A giudicare dalla foto qui a lato, una qualunque persona in possesso del diploma di quinta elementare direbbe che effettivamente non possa che trattarsi dello schema di un sistema planetario. Se quel disegno non è un'illusione ottica è lecito chiedersi come era possibile riprodurre in scala il Sistema Solare circa 5.000 anni fa.
Come tutti sappiamo, ai tempi dei sumeri i telescopi non c'erano… e il pianeta più distante visibile a occhio nudo era Saturno. Quindi si faceva "poca" strada. La cosa strabiliante inoltre è che nel disegno sarebbe raffigurato un decimo pianeta, soprannominato Nibiru dagli antichi Sumeri, un corpo planetario più grande della Terra che attraverserebbe una volta ogni 3600 anni circa il Sistema Solare secondo un orbita molto eccentrica e inclinata di alcune decine di gradi sull'eclittica. E questo pianeta ai giorni nostri non è stato ancora individuato…
Vi è inoltre un'altra considerazione importantissima da fare: ai tempi dei Sumeri si credeva che la terra fosse al centro dell'universo e tutti gli astri le ruotassero attorno. Il disegno dimostrerebbe invece come già a quei tempi la teoria geocentrica fosse superata!
Molte teorie si sono sviluppate attorno a questa incisione, una tra tutte è quella di Zecharia Sitchin, autore di numerosi libri sulla cosiddetta archeologia misteriosa, il quale crede che gli abitanti di Nibiru furono i nostri fondatori grazie a un intervento di ingegneria genetica. Nel 1966 Carl Sagan, il grandissimo astrofisico oggi scomparso, scrisse nel suo libro La vita intelligente nell'universo quanto segue a proposito dell'incisione in oggetto: "Nell'illustrazione vediamo che il cerchio centrale è circondato da raggi e che può essere identificato molto chiaramente come un sole o una stella. Ma come dobbiamo interpretare gli altri oggetti che circondano ciascuna stella? È quanto meno un assunto naturale che rappresentino i pianeti . Il sigillo cilindrico nell'illustrazione presenta, curiosamente, nove pianeti attorno al sole prominente in cielo (e leggermente più a destra, due pianeti minori)".
Possibile che i Sumeri conoscessero meglio di noi stessi il nostro sistema solare e abbiano lasciato quest'incisione per darci lezioni di astronomia? Nella popolazione sumera vivevano forse due persone come Copernico e Galileo? Siamo in piena fantarcheologia o una spiegazione più razionale esiste?
Beh, iniziamo con l'analizzare bene la tavola e cerchiamo di distinguere uno a uno tutti i pianeti raffigurati.
Vi sarebbero 12 oggetti: il sole (1) si troverebbe al centro, e attorno a esso ruoterebbero tutti i pianeti, luna (3) inclusa che sarebbe rappresentata come pianeta anch'essa. All'esame di un occhio "allenato" compaiono subito molte anomalie. La prima e più evidente è che le distanze tra i pianeti sono tutt'altro che perfettamente in scala: nel disegno Marte e Venere sono più vicini al sole di Mercurio, quando in realtà la sequenza esatta delle distanze è Mercurio Venere Terra Marte; inoltre Giove, Saturno, Urano e Nettuno sono rappresentati pressoché alla stessa distanza (l'ordine giusto è quello appena elencato) .
La seconda evidente anomalia consiste nelle proporzioni tra i pianeti: la luna è rappresentata più piccola di Plutone, quando in realtà lo supera di quasi il 50 per cento. Giove (che nella realtà è 110 volte la terra), nel disegno sembra appena 3 volte la stessa (discorso analogo vale per Saturno, Urano e Nettuno).
