La parapsicologia fu probabilmente la scienza di confine più «legittima» e onnicomprensiva emersa negli ultimi decenni del XIX secolo. Ben presto prese una china decisamente critica quando psicologi come Max Dessoir e criminologi come Albert Hellwig analizzarono la «psicologia dell’inganno e della miscredenza». Nella migliore delle ipotesi, i parapsicologi critici tentarono di spiegare il predominio delle scienze esoteriche in Germania così come avrebbe fatto Max Weber dieci anni dopo in termini di psicologia sociale, richiamandosi all’inadeguatezza sia della religione tradizionale sia del materialismo scientifico nel dare risposta ai più pressanti dilemmi ontologici.
Lo scopo dei parapsicologi critici però non era francamente quello di «comprendere» l’occultismo, né tantomeno di provare l’esistenza dei fenomeni occulti. Al contrario essi puntavano a smascherare medium, spiritisti e altri praticanti dell’occulto come ciarlatani[1]. L’occultismo, sosteneva Hellwig, era un «contagio della mente» cui andavano soggetti individui privi di un’adeguata conoscenza della scienza: «L’esperienza dimostra, giorno dopo giorno, che non appena si inizia ad avere a che fare con le problematiche dell’occulto innumerevoli persone non sono più capaci di esercitare calma e pensiero critico. È davvero sconfortante vedere come anche personalità accademiche, che magari si sono fatti un nome in vari campi della scienza, perdano completamente qualsiasi senso della logica e della ragione[2]».
Una corrente meno critica della parapsicologia, che rivendicava pari legittimità scientifica, tentava invece di convalidare le teorie di spiritisti, chiaroveggenti e astrologi. I due più illustri parapsicologi tedeschi in questo ambito furono Karl du Prel e Albert von Schrenck-Notzing. Ispirato dalla Blavatsky, du Prel attinse alla biologia, allo spiritualismo e all’astrologia per spiegare l’evoluzione della biologia e della coscienza umane[3]. Nel 1884 entrò a far parte della Società teosofica tedesca e collaborò con Hübbe-Schleiden alla fondazione della Società di Psicologia, che finanziò le sue ricerche nel settore delle scienze di confine. Pubblicò inoltre molti dei suoi «risultati» nel periodico di teosofia Die Sphinx[4].
Schrenck-Notzing, medico e ipnotista di Monaco, nonché protégé di du Prel, aderì alla Società di Psicologia negli anni Ottanta del XIX secolo, portando ancora più in là la «psicologia trascendentale» del suo mentore. L’enfasi da lui posta sullo studio della «vita notturna dell’anima» rispecchiava un discostarsi dai postulati delle scienze naturali di chiara impronta occultista e spiega la popolarità di cui egli godette nei circoli teosofici[5].
Gli esoteristi austrotedeschi, infatti, sposarono entusiasticamente la parapsicologia «acritica» di Schrenck-Notzing. Come osservato da Franz Hartmann, la parapsicologia «recuperò un intero ambito dell’esperienza umana che era stato represso nel corso dell’Illuminismo, l’ambito dell’inconscio... troppo importante perché scienziati e filosofi lo lasciassero agli spiritualisti[6]. Emblema delle credenziali di scienza di confine della nuova disciplina fu Die Sphinx di Hübbe-Schleiden, un periodico che non aveva «alcuna pretesa di rivolgersi esclusivamente a un pubblico colto» e «riportava un guazzabuglio di articoli e... cronache... sensazionalistiche in tema di medianismo, astrologia, rosacrocianesimo, teosofia, raggi cosmici, frenologia e yoga[7]».
Le dubbie basi scientifiche della parapsicologia non passarono inosservate agli occhi degli psicologi ufficiali. I critici notarono la predilezione dei parapsicologi per gli esperimenti condotti in ambienti non neutrali, per esempio a casa propria, o il ricorso a una luce rossa fioca in modo da ridurre le possibilità di un’osservazione accurata da parte degli astanti[8]. Dal canto suo, Sigmund Freud denunciò le problematiche in termini sia di metodologia sia di provenienza ideologica della fede parapsicologica. Sotto il profilo metodologico, sosteneva, la fede nel paranormale era una funzione delle pulsioni e dei complessi inconsci, pertanto facilmente manipolabile da medium e parapsicologi, a loro volta spesso vittime di un delirante «complesso dell’occulto[9]».
