Leggende a Convegno

"Contaminazioni" il primo Convegno Internazionale sulle voci e le leggende urbane

  • In Articoli
  • 26-08-2005
  • di Andrea Salsi
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Un fine settimana full immersion, interamente dedicato alle leggende metropolitane, con i migliori esperti italiani e stranieri? Un Convegno organizzato dal CICAP e dal Centro Raccolta Voci e Leggende Contemporanee (CeRaVoLC) in uno splendido centro congressi? Un giro per la Torino sotterranea e una cena, con l'intrattenimento del Gruppo CICAP piemontese?

Credo che la decisione se partecipare o meno sia stata ponderata per 2 secondi, più o meno.

Si comincia il venerdì alle 21, con il giro per la Torino sotterranea.

Prima, a tempo di record sono state allestite tutte le bacheche dedicate ai poster, la reception e il punto vendita dei libri. Sono arrivati anche i primi ospiti, Burger, Renard e Toselli.

Due pullman ci aspettano per il tour. Prima tappa: tre vecchie cisterne per la neve, vicino alla più antica piazza del mercato torinese. A seguire un salto a Palazzo Campana (oggi sede del Dipartimento di Matematica), nei cui sotterranei si rifugiavano i gerarchi fascisti durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Un rifugio anti-aereo, mantenuto praticamente intatto.

Penultima tappa, il museo Pietro Micca. Per un torinese forse un luogo già visto e rivisto in tante gite scolastiche, ma per un appassionato di rievocazione storica come me, la possibilità di girare per i tunnel e il museo è stata veramente esaltante.

Ultima fermata, un meraviglioso palazzo settecentesco e i suoi infernotti, dove ha avuto luogo una serie di delitti all'inizio del Novecento. Qui un attore impersona uno spazzacamino malato di mente condannato per l'omicidio di (almeno) una bambina, il cui corpo fu ritrovato proprio in quei locali sotterranei. Agghiacciante la difesa di quell'uomo di fronte al giudice: "Il mio coltello non ha il filo e non taglia, al massimo ha la punta!".

L'agenzia Somewhere, che già aveva organizzato il giro della Torino Magica in occasione del Convegno nazionale del CICAP del 2003, ha centrato un'altra volta il bersaglio.

Il giorno dopo si aprono i lavori congressuali: dopo i saluti di Jan Harold Brunvand (forse il più famoso tra gli esperti di Urban Legends), Piero Bianucci, direttore di TuttoScienze, il supplemento scientifico de La Stampa, introduce la prima relazione, quella di Lorenzo Montali.

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Il tavolo dei relatori: da sin. Mendolla e Norzi, Paolo Toselli, Lorenzo Montali e Mariano Tomatis

Secondo Montali, psicologo all'Università di Milano-Bicocca, la tecnologia e la realtà sociale fanno nascere leggende soprattutto là dove non ci sono esperti in grado di rispondere correttamente ai dubbi della gente. Quando qualcuno si trova di fronte a qualcosa di sconosciuto accetta una qualsiasi ipotesi. Una qualsiasi spiegazione, anche se falsa o fantasiosa, è meglio di una mancanza di spiegazioni.

Montali passa poi ad analizzare una delle più tecnologiche delle leggende, quella della "fragola-pesce", secondo cui sarebbero state realizzate fragole con il gene della sogliola artica capaci di resistere al freddo ma altamente tossiche. Falsa, naturalmente, ma anche ricercatori e giornalisti l'avevano presa per vera. La conclusione è che le leggende non sono storielle per creduloni, ma il modo con cui la gente rappresenta la realtà. Il problema è l'utilizzo del senso critico nella scelta delle fonti a cui dare credito, che in questo caso erano veramente di alto livello, ma false.

Viene il turno di Laura Bonato, antropologa dell'Università di Torino, esperta in leggende di ambiente universitario, che in questo caso però si dedica alle altre leggende, al loro modo di mutare, scomparire e riapparire (dalle leggende di guerra, a quelle sulla raccolta dei codici a barre). Le leggende sono un bene culturale importantissimo per gli antropologi, che ne studiano l'origine collettiva, la trasmissione orale, il carattere seriale e la proliferazione delle varianti.

Il prof. Jean Bruno Renard fa una strana (e dai maschietti apprezzatissima) relazione sulle capacità del seno femminile di spiazzare gli uomini, a partire dall'articolo di un giornale israeliano, in cui una ragazza, canzonata da alcuni ebrei ortodossi su un bus, subito prima di scendere si toglie la maglietta, lasciando esterrefatti tutti i presenti. Il professor Renard fa notare tutti gli elementi della storia, che fanno propendere la sua origine leggendaria. Elementi che ricorrono in altre espressioni umane, dalla pittura, alla poesia, passando per una pubblicità di lingerie.

Uno dei relatori più attesi, il divulgatore informatico Paolo Attivissimo, ha parlato della sua attività di "acchiappa-bufale" e di come si possa indagare sulle tante leggende, stando seduti comodamente davanti a un computer (meglio se un Macintosh!).

Per Attivissimo, all'indagatore sono necessari un po' di cinismo, uno sforzo di razionalità, la capacità di non farsi sedurre dai preconcetti, un minimo di conoscenza dell'inglese, tanta faccia tosta e l'immunizzazione dal principio di autorità. Occorre cominciare l'indagine, innanzitutto confrontando le fonti, cercando gli esperti della materia e cercando conferme in quello che lui chiama il Principio di Belzebù: giova l'informazione a chi la sta trasmettendo? Chi mi dice che esiste il diavolo? Il Papa o un ateo? Ma il principio fondamentale (che noi conosciamo bene) è sempre: "Affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie".