Esistono però anomalie più strettamente logiche. La prima: Saturno (che è il pianeta con gli anelli per eccellenza) e Urano non presentano anelli! Se davvero si conoscevano tutti i pianeti perché non disegnare Urano, o per lo meno Saturno con gli anelli come vengono illustrati in un qualunque schema del Sistema Solare dei giorni d'oggi? Mi risulta un po' difficile credere che conoscessero Plutone e non gli anelli di Saturno… Per la seconda anomalia serve una premessa: il motivo principale per il quale un oggetto viene classificato come pianeta sta proprio nella sua dimensione; nell'agosto del 2006 l'IAU ha declassato Plutone a "pianeta nano", riportando il numero dei "pianeti" reali del nostro Sistema Solare a 8. C'è un motivo per cui Plutone è stato declassato, e riguarda principalmente proprio la sua grandezza. Nel Sistema Solare vi sono oggetti che sono molto più grandi di Plutone come ad esempio Io, Europa, Ganimede, Callisto, Titano, Tritone, Eris e la stessa nostra luna. Tornando all'incisione sumera, perché i Sumeri avrebbero dovuto rappresentare Plutone e non gli altri oggetti più grandi di lui, se conoscevano così bene il nostro Sistema Solare? Noi lo conosciamo abbastanza bene, e sappiamo che oggetti del calibro di Plutone, a distanze superiori, sono presenti con una propria orbita indipendente dagli altri pianeti del Sistema Solare: Eris (più grande di Plutone stesso) ne è un esempio, come pure Sedna e Qauoar. Con che logica segnalarli o meno? La nostra è una semplice convenzione: noi diciamo oggi che il Sistema Solare possiede 8 pianeti. Per oltre 60 anni sono stati 9. Perché i Sumeri avrebbero rappresentato un sistema a 10 pianeti includendo Plutone e non Eris, Sedna e gli altri oggetti simili? Il decimo pianeta chiamato Nibiru che dalle proporzioni sembrerebbe grande quanto Nettuno dove si troverebbe? Certo, non sappiamo tutto del nostro sistema solare, ed è lecito ipotizzare che a grandissime distanze si possa trovare un pianeta con queste caratteristiche, anche se per ora sarebbe completamente nascosto! Sedna si spinge fino a 800UA, pressappoco 1/10 di distanza dalla nube di Oort… È molto strano che un oggetto di quel calibro sia passato finora inosservato… Ad ogni modo all'inizio di marzo la Nasa ha lanciato un nuovo telescopio orbitante, Kepler, il quale dovrebbe essere in grado di vedere pianeti extrasolari di grandi dimensioni e, a quel punto, oggetti dell'ordine di grandezza di Nibiru, se esistono nel nostro sistema solare, non dovrebbero sfuggire.
Sono però sicuro che i lettori che stanno leggendo l'articolo non hanno fatto caso ad un particolare: osservate il dettaglio del disegno sumero evidenziato nella foto qui sopra e provate a ricontare gli oggetti di questo ipotetico sistema solare. Sì, gli oggetti sono 13 e non più 12! In alto a destra è "comparso" un oggetto più piccolo degli altri che porta il numero a 13. Ora guardate nuovamente il disegno all'inizio dell'articolo e lo vedrete chiaramente! E quindi? I sumeri commisero un errore nel disegno? Volendo è molto facile trovare una "soluzione": si potrebbe tranquillamente affermare che quell'oggettino rappresenta Eris o Sedna o qualche nanopianeta candidato... Questo dimostra quanto sia semplice, volendo, far "tornare i conti" e quanto sia semplice voler vedere quel disegno come rappresentazione del nostro sistema solare.
Anche perché le cose (volendo fare i pignoli) non finiscono qui. Osservate la freccia nell'incisione nella figura qui a fianco. Bene: come dovremmo interpretare quel nuovo simbolo? Come un pianeta che orbita molto distante dal sole? Come una stella vicina? O dovremmo forse interpretarlo come un oggetto non appartenente al Sistema Solare, in quanto fuori dal contesto del disegno? Il problema è proprio questo: il contesto. L'incisione, per capirne il significato, va interpretata analizzando l'intero contesto in cui si trova. Non è possibile analizzare singolarmente figurazione per figurazione ignorando il resto. E questo è compito degli addetti ai lavori, cioè degli archeologi e non degli astrofisici come Sagan (per citare il suo libro).
Vi è infine un'ultima considerazione da fare, tanto per rispondere a Zecharia Sitchin: se i Sumeri sono veramente entrati in contatto con esseri extraterrestri, o addirittura sono stati creati da questi esseri "superiori", bisognerebbe aspettarsi quantomeno che gli extraterrestri stessi siano ampiamente citati nelle opere arrivate ai giorni nostri, ma ciò non accade.
È senz'altro insufficiente un disegno molto contorto per dimostrare il chiaro contatto con altre forme di vita. E del resto proviamo a pensare al celebre romanzo di Jules Verne, Dalla Terra alla Luna, nel quale incredibilmente Verne riuscì ad anticipare le capsule e i razzi che poi furono effettivamente utilizzati per raggiungere 100 anni dopo il nostro satellite. Ma questo non significa che Verne li vide di persona. Ebbe una grande fantasia nell'immaginarli, e incredibilmente indovinò! Ma nessuna persona sensata può credere che Verne abbia viaggiato nel tempo per vederle, tornare al suo tempo e scrivere poi il suo romanzo.
Per tutte queste ragioni il vero significato della tavoletta non va cercato tra gli astri, ma tra cose ben più terrestri. E qui la palla va passata agli archeologi, gli esperti del campo… E gli esperti cosa dicono?
Sumeri: conoscenze o illusioni extraterrestri?