Da ebreo liberale e materialista scientifico, Freud oltretutto non credeva nelle radici dell’occultismo in un «orientalismo indiano» che aspirasse a coltivare un «sentimento oceanico» e nelle «teorie sul perseguimento di una personale armonia interiore». Infusa di misticismo orientale, la parapsicologia offrì un «falso soccorso» a chi era già scettico nei confronti della scienza. La parapsicologia poteva essere chiamata in causa, continuava Freud, per rafforzare atteggiamenti stravaganti verso gli ebrei, «una razza che nel Medioevo è stata ritenuta responsabile di ogni epidemia e oggi viene accusata dello smembramento dell’impero austriaco e della disfatta tedesca[10]». Qui egli prefigurava i modi in cui l’occultismo e la parapsicologia avrebbero potuto offrire una pericolosa panacea a chi già era incline al prendere un capro espiatorio in base all’appartenenza di razza.
I parapsicologi accusarono Freud e altri critici di non essere abbastanza «scientifici» nella loro analisi dei fenomeni occulti. Chi credeva che i medium potessero influenzare così tanta gente con la frode o l’inganno, sostenevano gli esponenti della scienza di confine, era lui per primo un malato di mente[11]. Carl Jung simpatizzava con tali teorie[12]. Contrariamente a Freud, era «avviluppato dall’arianesimo degli orientalisti del Centro Europa dei suoi tempi» asserendo che l’inconscio ariano dispone di un potenziale più elevato di quello ebraico, il che costituisce al tempo stesso il vantaggio e lo svantaggio di una giovane età che non si è ancora completamente distaccata dall’elemento barbaro»[13].
Con il sostegno di psicologi della cultura «ufficiale» come Jung, i parapsicologi continuarono a ribadire la natura scientifica dei propri metodi, accusando i detrattori di malattia mentale e ciarlataneria. Questo andazzo di mutue recriminazioni interno all’occultismo e alle scienze di confine e tra occultisti ed esponenti delle scienze naturali era endemico delle lotte coeve per la legittimità scientifica, presagio delle tensioni fra nazisti e scienza ufficiale nel Terzo Reich[14].
Come teorizzato dallo studioso francese Gustave Le Bon nella Psicologia delle folle (1895), anche gli elementi più intelligenti o più scettici della società moderna possono cedere alla suggestione in presenza di loro simili meno critici o completamente ignoranti. Questo fenomeno valeva in particolar modo per le folle influenzate da un «esperto», per esempio un medium di professione o un politico carismatico come Hitler[15].
Le teorie di Le Bon vennero usate dai critici per spiegare la diffusione della fede nell’occulto, che si trattasse di un gruppetto intento a condurre un opinabile «esperimento» nel salotto di Schrenck-Notzing o di un fenomeno di massa diffuso dai mezzi di comunicazione, dai giornali o da esibizioni varie. Solo studiando la mente «nevrotica», pugnace, superficiale, sbadata, credulona e carismatica del parapsicologo, sostenevano i critici, si sarebbe riusciti a penetrare la psicologia di chi promuoveva l’occultismo scientifico[16]. A quanto pare Hitler studiò le teorie di Le Bon e la parapsicologia come mezzi per manipolare l’opinione pubblica[17].
L’astrologia era, insieme alla parapsicologia, la scienza di confine più popolare in Germania e in Austria. Di base, gli astrologi «leggono» le stelle per ricavarne gli oroscopi. Gli oroscopi rappresentavano «la trascrizione obiettiva di certi fatti astronomici» a partire da una «mappa geocentrica delle posizioni dei pianeti (per gli astrologi anche il Sole e la Luna sono “pianeti”) in rapporto allo zodiaco». Si potevano formulare oroscopi per svariati soggetti e avvenimenti, dalle persone agli animali, fino ai terremoti e ai vari delle navi. Una volta annotate le posizioni dei pianeti, si fanno delle deduzioni a partire dalla loro collocazione sullo zodiaco in rapporto angolare l’uno rispetto all’altro[18].
