La serie di telefilm col titolo Medium, ora anche in Italia su Rai3, fu lanciata in America con lo slogan: "C'è davvero una Allison. Davvero". Allison DuBois è il nome della protagonista dei telefilm (interpretata da Patricia Arquette) ed è anche il nome della donna di Phoenix, Arizona, a cui la serie è ispirata.
La vera Allison è nata nel 1972. Come nella fiction, è sposata a un ingegnere aerospaziale ed è madre di tre bambine. La sua carriera di medium iniziò nel 2001 quando si recò a Tucson per incontrare Gary Schwartz, professore di psicologia nella University of Arizona. Schwartz cominciava allora a essere noto per le sperimentazioni con sedute medianiche "di ricerca".[1]Continua tuttora a sperimentare. Si è servito di un gruppo di medium professionisti che giudica eccezionali (alcune donne e un paio di uomini), quelli che con termine sportivo definisce un "dream team", e ritiene di avere ottenuto risultati probanti in condizioni rigorose e di avere quindi dimostrato con metodi scientifici la realtà della sopravvivenza e la possibilità di comunicare con i defunti. La sua frequente presenza sui media gli ha presto dato notorietà negli Stati Uniti. Nel 2002 ha pubblicato un voluminoso resoconto, The Afterlife Experiments, [2] che lo ha reso noto anche all'estero. Assieme alla fama, cresceva il numero delle critiche che gli venivano mosse da parte di chi ha esaminato i suoi metodi e non li ha giudicati validi. [3]
Quel giorno del febbraio 2001, Schwartz ricevette Allison DuBois (che era accompagnata da una medium più anziana) e rimase subito piacevolmente impressionato. Come poi scriverà: "Allison era giovane, vibrante, snella e attraente, con uno smagliante sorriso. Era vestita elegantemente e appariva positiva e intelligente. E tenace".
Allison si presentò come apprendista medium. Diceva che i suoi spiriti guida le avevano suggerito di rivolgersi a Schwartz perché verificasse le sue facoltà. Schwartz la mise subito alla prova. Due giorni prima era morta, quasi novantenne, una sua cara amica, Susy Smith. Senza dirle il nome della defunta, chiese ad Allison se riusciva a mettersi in contatto con lei. Allison, lì per lì, improvvisò una breve seduta medianica (non ha bisogno di cadere in trance). Schwartz fu soddisfatto del risultato. [4]
Quindi Allison entrò nella scuderia delle "medium di ricerca" del laboratorio di Schwartz e negli anni successivi si sottopose a più riprese alle sperimentazioni. Con lusinghieri risultati, secondo Schwartz, che la considerava uno dei migliori elementi del suo "dream team" e arrivò a definirla "il Michael Jordan della medianità". Di una delle sedute più celebrate si può leggere il verbale riportato per esteso sul sito di Schwartz. [5] Fa parte di una serie condotta nei primi mesi del 2004. In gennaio era morto a Londra Montague Keen, noto esponente della SPR inglese. Keen era stato uno strenuo fautore degli studi sulla sopravvivenza. La moglie Veronica condivideva la sua fede spiritista. Entrambi erano amici personali di Schwartz. Durante una conferenza-dibattito sulla telepatia, Keen, che sedeva in prima fila a fianco di Veronica e stava prendendo la parola per replicare a un critico, fu colpito da un attacco cardiaco e morì. La vedova telefonò in seguito a Schwartz per chiedergli di mettere in azione le sue portentose medium per ricevere messaggi dal marito. Schwartz approntò un vasto piano di sedute con quattro delle medium, fra cui Allison. Ritiene di avere dimostrato che Keen ha comunicato dall'aldilà. In particolare vanta il successo della seduta di cui parliamo, l'ultima della serie per Allison. Infatti Allison comunicò una serie di informazioni esatte relative al defunto. Non poteva trattarsi di indovinare a caso né di sfruttare il "cold reading" perché le informazioni erano precise e dettagliate. Schwartz non aveva detto ad Allison il nome del defunto col quale doveva mettersi in contatto. Questo era un esperimento "in cieco", secondo il suo protocollo, ma vedremo che Schwartz ha un'opinione personale su che cosa significhi "cieco".
Per Allison fu un grande successo. Lei stessa si premiò con un giudizio lusinghiero quando, verso la fine della seduta, Schwartz chiese che cosa il defunto pensasse di lei. Rispose che il defunto si riferiva a un "corvo bianco", anche se lei dichiarava di non conoscere il significato di quelle parole ("Non ho mai visto un corvo bianco" disse, e chissà se intendeva essere ironica). Come è ben noto nell'ambiente, l'espressione "corvo bianco" si riferisce a una medium eccezionale, capace di portare evidenza incontrovertibile (la frase fu usata un secolo addietro da William James per la sua medium preferita, Mrs Piper). Schwartz fu contentissimo del giudizio emesso dal defunto Keen e da allora annovera Allison fra i suoi corvi bianchi, che non sono pochi.
