In seguito al comunicato del CICAP sul master in medicina integrata dell’università La Sapienza di Roma, abbiamo ricevuto una lettera dal professor Aldo Badiani, Direttore del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia dell’Università, che pubblichiamo qui sotto, con il suo consenso.
Rileviamo con piacere che la SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata) non è coinvolta nell’organizzazione del master, a differenza di quanto precedentemente annunciato in un loro post su Facebook, ora non più disponibile
Esprimiamo inoltre la nostra soddisfazione per la comunanza di vedute con il professor Badiani e con gli organizzatori del master sulla mancanza di efficacia terapeutica dei prodotti omeopatici.
Rileviamo con piacere che la SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata) non è coinvolta nell’organizzazione del master, a differenza di quanto precedentemente annunciato in un loro post su Facebook, ora non più disponibile
Esprimiamo inoltre la nostra soddisfazione per la comunanza di vedute con il professor Badiani e con gli organizzatori del master sulla mancanza di efficacia terapeutica dei prodotti omeopatici.
Ho letto con molta attenzione l’articolo del CICAP dedicato alla istituzione di un Master di II livello in “Medicina Integrata in Farmacia”, presso l’Università di Roma Sapienza. Apprezzo da sempre la meritoria attività di informazione svolta dal CICAP per contrastare le pratiche antiscientifiche. Ringrazio perciò il CICAP per avermi offerto la possibilità di fornire chiarimenti a riguardo.
L’obbiettivo formativo del Master in questione è quello di fornire ai farmacisti informazioni aggiornate, basate su evidenze scientifiche valide, circa la farmaco-tossicologia dei medicinali omeopatici, dei prodotti di erboristeria e degli integratori alimentari, etc. impiegati dai cultori della cosiddetta medicina integrata (un caritatevole eufemismo coniato per accreditare sotto altre spoglie la medicina omeopatica e la 'medicina alternativa’ presso la vasta platea dei medici di famiglia e dei farmacisti). Il successo commerciale dei prodotti utilizzati dalla medicina integrata, senza volersi addentrare negli aspetti socio-culturali che ne fanno da sfondo, merita di ricevere la massima attenzione da parte dei ricercatori e dei docenti universitari per due ordini di motivi.
Il primo ordine di motivi deriva dalla completa assenza di attività specifica dei medicinali omeopatici propriamente detti, e cioè quelli ottenuti per diluizioni infinitesimali e 'dinamizzate’ di materiale più o meno eterogeneo di origine minerale, chimica, vegetale, animale e biologica, i cosiddetti 'ceppi omeopatici’. Ovviamente, tali medicinali risultano costituiti esclusivamente da acqua distillata ed eventuali eccipienti. Questa caratteristica dei medicinali omeopatici è stata sancita dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), la quale ne “valuta esclusivamente la qualità e la sicurezza d’uso, in accordo alle linee guida internazionali, ma non ne stabilisce l’uso terapeutico”. Studi clinici randomizzati e di metaanalisi hanno chiarito al di là di ogni ragionevole dubbio che i prodotti omeopatici sono privi di efficacia terapeutica intrinseca. Infatti, per nessun prodotto omeopatico in corso di valutazione dall’AIFA è prevista un’indicazione terapeutica, dal momento che non sono stati presentati dati di efficacia ottenuti da studi clinici. Ne discende che:
1) L’unico beneficio derivante dalla prescrizione di medicinali omeopatici è rappresentato dall’effetto placebo, un genuino effetto terapeutico che dipende dall’attivazione di meccanismi neurobiologici associati ai processi di apprendimento associativo e di aspettativa. L’effetto placebo (comunque indotto) oltre a rappresentare fenomeno affascinante dal punto di vista scientifico, può rappresentare, quando utilizzato in modo appropriato, un efficace strumento terapeutico.
2) Quando però la somministrazione di medicinali omeopatici ha luogo in sostituzione di trattamenti di cui è nota l’efficacia terapeutica, si è in presenza di una grave violazione dei codici etici, con le ovvie conseguenze in termini di diritto civile e penale.
3) In termini di Farmacoeconomia il costo di alcuni medicinali omeopatici è tale da poter rappresentare un aggravio finanziario insostenibile per le persone in stato di disagio socio-economico. Tale aspetto dovrebbe essere sempre tenuto nella debita considerazione da medici e farmacisti.
Il secondo ordine di motivi riguarda i prodotti contenenti miscele di sostanze biologicamente attive in concentrazioni ponderali (e cioè analiticamente rilevabili), inclusi i prodotti omeopatici che non seguono i principi dell’omeopatia classica e contengono sostanze in concentrazione ponderale (e.g., tinture madri o macerati glicerici). Alcune delle sostanze contenute in questi prodotti hanno attività biologica trascurabile ma altre possono produrre effetti terapeutici e/o tossici (in alcuni casi anche seri). Alcuni di queste sostanze possono inoltre interagire con una varietà di farmaci, alterandone gli effetti dal punto di vista sia terapeutico che tossico.
