Sedute spiritiche a scuola: un'occasione mancata?

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© Tetiana Soares/iStock
Nel 2018, in questa rubrica[1], avevamo commentato le reazioni di insegnanti e dirigente scolastica in seguito alla scoperta che alcuni studenti di un istituto di Reggio Calabria praticavano il cosiddetto “gioco di Charlie”. Si tratta di un gioco che consiste nel mettere due matite perpendicolarmente, in equilibrio una sull’altra, su un foglio di carta. Nei quattro quadranti individuati dalle matite si scrive due volte “SI” e due volte “NO”. Vengono quindi poste alcune domande al presunto spirito di Charlie e la matita superiore, in equilibrio molto instabile, spostandosi indica la risposta affermativa o negativa del presunto spirito.

Nella scuola vennero coinvolti esorcisti e sacerdoti che, naturalmente, attribuirono al gioco connotati diabolici, sottolineando i gravi pericoli che esso comporterebbe. Purtroppo a nessuno venne in mente che la cosa più sensata e didatticamente utile sarebbe stata quella di spiegare ai ragazzi la vera origine del comportamento della matita. Nessuna influenza diabolica naturalmente, ma semplicemente eventi casuali (correnti d’aria, movimenti accidentali del tavolo, eccetera) che alterano l’equilibrio instabile della matita. Un’occasione mancata quindi per spiegare un po’ di fisica ai ragazzi e insegnare loro come si sarebbero potuti fare opportuni controlli del fenomeno.

Purtroppo una cosa simile si è ripetuta recentemente. Nell’aprile scorso, in una scuola media della regione dell’Est Veronese, un gruppo di studenti tra gli 11 e i 12 anni ha organizzato alcune sedute spiritiche. Lo stesso gruppo avrebbe anche organizzato divinazioni e riti vudù contro compagni di classe ritenuti antipatici. Il tutto è stato scoperto da alcuni insegnanti che, durante l’intervallo, hanno udito alcune conversazioni degli studenti. Gli insegnanti hanno immediatamente informato il consiglio di classe e la dirigente scolastica.

Per fortuna questa volta non sono stati coinvolti gli esorcisti, bensì una psicologa, Giuliana Guadagnini, che ha rilasciato sull’argomento un’intervista al Corriere della Sera[2]. La psicologa, che è referente della rete SPEE (Supporto Psicologico, Pedagogico ed Educativo) dell’Ufficio Scolastico Provinciale, ha dichiarato: «In prima battuta è stata la dirigente a parlare con i ragazzi e ad affrontare il tema con alcuni genitori, dopodiché sono stata chiamata io. Ho incontrato la classe e ho fatto in modo che i ragazzi si sentissero liberi di parlare. Gli studenti hanno raccontato dei loro ritrovi come se si incontrassero per fare un picnic tutti insieme. Dal loro atteggiamento è emerso che non c’era consapevolezza su che cosa stessero facendo».

In particolare, il gruppo di ragazzini eseguiva il cosiddetto rituale del libro rosso. Si accende una candela rossa, si pone la mano destra sul libro e si pongono delle domande. Il volume viene quindi sfogliato a occhi chiusi e l’indice si ferma su un punto del testo. Qui si troverebbe la risposta ai quesiti posti.

Gli studenti hanno anche parlato di una catena di messaggi che sta circolando su WhatsApp. In particolare, un messaggio recita: «Ciao sono Teresa Fidalgo [NdA: personaggio di un cortometraggio horror diventato protagonista di storie macabre online] e oggi faccio 27 anni di morte. Se non invii questo messaggio a venti persone dormirò con te per sempre. Se non mi credi vai su Google e scrivi Teresa Fidalgo. Una bambina dopo aver letto questo messaggio l’ha ignorato e dopo 20 giorni le è morta la mamma. Invialo a tutti e non a me».

La psicologa, nella sua intervista, ha aggiunto: «Ho cercato di rassicurare i ragazzi e di farli ragionare sul fatto che i messaggi che ricevevano non erano reali ma inventati. Bisogna far capire ai nostri studenti che dietro ad alcune sfide e ad alcuni contenuti c’è chi si approfitta delle loro fragilità, come era accaduto qualche anno fa con il “gioco” Balena Blu. I ragazzini in questa fase della vita, come gli adolescenti, sono affascinati da cose misteriose, strane e che non conoscono. Complici di questi interessi sono anche le serie tv su serial killer, o su contenuti misteriosi o di genere horror che gli studenti guardano. In aggiunta, su Youtube circolano alcuni video che divulgano tali pratiche. I ragazzi poi fanno delle ricerche sul web e parlano fra di loro e sperimentano ciò che vedono o leggono».

Come i lettori di Query sanno[3], il gioco Balena blu (Blue Whale) era stato ampiamente gonfiato dai media che avevano contribuito a diffondere un vero e proprio panico morale, col rischio di produrre l’effetto copycat. Una psicologa che tratta certi argomenti dovrebbe essere bene informata. L’incontro con i ragazzi avrebbe potuto essere una buona occasione per analizzare con loro i meccanismi attraverso i quali certe notizie si propagano sui media e in rete. Per fortuna la psicologa afferma di aver tranquillizzato i ragazzi spiegando che i messaggi che ricevevano erano inventati. Non sappiamo bene in che termini si sia svolto l’incontro tra psicologa e ragazzi. Però sarebbe sicuramente stata una buona occasione per approfondire il discorso su sedute spiritiche, vudù, eccetera. Si tratta infatti di tematiche che, se trattate adeguatamente, possono offrire molti spunti di carattere didattico e contribuire a educare al senso critico, come abbiamo più volte sottolineato in questa rubrica[4].

Da parte sua, la dirigente scolastica ha affermato: «Dobbiamo occuparcene, con i ragazzi, lavorando sulla razionalizzazione delle paure e sul pensiero scientifico. E con gli adulti, sull’uso consapevole e responsabile delle tecnologie e sull’educazione digitale. Non voglio perdere tempo, lo faremo subito, la sera del 10 maggio». Ben venga sicuramente il lavoro «sulla razionalizzazione delle paure e sul pensiero scientifico». Se la dirigente volesse però affrontare anche qualche aspetto più tecnico riguardo agli argomenti trattati dai ragazzi nei loro incontri, sappia che il CICAP è sicuramente disponibile a fornire la propria consulenza.

Note

1) Fuso S., 2018. “Rigurgiti oscurantisti nella scuola e occasioni mancate”, in Query n. 33
2) Branca B., “Verona, sedute spiritiche dopo la scuola e wodoo contro i compagni antipatici”, in Corriere del Veneto, 4 maggio 2023
3) Lincos S., “Blue Whale: storia di una psicosi”, in Queryonline , 18 maggio 2017
4) Fuso S., 2014. “Utilizzare le pseudoscienze per insegnare la scienza”, in Query n. 18
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