Già vediamo come Schwartz sia ben disposto a credere alle medium quando affermano di non conoscere il significato di quanto proferiscono in seduta. L'espressione "corvo bianco" ricorreva spesso nei suoi scritti già pubblicati (per esempio, compariva ben ventitré volte in una sola pagina sul suo sito web). Il significato era evidente dal contesto e veniva anche talvolta riportata la citazione completa della frase originale di James. Eppure ora Schwartz non mette in dubbio che Allison sia all'oscuro del simbolismo. Sentendo la frase pronunciata da Allison (o secondo lui da Keen) si entusiasma e conclude che il fatto che il defunto, richiesto di un giudizio sulla seduta, la classifichi al livello di corvo bianco, mentre la medium "non ha idea di che cosa questo significhi", merita la qualifica di "straordinario".
Vediamo più da vicino queste due sedute per capire se Allison era davvero nella condizione di non sapere chi fossero i defunti coi quali le veniva chiesto di comunicare.
Susy Smith era una giornalista e autrice che abitava a Tucson. Si era dedicata con passione a un lungo apostolato per dimostrare la sopravvivenza. Aveva scritto trenta libri, molti in argomento di medianità. Era medium lei stessa. Era notissima nell'ambiente. Quindi poteva non essere una sconosciuta per una apprendista medium come Allison, tanto più perché questa abitava a Phoenix, non lontano da Tucson e nello stesso stato dell'Arizona.
Negli ultimi anni, la Smith era stata in stretti rapporti con Schwartz. Aveva fondato, nell'ambito del laboratorio di Schwartz presso la University of Arizona, un "Susy Smith Project", ben propagandato nell'ambiente, che doveva servire come archivio di codici segreti allo scopo di fornire una prova assoluta dell'aldilà. [6] Se Allison aveva dato uno sguardo al sito web di Schwartz o alle sue pubblicazioni, aveva incontrato il nome della Smith ed era al corrente dei rapporti fra i due. Fra l'altro, l'ultimo libro della Smith, pubblicato pochi mesi prima, portava un'introduzione e un capitolo conclusivo a firma di Schwartz.
Quindi Allison quel giorno, arrivando a Tucson, poteva già possedere qualche informazione sulla defunta. Poteva anche intuire che la richiesta di Schwartz si riferiva proprio alla Smith? Schwartz afferma che non comunicò ad Allison il nome della Smith, e vogliamo credergli, ma lui stesso riferisce che esordì dicendole: "Due sere fa è morta una persona alla quale ero vicino" e chiedendole se riusciva a mettersi in contatto con lei. Se solo Allison sapeva che la Smith era morta due sere prima, il gioco era fatto. Data la notorietà del personaggio, non è improbabile che la notizia si fosse subito sparsa nell'ambiente. E comunque proprio quel mattino il giornale principale di Tucson (l'"Arizona Daily Star", e forse non solo quello) era uscito con un necrologio della Smith. Schwartz, prudente come suo solito, chiese ad Allison se avesse letto quel giorno lo Star. Lei rispose che no, era appena arrivata da Phoenix e non leggeva mai i giornali di Tucson.
Va anche notato che qui ci basiamo solo su quanto riferito da Schwartz nei suoi scarni resoconti, ma potevano esserci per Allison altre possibilità. Possiamo immaginare, per esempio, che arrivando nell'ufficio di Schwartz, mentre aspettava di essere introdotta, udisse la segretaria che casualmente accennava al fatto che il laboratorio era in lutto per la morte della Smith.
Passiamo al caso di Montague Keen. Il suo nome era ben noto nell'ambiente. Era amico di Schwartz. Nel 2001 era venuto a Tucson e aveva partecipato come consultante a una seduta pubblica con una delle medium, Laurie Campbell. Data la drammaticità delle circostanze della sua morte, la notizia poteva più facilmente circolare. Di certo la notizia era di interesse per molte medium. Infatti la vedova, Veronica, convinta spiritista, si mise subito alla ricerca di qualche medium che potesse stabilire un contatto con Keen. [7] Per parte loro, alcune medium spontaneamente si premuravano di fornirle i messaggi ricevuti dal suo spirito (e qualche messaggio invitava Veronica a sollecitare proprio Schwartz, ciò che lei fece). Era ben prevedibile che, in quell'atmosfera di attesa, Schwartz avrebbe messo all'opera le sue eccezionali medium per permettere all'amico di comunicare. Si aggiunga che Schwartz doveva partecipare in giugno a una riunione commemorativa a Londra, nella stessa sala dove Keen era morto, e intendeva presentare una relazione appunto sulle comunicazioni medianiche ricevute dal suo spirito.
Era sufficiente tutto questo per far intuire ad Allison chi fosse il defunto? Di certo sì, se si aggiunge un dettaglio che sembrerebbe incredibile se non si conoscesse quali sono i metodi Schwartz. Infatti Schwartz non rivelò ad Allison nome e cognome di Montague Keen, ma le disse che doveva tenere una seduta per una vedova che era ansiosa di mettersi in contatto con il marito recentemente scomparso, e le disse che la vedova si chiamava, a chiare lettere, Veronica! Questo è il "cieco" come inteso da Schwartz. Sentendo il nome Veronica, Allison poteva ben pensare a Keen. Comunque, se avesse avuto dei dubbi li avrebbe dissipati iniziando la seduta, giacché Schwartz era presente, le poneva le domande ed esprimeva palesemente approvazione se le risposte erano giuste.
