La scuola di fronte alle pseudoscienze

Nuova secondaria (Editrice La Scuola, Brescia), n.6-XIII, p.77, 1996;


Di fronte alla disinformazione dilagante e alla irrazionalità che circondano il mondo dell'astrologia, della magia e della parapsicologia, la scuola deve promuovere una mentalità aperta, critica e razionale.

Le pseudoscienze sono quelle discipline che affermano l'esistenza di fenomeni che si collocano su di un livello diverso rispetto a ciò che conosciamo della natura. Tali fenomeni, che sfuggirebbero al controllo della scienza tradizionale, comprendono: l'influenza degli astri sulla nostra vita (astrologia), la percezione extrasensoriale (esp), la possibilità di azione della mente sulla materia (psicocinesi), la possibilità di prevedere il futuro (premonizione), la possibilità di guarire malattie con tecniche diverse da quelle riconosciute dalla medicina ufficiale e tutta una serie di tanti altri eventi magici e soprannaturali.

Le pseudoscienze godono di grande popolarità ed esercitano una notevole attrattiva sul grande pubblico, gratificato dalla credenza nella possibilità di andare oltre i limiti che la scienza ufficiale e la razionalità impongono.

Non sono pochi coloro che confondendo i propri desideri con la realtà finiscono col diventare, nella migliore delle ipotesi, dei poveri illusi e, nella peggiore, vittime di personaggi privi di scrupoli che approfittano delle altrui debolezze.

La scuola, che dovrebbe occuparsi di ogni aspetto connesso all'educazione dei giovani, non dovrebbe ignorare un settore a così alto rischio come quello delle pseudoscienze.

II presente articolo, senza alcuna pretesa di completezza, rappresenta un tentativo di affrontare il problema delle pseudoscienze e di introdurre, in ambito scolastico, il dibattito su un argomento dove troppo spesso dominano il fideismo e il dogmatismo.

Dati sconcertanti

La diffusione e la popolarità delle pseudoscienze raggiungono livelli difficilmente immaginabili. Uno studio condotto nel 1993[1] ha fatto emergere che due italiani su dieci si rivolgono, almeno una volta all'anno, ai maghi. Le domande che vengono poste agli operatori dell'occulto riguardano per il 65% previsioni generiche relative al futuro, mentre per il 35% implicano argomenti più specifici, quali l'eliminazione del malocchio, i filtri d'amore, i talismani, le fatture, ecc.

La stessa ricerca ha appurato che il 62% degli italiani conosce il proprio segno zodiacale, il 37% legge il proprio oroscopo almeno una volta alla settimana e il 35% pensa che vi sia una qualche influenza delle stelle, del Sole e della Luna sul carattere e sul temperamento delle persone. Inoltre il 45% crede nelle capacità extrasensoriali di individui "dotati". A questa "domanda" da parte del pubblico fa riscontro una altrettanto gigantesca "offerta" presente sul mercato italiano. II giornale astrologico più diffuso raggiunge all'inizio dell'anno (quando pubblica l'oroscopo annuale) una tiratura di 240 mila copie. Gli operatori dell'occulto, iscritti a due sindacati, ammontano a 150 mila, ai quali bisogna necessariamente aggiungere gli "abusivi" non iscritti e coloro che svolgono solo occasionalmente tale attività. Tali operatori utilizzano per la loro attività giornali, riviste, radio e televisioni pubbliche e commerciali che ben si prestano consapevoli di andare incontro ai gusti del loro pubblico. Tutte queste attività muovono un giro d'affari annuo stimato in 1500 miliardi di lire.

La realtà negli altri paesi non è dissimile da quella italiana. Negli Stati Uniti, ad esempio, secondo uno studio del 1973[2], 5 milioni di americani organizzano la propria vita in base alle previsioni astrologiche e 1200 dei 1750 quotidiani di questo paese pubblicano oroscopi.

La credenza nelle pseudoscienze non è diffusa solamente nelle zone più depresse e tra gli strati della popolazione a più ridotto livello di scolarizzazione. Al contrario, vi è una larga proliferazione di tali credenze anche in ambienti urbani avanzati, tra i cosiddetti "colletti bianchi", con tassi di scolarizzazione medi ed elevati.

Nello studio condotto in Italia è emerso infine che il 43% di coloro che si interessano all'astrologia ha affermato: Credo nell'astrologia perché ho smesso di credere in Dio. Tale giustificazione dimostra come una buona parte di coloro che si rivolgono all'astrologia e, in generale, alle pseudoscienze, non lo fa soltanto per passatempo, curiosità o con lo scopo di risolvere problemi pratici e immediati. Al contrario lo fa per cercare di risolvere esigenze interiori più profonde, come succede nell'ambito delle fedi religiose tradizionali.