Nella prima metà del XIX secolo, è probabile che i tedeschi non nutrissero per l’astrologia un interesse maggiore rispetto agli altri europei. Come sottolinea però Ellic Howe, il revival dell’astrologia nella Germania moderna coincise con il generale risveglio del soprannaturale e delle scienze di confine che abbiamo trattato prima[19]. «Diffidando delle scienze naturali e della loro presunta ostilità alla vita», i tedeschi trovarono «l’astrologia particolarmente allettante perché offriva analisi tecniche condotte secondo metodi intuitivi». Nel loro coniugare «rigore logico e calore emotivo», gli astrologi intuitivi «fornivano servizi specificamente tarati sui bisogni psichici dei privati»[20].
L’astrologia era il solvente soprannaturale capace di fondere pressoché tutti coloro che praticavano l’occulto e le scienze di confine. Hübbe-Schleiden incoraggiò il suo protégé a Die Sphinx, Hugo Vollrath, a fondare una casa editrice teosofica per diffondere l’astrologia. L’attore Karl Brandler-Pracht, ispirato da una seduta spiritica, avviò le pubblicazioni della rivista astrologica di punta in Germania, l’Astrologische Rundschau, nel 1905. Cofinanziato da Rudolf Steiner e dalla nuova Società cosmica degli astrologi tedeschi, il cui periodico ufficiale era lo Zentralblatt für Okkultismus, Brandler-Pracht trovò un pubblico disponibile nei circoli di teosofia e antroposofia tedeschi[21]. Sia List sia Lanz praticarono l’astrologia. Lo stesso dicasi di Sebottendorff, in seguito editore dell’Astrologische Rundschau, che collaborò a sei volumi della Biblioteca Astrologica di Vollrath[22].
Il fatto che quasi tutti gli intellettuali occultisti e delle scienze di confine abbracciassero l’astrologia non significa che fossero d’accordo su ogni minimo punto della sua dottrina. Gli astrologi discutevano accanitamente di quali metodi fossero più «scientifici» e quali più «intuitivi», e i secondi venivano liquidati associandoli alle dottrine dell’occulto meno rigorose[23]. Queste divisioni rappresentano non tanto una battaglia tra occultisti «irrazionali» e scienziati «razionali», quanto piuttosto un conflitto di «scienza, conoscenza e potere» interno agli stessi circoli delle scienze di confine[24]. Profondamente radicate nell’immaginario soprannaturale postbellico tedesco, l’astrologia e la parapsicologia non fecero che accrescere la propria popolarità e il proprio ascendente nel periodo tra le due guerre[25].
(Tratto da) Eric Kurlander, I MOSTRI DI HITLER. LA STORIA SOPRANNATURALE DEL TERZO REICH, traduzione di Chiara Rizzo e Roberto Serrai.
Titolo dell’opera originale: HITLER’S MONSTERS © 2017 Eric Kurlander Originally published by Yale University Press.
© 2018 Mondadori Libri S.p.A., Milano, per gentile concessione dell’Editore
Lo scopo dei parapsicologi critici però non era francamente quello di «comprendere» l’occultismo, né tantomeno di provare l’esistenza dei fenomeni occulti. Al contrario essi puntavano a smascherare medium, spiritisti e altri praticanti dell’occulto come ciarlatani[1]. L’occultismo, sosteneva Hellwig, era un «contagio della mente» cui andavano soggetti individui privi di un’adeguata conoscenza della scienza: «L’esperienza dimostra, giorno dopo giorno, che non appena si inizia ad avere a che fare con le problematiche dell’occulto innumerevoli persone non sono più capaci di esercitare calma e pensiero critico. È davvero sconfortante vedere come anche personalità accademiche, che magari si sono fatti un nome in vari campi della scienza, perdano completamente qualsiasi senso della logica e della ragione[2]».
Una corrente meno critica della parapsicologia, che rivendicava pari legittimità scientifica, tentava invece di convalidare le teorie di spiritisti, chiaroveggenti e astrologi. I due più illustri parapsicologi tedeschi in questo ambito furono Karl du Prel e Albert von Schrenck-Notzing. Ispirato dalla Blavatsky, du Prel attinse alla biologia, allo spiritualismo e all’astrologia per spiegare l’evoluzione della biologia e della coscienza umane[3]. Nel 1884 entrò a far parte della Società teosofica tedesca e collaborò con Hübbe-Schleiden alla fondazione della Società di Psicologia, che finanziò le sue ricerche nel settore delle scienze di confine. Pubblicò inoltre molti dei suoi «risultati» nel periodico di teosofia Die Sphinx[4].