E c'è dell'altro. Quella seduta famosa veniva dopo una serie di diverse sedute, tenute da Allison e da altre medium, tutte nell'ambito del progetto Keen. Il nome Veronica era già stato comunicato ad Allison nel corso delle precedenti sedute, quindi c'era stato il tempo perché lei si informasse. Addirittura, le sedute a un certo punto erano state fatte mettendo le varie medium in contatto telefonico con Veronica che era a Londra, e lasciando che ai due capi del telefono si svolgesse liberamente la conversazione. Poteva Schwartz non accorgersi del rischio per la validità dei risultati? Se ne accorgesse o no, la sua caratteristica è di essere sicuro della buona fede delle sue medium, ed è quanto gli basta. [8]
Naturalmente non stiamo insinuando che Allison, per il caso della Smith come per quello di Keen, avesse capito quale fosse l'identità dei defunti e fosse già in possesso delle informazioni da far passare in seduta. Semplicemente, ci sentiamo di affermare che le condizioni, quali approntate da Schwartz, non erano tali da poterlo escludere. Non neghiamo che Allison possieda doti medianiche, ma quelle doti, se le ha, rischiano di rimanere incomprese finché a darne la dimostrazione scientifica c'è uno scienziato con la mentalità di Schwartz. [9]
Un giorno Schwartz ricevette una telefonata da una casa di produzione televisiva che cercava delle medium per una sorta di reality show. Schwartz diede il nome di Allison. Lei andò per un provino ma quella trasmissione non fu poi realizzata. Però qualcuno dei produttori la notò e in seguito prese contatto con lei per dirle che intendeva mettere in cantiere una serie di telefilm ispirati alla sua figura. Allison fu scritturata come consulente. Allora annunciò sul suo sito (verso la fine del 2003) la prossima uscita di un libro autobiografico col titolo Don't Kiss Them Goodbye ("Non ditegli addio"). Schwartz le scrisse una prefazione per il libro, estremamente elogiativa, che Allison mise subito sul suo sito, ancor prima che il libro uscisse. [10] A quel punto Allison lavorava come medium professionista per clienti a pagamento e mettendo in mostra le lodi di Schwartz poteva farsi una buona pubblicità. Il libro fu stampato solo nel novembre 2004 (forse in una edizione privata).
Il primo episodio della serie televisiva andò in onda sulla rete NBC all'inizio di gennaio 2005. Fu subito un grande successo di pubblico. Fin dalle prime settimane, Allison fu richiestissima per interviste sui media. Divenne di colpo una celebrità. Rispondendo alle interviste, raccontava dei due aspetti della sua attività. Da un lato teneva sedute medianiche a pagamento per clienti privati (anche per telefono ed email), mettendoli in contatto con i loro morti e inoltre prevedendo il futuro. Dall'altro, a suo dire, collaborava gratuitamente con la polizia e i magistrati per ritrovare persone scomparse e per risolvere casi di omicidio. Su questo secondo aspetto della sua attività, per quella che chiama una doverosa riservatezza, non fornisce esempi concreti di casi da lei risolti. Di fatto non si conosce alcuno specifico caso di cronaca poliziesca per il quale lei possa vantare di aver dato un contributo alla soluzione (benché proprio su simili casi giallo-paranormali si basino gli episodi televisivi). [11]
Ora Allison trovò un grosso editore che le pubblicò il libro in una nuova edizione in marzo. Nei mesi successivi sono uscite altre edizioni (e una traduzione in spagnolo) e ora sta per uscire un secondo libro, We Are Their Heaven ("Siamo noi il loro paradiso"), mentre un terzo è già annunciato.
Il successo televisivo perdurava e dopo la prima serie di sedici episodi venne in fretta realizzata una seconda serie di altri 22 episodi, in onda in America dall'autunno 2005. Intanto la prima serie veniva diffusa anche all'estero, dapprima in altri paesi di lingua inglese, poi doppiata, per cominciare, in almeno quattro altre lingue. Insomma Allison sta godendo di una fama internazionale. La brava attrice, Patricia Arquette, per questo ruolo ha vinto un premio Emmy. Il giorno della premiazione, in settembre, anche Allison era a Los Angeles e posò per i fotografi insieme alla Arquette.
A sua volta Schwartz dovette pensare di sfruttare il successo televisivo di Allison e uscì in ottobre con un libro dal titolo The Truth about "Medium" ("La verità su 'Medium'", dove questa parola è da intendere come il titolo della serie televisiva). È pieno di elogi per le straordinarie facoltà di Allison (fra l'altro, un capitolo è dedicato al caso Keen di cui abbiamo detto). Per motivi che non sono chiari, ma sembrano essere piuttosto terreni, Allison non ha gradito l'iniziativa di Schwartz e anzi lo ha attaccato pubblicamente e pesantemente. La rottura è stata completa. Allison ha abbandonato l'attività di ricerca per il laboratorio di Tucson. In una nuova edizione del suo libro, pubblicata in novembre, ha eliminato la prefazione di Schwartz, cancellata anche dal sito web (dove è sparita pure una fotografia che la ritraeva assieme a lui). Non sappiamo se a questo punto Schwartz abbia visto il suo corvo annerirsi.