La posizione della scienza

Le pseudoscienze non si limitano a suggerire strade spirituali per la risoluzione dei propri bisogni interiori, come di solito fanno le fedi religiose tradizionali. Al contrario, esse fanno precise affermazioni sulla realtà del mondo materiale. Di conseguenza appare inevitabile rivolgersi alla scienza per conoscere quale sia la sua posizione in proposito.

Nonostante possa capitare di trovare anche esponenti del mondo scientifico che sostengano la veridicità di alcune affermazioni delle pseudoscienze, la posizione ufficiale della scienza è chiara: a tutt'oggi non esiste alcune prova accettabile circa la veridicità delle affermazioni delle pseudoscienze[3]! (Si veda la dichiarazione sottoscritta da diversi scienziati riprodotta nell'Allegato 1).

 

Fatti o imbrogli?

In passato e spesso accaduto che alcuni scienziati si siano occupati delle pseudoscienze per soddisfare i propri interessi personali, che spesso nascondevano una certa propensione alla credenza nei fenomeni occulti. Questo spiega come mai anche alcuni insigni protagonisti della storia della scienza[4] abbiano sostenuto la veridicità di certe affermazioni pseudoscientifiche. Solamente in epoca abbastanza recente il mondo scientifico ha cominciato ad occuparsi seriamente di pseudoscienze, cercando, con mentalità libera da pregiudizi, di scoprire cosa ci fosse di vero in certe affermazioni. I primi studi hanno fatto emergere ben presto una necessità. Gli scienziati, da soli, non sono in grado di valutare a pieno i presunti fenomeni paranormali poiché non sono sufficientemente attrezzati professionalmente per difendersi da trucchi ed imbrogli. Con una efficace espressione il noto giornalista scientifico Piero Angela ha affermato: le molecole e gli atomi non barano. Gli uomini si[5]. Per eliminare eventuali inganni è quindi necessario qualcuno che sia professionalmente specializzato in questo genere di attività, ovvero gli illusionisti e i prestigiatori[6]. Da circa 20 anni in molti paesi sono nati comitati e movimenti che, riunendo scienziati e illusionisti di professione, si propongono di effettuare analisi ed esami rigorosi sulle affermazioni delle pseudoscienze. Negli Stati Uniti e sorto il CSICOP (Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal). Nel 1989 in Italia e stato fondato il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale[7]). L'idea di fondare un tale comitato in Italia si deve a Piero Angela che ha saputo riunire illustri personalità del mondo scientifico che si preoccupano di fornire all'opinione pubblica una informazione seria, razionale e scientifica e di promuovere un'educazione e una cultura aperta e critica. II CICAP può vantare attualmente l'adesione di insigni esponenti del mondo scientifico e culturale italiano, quali Carlo Rubbia, Rita Levi Montalcini, Giuliano Toraldo di Francia, Tullio Regge, Margherita Hack, Silvio Garattini, Aldo Visalberghi e Umberto eco.

Nonostante le numerosissime indagini condotte e l'atteggiamento di totale apertura nei confronti di eventuali nuovi fenomeni ignoti alla scienza, questi comitati non sono mai riusciti a raccogliere una sola evidenza certa a favore delle pseudoscienze. Essi sfidano continuamente i sedicenti possessori di facoltà occulte a dimostrare le proprie affermazioni sottoponendosi a severi controlli. Molti rifiutano i controlli, molti si rivelano mitomani, altri risultano imbroglioni, altri ancora semplici illusi in buona fede.

Educare alla razionalità

Di fronte a quanto sinteticamente esposto nei paragrafi precedenti, nasce spontanea una domanda: cosa fa la scuola di fronte a tutto ciò? In che modo cerca di tutelare e difendere gli allievi dalla enorme massa di informazioni false che essi subiscono ogni giorno dai media?

Salvo rarissime eccezioni dovute all'iniziativa dei singoli docenti, la scuola ignora completamente il fenomeno delle pseudoscienze. Se talvolta se ne parla è grazie alle domande spontanee di qualche studente che chiede ai suoi professori quale sia il loro parere in proposito. E, quel che è peggio, le risposte dei professori sono spesso opinioni del tutto personali che dipendono dalla loro posizione ideologica nei confronti delle pseudoscienze.

Cosa dovrebbe fare dunque la scuola per affrontare in modo educativamente proficuo il problema delle pseudoscienze? La scuola dovrebbe promuovere la maturazione di un atteggiamento aperto e razionale, lontano da ogni dogmatismo giudiziale, ma pervaso da un sano spirito critico che pretenda prove valide prima di accettare qualsivoglia affermazione (si vedano, a tale proposito, le 11 regole d'oro formulate dai CICAP. Allegato 2).

