L'11 maggio 2008, Vincenzo Tagliasco ha deciso volontariamente e drammaticamente di abbandonare per sempre il mondo.
Professore ordinario di bioingegneria all'Università di Genova, Tagliasco era nato a Savona nel 1941. Laureatosi in Ingegneria elettronica nel 1965, si perfezionò ad Harvard e al Mit in psicologia della percezione e del controllo motorio. Docente a Genova dall'inizio degli anni Settanta, nel 1984 divenne il primo direttore del DIST, il Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Telematica. Dal 1986 al 1995 lavorò come esperto presso il MURST, l'UE e l'OCSE sulla formulazione di scenari per il futuro. Nel 1996 fu il primo Presidente del Corso di Laurea di Ingegneria Biomedica e insegnò dal 1998 al 2000 presso il Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione a Torino. I suoi principali interessi di ricerca si sono sviluppati nel settore dello studio e la progettazione di esseri artificiali, con particolare riferimento all'intelligenza artificiale. Molteplici i suoi interessi culturali anche al di fuori del settore strettamente professionale.
Ricercatore di fama internazionale e autore di innumerevoli articoli scientifici, si è sempre dedicato con passione alla didattica e alla divulgazione. Tra i suoi libri divulgativi ricordiamo: Dietro le formule, i discorsi della logica e della matematica (1998), Dizionario degli esseri umani fantastici e artificiali (1998), Coscienza e realtà. Una teoria della coscienza per costruttori e studiosi di menti e cervelli (2001), L'esperienza. Perché i neuroni non spiegano tutto (con R. Manzotti) (2008).
Personalmente avevo contattato il prof. Tagliasco nel 1996, quando cercavo di costituire un gruppo ligure del CICAP. Con mia sorpresa il professore si rivelò una persona affabile, gentile e disponibilissima. Nella sua abitazione sul lungomare della cittadina rivierasca, dietro alle vetrate affacciate sul Mar Ligure, chiacchierammo a lungo di scienza e di paranormale. Manifestò un inaspettato entusiasmo e mi raccontò di quando, giovane ricercatore, assistette al VI Congresso Internazionale di Parapsicologia che si svolse a Genova nel 1973 e al quale partecipò anche Uri Geller che allora era celebre in tutto il mondo per i suoi presunti poteri. Rimasi estremamente colpito per la semplicità del professore, per la curiosità e per l'entusiasmo con cui si interessava di tutto. Non so cosa abbia portato il professor Tagliasco al gesto supremo: dalla lettera lasciata ai familiari, sembra che all'origine della sua drammatica decisione ci sia stato anche un atto di protesta verso un mondo che non riusciva più a comprendere e che gli appariva oramai così lontano dai suoi ideali e dai suoi sogni.
In queste circostanze ogni commento apparirebbe puramente retorico e irrispettoso per il dramma umano vissuto. Per questo motivo preferisco dare l'ultimo saluto al professor Tagliasco con i versi di un altro grande genovese prematuramente scomparso, Fabrizio De André: «Signori benpensanti/ spero non vi dispiaccia/ se in cielo, in mezzo ai Santi/ Dio fra le sue braccia/ soffocherà il singhiozzo/ di quelle labbra smorte/ che all'odio e all'ignoranza/ preferirono la morte».
Silvano Fuso
Professore ordinario di bioingegneria all'Università di Genova, Tagliasco era nato a Savona nel 1941. Laureatosi in Ingegneria elettronica nel 1965, si perfezionò ad Harvard e al Mit in psicologia della percezione e del controllo motorio. Docente a Genova dall'inizio degli anni Settanta, nel 1984 divenne il primo direttore del DIST, il Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Telematica. Dal 1986 al 1995 lavorò come esperto presso il MURST, l'UE e l'OCSE sulla formulazione di scenari per il futuro. Nel 1996 fu il primo Presidente del Corso di Laurea di Ingegneria Biomedica e insegnò dal 1998 al 2000 presso il Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione a Torino. I suoi principali interessi di ricerca si sono sviluppati nel settore dello studio e la progettazione di esseri artificiali, con particolare riferimento all'intelligenza artificiale. Molteplici i suoi interessi culturali anche al di fuori del settore strettamente professionale.
Ricercatore di fama internazionale e autore di innumerevoli articoli scientifici, si è sempre dedicato con passione alla didattica e alla divulgazione. Tra i suoi libri divulgativi ricordiamo: Dietro le formule, i discorsi della logica e della matematica (1998), Dizionario degli esseri umani fantastici e artificiali (1998), Coscienza e realtà. Una teoria della coscienza per costruttori e studiosi di menti e cervelli (2001), L'esperienza. Perché i neuroni non spiegano tutto (con R. Manzotti) (2008).
Personalmente avevo contattato il prof. Tagliasco nel 1996, quando cercavo di costituire un gruppo ligure del CICAP. Con mia sorpresa il professore si rivelò una persona affabile, gentile e disponibilissima. Nella sua abitazione sul lungomare della cittadina rivierasca, dietro alle vetrate affacciate sul Mar Ligure, chiacchierammo a lungo di scienza e di paranormale. Manifestò un inaspettato entusiasmo e mi raccontò di quando, giovane ricercatore, assistette al VI Congresso Internazionale di Parapsicologia che si svolse a Genova nel 1973 e al quale partecipò anche Uri Geller che allora era celebre in tutto il mondo per i suoi presunti poteri. Rimasi estremamente colpito per la semplicità del professore, per la curiosità e per l'entusiasmo con cui si interessava di tutto. Non so cosa abbia portato il professor Tagliasco al gesto supremo: dalla lettera lasciata ai familiari, sembra che all'origine della sua drammatica decisione ci sia stato anche un atto di protesta verso un mondo che non riusciva più a comprendere e che gli appariva oramai così lontano dai suoi ideali e dai suoi sogni.
In queste circostanze ogni commento apparirebbe puramente retorico e irrispettoso per il dramma umano vissuto. Per questo motivo preferisco dare l'ultimo saluto al professor Tagliasco con i versi di un altro grande genovese prematuramente scomparso, Fabrizio De André: «Signori benpensanti/ spero non vi dispiaccia/ se in cielo, in mezzo ai Santi/ Dio fra le sue braccia/ soffocherà il singhiozzo/ di quelle labbra smorte/ che all'odio e all'ignoranza/ preferirono la morte».
Silvano Fuso