Ritorna puntuale la rubrica "Detto da noi", dedicata a far conoscere le attività della nostra associazione e le molte persone di valore che le portano avanti (qui l'elenco completo delle interviste).
Oggi facciamo due chiacchiere con la coordinatrice dei gruppi locali del CICAP, Marta Annunziata.
Laureata in Biotecnologie Mediche, Marta Annunziata ha svolto il dottorato di ricerca presso l'Università di Torino e si è dedicata per alcuni anni alla ricerca scientifica oltre che alla didattica e comunicazione della scienza. Oggi lavora nell'ambito delle malattie rare.
Collabora con il CICAP dal 2004, è stata coordinatrice del gruppo Piemonte ed è attualmente socia effettiva. È tra i docenti del corso per indagatori di misteri, cura una rubrica dedicata ai gruppi locali sulla rivista ufficiale dell'associazione, Query, e svolge attività di formazione per i soci in tutta Italia. In ambito CICAP si interessa soprattutto di organizzazione e gestione dei volontari, oltre che delle tematiche legate alla medicina e alla biologia.
Qual è il tuo compito come coordinatrice dei gruppi locali?
Aiutare i coordinatori locali nel loro ruolo e coordinare iniziative comuni, favorire la partecipazione dei soci alla vita attiva nel CICAP e agevolare la nascita di nuovi gruppi locali, promuovere la condivisione di informazioni e idee fra i diversi gruppi.
Hai avuto altri ruoli nel CICAP?
Dal 2007 al 2012 ho coordinato il gruppo Piemonte. In quegli anni il gruppo è cresciuto molto, al punto che siamo arrivati a dotarci (primo e unico fra i gruppi locali) di un gruppo indagini e di un ufficio stampa. Abbiamo partecipato al Salone del Libro e altre fiere e organizzato decine di conferenze ogni anno, ma anche eventi più ambiziosi: due spettacoli di illusionismo a teatro, una serata sulla Luna con 240 partecipanti e una con 300 per James Randi e Massimo Polidoro, il primo tour sui mysteri di Torino, una mostra in centro città per l’evento internazionale ESOF, le prime due Assemblee nazionali dei soci, una giornata a Vicoforte sulle medicine alternative, un convegno di due giorni dedicato al fascino dei numeri... Un risultato niente male per un gruppo di volontari e uno sviluppo del tutto inaspettato nel 2004 quando ero una simpatizzante incuriosita, per diventare poi l’anno dopo una volontaria locale! Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare ancora una volta tutti coloro che per breve o lungo tempo hanno fatto parte di quel gruppo.
Qual è secondo te il compito più importante dei gruppi locali?
I gruppi portano il CICAP, la mentalità scientifica e lo spirito critico concretamente nelle scuole, nei comuni, nelle piazze di tutta Italia, cosa che sarebbe impossibile organizzare dalla sede con questa capillarità e frequenza. Eppure, nonostante il ruolo fondamentale dei gruppi nella divulgazione scientifica e nelle indagini verso l’esterno, personalmente penso che il loro primo compito sia verso l’interno, nel dare ai soci che ne fanno parte una comunità di scettici curiosi, un modo appagante per essere impegnati in prima linea per un obiettivo condiviso con altri, una palestra intellettuale e relazionale in cui incontrarsi. Poiché siamo tutti volontari e abbiamo bisogno anche di una gratificazione personale, se questo primo obiettivo non viene raggiunto il gruppo tenderà a sfaldarsi e scomparire, e non si potranno raggiungere neanche tutti gli altri obiettivi.
Che cosa hai imparato da quando hai questo ruolo?
In primo luogo che esistono modi diversi di fare bene la stessa cosa, ma anche a non rimandare i problemi, a darmi obiettivi a lungo termine e a dare riscontri costruttivi. Forse la lezione più difficile è stata che si può fallire: penso a un conflitto interno che non sono riuscita a ricomporre, e a una situazione stantia che nonostante molti sforzi finora è rimasta tale.
Quali sono stati gli ostacoli più difficili da superare?