Schrenck-Notzing, medico e ipnotista di Monaco, nonché protégé di du Prel, aderì alla Società di Psicologia negli anni Ottanta del XIX secolo, portando ancora più in là la «psicologia trascendentale» del suo mentore. L’enfasi da lui posta sullo studio della «vita notturna dell’anima» rispecchiava un discostarsi dai postulati delle scienze naturali di chiara impronta occultista e spiega la popolarità di cui egli godette nei circoli teosofici[5].
Gli esoteristi austrotedeschi, infatti, sposarono entusiasticamente la parapsicologia «acritica» di Schrenck-Notzing. Come osservato da Franz Hartmann, la parapsicologia «recuperò un intero ambito dell’esperienza umana che era stato represso nel corso dell’Illuminismo, l’ambito dell’inconscio... troppo importante perché scienziati e filosofi lo lasciassero agli spiritualisti[6]. Emblema delle credenziali di scienza di confine della nuova disciplina fu Die Sphinx di Hübbe-Schleiden, un periodico che non aveva «alcuna pretesa di rivolgersi esclusivamente a un pubblico colto» e «riportava un guazzabuglio di articoli e... cronache... sensazionalistiche in tema di medianismo, astrologia, rosacrocianesimo, teosofia, raggi cosmici, frenologia e yoga[7]».
Le dubbie basi scientifiche della parapsicologia non passarono inosservate agli occhi degli psicologi ufficiali. I critici notarono la predilezione dei parapsicologi per gli esperimenti condotti in ambienti non neutrali, per esempio a casa propria, o il ricorso a una luce rossa fioca in modo da ridurre le possibilità di un’osservazione accurata da parte degli astanti[8]. Dal canto suo, Sigmund Freud denunciò le problematiche in termini sia di metodologia sia di provenienza ideologica della fede parapsicologica. Sotto il profilo metodologico, sosteneva, la fede nel paranormale era una funzione delle pulsioni e dei complessi inconsci, pertanto facilmente manipolabile da medium e parapsicologi, a loro volta spesso vittime di un delirante «complesso dell’occulto[9]».
Da ebreo liberale e materialista scientifico, Freud oltretutto non credeva nelle radici dell’occultismo in un «orientalismo indiano» che aspirasse a coltivare un «sentimento oceanico» e nelle «teorie sul perseguimento di una personale armonia interiore». Infusa di misticismo orientale, la parapsicologia offrì un «falso soccorso» a chi era già scettico nei confronti della scienza. La parapsicologia poteva essere chiamata in causa, continuava Freud, per rafforzare atteggiamenti stravaganti verso gli ebrei, «una razza che nel Medioevo è stata ritenuta responsabile di ogni epidemia e oggi viene accusata dello smembramento dell’impero austriaco e della disfatta tedesca[10]». Qui egli prefigurava i modi in cui l’occultismo e la parapsicologia avrebbero potuto offrire una pericolosa panacea a chi già era incline al prendere un capro espiatorio in base all’appartenenza di razza.
I parapsicologi accusarono Freud e altri critici di non essere abbastanza «scientifici» nella loro analisi dei fenomeni occulti. Chi credeva che i medium potessero influenzare così tanta gente con la frode o l’inganno, sostenevano gli esponenti della scienza di confine, era lui per primo un malato di mente[11]. Carl Jung simpatizzava con tali teorie[12]. Contrariamente a Freud, era «avviluppato dall’arianesimo degli orientalisti del Centro Europa dei suoi tempi» asserendo che l’inconscio ariano dispone di un potenziale più elevato di quello ebraico, il che costituisce al tempo stesso il vantaggio e lo svantaggio di una giovane età che non si è ancora completamente distaccata dall’elemento barbaro»[13].
Con il sostegno di psicologi della cultura «ufficiale» come Jung, i parapsicologi continuarono a ribadire la natura scientifica dei propri metodi, accusando i detrattori di malattia mentale e ciarlataneria. Questo andazzo di mutue recriminazioni interno all’occultismo e alle scienze di confine e tra occultisti ed esponenti delle scienze naturali era endemico delle lotte coeve per la legittimità scientifica, presagio delle tensioni fra nazisti e scienza ufficiale nel Terzo Reich[14].