Sul sito di Allison era prima indicato un suo indirizzo email a cui chiedere un appuntamento per una seduta medianica. Da quando è diventata famosa, c'è scritto di non richiedere appuntamenti perché non ha tempo. Sembra che la sua agenda sia già prenotata su un arco di anni. Però invita a rivolgersi ad altre medium di cui fa il nome e per le quali garantisce. In particolare raccomanda la sua amica che già conosciamo, Laurie Campbell. Andando allora sul sito della Campbell, si trova che una seduta medianica (solo per telefono), della durata di un'ora, costa 350 dollari. C'è anche l'avviso che in questo periodo l'attesa è di almeno sette mesi, tante sono le richieste. [12]
Anche la Campbell ha abbandonato Schwartz. Non ha cessato di prestarsi per sperimentazioni a fini di ricerca e ora collabora con l'Istituto intitolato a John Mack. [13] Il suo attuale direttore di ricerca ha un nome che non ci è nuovo. Si tratta di Joe DuBois, il marito di Allison. La Campbell dice che Joe si avvale della sua formazione scientifica e inoltre, per la contiguità con Allison, mette a frutto "gli anni di esperienza nell'osservare i molti aspetti della genuina medianità". Insomma quella dei DuBois sta diventando un'impresa di famiglia. Quanto alle bambine, Allison ha già fatto sapere che tutte e tre sono fornite di doti medianiche. Avranno un avvenire assicurato?
Gian Marco Rinaldi, [email protected]
La vera Allison è nata nel 1972. Come nella fiction, è sposata a un ingegnere aerospaziale ed è madre di tre bambine. La sua carriera di medium iniziò nel 2001 quando si recò a Tucson per incontrare Gary Schwartz, professore di psicologia nella University of Arizona. Schwartz cominciava allora a essere noto per le sperimentazioni con sedute medianiche "di ricerca".[1]Continua tuttora a sperimentare. Si è servito di un gruppo di medium professionisti che giudica eccezionali (alcune donne e un paio di uomini), quelli che con termine sportivo definisce un "dream team", e ritiene di avere ottenuto risultati probanti in condizioni rigorose e di avere quindi dimostrato con metodi scientifici la realtà della sopravvivenza e la possibilità di comunicare con i defunti. La sua frequente presenza sui media gli ha presto dato notorietà negli Stati Uniti. Nel 2002 ha pubblicato un voluminoso resoconto, The Afterlife Experiments, [2] che lo ha reso noto anche all'estero. Assieme alla fama, cresceva il numero delle critiche che gli venivano mosse da parte di chi ha esaminato i suoi metodi e non li ha giudicati validi. [3]
Il corvo bianco
Quel giorno del febbraio 2001, Schwartz ricevette Allison DuBois (che era accompagnata da una medium più anziana) e rimase subito piacevolmente impressionato. Come poi scriverà: "Allison era giovane, vibrante, snella e attraente, con uno smagliante sorriso. Era vestita elegantemente e appariva positiva e intelligente. E tenace".
Allison si presentò come apprendista medium. Diceva che i suoi spiriti guida le avevano suggerito di rivolgersi a Schwartz perché verificasse le sue facoltà. Schwartz la mise subito alla prova. Due giorni prima era morta, quasi novantenne, una sua cara amica, Susy Smith. Senza dirle il nome della defunta, chiese ad Allison se riusciva a mettersi in contatto con lei. Allison, lì per lì, improvvisò una breve seduta medianica (non ha bisogno di cadere in trance). Schwartz fu soddisfatto del risultato. [4]
Quindi Allison entrò nella scuderia delle "medium di ricerca" del laboratorio di Schwartz e negli anni successivi si sottopose a più riprese alle sperimentazioni. Con lusinghieri risultati, secondo Schwartz, che la considerava uno dei migliori elementi del suo "dream team" e arrivò a definirla "il Michael Jordan della medianità". Di una delle sedute più celebrate si può leggere il verbale riportato per esteso sul sito di Schwartz. [5] Fa parte di una serie condotta nei primi mesi del 2004. In gennaio era morto a Londra Montague Keen, noto esponente della SPR inglese. Keen era stato uno strenuo fautore degli studi sulla sopravvivenza. La moglie Veronica condivideva la sua fede spiritista. Entrambi erano amici personali di Schwartz. Durante una conferenza-dibattito sulla telepatia, Keen, che sedeva in prima fila a fianco di Veronica e stava prendendo la parola per replicare a un critico, fu colpito da un attacco cardiaco e morì. La vedova telefonò in seguito a Schwartz per chiedergli di mettere in azione le sue portentose medium per ricevere messaggi dal marito. Schwartz approntò un vasto piano di sedute con quattro delle medium, fra cui Allison. Ritiene di avere dimostrato che Keen ha comunicato dall'aldilà. In particolare vanta il successo della seduta di cui parliamo, l'ultima della serie per Allison. Infatti Allison comunicò una serie di informazioni esatte relative al defunto. Non poteva trattarsi di indovinare a caso né di sfruttare il "cold reading" perché le informazioni erano precise e dettagliate. Schwartz non aveva detto ad Allison il nome del defunto col quale doveva mettersi in contatto. Questo era un esperimento "in cieco", secondo il suo protocollo, ma vedremo che Schwartz ha un'opinione personale su che cosa significhi "cieco".