Da coordinatrice locale ero abituata a incontrare i membri del gruppo tutte le settimane, anche più volte nei periodi più impegnativi. Passare a coordinare persone molto distanti, che spesso non avevo neanche mai visto, mi è stato difficile. Ci è voluto tempo per riuscire a incontrare tutti ed entrare in sufficiente confidenza. Inoltre con me è nata una figura dedicata esclusivamente ai gruppi locali, e questo ha significato anche dover inventare molto da zero: le call periodiche fra i coordinatori, un percorso strutturato per la nascita di nuovi gruppi, una rubrica fissa su Query. Vorrei essere stata più veloce nel farlo. Per fortuna comunque prima faceva da riferimento Massimo Polidoro, insieme a tantissime altre cose, aiutato da persone come Paola De Gobbi e Marino Franzosi, e ho sempre potuto contare su di loro, su di te Andrea, e sul Consiglio Direttivo. Grazie!
Qual è il risultato di cui sei più soddisfatta?
La nascita o la rinascita di diversi gruppi in questi dieci anni (Toscana, Lazio, Campania, Abruzzo, Valle D’Aosta, Pordenone...), ma anche l’aver raccolto in un unico luogo tutta una serie di informazioni utili (tramite il Manuale dei soci attivi nel 2013 e più di recente la pagina delle FAQ sui gruppi nel sito cicap). Soprattutto, sono felice di aver costruito una rete di rapporti di fiducia con le tante persone straordinarie che costituiscono i gruppi locali oggi.
Che obiettivi hai per il futuro?
Mi piacerebbe dare più visibilità alle iniziative fatte dai gruppi locali, sia con il racconto a posteriori di come sono andate sia con un resoconto quantitativo. Alcune regioni sono ancora prive di un gruppo attivo e vorrei che nei gruppi esistenti superassimo una volta per tutte problemi annosi come l’essere sparsi su aree ampie, la mancanza di una sede o il turnover dei volontari.
Hai un messaggio da dare ai soci del CICAP?
Se avete idee cicappine che vorreste realizzare, o se volete semplicemente dare una mano, non fatevi problemi e contattateci! Non aspettate che un’iniziativa CICAP arrivi sotto casa vostra. C’è molto da fare e ognuno può trovare il suo posto. Scrivetemi a [email protected].
Oggi facciamo due chiacchiere con la coordinatrice dei gruppi locali del CICAP, Marta Annunziata.
Laureata in Biotecnologie Mediche, Marta Annunziata ha svolto il dottorato di ricerca presso l'Università di Torino e si è dedicata per alcuni anni alla ricerca scientifica oltre che alla didattica e comunicazione della scienza. Oggi lavora nell'ambito delle malattie rare.
Collabora con il CICAP dal 2004, è stata coordinatrice del gruppo Piemonte ed è attualmente socia effettiva. È tra i docenti del corso per indagatori di misteri, cura una rubrica dedicata ai gruppi locali sulla rivista ufficiale dell'associazione, Query, e svolge attività di formazione per i soci in tutta Italia. In ambito CICAP si interessa soprattutto di organizzazione e gestione dei volontari, oltre che delle tematiche legate alla medicina e alla biologia.
Qual è il tuo compito come coordinatrice dei gruppi locali?
Aiutare i coordinatori locali nel loro ruolo e coordinare iniziative comuni, favorire la partecipazione dei soci alla vita attiva nel CICAP e agevolare la nascita di nuovi gruppi locali, promuovere la condivisione di informazioni e idee fra i diversi gruppi.
Hai avuto altri ruoli nel CICAP?
Dal 2007 al 2012 ho coordinato il gruppo Piemonte. In quegli anni il gruppo è cresciuto molto, al punto che siamo arrivati a dotarci (primo e unico fra i gruppi locali) di un gruppo indagini e di un ufficio stampa. Abbiamo partecipato al Salone del Libro e altre fiere e organizzato decine di conferenze ogni anno, ma anche eventi più ambiziosi: due spettacoli di illusionismo a teatro, una serata sulla Luna con 240 partecipanti e una con 300 per James Randi e Massimo Polidoro, il primo tour sui mysteri di Torino, una mostra in centro città per l’evento internazionale ESOF, le prime due Assemblee nazionali dei soci, una giornata a Vicoforte sulle medicine alternative, un convegno di due giorni dedicato al fascino dei numeri... Un risultato niente male per un gruppo di volontari e uno sviluppo del tutto inaspettato nel 2004 quando ero una simpatizzante incuriosita, per diventare poi l’anno dopo una volontaria locale! Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare ancora una volta tutti coloro che per breve o lungo tempo hanno fatto parte di quel gruppo.
