Il secolo degli ectoplasmi

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La medium Helen Duncan con un presunto ectoplasma
In epoca vittoriana le sedute spiritiche erano di gran moda. Nel 1848, in America le sorelle Fox erano diventate famose perché sembravano in grado di comunicare con i defunti, e avevano dato origine al movimento inarrestabile dello spiritismo, che si era presto diffuso anche in Europa e investiva tutte le classi sociali.

Nel giornale L’Illustration del 14 maggio 1853 si leggeva: «Tutta l’Europa, cosa dico, l’Europa? Tutto il mondo ha oggi lo spirito disturbato da una esperienza che consiste in farsi muovere dei tavoli. Galileo fece meno rumore quando provò che era infatti la Terra che girava intorno al Sole».

Tre le forme di intrattenimento più diffuse vi erano degli “spettacoli” durante i quali gli spiriti venivano contattati da medium e si facevano dimostrazioni di fenomeni paranormali per il divertimento degli spettatori presenti.

Con la Prima e la Seconda guerra mondiale il fenomeno ebbe nuova diffusione: molte persone disperate si aggrappavano a qualunque possibilità pur di poter sentire un’ultima parola dai propri cari defunti. Non mancarono, però, anche gli scettici alla ricerca di prove adeguate, come per esempio il mago Houdini che smascherò tutti i sensitivi con cui entrò in contatto.

I medium, dunque, erano sempre alla ricerca di nuovi effetti per stupire il pubblico e soprattutto per convincere le “persone di scienza”, a legittimare, con la loro autorevolezza, i poteri che asserivano di avere. Nacquero così gli ectoplasmi, dal greco antico ἐκτός (ektòs, fuori) e πλάσμα (plasma, lett. ciò che ha forma). Se si cerca “ectoplasma” sul vocabolario[1] il primo significato è: «In zoologia, lo strato corticale o periferico del ci-toplasma cellulare dei protozoi rizopodi, privo di granulazioni, ialino e trasparente, limitato all’esterno dalla membrana cellulare». Il termine, infatti, fu adottato per la prima volta da Ernst Haeckel nel 1873 per indicare lo strato esterno e più denso del citoplasma cellulare. Solo in seguito, il premio Nobel Charles Richet lo utilizzò in ambito parapsicologico per indicare una sostanza di natura sconosciuta, che usciva dal corpo di alcuni medium in stato di trance, e che venne interpretata come una manifestazione fisica dell’energia degli spiriti, un tramite tra gli spiriti e la vita terrena.

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Un presunto ectoplasma che ricorda molto la pasta per la pizza
La sostanza di cui è composto l’ectoplasma viene generalmente descritta come «viscida, morbida o solida, fluida o vaporosa, fredda ma asciutta al tatto. Spesso sarebbe di colore biancastro, a volte con sfumature verdastre e fosfo-rescenti. Avrebbe inoltre un odore peculiare, da alcuni associato all’ozono»[2].

I resoconti di chi ne ha visto uno, infatti, sono assolutamente vari. Nel 1904, Richet vide un ectoplasma sorgere dal pavimento e lo descrisse così: «...dapprima fu solo una macchia bianca, opaca, della grandezza di un fazzoletto, che poi assunse rapidamente la forma di una testa umana al livello del pavimento. Poco dopo, poi, si alzò assumendo le sembianze di un uomo basso avvolto in un burnus bianco che fece pochi passi in avanti e poi affondò nel pavimento scomparendo come inghiottito da una botola. Ma non vi erano botole...».

La natura degli ectoplasmi era considerata dai più insondabile, a causa della sua «riluttanza e docilità». Infatti, si credeva che gli ectoplasmi sfuggissero a chiunque tentasse di stabilirne i caratteri definitivi e, allo stesso tempo, assumessero la consistenza o forma che le persone si aspettavano. Per esempio, quando la giornalista Felicia Scatchert[3], durante una seduta con la medium Eva Carrière, desiderò pesare l’ectoplasma da lei prodotto, questo andò spontaneamente a posarsi sulla bilancia che era stata preparata. Si registrò un peso minimo, che non aveva nessun significato, trattandosi di una sostanza che sembrava poter fluttuare nell’aria e che quindi, si disse, esercitava sul piatto della bilancia una semplice pressione pur di accontentare la giornalista.

