Festeggiamo il traguardo dei dieci anni pieni di Query con un numero speciale, nel quale, oltre al pezzo di copertina che tradizionalmente occupa lo spazio maggiore della rivista, ospitiamo altri articoli ‘lunghi’ di approfondimento. Speriamo così di offrire un’informazione capace di coltivare il piacere della riflessione e, perché no, anche del dubbio.
Ma cominciamo dalla nostra copertina, dedicata alle catene di Sant’Antonio. L’informatissimo articolo di Giuseppe Stilo e Floriana Giuganino racconta la storia di questi messaggi superstiziosi, la cui origine può essere fatta risalire alla letteratura cristiana non-canonica dei primi secoli, e i cui sviluppi si ritrovano anche in alcuni dei testi che circolano sui social media. Mostrando, una volta di più, che l’analisi del folclore deve partire dalla consapevolezza dell’articolazione e della stratificazione di ogni oggetto indagato, se ne vuole rintracciare il significato e la funzione.
Anche l’intervista ad Antonello Preti sul suicidio degli animali era partita dal desiderio di indagare una credenza folclorica secondo cui esisterebbe un ponte da cui, per ragioni misteriose, un gran numero di cani deciderebbe di cercare la morte. Come vedrete, grazie alla competenza del nostro interlocutore il discorso si è molto sviluppato, mostrando la complessità e le incertezze che caratterizzano la nostra conoscenza sul tema. Sempre in tema di folclore, il bell’articolo di Annalisa Pellegrini porta l’attenzione sulla figura della vampira, finora meno analizzata del suo corrispettivo maschile. La sua ricostruzione evidenzia come le rappresentazioni stereotipiche del genere femminile abbiano contribuito a definire questo personaggio, per esempio in relazione al tema della sensualità, che è sottesa e accennata nel caso del vampiro, mentre è esplicita e manipolatoria nel caso della vampira. Last but not least, l’ottimo pezzo di Paolo Cortesi torna su Nostradamus con un nuovo approfondimento basato sull’analisi di alcune quartine in cui si potrebbe trovar traccia della scoperta del continente americano.
Chiudo segnalando un annuncio che trovate nella pagina qui a fianco, il CICAP Fest (a Padova, dall’11 al 13 settembre, save the date!) si apre alle proposte di tutti: vi interessa contribuire?
Ma cominciamo dalla nostra copertina, dedicata alle catene di Sant’Antonio. L’informatissimo articolo di Giuseppe Stilo e Floriana Giuganino racconta la storia di questi messaggi superstiziosi, la cui origine può essere fatta risalire alla letteratura cristiana non-canonica dei primi secoli, e i cui sviluppi si ritrovano anche in alcuni dei testi che circolano sui social media. Mostrando, una volta di più, che l’analisi del folclore deve partire dalla consapevolezza dell’articolazione e della stratificazione di ogni oggetto indagato, se ne vuole rintracciare il significato e la funzione.
Anche l’intervista ad Antonello Preti sul suicidio degli animali era partita dal desiderio di indagare una credenza folclorica secondo cui esisterebbe un ponte da cui, per ragioni misteriose, un gran numero di cani deciderebbe di cercare la morte. Come vedrete, grazie alla competenza del nostro interlocutore il discorso si è molto sviluppato, mostrando la complessità e le incertezze che caratterizzano la nostra conoscenza sul tema. Sempre in tema di folclore, il bell’articolo di Annalisa Pellegrini porta l’attenzione sulla figura della vampira, finora meno analizzata del suo corrispettivo maschile. La sua ricostruzione evidenzia come le rappresentazioni stereotipiche del genere femminile abbiano contribuito a definire questo personaggio, per esempio in relazione al tema della sensualità, che è sottesa e accennata nel caso del vampiro, mentre è esplicita e manipolatoria nel caso della vampira. Last but not least, l’ottimo pezzo di Paolo Cortesi torna su Nostradamus con un nuovo approfondimento basato sull’analisi di alcune quartine in cui si potrebbe trovar traccia della scoperta del continente americano.
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