Lo studioso Michael Heiser laureato in Bibbia Ebraica ed Antichi Linguaggi Semitici ha analizzato il sigillo sumero Va243.e, come correttamente andava fatto, ha studiato il disegno del presunto sistema solare, all’interno del contesto del sigillo, e non si è limitato ad un esame superficiale come invece fece Zacaria.
Per prima cosa Michael ha tradotto i simboli che appaiono nel sigillo. Quella che vi riporto è la corretta traduzione effettuata da Michael, tra le parentesi quadre potete leggere i suoi commenti:
“ Linea 1 = dub-si-ga “Dubsiga nome personale di una persona apparentemente influente Linea 2 = ili-il-la-at “Ili-illat altro nome di persona, il proprietario del sigillo Linea 3 = ir-su tuo servo Quindi l'intera iscrizione (piuttosto noiosa) del VA243 dice: “Dubsiga, Ili-illat, il tuo/suo servo. L'iscrizione sul sigillo (nella parte destra e sinistra – che non sono considerate da Sitchin) non dicono nulla riguardo pianeti e elementi astronomici”
Ma che cosa volevano rappresentare i Sumeri con questo sigillo? Michael fa tre ipotesi:
“Prima ipotesi: il VA243 sta decantando una divinità o una stella speciale associandola con altre stelle in una sorta di rappresentazione zodiacale. Non lo ritengo possibile perché ci sono altre rappresentazioni molto più chiare dello costellazioni zodiacali. A meno che non ci siano chiare connotazioni zodiacali, una stella era simbolica di una divinità, il che ci porta alla seconda ipotesi.
Seconda ipotesi: più plausibile è l'idea che la stella centrale rappresenta una divinità che ha una qualche associazione con la fertilità dato che l'iscrizione descrive un'offerta da parte di un adoratore (che è nominato) ad una divinità seduta che è associata nel sigillo con il raccolto fertile. Dato che ci sono altre due figure sul sigillo oltre che il dio seduto, e uno è colui che offre, la figura rimanente è probabilmente anche una divinità associata con l'offerta. A sostegno di questa possibilità ci sono delle “aggiunte” mostrate sul sigillo rispetto a queste due figure che fronteggiano il dio seduto e il copricapo della figura. Inoltre a vantaggio di questa ipotesi c'è il fatto che ci sono letteralmente centinaia di questi “sigilli di offerta”, e molti hanno una stella in alto in prossimità delle teste delle figure, a significare che la figura è una divinità
Terza ipotesi: dato che la stella è circondata da altre undici stelle (pallini), la rappresentazione artistica potrebbe rappresentare il capo del concilio delle divinità Mesopotamiche e i suoi altri undici membri. Ricordate che (come dice Sitchin) il concilio Mesopotamico aveva 12 membri. Ho notato prima di questo che il concilio di 12 membri non è sempre presente nella religione Mesopotamica (all'epoca il concilio era composto da otto divinità), ma 12 è il numero più prevalente. Questa tesi è attraente, ma non posso dire che ci siano più prove che per la seconda ipotesi“
Quindi nulla a che vedere con extraterresti o decimi pianeti. Naturalmente essendo ipotesi non abbiamo la spiegazione scientifica certa del sigillo, ma una cosa certa, una volta tanto, la sappiamo: quello che viene rappresentato nel sigillo VA 243 non è sicuramente il nostro sistema solare, ed il perché è molto semplice: il sole rappresentato NON E’ IL SOLE. Quello che segue è l’esempio più lampante che possa esserci: una raffigurazione della simbologia sumera di una stella, della luna e del sole. Come potete osservare voi stessi, il simbolo a sinistra rappresenta una stella, al centro la luna e a destra il sole. La differenza sta nel fatto che il sole è racchiuso all’interno di un cerchio ed i raggi sono rappresentati da delle onde; e se qualcuno dovesse pensare che forse questo disegno potrebbe essere “uscito male” allo scultore sumero, sappia che questa simbologia è presente in centinaia di opere e sigilli senza alcuna contraddizione. Semplicemente il simbolo che è raffigurato nel sigillo VA 243 è una stella perché i sumeri simboleggiavano così le stelle. Allo stesso modo, la luna non veniva rappresentata con un pallino, ma con il simbolo che vedete palesemente qui accanto al sole sumero! Riporto ancora una volta alcune frasi di Michael:
“Il presunto simbolo del sole sul sigillo non è il sole. Sappiamo questo perché non è conforme alle consistenti rappresentazioni del sole in centinaia di altri sigilli cilindrici ed esempi di opere d'arte Sumero-Mesopotamiche.[..] I sumeri e i mesopotamici distinguevano il sole dalle stelle usando simboli differenti – e associando ciascun simbolo con il dio solare e altre divinità, rispettivamente. Semplicemente, non c'è alcuna prova Sumero-Accadica che supporti l'identificazione di Sitchin. [..]Questo simbolo del sole è onnipresente nelle opere d'arte religiose Sumero-Mesopotamiche.”