Per Allison fu un grande successo. Lei stessa si premiò con un giudizio lusinghiero quando, verso la fine della seduta, Schwartz chiese che cosa il defunto pensasse di lei. Rispose che il defunto si riferiva a un "corvo bianco", anche se lei dichiarava di non conoscere il significato di quelle parole ("Non ho mai visto un corvo bianco" disse, e chissà se intendeva essere ironica). Come è ben noto nell'ambiente, l'espressione "corvo bianco" si riferisce a una medium eccezionale, capace di portare evidenza incontrovertibile (la frase fu usata un secolo addietro da William James per la sua medium preferita, Mrs Piper). Schwartz fu contentissimo del giudizio emesso dal defunto Keen e da allora annovera Allison fra i suoi corvi bianchi, che non sono pochi.
Già vediamo come Schwartz sia ben disposto a credere alle medium quando affermano di non conoscere il significato di quanto proferiscono in seduta. L'espressione "corvo bianco" ricorreva spesso nei suoi scritti già pubblicati (per esempio, compariva ben ventitré volte in una sola pagina sul suo sito web). Il significato era evidente dal contesto e veniva anche talvolta riportata la citazione completa della frase originale di James. Eppure ora Schwartz non mette in dubbio che Allison sia all'oscuro del simbolismo. Sentendo la frase pronunciata da Allison (o secondo lui da Keen) si entusiasma e conclude che il fatto che il defunto, richiesto di un giudizio sulla seduta, la classifichi al livello di corvo bianco, mentre la medium "non ha idea di che cosa questo significhi", merita la qualifica di "straordinario".
Davvero in cieco?
Vediamo più da vicino queste due sedute per capire se Allison era davvero nella condizione di non sapere chi fossero i defunti coi quali le veniva chiesto di comunicare.
Susy Smith era una giornalista e autrice che abitava a Tucson. Si era dedicata con passione a un lungo apostolato per dimostrare la sopravvivenza. Aveva scritto trenta libri, molti in argomento di medianità. Era medium lei stessa. Era notissima nell'ambiente. Quindi poteva non essere una sconosciuta per una apprendista medium come Allison, tanto più perché questa abitava a Phoenix, non lontano da Tucson e nello stesso stato dell'Arizona.
Negli ultimi anni, la Smith era stata in stretti rapporti con Schwartz. Aveva fondato, nell'ambito del laboratorio di Schwartz presso la University of Arizona, un "Susy Smith Project", ben propagandato nell'ambiente, che doveva servire come archivio di codici segreti allo scopo di fornire una prova assoluta dell'aldilà. [6] Se Allison aveva dato uno sguardo al sito web di Schwartz o alle sue pubblicazioni, aveva incontrato il nome della Smith ed era al corrente dei rapporti fra i due. Fra l'altro, l'ultimo libro della Smith, pubblicato pochi mesi prima, portava un'introduzione e un capitolo conclusivo a firma di Schwartz.
Quindi Allison quel giorno, arrivando a Tucson, poteva già possedere qualche informazione sulla defunta. Poteva anche intuire che la richiesta di Schwartz si riferiva proprio alla Smith? Schwartz afferma che non comunicò ad Allison il nome della Smith, e vogliamo credergli, ma lui stesso riferisce che esordì dicendole: "Due sere fa è morta una persona alla quale ero vicino" e chiedendole se riusciva a mettersi in contatto con lei. Se solo Allison sapeva che la Smith era morta due sere prima, il gioco era fatto. Data la notorietà del personaggio, non è improbabile che la notizia si fosse subito sparsa nell'ambiente. E comunque proprio quel mattino il giornale principale di Tucson (l'"Arizona Daily Star", e forse non solo quello) era uscito con un necrologio della Smith. Schwartz, prudente come suo solito, chiese ad Allison se avesse letto quel giorno lo Star. Lei rispose che no, era appena arrivata da Phoenix e non leggeva mai i giornali di Tucson.
Va anche notato che qui ci basiamo solo su quanto riferito da Schwartz nei suoi scarni resoconti, ma potevano esserci per Allison altre possibilità. Possiamo immaginare, per esempio, che arrivando nell'ufficio di Schwartz, mentre aspettava di essere introdotta, udisse la segretaria che casualmente accennava al fatto che il laboratorio era in lutto per la morte della Smith.