Ovviamente non era possibile toccare un ectoplasma, in quanto ciò era ritenuto pericolosissimo per l’incolumità del medium: tentare di ghermire la sostanza o di prelevarne repentinamente una parte poteva provocarne addirittura la morte.
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Ancora la medium Helen Duncan con un presunto fantasma materializzato di nome “Peggy”. È evidente che si tratta di una maschera di cartapesta o terracotta avvolta da un lenzuolo
La già citata Eva Carrière[4], nota anche semplicemente come Eva C., fu una delle medium più famose per la produzione di ectoplasmi. Questi iniziarono a manifestarsi quando si tra-sferì a Parigi nel 1908 e fuoriuscivano da varie parti del suo corpo, anche se generalmente gli spettatori non potevano vederli direttamente perché comparivano addosso alla medium mentre era nascosta nel gabinetto medianico, chiuso da una tenda.

Il barone Schrenck-Notzing, psichiatra forense che aveva indagato anche su Eusapia Palladino, per mettersi al riparo da possibili frodi perquisì accuratamente sia il gabinetto medianico che la medium, ispezionandone ogni orifizio. Col tempo, questa perquisizione fu portata da Eva C. all’estremo. Spesso, durante una seduta, era proprio la sensitiva a togliersi calze e biancheria chiedendo una perquisizione ginecologica, sebbene nessuno l’avesse richiesta. Addirittura, arrivò a tenere le sedute completamente nuda, cosa che sembrava darle un certo piacere, soprattutto quando richiedeva le attenzioni di Juliette Bisson, la donna con cui viveva a Parigi e che fungeva da commentatrice/ipnotizzatrice.

Anche Sir Arthur Conan Doyle assistette a molte sue sedute e si dimostrò sicuro che la donna non usasse alcun tipo di trucco, al contrario del suo amico Harry Houdini, che, dopo aver partecipato a otto sedute, riteneva senza ombra di dubbio che fossero truccate.

I primi ectoplasmi prodotti da Eva C. sembravano fatti ora di tela o garza, ora di gomma. Houdini ipotizzò che la medium facesse uso della pratica della rigurgitazione, che consisteva nell’ingoiare un velo o una garza e trattenerlo nello stomaco, dove nessuna perquisizione avrebbe potuto trovarlo, per poi rigurgitarlo durante la seduta. Mentre Eva era chiusa nel gabinetto medianico, Juliette Bisson chiedeva ai presenti di cantare. Alcuni, più scettici, ipotizzarono che i canti servissero proprio a coprire i rumori della rigurgitazione, anche se, probabilmente, quando la produzione di ectoplasmi avveniva dietro una tenda non era nemmeno necessario ricorrere a una pratica così spiacevole. Tuttavia, in molti, tra cui appunto anche Houdini, ritenevano che quanto visto durante le sedute, dopo due o tre ore di attesa e canti nella semioscurità, fosse dovuto in gran parte alle capacità suggestive della Bisson e al suo modo quasi ipnotico di muoversi e parlare.

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La medium torinese Linda Gazzera con un ectoplasma che, in realtà, è la fotografia di un volto ritagliata da un giornale di moda cricondata da garza
Nel 1939, la London Spiritualist Alliance studiò per due mesi il caso della signora Helen Duncan, una medium capace di emettere metri e metri di ectoplasma. Gli esperimenti iniziarono con tutte le precauzioni, la Duncan venne rinchiusa in una tutina di seta per evitare trucchi dagli orifizi, e in un primo momento lasciò senza parole Harry Price, ricercatore di parapsicologia, direttore del National Laboratory of Psychical Research di Londra. Tuttavia, facendone analizzare un campione, Price scoprì che l’ectoplasma era fatto da albume d’uovo misto a sostanze chimiche. Price pagò 50 sterline alla donna per poter effettuare una nuova serie di test. In questo caso le analisi rivelarono che l’ectoplasma era fatto da stamigna, un particolare tipo di tessuto. Quando cercarono di sottoporre la donna a una radiografia, questa fuggì via, correndo in strada e agitandosi in modo incontrollato. Uno degli ectoplasmi da lei emessi è ancora conservato a Cambridge: pesa quasi 4 kg.

La sua carriera finì nel 1944, quando fu incarcerata per stregoneria, ultima vittima del Witchcraft Act 1735, legge del Parlamento del Regno della Gran Bretagna approvata nel 1735 che condannava chi possedeva poteri magici.

Note


3) Felicia Rudolphina Scatchert era direttrice della rivista Psychic Review e convinta sostenitrice dello spiritismo. Fu lei ad aiutare Sir Arthur Conan Doyle a dare risonanza sulla stampa alle Fate di Cottingley ( v. Query n.3)
4) Il vero nome della medium era in realtà Marthe Beraud

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