Come teorizzato dallo studioso francese Gustave Le Bon nella Psicologia delle folle (1895), anche gli elementi più intelligenti o più scettici della società moderna possono cedere alla suggestione in presenza di loro simili meno critici o completamente ignoranti. Questo fenomeno valeva in particolar modo per le folle influenzate da un «esperto», per esempio un medium di professione o un politico carismatico come Hitler[15].
Le teorie di Le Bon vennero usate dai critici per spiegare la diffusione della fede nell’occulto, che si trattasse di un gruppetto intento a condurre un opinabile «esperimento» nel salotto di Schrenck-Notzing o di un fenomeno di massa diffuso dai mezzi di comunicazione, dai giornali o da esibizioni varie. Solo studiando la mente «nevrotica», pugnace, superficiale, sbadata, credulona e carismatica del parapsicologo, sostenevano i critici, si sarebbe riusciti a penetrare la psicologia di chi promuoveva l’occultismo scientifico[16]. A quanto pare Hitler studiò le teorie di Le Bon e la parapsicologia come mezzi per manipolare l’opinione pubblica[17].
L’astrologia era, insieme alla parapsicologia, la scienza di confine più popolare in Germania e in Austria. Di base, gli astrologi «leggono» le stelle per ricavarne gli oroscopi. Gli oroscopi rappresentavano «la trascrizione obiettiva di certi fatti astronomici» a partire da una «mappa geocentrica delle posizioni dei pianeti (per gli astrologi anche il Sole e la Luna sono “pianeti”) in rapporto allo zodiaco». Si potevano formulare oroscopi per svariati soggetti e avvenimenti, dalle persone agli animali, fino ai terremoti e ai vari delle navi. Una volta annotate le posizioni dei pianeti, si fanno delle deduzioni a partire dalla loro collocazione sullo zodiaco in rapporto angolare l’uno rispetto all’altro[18].
Nella prima metà del XIX secolo, è probabile che i tedeschi non nutrissero per l’astrologia un interesse maggiore rispetto agli altri europei. Come sottolinea però Ellic Howe, il revival dell’astrologia nella Germania moderna coincise con il generale risveglio del soprannaturale e delle scienze di confine che abbiamo trattato prima[19]. «Diffidando delle scienze naturali e della loro presunta ostilità alla vita», i tedeschi trovarono «l’astrologia particolarmente allettante perché offriva analisi tecniche condotte secondo metodi intuitivi». Nel loro coniugare «rigore logico e calore emotivo», gli astrologi intuitivi «fornivano servizi specificamente tarati sui bisogni psichici dei privati»[20].
L’astrologia era il solvente soprannaturale capace di fondere pressoché tutti coloro che praticavano l’occulto e le scienze di confine. Hübbe-Schleiden incoraggiò il suo protégé a Die Sphinx, Hugo Vollrath, a fondare una casa editrice teosofica per diffondere l’astrologia. L’attore Karl Brandler-Pracht, ispirato da una seduta spiritica, avviò le pubblicazioni della rivista astrologica di punta in Germania, l’Astrologische Rundschau, nel 1905. Cofinanziato da Rudolf Steiner e dalla nuova Società cosmica degli astrologi tedeschi, il cui periodico ufficiale era lo Zentralblatt für Okkultismus, Brandler-Pracht trovò un pubblico disponibile nei circoli di teosofia e antroposofia tedeschi[21]. Sia List sia Lanz praticarono l’astrologia. Lo stesso dicasi di Sebottendorff, in seguito editore dell’Astrologische Rundschau, che collaborò a sei volumi della Biblioteca Astrologica di Vollrath[22].
Il fatto che quasi tutti gli intellettuali occultisti e delle scienze di confine abbracciassero l’astrologia non significa che fossero d’accordo su ogni minimo punto della sua dottrina. Gli astrologi discutevano accanitamente di quali metodi fossero più «scientifici» e quali più «intuitivi», e i secondi venivano liquidati associandoli alle dottrine dell’occulto meno rigorose[23]. Queste divisioni rappresentano non tanto una battaglia tra occultisti «irrazionali» e scienziati «razionali», quanto piuttosto un conflitto di «scienza, conoscenza e potere» interno agli stessi circoli delle scienze di confine[24]. Profondamente radicate nell’immaginario soprannaturale postbellico tedesco, l’astrologia e la parapsicologia non fecero che accrescere la propria popolarità e il proprio ascendente nel periodo tra le due guerre[25].
