Tanti presunti "misteri" ci appaiono tali solo perché è convinzione comune che il mondo sia proprio così come ci appare. Se vediamo un cavallo di una certa altezza, un'arancia di colore arancio o la luna bianca e splendente non ci facciamo troppe domande: significa che il cavallo è alto così, che l'arancia ha quel colore e che la luna è bianca. Ce lo dicono i nostri occhi, perché dubitarne? Il fatto è che i nostri occhi, così come gli altri nostri sensi, possono trarci in inganno. Non lo fanno per via di qualche "guasto" nel sistema percettivo (in genere, almeno), o per malizia, ma proprio per come sono costruiti. Il nostro cervello, insomma, non è una macchina che registra i fatti attraverso gli organi di senso e li conserva immutabili nel tempo. Il cervello, in realtà, costruisce il mondo che lo circonda. In presenza di una figura ambigua, per esempio, cerca un significato e sceglie quello più vicino alle nostre esperienze passate. Che non necessariamente è quello giusto. Davanti a una macchia su un muro, c'è chi vede solo un segno dell'umidità e chi, devoto fedele di Padre Pio, vedrà invece un ritratto perfetto del Santo di Pietralcina. Per capire meglio come funziona la nostra percezione visiva si rivela particolarmente felice la lettura de Il colore della luna. Paola Bressan, ricercatrice all'Università di Padova e tante volte collaboratrice di verifiche e sperimentazioni per il CICAP, ha raccolto in questo volume tanta parte dei suoi studi e delle sue ricerche sulla visione. È tutt'altro che un libro specialistico, anzi. Scritto in maniera brillante e scorrevole, Il colore della luna scivola via trattando del sistema visivo, di che cos'è la luce, di come vediamo i colori e i grigi, di come percepiamo la profondità, gli oggetti e il movimento. Il tutto prendendo come spunto fatti di vita quotidiana, in apparenza banali, che troppo spesso diamo per scontati ma che, visti sotto una nuova ottica (è il caso di dirlo), si rivelano sorprendenti. Per darvi un'idea, sappiate che leggendo il libro di Paola Bressan scoprirete, tra altre mille cose, perché le donne usano il rossetto (non da cinquant'anni, ma da cinquemila), perché la frutta acerba è dello stesso colore delle foglie, perché a sei mesi di età eravate molto più bravi a distinguere fra loro le facce delle scimmie di quanto non lo siate ora, perché il mondo non si muove quando muoviamo gli occhi, perché nei film le ruote delle diligenze sembrano girare all'indietro, perché la luna ci appare bianca e luminosa pur essendo grigio scura e perchè il nostro cane non si interessa ai programmi televisivi. Perché non c'è niente di interessante da vedere direte voi? Forse non sbagliate.