Passiamo al caso di Montague Keen. Il suo nome era ben noto nell'ambiente. Era amico di Schwartz. Nel 2001 era venuto a Tucson e aveva partecipato come consultante a una seduta pubblica con una delle medium, Laurie Campbell. Data la drammaticità delle circostanze della sua morte, la notizia poteva più facilmente circolare. Di certo la notizia era di interesse per molte medium. Infatti la vedova, Veronica, convinta spiritista, si mise subito alla ricerca di qualche medium che potesse stabilire un contatto con Keen. [7] Per parte loro, alcune medium spontaneamente si premuravano di fornirle i messaggi ricevuti dal suo spirito (e qualche messaggio invitava Veronica a sollecitare proprio Schwartz, ciò che lei fece). Era ben prevedibile che, in quell'atmosfera di attesa, Schwartz avrebbe messo all'opera le sue eccezionali medium per permettere all'amico di comunicare. Si aggiunga che Schwartz doveva partecipare in giugno a una riunione commemorativa a Londra, nella stessa sala dove Keen era morto, e intendeva presentare una relazione appunto sulle comunicazioni medianiche ricevute dal suo spirito.
Era sufficiente tutto questo per far intuire ad Allison chi fosse il defunto? Di certo sì, se si aggiunge un dettaglio che sembrerebbe incredibile se non si conoscesse quali sono i metodi Schwartz. Infatti Schwartz non rivelò ad Allison nome e cognome di Montague Keen, ma le disse che doveva tenere una seduta per una vedova che era ansiosa di mettersi in contatto con il marito recentemente scomparso, e le disse che la vedova si chiamava, a chiare lettere, Veronica! Questo è il "cieco" come inteso da Schwartz. Sentendo il nome Veronica, Allison poteva ben pensare a Keen. Comunque, se avesse avuto dei dubbi li avrebbe dissipati iniziando la seduta, giacché Schwartz era presente, le poneva le domande ed esprimeva palesemente approvazione se le risposte erano giuste.
E c'è dell'altro. Quella seduta famosa veniva dopo una serie di diverse sedute, tenute da Allison e da altre medium, tutte nell'ambito del progetto Keen. Il nome Veronica era già stato comunicato ad Allison nel corso delle precedenti sedute, quindi c'era stato il tempo perché lei si informasse. Addirittura, le sedute a un certo punto erano state fatte mettendo le varie medium in contatto telefonico con Veronica che era a Londra, e lasciando che ai due capi del telefono si svolgesse liberamente la conversazione. Poteva Schwartz non accorgersi del rischio per la validità dei risultati? Se ne accorgesse o no, la sua caratteristica è di essere sicuro della buona fede delle sue medium, ed è quanto gli basta. [8]
Naturalmente non stiamo insinuando che Allison, per il caso della Smith come per quello di Keen, avesse capito quale fosse l'identità dei defunti e fosse già in possesso delle informazioni da far passare in seduta. Semplicemente, ci sentiamo di affermare che le condizioni, quali approntate da Schwartz, non erano tali da poterlo escludere. Non neghiamo che Allison possieda doti medianiche, ma quelle doti, se le ha, rischiano di rimanere incomprese finché a darne la dimostrazione scientifica c'è uno scienziato con la mentalità di Schwartz. [9]
Il successo televisivo
Un giorno Schwartz ricevette una telefonata da una casa di produzione televisiva che cercava delle medium per una sorta di reality show. Schwartz diede il nome di Allison. Lei andò per un provino ma quella trasmissione non fu poi realizzata. Però qualcuno dei produttori la notò e in seguito prese contatto con lei per dirle che intendeva mettere in cantiere una serie di telefilm ispirati alla sua figura. Allison fu scritturata come consulente. Allora annunciò sul suo sito (verso la fine del 2003) la prossima uscita di un libro autobiografico col titolo Don't Kiss Them Goodbye ("Non ditegli addio"). Schwartz le scrisse una prefazione per il libro, estremamente elogiativa, che Allison mise subito sul suo sito, ancor prima che il libro uscisse. [10] A quel punto Allison lavorava come medium professionista per clienti a pagamento e mettendo in mostra le lodi di Schwartz poteva farsi una buona pubblicità. Il libro fu stampato solo nel novembre 2004 (forse in una edizione privata).
Il primo episodio della serie televisiva andò in onda sulla rete NBC all'inizio di gennaio 2005. Fu subito un grande successo di pubblico. Fin dalle prime settimane, Allison fu richiestissima per interviste sui media. Divenne di colpo una celebrità. Rispondendo alle interviste, raccontava dei due aspetti della sua attività. Da un lato teneva sedute medianiche a pagamento per clienti privati (anche per telefono ed email), mettendoli in contatto con i loro morti e inoltre prevedendo il futuro. Dall'altro, a suo dire, collaborava gratuitamente con la polizia e i magistrati per ritrovare persone scomparse e per risolvere casi di omicidio. Su questo secondo aspetto della sua attività, per quella che chiama una doverosa riservatezza, non fornisce esempi concreti di casi da lei risolti. Di fatto non si conosce alcuno specifico caso di cronaca poliziesca per il quale lei possa vantare di aver dato un contributo alla soluzione (benché proprio su simili casi giallo-paranormali si basino gli episodi televisivi). [11]
Ora Allison trovò un grosso editore che le pubblicò il libro in una nuova edizione in marzo. Nei mesi successivi sono uscite altre edizioni (e una traduzione in spagnolo) e ora sta per uscire un secondo libro, We Are Their Heaven ("Siamo noi il loro paradiso"), mentre un terzo è già annunciato.