Chiarito che il sole NON è il sole ma una stella, l’intera tesi di Zacaria crolla miseramente. A questo punto una cosa interessante è cercare di capire che cosa possono essere i pallini, i presunti pianeti. Anche qui, un esempio vale più di mille parole: Quest’immagine raffigura un sole, la luna e 7 pallini con in primo piano due persone. Ma come possiamo interpretare quest’immagine? Facciamo per un attimo un ragionamento alla ‘Zacaria’: qui possiamo osservare il sole, la luna e 7 pallini che sembrano essere dei pianeti. Però la scienza ufficiale ci dice che i sumeri conoscevano non più di 5 pianeti oltre la terra, ovvero Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. La luna è già palesemente disegnata e quindi il settimo pallino non può essere riferito a lei: e allora cos’è? Probabilmente i sumeri in questo particolare sigillo han voluto rappresentare i 7 pianeti più importanti del sistema solare, e il settimo pallino è proprio Nibiru poiché insieme ai pianeti più vicini alla terra è quello che ha maggiore influenza sulla vita terrestre, essendo noi terrestri figli degli abitanti di Nibiru, come lo stesso Zacaria ci suggerisce. Quindi questo sigillo è una delle tante prove della sua esistenza.
Se con queste spiegazioni relative a quest’ultimo sigillo sono riuscito a farvi pensare che forse la mia spiegazione può avere un senso… beh, mi spiace dirvelo, ma preoccupatevi, perché vuol dire che non avete il minimo senso critico. Tanto per dare l’ennesima dimostrazione che per comprendere un sigillo sumero (e questo discorso vale per qualsiasi opera storica) c’è bisogno di un esperto addetto ai lavori sentiamo il parere del nostro Michael sul secondo sigillo che vi ho mostrato:
“Notate la presenza dei “pallini”. Questo arrangiamento di sette pallini/cerchietti è uno dei motivi più comuni nell'arte Mesopotamica, e denota le Pleiadi.“
Per chi non si intendesse di astronomia, le pleiadi sono un ammasso di stelle visibili ad occhio nudo in estate, che si trova a circa 440 anni luce dalla terra. (a lato potete osservarne una foto). Quindi anche in questo caso, nessuna raffigurazione contorta di pianeti, ma un’altra rappresentazione chiara e semplice: le pleiadi. A questo punto, sapendo che i 7 pallini identificano le pleiadi, che cosa possono rappresentare i pallini del VA 243? Ancora Michael:
“ La risposta più immediata, basata sugli esempi precedenti, è che i pallini siano stelle. Abbiamo già visto che i pallini erano usati per rappresentare le stelle delle Pleiadi, e abbiamo mostrato come i sette pallini = i sette simboli stellari, usati da qualunque altra parte per la stessa costellazione. Abbiamo anche visto [..] che una singola stella con punte puo' essere associata ai pallini, che sono anche stelle. È probabile che la simbologia “stella + sette pallini ci dica “costellazione = Pleiadi. C'è quindi una bella quantità di informazioni per asserire che questi pallini nel VA 243 sono stelle. Potrebbe essere che questo sigillo ci “dica: “Costellazione = quella con 11 stelle. Dato che non me ne intendo di astronomia, beh, lascerò decidere al lettore.“
Qui è difficile dare una risposta certa, anche perché se di costellazione i sumeri parlavano, andare a capire quale fosse, è molto soggettivo: una costellazione non ha un numero fisso di stelle, dipende da quante se ne vogliono prendere (più o meno luminose). Michael cita sempre 11 pallini, in realtà vi ho evidenziato come ce ne sia uno piccolino in alto a destra e come ce ne sia uno più distaccato al centro del sigillo; anche qui se contassimo anche quelli dovremmo pensare ad una costellazione al posto di un’altra. Arrivati a questo punto dello studio, non è importante stabilire quale fosse la costellazione che i sumeri indicassero, ma piuttosto è fondamentale far comprendere al lettore l’importanza dello studio dell’esperto: a qualunque persona, una prima visione del sigillo darebbe l’idea di un sistema solare (anche a me l’ha data la prima volta). Però già a priori possiamo subito renderci conto di quanto sia improbabile che un fatto del genere possa essere vero: i sumeri avrebbero dovuto avere telescopi potenti quantomeno come i nostri; avrebbero dovuto sapere che non sono il sole e gli altri pianeti a girare attorno alla terra, ma è la terra che gira attorno al sole; di conseguenza a queste cose avrebbero dovuto conoscere un’infinità di leggi fisiche che noi abbiamo scoperto solo negli ultimi 3-4 secoli. O in alternativa fare ipotesi che, anziché risolvere il mistero, portano solo a crearne di nuovi, come l’ipotesi che le informazioni ai sumeri furono passate direttamente dal popolo di Nibiru, gli Anunaki (altra fantasia). Quindi già da questa primissima analisi si può notare quanto lo scenario sia altamente improbabile ancor prima di andare a contattare esperti assoluti in materia; e quando si inceppa in ‘misteri’ come questi sarebbe corretto farsele queste domande prima di correre dietro allo pseudo studioso di turno per sentire la sua opinione a riguardo. Dopodiché se si hanno dei dubbi, dove possibile, si cerca di consultare gli esperti (quelli scientifici…). La prima volta che ho visto questo sigillo, come dicevo, l’impressione avuta è stata davvero quella d’aver di fronte la rappresentazione di un sistema solare; però da appassionato di astronomia ‘sapevo’ perfettamente che la speranza che quel sigillo potesse rappresentare il nostro sistema solare era prossima allo zero assoluto. Ed è bastato consultare un esperto per avere l’inequivocabile conferma.