(Tratto da) Eric Kurlander, I MOSTRI DI HITLER. LA STORIA SOPRANNATURALE DEL TERZO REICH, traduzione di Chiara Rizzo e Roberto Serrai.
Titolo dell’opera originale: HITLER’S MONSTERS © 2017 Eric Kurlander Originally published by Yale University Press.
© 2018 Mondadori Libri S.p.A., Milano, per gentile concessione dell’Editore
Note
1) Heather Wolffram, The Stepchildren of Science: Psychical Research and Parapsychology in Germany, Amsterdam, Rodopi, 2009, pp. 264-67.
2) Ivi, pp. 271-72
3) Tomas Kaiser, Zwischen Philosophie und Spiritismus: Annäherungen an Leben und Werk des Carl du Prel, Saarbrüchen, VDM Verlag, 2008, pp.39-54.
4) Kaiser, Zwischen Philosophie, op. cit., pp. 61-62; Andreas Sommer, From Astronomy to Transcendental Darwinism: Carl du Prel (1839-1899), in «Journal of Scientific Exploration», 23, 1(2009), pp.59-60.
5) Corinna Treitel, A science for the Soul; Occultism and the Genesis of the German Modern, Baltimore / London: The Johns Hopkins University Press, 2004, pp.43-44.
6) Ivi, pp-15-16.
7) «Die Sphinx» si fuse con la rivista di occultismo di Steiner «Luzifer» nel 1908; Treitel, A science for the Soul, cit., pp.53-54.
8) Wolffram, The Stepchildren, cit., pp.273-274.
9) Susanne Michl, Gehe hin, dein Glaube hat dir geholfen. Kriegswunder und Heilsversprechen in der Medizin des 20. Jahrhunderts, in Geppert e Kössler (a cura di) Wunder. Poetik und Politik des Staunens im 20. Jahrhundert, Berlin, Suhrkamp, 2011, p.216; Wolffram, The Stepchildren, cit. p. 279-282.
10) Kris Manjapra, Age of Entanglement: German and Indian Intellectuals Across Empire, Cambridge, Harvard University Press, 2014, pp. 279-282
11) Wolffram, The Stepchildren, cit. p. 282-284.
12) Michl, Gehe hin, cit., p. 217; Ellic Howe, Gli astrologi del nazismo, Milano, Mondadori, 1968.
13) Manjapra, Age of Entanglement, cit., pp. 231-233; Brigitte Hamann, Hitlers Wien, Lehrjahre eines Diktators, Munich, 1998, pp. 7-9 e 285-323; Howe, Gli astrologi del nazismo, cit.; Weber, Hitler's First War: Adolf Hitler, the Men of the List Regiment and the First World War Thomas Weber, Oxford/New York, Oxford University Press, 2010, pp. 255-60.
14) Wolffram, The Stepchildren, cit. p. 263-264.
15) Jay Gonen, The Roots of Nazi Psychology: Hitler’s Utopian Barbarism, Lexington, University Press of Kentucky, 2013, p.92.
16) Wolffram, The Stepchildren, cit. p. 273-277.
17) Gonen, The Roots, cit., pp. 92-93
18) Howe, Gli astrologi del nazismo, cit., pp.22-25
19) Ivi, pp.78-80.
20) Treitel, A science for the Soul, cit., p. 141; Eva Johach, Entzauberte Natur? Die Ökonomien des Wunder(n)s im naturwissenschaftlichen Zeitalter, in Geppert e Kössler (a cura di), Wunder, cit., p. 181.
21) Howe, Gli astrologi del nazismo, cit.
22) Ibid; Howe, Rudolf Freiherr von Sebottendorf, dattiloscritto non pubblicato, 1968.
23) Treitel, A science for the Soul, cit., p. 138-41
24) Ivi, p. 190; Howe, Gli astrologi del nazismo, cit.
25) Howe, Gli astrologi del nazismo, cit.; Gerhard Szczesny, Die Presse des Okkultismus. Geschichte und Typologie der okkultistischen Zeitschriften (München, unter Karl d’Ester), pp. 55-56 e 119-20; Karl Heimsoth, Charakter-Konstellation, München Barth, 1928; Treitel, A science for the Soul, cit., p. 44-45