In poche parole, la scuola dovrebbe educare alla razionalità. Questo è uno dei maggiori obiettivi che il processo formativo dovrebbe proporsi. Se è relativamente facile essere razionali di fronte a problemi che tutto sommato ci sono estranei e indifferenti, ben più difficile è esserlo di fronte a questioni che ci coinvolgono emotivamente. Le pseudoscienze non sono asettiche. Esse coinvolgono gli aspetti più intimi dell'animo umano e promettono la realizzazione dei desideri segreti di ognuno di noi. Proprio per questo godono di così grande popolarità. Educare alla razionalità significa insegnare a distinguere la realtà dai propri desideri. Soltanto conoscendo e accettando la realtà possiamo sperare di vivere in modo maturo e consapevole.

La scuola deve far comprendere ai ragazzi che di fronte alle pseudoscienze non ci si pone un problema di fede. Occorre invece avvicinarsi a esse con spirito critico e ricercare obiettivamente quali evidenze ne possano confermare o confutare la validità. Occorre far capire ai ragazzi che non solo è lecito, ma e anche doveroso, cercare di estendere le proprie conoscenze e ricercare nuovi orizzonti. Ma occorre altresì insegnare che prima di accettare qualsiasi nuova conoscenza è necessario verificarla con la massima cautela, tanto più se tale conoscenza sconvolgerebbe, come nei caso delle pseudoscienze, un intero patrimonio di altre conoscenze fino a ora mai smentite.

Per concludere, dovrebbe apparire chiaro da quanto finora esposto che affrontare sui banchi scolastici il problema delle pseudoscienze non solo è utile per portare chiarezza su un argomento in cui regna troppo spesso una pericolosa disinformazione, ma, in senso più ampio, può rappresentare una preziosa occasione di approfondimento del processo educativo.

Spirito critico e razionalità non servono, infatti, solo per affrontare le pseudoscienze, ma sono requisiti indispensabili per affrontare qualsiasi problema della nostra vita

L'autore desidera rivolgere un sincero ringraziamento ai membri del consiglio direttivo del CICAP (in particolare al Dott. Massimo Polidoro) che hanno contribuito con preziosi consigli e suggerimenti alla stesura del presente articolo e hanno sentito la pubblicazione di documenti redatti durante il Congresso Nazionale del CICAP di Saint Vincent.

Riferimenti e note

1) Tale studio e stato realizzato dall'antropologa Cecilia Gatto Trocchi dell'Università di Perugia. I principali risultati sono riportati in: C. Gatto Trocchi, Viaggio nella magia, Laterza, Bari 1993; C. Gatto Trocchi, La magia, Newton-Compton, Roma 1994; C. Gatto Trocchi, Le sette in Italia, Newton Compton, Roma 1994;

2) E.F. Heenan (a cura di), Mystery, Magic and Miracle: Religion in a Post-Acquarian Age, Englewood Cliffs, N.Y. 1973, citato in M. Eliade, Occultismo, stregoneria e mode culturali, Sansoni, Firenze 1982 (cap. IV, p. 64);

3) Le opere che affrontano dal punto di vista scientifico le problematiche paranormali, disponibili in lingua italiana, sono piuttosto scarse. Per una panoramica completa si veda: P. Angela, Viaggio nel mondo del paranormale, Garzanti, Milano 1979. Si veda inoltre: R. Cavanna, Aspetti scientifici della parapsicologia, Bollati-Boringhieri, Torino 1973. Per un approccio psicologico ai fenomeni apparentemente paranormali si veda: A. Neher, La psicologia della trascendenza, MEB, Padova 1991. La letteratura in lingua inglese e ben più cospicua. Tra le opere più significative citiamo: G. Abell, B. Singer (ed.) Science and the Paranormal, Charles Scribneris Sons, N.Y. 1981; P.Kurtz (ed.), A Skepticis Handbook of Parapsychology, Prometeus Books, Buffalo 1985 e J. Randi, The Encyclopedia of Supernatural and the Occult, St.Martin's Press, N.Y. 1995;

4) I casi più celebri di insigni scienziati che sostennero l'esistenza di fenomeni paranormali sono quelli del fisico William Crookes e del fisiologo Charles Richet (premio Nobel), entrambi ingannati da celebri medium. Si veda in proposito: P. Angela op. cit. (cap. 2, pp. 40-59) e M. Polidoro, Viaggio tra gli spiriti, Sugarco, Carnago (Varese) 1995 (capp. V, VI e VII, pp. 97-195);

5) P. Angela, op. cit. (cap. 2, p. 41);

6) Per il ruolo svolto dai prestigiatori nelle indagini sulle pseudoscienze si veda: J. Randi, Psychic Investigator, Boxtree, Londra 1991;

7) II recapito del CICAP e Casella Postale 60, 27058 Voghera (PV). Il Cicap pubblica la rivista quadrimestrale SCIENZA & PARANORMALE (dir. resp. Riccardo Luccio) che affronta scientificamente tutte le problematiche connesse al paranormale e alle pseudoscienze.