Per maggiori dettagli vi rimando all’articolo dello studio di Michael Heiser (si ringrazia Enrico Scalas per la segnalazione):
http://www.michaelsheiser.com/va_243%20page.htm
Traduzione italiana: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.120
PS: per contattarmi scrivete a [email protected]
Come tutti sappiamo, ai tempi dei sumeri i telescopi non c'erano… e il pianeta più distante visibile a occhio nudo era Saturno. Quindi si faceva "poca" strada. La cosa strabiliante inoltre è che nel disegno sarebbe raffigurato un decimo pianeta, soprannominato Nibiru dagli antichi Sumeri, un corpo planetario più grande della Terra che attraverserebbe una volta ogni 3600 anni circa il Sistema Solare secondo un orbita molto eccentrica e inclinata di alcune decine di gradi sull'eclittica. E questo pianeta ai giorni nostri non è stato ancora individuato…
Vi è inoltre un'altra considerazione importantissima da fare: ai tempi dei Sumeri si credeva che la terra fosse al centro dell'universo e tutti gli astri le ruotassero attorno. Il disegno dimostrerebbe invece come già a quei tempi la teoria geocentrica fosse superata!
Molte teorie si sono sviluppate attorno a questa incisione, una tra tutte è quella di Zecharia Sitchin, autore di numerosi libri sulla cosiddetta archeologia misteriosa, il quale crede che gli abitanti di Nibiru furono i nostri fondatori grazie a un intervento di ingegneria genetica. Nel 1966 Carl Sagan, il grandissimo astrofisico oggi scomparso, scrisse nel suo libro La vita intelligente nell'universo quanto segue a proposito dell'incisione in oggetto: "Nell'illustrazione vediamo che il cerchio centrale è circondato da raggi e che può essere identificato molto chiaramente come un sole o una stella. Ma come dobbiamo interpretare gli altri oggetti che circondano ciascuna stella? È quanto meno un assunto naturale che rappresentino i pianeti . Il sigillo cilindrico nell'illustrazione presenta, curiosamente, nove pianeti attorno al sole prominente in cielo (e leggermente più a destra, due pianeti minori)".
Possibile che i Sumeri conoscessero meglio di noi stessi il nostro sistema solare e abbiano lasciato quest'incisione per darci lezioni di astronomia? Nella popolazione sumera vivevano forse due persone come Copernico e Galileo? Siamo in piena fantarcheologia o una spiegazione più razionale esiste?
Beh, iniziamo con l'analizzare bene la tavola e cerchiamo di distinguere uno a uno tutti i pianeti raffigurati.
Vi sarebbero 12 oggetti: il sole (1) si troverebbe al centro, e attorno a esso ruoterebbero tutti i pianeti, luna (3) inclusa che sarebbe rappresentata come pianeta anch'essa. All'esame di un occhio "allenato" compaiono subito molte anomalie. La prima e più evidente è che le distanze tra i pianeti sono tutt'altro che perfettamente in scala: nel disegno Marte e Venere sono più vicini al sole di Mercurio, quando in realtà la sequenza esatta delle distanze è Mercurio Venere Terra Marte; inoltre Giove, Saturno, Urano e Nettuno sono rappresentati pressoché alla stessa distanza (l'ordine giusto è quello appena elencato) .
La seconda evidente anomalia consiste nelle proporzioni tra i pianeti: la luna è rappresentata più piccola di Plutone, quando in realtà lo supera di quasi il 50 per cento. Giove (che nella realtà è 110 volte la terra), nel disegno sembra appena 3 volte la stessa (discorso analogo vale per Saturno, Urano e Nettuno).
