Armando Pavese si occupa da 30 anni di ricerca nel campo dell'occulto e della magia. Autore di numerosi saggi sull'argomento, è membro della Società Italiana di Psicologia della Religione e consulente nazionale del GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-Religiosa).
In questo suo volume propone un'interpretazione dei fenomeni paranormali in termini di "psicologia dell'occulto", nuova branca della psicologia che l'autore stesso cerca di fondare. In base a tale approccio tutti i fenomeni misteriosi (da quelli medianici, alle esperienze di pre-morte, dalla possessione demoniaca, allo sdoppiamento della personalità) ricevono una spiegazione normale in termini di inconscio. Come si legge nei versi dello stesso autore che appaiono all'inizio dell'introduzione, intitolati Inconscio:
Non esiste un mondo occulto.
Solo un velo fu posto innanzi a noi.
Occorre che l'uomo
prenda coscienza del velo
e guardando veda con
occhi diversi.
Solo l'armonia in Dio
solleverà il velo
Dai versi si intuisce già quale sia il filo conduttore che anima tutto l'opera dell'autore e che abbiamo già sottolineato nella recensione al suo recente Libro nero della magia (si veda: S&P n. 50, anno XI, luglio/agosto 2003): la sua profonda fede in Dio e in particolare la sua ferma adesione al Cattolicesimo. E il riferimento a Dio lo si trova frequentemente, come quando l'autore afferma che: "Non esistono doni, facoltà medianiche o di guarigioni e poteri. I poteri appartengono solo a Dio. I medium e i maghi si trovano solo a gestire suggestioni e patologie, che in molti casi possono anche degenerare in psicosi". Ed è proprio in termini di patologia che l'autore cerca di interpretare i fenomeni paranormali o meglio, come lui preferisce definirli, psicomiletici. Paranormale infatti, secondo Pavese, è un termine oramai abusato ed equivoco (usato malamente sia dai credenti che dagli scettici, CICAP compreso). Psicomiletico invece (dal greco omileo che vuol dire comunicare) significa univocamente relativo alla comunicazione con la psiche ed evita fraintendimenti.
La psicologia dell'occulto interpreta i fenomeni misteriosi proprio in termini di comunicazione. Secondo l'autore, infatti i fenomeni psicomiletici sono perfettamente naturali (e non prevedono l'intervento di poteri umani o di spiriti distorti). Dio ci ha fornito di una forma di comunicazione inconscia: questa è la realtà del modello psicologico. Ogni fatto psicomiletico costituisce la comunicazione di un nostro disagio profondo che non trova sbocco. È una forma di canalizzazione della psiche. Tutti possiamo, in determinati momenti, soffrire di questo pathos che può anche nascere da un amore mistico verso Dio che non trova la sua libera espressione per contrasti e dinamismi del profondo. Essendo l'inconscio la porta aperta sullo Spirito è anche la sede di fenomeni che hanno prodotto equivoci secolari.
Se questa interpretazione può sembrare plausibile per alcuni fenomeni (sdoppiamento della personalità, scrittura automatica, possessioni demoniache, comunicazione con i defunti, ecc.) maggiori perplessità nascono quando l'autore vuole applicarla ad altri fenomeni, compresi i cosiddetti fenomeni fisici. Innanzitutto l'autore distingue tra: fenomeni apparenti cioè falsi, e fenomeni reali. Apparenti sono quelli che risultano frutto di dissociazioni e di stati alterati di coscienza, di creatività umana e di suggestione profonda; tra questi troviamo, oltre allo spiritismo e alla scrittura automatica, anche la pranoterapia. Secondo l'autore non sono paranormali nemmeno le pratiche chiromantiche e cartomantiche che si avvalgono di una normale comunicazione non verbale; tanto meno l'astrologia che è un condensato primitivo di simbolismi mirati a individuare caratteri tipici.
I fatti paranormali o meglio psicomiletici reali sono "quelli che non sono quello che sembrano", ad esempio: telepatia, precognizione, psicinesi. Questi fatti rispondono a precise condizioni, la prima delle quali è di essere attivati dal pathos, vale a dire dalla sofferenza, dalle emozioni che non trovano sbocco esistenziale e da blocchi relazionali.
Sulla realtà di certi fenomeni ci sarebbe molto da discutere. L'autore dà per scontata la loro esistenza ma, come sa bene chi si occupa di paranormale, l'aspetto fondamentale di tutta la questione è proprio questo. Leggendo le dotte disquisizioni di Pavese nasce spontaneo questo dubbio: ha senso elaborare un complesso edificio teorico come quello della psicologia dell'occulto per interpretare alcuni fenomeni, quando non vi è affatto la certezza che tali fenomeni esistano? Nonostante l'autore descriva con dovizia di particolari ben 34 casi realmente accaduti (alcuni dei quali direttamente all'autore o alla sua famiglia), la lettura del libro non convince affatto sull'esistenza dei fenomeni paranormali o psicomiletici che dir si voglia. Al di là dell'aneddotica, manca una dimostrazione concreta della realtà di certi fatti, per cui anche lo sforzo teorico dell'autore perde molto del suo valore.
Nel modello di psicologia dell'occulto di Pavese giocano un ruolo importante diversi fattori, tra cui l'oceano inconscio e il fattore di comunicazione. Secondo le definizioni dell'autore, l'oceano inconscio è lo psichismo generale inconscio, ovvero un collegamento fra gli psichismi dei singoli che rende possibile il manifestarsi dei fenomeni. Il fattore di comunicazione è invece "l'elemento psicofisico che rende possibile l'esplicarsi del fenomeno. La sua esistenza è indotta dall'esistenza dei fenomeni". Quindi questi due fattori, per ammissione dello stesso autore, perdono significato se i fenomeni non esistono. Visto che l'esistenza dei fenomeni non è mai stata dimostrata, francamente la teoria di Pavese appare basata su fondamenta molto deboli. Certe sue affermazioni destano poi molte perplessità. Ad esempio, a proposito dei fenomeni fisici, si legge: "Il fattore di comunicazione inconscia, che in questo caso dà origine a una azione sulla materia, si presenta come fattore di interazione ignoto, come un modo di porsi della psiche umana che interferisce con le energie fisiche organizzandole in modo dinamico secondo l'impulso dell'inconscio". La teoria sarebbe di sicuro interesse, peccato che la presunta azione sulla materia e le interferenze con le energie fisiche da parte della psiche umana non siano mai state dimostrate da nessuno.
Il volume si conclude con le seguenti parole: "Il fattore di comunicazione, messaggero dell' oceano inconscio, è forse il vettore che interagisce con la materia, con le micro-particelle generando i fenomeni fisici come materializzazioni, psicocinesi, bilocazioni, apporti medianici, fenomeni mistici sulla materia (come la lacrimazione di statue), levitazioni ecc. A questo saggio, che ha studiato i fenomeni mentali, ne seguirà perciò un altro che vaglierà i fenomeni fisici".
Aspettiamo con ansia l'uscita del nuovo saggio di Pavese per apprendere con maggiori dettagli cosa abbia da dire la psicologia dell'occulto sui meno evanescenti fenomeni fisici: che l'inconscio possa addirittura agire sulla materia appare però francamente molto poco plausibile.