Il successo televisivo perdurava e dopo la prima serie di sedici episodi venne in fretta realizzata una seconda serie di altri 22 episodi, in onda in America dall'autunno 2005. Intanto la prima serie veniva diffusa anche all'estero, dapprima in altri paesi di lingua inglese, poi doppiata, per cominciare, in almeno quattro altre lingue. Insomma Allison sta godendo di una fama internazionale. La brava attrice, Patricia Arquette, per questo ruolo ha vinto un premio Emmy. Il giorno della premiazione, in settembre, anche Allison era a Los Angeles e posò per i fotografi insieme alla Arquette.
A sua volta Schwartz dovette pensare di sfruttare il successo televisivo di Allison e uscì in ottobre con un libro dal titolo The Truth about "Medium" ("La verità su 'Medium'", dove questa parola è da intendere come il titolo della serie televisiva). È pieno di elogi per le straordinarie facoltà di Allison (fra l'altro, un capitolo è dedicato al caso Keen di cui abbiamo detto). Per motivi che non sono chiari, ma sembrano essere piuttosto terreni, Allison non ha gradito l'iniziativa di Schwartz e anzi lo ha attaccato pubblicamente e pesantemente. La rottura è stata completa. Allison ha abbandonato l'attività di ricerca per il laboratorio di Tucson. In una nuova edizione del suo libro, pubblicata in novembre, ha eliminato la prefazione di Schwartz, cancellata anche dal sito web (dove è sparita pure una fotografia che la ritraeva assieme a lui). Non sappiamo se a questo punto Schwartz abbia visto il suo corvo annerirsi.
Sul sito di Allison era prima indicato un suo indirizzo email a cui chiedere un appuntamento per una seduta medianica. Da quando è diventata famosa, c'è scritto di non richiedere appuntamenti perché non ha tempo. Sembra che la sua agenda sia già prenotata su un arco di anni. Però invita a rivolgersi ad altre medium di cui fa il nome e per le quali garantisce. In particolare raccomanda la sua amica che già conosciamo, Laurie Campbell. Andando allora sul sito della Campbell, si trova che una seduta medianica (solo per telefono), della durata di un'ora, costa 350 dollari. C'è anche l'avviso che in questo periodo l'attesa è di almeno sette mesi, tante sono le richieste. [12]
Anche la Campbell ha abbandonato Schwartz. Non ha cessato di prestarsi per sperimentazioni a fini di ricerca e ora collabora con l'Istituto intitolato a John Mack. [13] Il suo attuale direttore di ricerca ha un nome che non ci è nuovo. Si tratta di Joe DuBois, il marito di Allison. La Campbell dice che Joe si avvale della sua formazione scientifica e inoltre, per la contiguità con Allison, mette a frutto "gli anni di esperienza nell'osservare i molti aspetti della genuina medianità". Insomma quella dei DuBois sta diventando un'impresa di famiglia. Quanto alle bambine, Allison ha già fatto sapere che tutte e tre sono fornite di doti medianiche. Avranno un avvenire assicurato?
Gian Marco Rinaldi, [email protected]
Note
1) Schwartz, oggi sulla sessantina, aveva percorso una distinta carriera accademica come psicologo quando all'improvviso, nel 1993, fu attratto dal problema della sopravvivenza. Quell'anno incontrò una collega, Linda Russek, che era affranta per la morte del padre. Lo stesso Schwartz racconta che una notte lei gli chiese: "Pensi che sia possibile che mio padre sia ancora vivo?" Lui non ha più smesso di pensarci. La Russek divenne poi sua moglie per qualche anno (fino al divorzio) e collaborò con lui nelle ricerche. Schwartz è attratto anche da vari altri argomenti insoliti per un accademico. Conduce sperimentazioni nel campo delle medicine alternative. Cerca il modo di spiegare il funzionamento dell'omeopatia. All'occasione non disdegna l'ufologia. Formula singolari teorie sulla natura della vita e della coscienza, sull'evoluzione dell'universo e perfino sull'evoluzione di Dio. Ora sta per uscire con un libro intitolato The GOD Experiments. Quel "GOD", scritto in maiuscole, è un acronimo inventato da Schwartz e non è casuale che coincida con la parola inglese per "Dio": sta per "Grand Organizing Designer". Il sottotitolo è esplicito: "Come la scienza sta scoprendo Dio in tutte le cose, noi compresi". Insomma a Schwartz piace pensare in grande.
2) Uscito anche in Italia: Esperimenti sull'aldilà (Mondadori, 2003).