Tocca a Massimo Polidoro dare la parola ai relatori pomeridiani. Danilo Arona, scrittore e critico cinematografico, traccia un paragone tra il bacino da cui attingono gli sceneggiatori e quello usato dai creatori di leggende: il folclore e il binomio paura-attrazione. Conclude con una citazione di William Thomas: "I fantasmi non esistono, ma sono reali i loro effetti" che riassume bene l'effetto delle leggende metropolitane nelle persone.

Peter Burger, professore di folclore in Olanda, parla di mass-media come di piromani e pompieri nella diffusione delle leggende. Grazie a loro le storie si diffondono come un incendio incontrollato, ma grazie a loro la leggenda diventa anche presto una storia vecchia a cui nessuno fa più molta attenzione. Il problema sono i guai causati nel periodo di piromania. Casi esemplari, quello della presunta malattia dell'attrice Isabelle Adjani o del caso olandese della Banda del Sorriso, un inesistente gruppo di stupratori marocchini.

Marino Nola, professore presso l'università di Napoli, osserva che i termini "mostro", "mostrare" e "ammonire", hanno tutti la stessa radice e tante leggende attingono dallo stesso bacino di credenze e paure da cui sono nati gli antichi miti.

La relazione più divertente e fuori dai canoni la tiene però l'attore Carlo Presotto. Riesce a parlare della leggenda del pesce siluro, mentre si prepara una tazza di tè, proiettando le varie fasi sullo schermo gigante e usando, di volta in volta, gli oggetti per introdurre e spiegare gli elementi e le assurdità del racconto. Una relazione assolutamente indescrivibile, un po' come provare a raccontare un balletto. Esilarante e memorabile.

Il coffee break serve per liberare il tavolo dagli strumenti di scena di Presotto (teiera, limone, biscotti, Coca Cola e patatine... a voi immaginare come li ha usati).

Finalmente tocca a uno dei padroni di casa del CeRaVoLC, Paolo Toselli, che parla di una delle più odiose delle leggende, quella del furto d'organi, oggi diffusa nella forma in cui è la malavita italiana che agisce a danno dei poveri di tutto il mondo. Persino un ministro e un parlamentare europeo l'hanno riportata, basandosi su ciò che dicevano i giornali (che non hanno controllato le fonti). Toselli rintraccia le origini della leggenda nella rivolta di Lione del 1768 (dove si diceva che "dei medici si divertissero a fare a pezzi i bambini"), poi le successive modifiche e la grande diffusione hanno portato all'ambulanza nera degli anni Novanta, alla bionda ruba-reni, al bambino rapito nel supermercato per un espianto d'organi. Nonostante le smentite ufficiali di organizzazioni come l'UNICEF, la leggenda continua a diffondersi ogni qual volta ci sono disastri di vasta portata (sia naturali che socio-economici) e le notizie circolate dopo lo tsunami del 26 dicembre 2004 ne è la conferma.

Cesare Bermani, membro dell'Associazione Italiana di Storia Orale, autore del celebre libro Il bambino è servito si occupa del negazionismo sull'Olocausto. Questo è un caso particolare, in cui una leggenda urbana è divenuta realtà, ma qualcuno cerca di negare i fatti. Il tutto nasce durante la Prima Guerra Mondiale, quando vengono messe in giro voci su prigionieri gasati e trasformati in sapone. Quelle atrocità erano menzogne, come fu dimostrato alla fine del conflitto. Oggi però molti vogliono negare i campi di sterminio e tutte le atrocità naziste, appellandosi a quella leggenda e nonostante la mole di prove che inchiodano il regime hitleriano.

Mariano Tomatis, prestigiatore e informatico, è l'ultimo relatore della giornata. Opera sua è la leggenda del Graal a Torre Canavese. Gli elementi usati: legami alla letteratura credente precedente, forzature di simboli e assonanze, giochi di parole, paralleli forzati, anacronismi (ma in modo tale che la gente non se ne accorga) e se possibile, sfoggio di numerologia e geometrie occulte inventate per l'occasione.

Tomatis si pone il quesito di come possano prendere piede tutte queste storie nelle quali un minimo di approfondimento basta a scoprire la verità. Forse è il senso comune che pervade la nostra società, che dà fiducia alle notizie diffuse nel gruppo di cui si fa parte, invece che a quelle degli esperti. Se le persone a cui do fiducia sono contraddette dalla realtà dei fatti, è questa che è stata manipolata, non sono io (o i miei miti) a sbagliare.

La serata si conclude con la cena. Al nostro tavolo due persone fanno i tarocchi: noi siamo scettici, è vero, ma se non è un segno questo...

Dopo una nuova performance di Presotto e Toselli, Mariano Tomatis, con l'aiuto di Andrea Ferrero e Stefano Bagnasco, propone al pubblico il meraviglioso Chi vuol essere leggendario, un quiz sui momenti più bizzarri della storia del CICAP Piemonte.

Il giorno dopo gustiamo la proiezione del divertente cortometraggio sull'autostoppista fantasma, di Mendolia e Norzi. Al termine dei lavori congressuali i commenti finali di Toselli e Ferrero.

Un grande convegno, un grande lavoro e una meravigliosa prova per i ragazzi del CICAP Piemonte che, grazie ai contatti del CeRaVoLC, hanno fatto una cosa memorabile. Tutti noi ospiti non possiamo che chiederci: "Quando si svolgerà il Secondo Convegno sulle Leggende a Torino?".

Andrea Salsi
Fa parte del CICAP Emilia
Romagna e detiene un singolare record:
ha partecipato a tutte le edizioni del Corso per investigatori del CICAP.

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