ALLEGATO 1

Nel luglio 1992 si è svolto a Saint Vincent il 2° Congresso Nazionale del Cicap. Durante i lavori è stato redatto il seguente documento, sottoscritto da numerose personalità della cultura scientifica italiana e internazionale.

In risposta alla domanda fondamentale: quali sono le prove sperimentali a favore del paranormale, noi riteniamo che quelle finora prodotte siano insufficienti, inconsistenti ed inconcludenti.

Pensiamo, dunque, che gli scienziati abbiano il dovere professionale e sociale di opporsi alla diffusione, finora incontrastata, di credenze paranormali e pseudoscientifiche, allo scopo di colmare il divario che esiste tra la comunità scientifica e l'opinione pubblica. Una vasta parte del pubblico, infatti, crede che i "fenomeni paranormali" siano stati dimostrati in maniera scientificamente accettabile. Ciò si accompagna ad un continuo abuso di termini scientifici da parte degli pseudoscienziati.

I ricercatori scientifici devono essere disponibili a studiare le segnalazioni di presunti fenomeni anomali, o almeno sostenere i loro colleghi che esaminano criticamente le affermazioni sul paranormale.

Quando, nel passato, singoli studiosi e organizzazioni scientifiche hanno portato il loro contributo di conoscenza e di esperienza per smentire affermazioni infondate, la loro azione si è spesso dimostrata efficace.

Gli scienziati hanno il dovere, laddove i presunti fenomeni paranormali non siano supportati da prove sufficienti, o quando una affermazione specifica sia stata smentita in base a prove sperimentali, di informarne il pubblico.

Questo intervento è fondamentale per contrastare un utilizzo sensazionalistico del cosiddetto paranormale ad opera dei mass-media che ne favoriscono lo sfruttamento commerciale da parte di astrologi, sensitivi, guaritori ed altri operatori dell'occulto.

La comunità scientifica deve anche spingere gli Enti pubblici e governativi a favorire la diffusione di una corretta educazione scientifica, e a promuovere un'analisi critica e razionale che metta in grado il pubblico di distinguere la scienza dalla pseudoscienza.

Invitiamo i docenti, sia nell'Università che nella Scuola Superiore, a diffondere la conoscenza di queste informazioni critiche tra gli studenti. Articoli, libri e materiale filmato sono disponibili per essere consultati ed utilizzati a scopo didattico.

Seguono le firme di: James Alcock (psicologo, York University), Piero Angela (giornalista e scrittore), Steno Ferluga (astrofisico, Università di Trieste), Cecilia Gatto Trocchi (antropologa, Università di Perugia), Ray Hyman (psicologo, Oregon University), Paul Kurtz (filosofo, Buffalo University), James Randi (prestigiatore), Tullio Regge (fisico, Universita di Torino), Giuliano Toraldo di Francia (fisico, Università di Firenze)

ALLEGATO 2

Durante i lavori del Congresso del Cicap sono state formulate 11 buone regole che dovrebbero essere tenute presenti per affrontare in modo critico le pseudoscienze:

1) La natura e sicura: per osservare realmente un fenomeno non e necessario credere preventivamente in esso.

2) Gli occhi del cuore hanno una cattiva vista: non bisogna confondere i fatti con i nostri desideri e aspettative.

3) L'errore è umano, la fallibilità persistente no: nessuno ha il privilegio di sbagliare sempre. Anche un indovino o un astrologo farà necessariamente qualche volta predizioni esatte.

4) Un'affermazione straordinaria richiede prove altrettanto straordinarie.

5) L'origine dell'informazione e fondamentale: presunte prove e testimonianze non hanno alcun valore, se non sono rigorosamente controllate.

6) L'illusionismo ha una funzione critica essenziale: uno scienziato può essere ingannato, un illusionista di professione può facilmente smascherare trucchi e inganni.

8) L'alternativa e feconda: prima di tirare in ballo spiegazioni paranormali dei fenomeni è necessario ricercare tutte le possibili spiegazioni "normali".

9) Quantità non è qualità: non è la quantità di prove che rende una teoria corretta, ma la qualità delle prove. E' sufficiente una sola prova di alta qualità, piuttosto che una collezione di aneddoti.

10) Una teoria e scientifica se e falsificabile: deve essere cioè possibile ideare un esperimento in grado di confermare o confutare la teoria in questione.

11) L'inferenza è necessaria: una spiegazione oggettiva ha un potere di predizione che una spiegazione soggettiva non ha; una spiegazione veramente scientifica deve poter prendere la forma "se...allora..."

11) L'onere della prova spetta a chi fa l'affermazione.

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