pseudoscienza è come la pornografia: non la sappiamo definire, ma quando la vediamo la riconosciamo»), ma riguarda soprattutto il perché una disciplina è scientifica e un’altra pseudoscientifica.
Questa distinzione è fondamentale perché anche il CICAP ha l’ambizione di non limitarsi a classificare le affermazioni in “scientifiche” e “pseudoscientifiche”, ma soprattutto di spiegare qual è la differenza. Siamo cioè passati da un tema di scarso interesse intellettuale a una delle questioni più discusse e stimolanti per la comunità scientifica. Un approccio che prima poteva essere adeguato ora non è più sufficiente. Un esempio delle maggiori difficoltà poste dal nuovo campo di azione del CICAP sta nel fatto che, a quanto mi risulta, non ci sono mai state significative differenze di vedute tra i soci del Comitato sull’esistenza di un presunto fenomeno paranormale, mentre quando si è trattato di giudicare la scientificità degli attuali modelli climatici sono emerse immediatamente valutazioni diverse.
In conclusione, passare dal paranormale alle pseudoscienze significa passare da un problema relativamente semplice da trattare a uno molto più complesso, fortemente dibattuto, in costante aggiornamento e che richiede di comprendere a fondo la natura delle questioni affrontate. Se il CICAP si propone come un punto di riferimento che aiuti i cittadini a riconoscere le differenze tra scienza e pseudoscienza, ritengo che debba aumentare molto il proprio livello di approfondimento rispetto al passato, con l’aiuto degli specialisti, e che debba concentrarsi non tanto sulle risposte della scienza quanto sui metodi che essa usa per arrivare alle sue conclusioni.
ANDREA FERRERO è ingegnere e lavora alla progettazione di velivoli spaziali presso la Thales Alenia Space di Torino. È coordinatore nazionale del CICAP