3) Un compendio delle critiche, con rimandi a bibliografia sul web, è presentato da Andrea Albini sul n. 51 di S&P, p. 80.
4) Già il giorno prima, Schwartz aveva chiesto a una delle sue medium, la californiana Laurie Campbell, di mettersi in contatto con la Smith. La Campbell diede un lungo responso, per telefono da casa, che era ricco, più di quello breve di Allison, di informazioni sulla Smith, tutte esatte. Schwartz dichiara che alla Campbell non venne detto il nome della defunta con cui doveva mettersi in contatto. Non possiamo sapere come andarono le cose, ma va notato che la Campbell era amica della Smith e quindi aveva probabilmente ricevuto per tempo la notizia della sua morte. Forse, ricevendo la telefonata da Tucson che le chiedeva una urgente seduta medianica, può avere intuito che si trattava di una seduta per la Smith, anche se non le fu detto esplicitamente il nome.
5) Vedere www.veritas.arizona.edu/survivaldetails.htm . Allison è indicata come "MY" (Medium Y).
6) Nelle intenzioni della Smith, se una persona, in vita, vuole collaborare al progetto deve inserire una frase segreta nel computer custodito a Tucson. Una volta morta, se ancora vorrà collaborare, comunicherà il codice per via medianica a qualcuno nell'aldiquà. Inserendolo di nuovo nel computer, si accerterebbe la corrispondenza. La Smith fu la prima a depositare il suo codice, ma né Allison né alcuna altra medium è riuscita a indovinarlo.
7) A quanto si dice, la Keen è convinta di essere sempre in contatto con il marito. Tiene regolari sedute con varie medium. Avverte la sua presenza, ha udito la sua voce, ha visto il suo fantasma, si è sentita abbracciare da lui. A casa sua nella stanza che fu lo studio del marito, rimasta come quando lui era in vita, Veronica dice di sentire il rumore della sedia del suo tavolo che si muove.
8) Possiamo citare un altro esempio, per la stessa seduta, per mostrare come Schwartz sia disposto a credere che la medium sia sempre all'oscuro delle informazioni che fa arrivare dall'aldilà. A un certo punto Allison fa riferimento a un episodio risalente al 2001 quando Keen, in visita a Tucson, aveva partecipato come consultante a una seduta con la medium Campbell. Schwartz afferma che Allison non era a conoscenza di quell'episodio. Come può esserne sicuro? Forse quella seduta di tre anni prima si era svolta nella massima segretezza? Vediamo. La seduta si svolse in una sala gremita di persone, nel corso di una sorta di festival medianico durato due giorni. Schwartz intendeva dare risonanza pubblica, con grande fanfara, ai risultati fino ad allora ottenuti. La seduta in questione veniva fatta a scopo dimostrativo a beneficio di tutta la platea. Erano presenti diverse altre medium. Forse non era presente Allison, che era entrata in contatto con Schwartz solo un mese prima, ma di certo le poteva giungere qualche notizia. Inoltre la Campbell divenne amica di Allison e nel corso di tre anni può averle riferito di quella seduta.
9) Allison è stata sperimentata una sola volta, che si sappia, in un ambiente diverso da quello di Tucson. Emily Williams Kelly, una parapsicologa tutt'altro che scettica, ha condotto prove con lei presso l'Università della Virginia ma non ha dichiarato risultati significativi.
10) Ecco qualche frase dalla prefazione di Schwartz. "Nel mio ruolo di scienziato che si basa sull'evidenza e indaga sulla possibilità della sopravvivenza della coscienza, testimonio che Allison ha fatto cose di cui avrei pensato, fino a solo pochi anni fa, che dovessero essere impossibili. Allison consegue l'apparentemente impossibile con tale grazia, facilità, gentilezza e comprensione da far nascere il sorriso sul volto e la gioia nel cuore... Possa questo libro ispirare le vostre speranze e i vostri sogni come ha ispirato i miei. Allison, ti ringraziamo per questo dono dei doni."
11) Inizialmente sul sito della NBC, nelle pagine di presentazione della serie, erano indicati due specifici uffici di polizia per i quali Allison avrebbe collaborato. Ma poi qualcuno indagò interpellando quegli uffici e i funzionari negarono di aver mai avuto a che fare con lei. Presto sul sito della NBC quei riferimenti vennero cancellati.
12) Non è una tariffa esagerata. In America è normale che una medium di una certa fama richieda somme di 200-300 dollari all'ora. Forse la più cara è una medium là famosissima, Sylvia Browne, che sul suo sito indica una tariffa di 700 dollari per una seduta di 20-30 minuti.
13) In America questo Mack faceva il paio con Schwartz, come esempio di persona con alti gradi accademici (professore alla Harvard e premio Pulitzer) che a un certo punto della sua carriera ha abbracciato tesi a dir poco strane, nel suo caso a proposito di ufo e di rapimenti alieni. Mack è morto nel 2004 a Londra, investito da un'auto mentre rientrava a piedi alla casa che lo ospitava, quella di Veronica Keen.