La figura accanto mostra quale dovrebbe essere la disposizione dei pianeti nella tavoletta che stiamo analizzando. Fonte: www.raphaelproject.com/corso/inc_194.htm
Sono però sicuro che i lettori che stanno leggendo l'articolo non hanno fatto caso ad un particolare: osservate il dettaglio del disegno sumero evidenziato nella foto qui sopra e provate a ricontare gli oggetti di questo ipotetico sistema solare. Sì, gli oggetti sono 13 e non più 12! In alto a destra è "comparso" un oggetto più piccolo degli altri che porta il numero a 13. Ora guardate nuovamente il disegno all'inizio dell'articolo e lo vedrete chiaramente! E quindi? I sumeri commisero un errore nel disegno? Volendo è molto facile trovare una "soluzione": si potrebbe tranquillamente affermare che quell'oggettino rappresenta Eris o Sedna o qualche nanopianeta candidato... Questo dimostra quanto sia semplice, volendo, far "tornare i conti" e quanto sia semplice voler vedere quel disegno come rappresentazione del nostro sistema solare.
Anche perché le cose (volendo fare i pignoli) non finiscono qui. Osservate la freccia nell'incisione nella figura qui a fianco. Bene: come dovremmo interpretare quel nuovo simbolo? Come un pianeta che orbita molto distante dal sole? Come una stella vicina? O dovremmo forse interpretarlo come un oggetto non appartenente al Sistema Solare, in quanto fuori dal contesto del disegno? Il problema è proprio questo: il contesto. L'incisione, per capirne il significato, va interpretata analizzando l'intero contesto in cui si trova. Non è possibile analizzare singolarmente figurazione per figurazione ignorando il resto. E questo è compito degli addetti ai lavori, cioè degli archeologi e non degli astrofisici come Sagan (per citare il suo libro).
Vi è infine un'ultima considerazione da fare, tanto per rispondere a Zecharia Sitchin: se i Sumeri sono veramente entrati in contatto con esseri extraterrestri, o addirittura sono stati creati da questi esseri "superiori", bisognerebbe aspettarsi quantomeno che gli extraterrestri stessi siano ampiamente citati nelle opere arrivate ai giorni nostri, ma ciò non accade.
È senz'altro insufficiente un disegno molto contorto per dimostrare il chiaro contatto con altre forme di vita. E del resto proviamo a pensare al celebre romanzo di Jules Verne, Dalla Terra alla Luna, nel quale incredibilmente Verne riuscì ad anticipare le capsule e i razzi che poi furono effettivamente utilizzati per raggiungere 100 anni dopo il nostro satellite. Ma questo non significa che Verne li vide di persona. Ebbe una grande fantasia nell'immaginarli, e incredibilmente indovinò! Ma nessuna persona sensata può credere che Verne abbia viaggiato nel tempo per vederle, tornare al suo tempo e scrivere poi il suo romanzo.
Per tutte queste ragioni il vero significato della tavoletta non va cercato tra gli astri, ma tra cose ben più terrestri. E qui la palla va passata agli archeologi, gli esperti del campo… E gli esperti cosa dicono?
Sumeri: conoscenze o illusioni extraterrestri?
Lo studioso Michael Heiser laureato in Bibbia Ebraica ed Antichi Linguaggi Semitici ha analizzato il sigillo sumero Va243.e, come correttamente andava fatto, ha studiato il disegno del presunto sistema solare, all’interno del contesto del sigillo, e non si è limitato ad un esame superficiale come invece fece Zacaria.
Per prima cosa Michael ha tradotto i simboli che appaiono nel sigillo. Quella che vi riporto è la corretta traduzione effettuata da Michael, tra le parentesi quadre potete leggere i suoi commenti:
“ Linea 1 = dub-si-ga “Dubsiga nome personale di una persona apparentemente influente Linea 2 = ili-il-la-at “Ili-illat altro nome di persona, il proprietario del sigillo Linea 3 = ir-su tuo servo Quindi l'intera iscrizione (piuttosto noiosa) del VA243 dice: “Dubsiga, Ili-illat, il tuo/suo servo. L'iscrizione sul sigillo (nella parte destra e sinistra – che non sono considerate da Sitchin) non dicono nulla riguardo pianeti e elementi astronomici”
Ma che cosa volevano rappresentare i Sumeri con questo sigillo? Michael fa tre ipotesi:
“Prima ipotesi: il VA243 sta decantando una divinità o una stella speciale associandola con altre stelle in una sorta di rappresentazione zodiacale. Non lo ritengo possibile perché ci sono altre rappresentazioni molto più chiare dello costellazioni zodiacali. A meno che non ci siano chiare connotazioni zodiacali, una stella era simbolica di una divinità, il che ci porta alla seconda ipotesi.