Qual è secondo te il compito più importante dei gruppi locali?
I gruppi portano il CICAP, la mentalità scientifica e lo spirito critico concretamente nelle scuole, nei comuni, nelle piazze di tutta Italia, cosa che sarebbe impossibile organizzare dalla sede con questa capillarità e frequenza. Eppure, nonostante il ruolo fondamentale dei gruppi nella divulgazione scientifica e nelle indagini verso l’esterno, personalmente penso che il loro primo compito sia verso l’interno, nel dare ai soci che ne fanno parte una comunità di scettici curiosi, un modo appagante per essere impegnati in prima linea per un obiettivo condiviso con altri, una palestra intellettuale e relazionale in cui incontrarsi. Poiché siamo tutti volontari e abbiamo bisogno anche di una gratificazione personale, se questo primo obiettivo non viene raggiunto il gruppo tenderà a sfaldarsi e scomparire, e non si potranno raggiungere neanche tutti gli altri obiettivi.
Che cosa hai imparato da quando hai questo ruolo?
In primo luogo che esistono modi diversi di fare bene la stessa cosa, ma anche a non rimandare i problemi, a darmi obiettivi a lungo termine e a dare riscontri costruttivi. Forse la lezione più difficile è stata che si può fallire: penso a un conflitto interno che non sono riuscita a ricomporre, e a una situazione stantia che nonostante molti sforzi finora è rimasta tale.
Quali sono stati gli ostacoli più difficili da superare?
Da coordinatrice locale ero abituata a incontrare i membri del gruppo tutte le settimane, anche più volte nei periodi più impegnativi. Passare a coordinare persone molto distanti, che spesso non avevo neanche mai visto, mi è stato difficile. Ci è voluto tempo per riuscire a incontrare tutti ed entrare in sufficiente confidenza. Inoltre con me è nata una figura dedicata esclusivamente ai gruppi locali, e questo ha significato anche dover inventare molto da zero: le call periodiche fra i coordinatori, un percorso strutturato per la nascita di nuovi gruppi, una rubrica fissa su Query. Vorrei essere stata più veloce nel farlo. Per fortuna comunque prima faceva da riferimento Massimo Polidoro, insieme a tantissime altre cose, aiutato da persone come Paola De Gobbi e Marino Franzosi, e ho sempre potuto contare su di loro, su di te Andrea, e sul Consiglio Direttivo. Grazie!
Qual è il risultato di cui sei più soddisfatta?
La nascita o la rinascita di diversi gruppi in questi dieci anni (Toscana, Lazio, Campania, Abruzzo, Valle D’Aosta, Pordenone...), ma anche l’aver raccolto in un unico luogo tutta una serie di informazioni utili (tramite il Manuale dei soci attivi nel 2013 e più di recente la pagina delle FAQ sui gruppi nel sito cicap). Soprattutto, sono felice di aver costruito una rete di rapporti di fiducia con le tante persone straordinarie che costituiscono i gruppi locali oggi.
Che obiettivi hai per il futuro?
Mi piacerebbe dare più visibilità alle iniziative fatte dai gruppi locali, sia con il racconto a posteriori di come sono andate sia con un resoconto quantitativo. Alcune regioni sono ancora prive di un gruppo attivo e vorrei che nei gruppi esistenti superassimo una volta per tutte problemi annosi come l’essere sparsi su aree ampie, la mancanza di una sede o il turnover dei volontari.
Hai un messaggio da dare ai soci del CICAP?
Se avete idee cicappine che vorreste realizzare, o se volete semplicemente dare una mano, non fatevi problemi e contattateci! Non aspettate che un’iniziativa CICAP arrivi sotto casa vostra. C’è molto da fare e ognuno può trovare il suo posto. Scrivetemi a [email protected].