Gli orsi impossibili della Groenlandia

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  • 14-11-2022
  • di Sofia Lincos
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Un gruppo familiare di orsi polari composto da una femmina adulta e due cuccioli attraversa il ghiaccio nel sud est della Groenlandia a settembre 2016 © NASA/OMG Mission
Nel giugno scorso, su Science è comparsa una notizia interessante[1]: una nuova sottopopolazione di orsi polari documentata nel sud est della Groenlandia. La loro particolarità è il modo in cui si sono adattati al particolare habitat che li ospita.

Gli orsi polari, infatti, sopravvivono in genere cacciando foche e altri animali sul ghiaccio marino, catturando le prede quando queste emergono dall’acqua per respirare. Riescono così a immagazzinare calorie sufficienti a superare i mesi in cui le lastre di ghiaccio e le risorse alimentari sono più scarse. A causa del riscaldamento globale, tuttavia, gli orsi polari sono in difficoltà: l’aumento delle temperature fa sì che queste “zattere” di ghiaccio galleggianti si formino sempre più tardi in autunno e spariscano prima in primavera, costringendo gli animali a spostarsi sulla terraferma, dove trascorrono lunghi periodi di digiuno.

La popolazione di orsi recentemente studiata, invece, ha già un accesso limitato al ghiaccio marino, presente solo in alcuni mesi (tra febbraio e maggio). Nel resto dell’anno, si sono adattati a cacciare sul ghiaccio d’acqua dolce, quello presente sulla calotta artica e nei cosiddetti “ghiacciai terminali” (cioè quelli che si affacciano sui fiordi della Groenlandia, da cui si distaccano i lastroni che finiscono in mare). Gli animali – qualche centinaio – sopravvivono in una regione remota, ricca di montagne, soggetta a forti nevicate e a condizioni meteorologiche imprevedibili; il periodo che trascorrono sulla terraferma è superiore a quello delle altre popolazioni di orsi (oltre 100 giorni in più rispetto alla capacità di digiuno stimata per la specie).

Per verificare il comportamento di questa sottopopolazione, il team – guidato da Kristin Laidre, ricercatrice polare presso l’Applied Physics Laboratory dell’Università di Washington – ha raccolto trent’anni di dati storici sugli spostamenti e la presenza di orsi lungo la costa orientale della Groenlandia, e ha monitorato gli animali della costa sud orientale per sette anni. Quest’operazione, effettuata in collaborazione con il Greenland Institute of Natural Resources di Nuuk, è stata per lo più effettuata tramite elicotteri.

I ricercatori hanno anche verificato che si tratta di una sottopopolazione geneticamente distinta dagli altri orsi polari: le femmine sono più piccole, e a volte hanno meno cuccioli rispetto ai loro conspecifici. Il loro particolare adattamento a un habitat molto diverso da quello in cui sopravvivono solitamente questi animali è di estremo interesse, alla luce del global warming: suggerisce infatti che i ghiacciai terminali marini potrebbero fungere da “rifugi climatici” per altre popolazioni di orsi polari.

Come ha spiegato Laidre alla CNN: «In un certo senso [...] ci aprono uno sguardo su come potrebbero sopravvivere gli orsi della Groenlandia in scenari climatici futuri. Le condizioni odierne del ghiaccio marino nel sud est della Groenlandia assomigliano a quelle previste per la Groenlandia nord orientale alla fine di questo secolo».

La ricerca è anche interessante per la collaborazione con le popolazioni native della Groenlandia orientale, che vivono grazie alla caccia di sussistenza. I ricercatori hanno avuto da loro diverse informazioni sugli spostamenti e il comportamento degli animali in questione (di cui i cacciatori hanno fornito anche campioni, utilizzati poi per le analisi genetiche). Una metodologia simile a quanto accaduto nei casi di maggior successo con la criptozoologia: l’esperienza delle popolazioni locali ha permesso di individuare nuove specie animali o di estenderne l’areale rispetto a quello individuato in precedenza. Queste conoscenze, purché vagliate e confermate con metodo scientifico, possono essere un’utile fonte di suggerimenti per indirizzare la ricerca zoologica.

Note

1) Kristin Laidre et al., 2022. “Glacial ice supports a distinct and undocumented polar bear subpopulation persisting in late 21st-century sea-ice conditions”, Science. https://tinyurl.com/mr2zzt84 .
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