Seconda ipotesi: più plausibile è l'idea che la stella centrale rappresenta una divinità che ha una qualche associazione con la fertilità dato che l'iscrizione descrive un'offerta da parte di un adoratore (che è nominato) ad una divinità seduta che è associata nel sigillo con il raccolto fertile. Dato che ci sono altre due figure sul sigillo oltre che il dio seduto, e uno è colui che offre, la figura rimanente è probabilmente anche una divinità associata con l'offerta. A sostegno di questa possibilità ci sono delle “aggiunte” mostrate sul sigillo rispetto a queste due figure che fronteggiano il dio seduto e il copricapo della figura. Inoltre a vantaggio di questa ipotesi c'è il fatto che ci sono letteralmente centinaia di questi “sigilli di offerta”, e molti hanno una stella in alto in prossimità delle teste delle figure, a significare che la figura è una divinità
Terza ipotesi: dato che la stella è circondata da altre undici stelle (pallini), la rappresentazione artistica potrebbe rappresentare il capo del concilio delle divinità Mesopotamiche e i suoi altri undici membri. Ricordate che (come dice Sitchin) il concilio Mesopotamico aveva 12 membri. Ho notato prima di questo che il concilio di 12 membri non è sempre presente nella religione Mesopotamica (all'epoca il concilio era composto da otto divinità), ma 12 è il numero più prevalente. Questa tesi è attraente, ma non posso dire che ci siano più prove che per la seconda ipotesi“
Quindi nulla a che vedere con extraterresti o decimi pianeti. Naturalmente essendo ipotesi non abbiamo la spiegazione scientifica certa del sigillo, ma una cosa certa, una volta tanto, la sappiamo: quello che viene rappresentato nel sigillo VA 243 non è sicuramente il nostro sistema solare, ed il perché è molto semplice: il sole rappresentato NON E’ IL SOLE. Quello che segue è l’esempio più lampante che possa esserci: una raffigurazione della simbologia sumera di una stella, della luna e del sole. Come potete osservare voi stessi, il simbolo a sinistra rappresenta una stella, al centro la luna e a destra il sole. La differenza sta nel fatto che il sole è racchiuso all’interno di un cerchio ed i raggi sono rappresentati da delle onde; e se qualcuno dovesse pensare che forse questo disegno potrebbe essere “uscito male” allo scultore sumero, sappia che questa simbologia è presente in centinaia di opere e sigilli senza alcuna contraddizione. Semplicemente il simbolo che è raffigurato nel sigillo VA 243 è una stella perché i sumeri simboleggiavano così le stelle. Allo stesso modo, la luna non veniva rappresentata con un pallino, ma con il simbolo che vedete palesemente qui accanto al sole sumero! Riporto ancora una volta alcune frasi di Michael:
“Il presunto simbolo del sole sul sigillo non è il sole. Sappiamo questo perché non è conforme alle consistenti rappresentazioni del sole in centinaia di altri sigilli cilindrici ed esempi di opere d'arte Sumero-Mesopotamiche.[..] I sumeri e i mesopotamici distinguevano il sole dalle stelle usando simboli differenti – e associando ciascun simbolo con il dio solare e altre divinità, rispettivamente. Semplicemente, non c'è alcuna prova Sumero-Accadica che supporti l'identificazione di Sitchin. [..]Questo simbolo del sole è onnipresente nelle opere d'arte religiose Sumero-Mesopotamiche.”
Chiarito che il sole NON è il sole ma una stella, l’intera tesi di Zacaria crolla miseramente. A questo punto una cosa interessante è cercare di capire che cosa possono essere i pallini, i presunti pianeti. Anche qui, un esempio vale più di mille parole: Quest’immagine raffigura un sole, la luna e 7 pallini con in primo piano due persone. Ma come possiamo interpretare quest’immagine? Facciamo per un attimo un ragionamento alla ‘Zacaria’: qui possiamo osservare il sole, la luna e 7 pallini che sembrano essere dei pianeti. Però la scienza ufficiale ci dice che i sumeri conoscevano non più di 5 pianeti oltre la terra, ovvero Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. La luna è già palesemente disegnata e quindi il settimo pallino non può essere riferito a lei: e allora cos’è? Probabilmente i sumeri in questo particolare sigillo han voluto rappresentare i 7 pianeti più importanti del sistema solare, e il settimo pallino è proprio Nibiru poiché insieme ai pianeti più vicini alla terra è quello che ha maggiore influenza sulla vita terrestre, essendo noi terrestri figli degli abitanti di Nibiru, come lo stesso Zacaria ci suggerisce. Quindi questo sigillo è una delle tante prove della sua esistenza.
Se con queste spiegazioni relative a quest’ultimo sigillo sono riuscito a farvi pensare che forse la mia spiegazione può avere un senso… beh, mi spiace dirvelo, ma preoccupatevi, perché vuol dire che non avete il minimo senso critico. Tanto per dare l’ennesima dimostrazione che per comprendere un sigillo sumero (e questo discorso vale per qualsiasi opera storica) c’è bisogno di un esperto addetto ai lavori sentiamo il parere del nostro Michael sul secondo sigillo che vi ho mostrato:
“Notate la presenza dei “pallini”. Questo arrangiamento di sette pallini/cerchietti è uno dei motivi più comuni nell'arte Mesopotamica, e denota le Pleiadi.“
Per chi non si intendesse di astronomia, le pleiadi sono un ammasso di stelle visibili ad occhio nudo in estate, che si trova a circa 440 anni luce dalla terra. (a lato potete osservarne una foto). Quindi anche in questo caso, nessuna raffigurazione contorta di pianeti, ma un’altra rappresentazione chiara e semplice: le pleiadi. A questo punto, sapendo che i 7 pallini identificano le pleiadi, che cosa possono rappresentare i pallini del VA 243? Ancora Michael:
“ La risposta più immediata, basata sugli esempi precedenti, è che i pallini siano stelle. Abbiamo già visto che i pallini erano usati per rappresentare le stelle delle Pleiadi, e abbiamo mostrato come i sette pallini = i sette simboli stellari, usati da qualunque altra parte per la stessa costellazione. Abbiamo anche visto [..] che una singola stella con punte puo' essere associata ai pallini, che sono anche stelle. È probabile che la simbologia “stella + sette pallini ci dica “costellazione = Pleiadi. C'è quindi una bella quantità di informazioni per asserire che questi pallini nel VA 243 sono stelle. Potrebbe essere che questo sigillo ci “dica: “Costellazione = quella con 11 stelle. Dato che non me ne intendo di astronomia, beh, lascerò decidere al lettore.“
Qui è difficile dare una risposta certa, anche perché se di costellazione i sumeri parlavano, andare a capire quale fosse, è molto soggettivo: una costellazione non ha un numero fisso di stelle, dipende da quante se ne vogliono prendere (più o meno luminose). Michael cita sempre 11 pallini, in realtà vi ho evidenziato come ce ne sia uno piccolino in alto a destra e come ce ne sia uno più distaccato al centro del sigillo; anche qui se contassimo anche quelli dovremmo pensare ad una costellazione al posto di un’altra. Arrivati a questo punto dello studio, non è importante stabilire quale fosse la costellazione che i sumeri indicassero, ma piuttosto è fondamentale far comprendere al lettore l’importanza dello studio dell’esperto: a qualunque persona, una prima visione del sigillo darebbe l’idea di un sistema solare (anche a me l’ha data la prima volta). Però già a priori possiamo subito renderci conto di quanto sia improbabile che un fatto del genere possa essere vero: i sumeri avrebbero dovuto avere telescopi potenti quantomeno come i nostri; avrebbero dovuto sapere che non sono il sole e gli altri pianeti a girare attorno alla terra, ma è la terra che gira attorno al sole; di conseguenza a queste cose avrebbero dovuto conoscere un’infinità di leggi fisiche che noi abbiamo scoperto solo negli ultimi 3-4 secoli. O in alternativa fare ipotesi che, anziché risolvere il mistero, portano solo a crearne di nuovi, come l’ipotesi che le informazioni ai sumeri furono passate direttamente dal popolo di Nibiru, gli Anunaki (altra fantasia). Quindi già da questa primissima analisi si può notare quanto lo scenario sia altamente improbabile ancor prima di andare a contattare esperti assoluti in materia; e quando si inceppa in ‘misteri’ come questi sarebbe corretto farsele queste domande prima di correre dietro allo pseudo studioso di turno per sentire la sua opinione a riguardo. Dopodiché se si hanno dei dubbi, dove possibile, si cerca di consultare gli esperti (quelli scientifici…). La prima volta che ho visto questo sigillo, come dicevo, l’impressione avuta è stata davvero quella d’aver di fronte la rappresentazione di un sistema solare; però da appassionato di astronomia ‘sapevo’ perfettamente che la speranza che quel sigillo potesse rappresentare il nostro sistema solare era prossima allo zero assoluto. Ed è bastato consultare un esperto per avere l’inequivocabile conferma.
Per maggiori dettagli vi rimando all’articolo dello studio di Michael Heiser (si ringrazia Enrico Scalas per la segnalazione):
http://www.michaelsheiser.com/va_243%20page.htm
Traduzione italiana: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.120
PS: per contattarmi scrivete a [email protected]