È quindi chiaro che l’apprendimento delle corrette modalità di impiego dei preparati utilizzati dalla cosiddetta medicina integrata deve far parte del percorso formativo dei farmacisti anche dopo la laurea. Da ciò discende l’opportunità di un Master II livello organizzato da una istituzione dalle credenziali scientifiche e didattiche ineccepibili come la Sapienza. La competenza dei colleghi impegnati nell’insegnamento di questo Master è d’altra parte indiscutibile.
Voglio da ultimo puntualizzare che le colleghe promotrici del Master, Prof.sse Patrizia Campolongo e Maura Palmery, hanno dichiarato di non aver mai intrattenuto rapporti di collaborazione con la SIOMI. Non capisco perciò a quale titolo la SIOMI possa affermare di aver collaborato all’organizzazione del Master. La questione andrà esplorata nelle dovute sedi.
Spero che questa breve disamina valga a rassicurare chi possa aver temuto anche brevemente che l’Università di Roma Sapienza abbia minimamente abbassato i suoi standard didattici ed etico-deontologici. Allo stesso tempo voglio incoraggiare i farmacisti interessati ad ampliare e raffinare la propria formazione professionale ad iscriversi con fiducia al Master di II livello in “Medicina Integrata in Farmacia” presso l’Università di Roma Sapienza.
Cordiali saluti,
Prof. Aldo Badiani
Professore di Farmacologia
Direttore del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia - Università La Sapienza
L’obbiettivo formativo del Master in questione è quello di fornire ai farmacisti informazioni aggiornate, basate su evidenze scientifiche valide, circa la farmaco-tossicologia dei medicinali omeopatici, dei prodotti di erboristeria e degli integratori alimentari, etc. impiegati dai cultori della cosiddetta medicina integrata (un caritatevole eufemismo coniato per accreditare sotto altre spoglie la medicina omeopatica e la 'medicina alternativa’ presso la vasta platea dei medici di famiglia e dei farmacisti). Il successo commerciale dei prodotti utilizzati dalla medicina integrata, senza volersi addentrare negli aspetti socio-culturali che ne fanno da sfondo, merita di ricevere la massima attenzione da parte dei ricercatori e dei docenti universitari per due ordini di motivi.
Il primo ordine di motivi deriva dalla completa assenza di attività specifica dei medicinali omeopatici propriamente detti, e cioè quelli ottenuti per diluizioni infinitesimali e 'dinamizzate’ di materiale più o meno eterogeneo di origine minerale, chimica, vegetale, animale e biologica, i cosiddetti 'ceppi omeopatici’. Ovviamente, tali medicinali risultano costituiti esclusivamente da acqua distillata ed eventuali eccipienti. Questa caratteristica dei medicinali omeopatici è stata sancita dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), la quale ne “valuta esclusivamente la qualità e la sicurezza d’uso, in accordo alle linee guida internazionali, ma non ne stabilisce l’uso terapeutico”. Studi clinici randomizzati e di metaanalisi hanno chiarito al di là di ogni ragionevole dubbio che i prodotti omeopatici sono privi di efficacia terapeutica intrinseca. Infatti, per nessun prodotto omeopatico in corso di valutazione dall’AIFA è prevista un’indicazione terapeutica, dal momento che non sono stati presentati dati di efficacia ottenuti da studi clinici. Ne discende che:
1) L’unico beneficio derivante dalla prescrizione di medicinali omeopatici è rappresentato dall’effetto placebo, un genuino effetto terapeutico che dipende dall’attivazione di meccanismi neurobiologici associati ai processi di apprendimento associativo e di aspettativa. L’effetto placebo (comunque indotto) oltre a rappresentare fenomeno affascinante dal punto di vista scientifico, può rappresentare, quando utilizzato in modo appropriato, un efficace strumento terapeutico.
2) Quando però la somministrazione di medicinali omeopatici ha luogo in sostituzione di trattamenti di cui è nota l’efficacia terapeutica, si è in presenza di una grave violazione dei codici etici, con le ovvie conseguenze in termini di diritto civile e penale.
3) In termini di Farmacoeconomia il costo di alcuni medicinali omeopatici è tale da poter rappresentare un aggravio finanziario insostenibile per le persone in stato di disagio socio-economico. Tale aspetto dovrebbe essere sempre tenuto nella debita considerazione da medici e farmacisti.
Il secondo ordine di motivi riguarda i prodotti contenenti miscele di sostanze biologicamente attive in concentrazioni ponderali (e cioè analiticamente rilevabili), inclusi i prodotti omeopatici che non seguono i principi dell’omeopatia classica e contengono sostanze in concentrazione ponderale (e.g., tinture madri o macerati glicerici). Alcune delle sostanze contenute in questi prodotti hanno attività biologica trascurabile ma altre possono produrre effetti terapeutici e/o tossici (in alcuni casi anche seri). Alcuni di queste sostanze possono inoltre interagire con una varietà di farmaci, alterandone gli effetti dal punto di vista sia terapeutico che tossico.
È quindi chiaro che l’apprendimento delle corrette modalità di impiego dei preparati utilizzati dalla cosiddetta medicina integrata deve far parte del percorso formativo dei farmacisti anche dopo la laurea. Da ciò discende l’opportunità di un Master II livello organizzato da una istituzione dalle credenziali scientifiche e didattiche ineccepibili come la Sapienza. La competenza dei colleghi impegnati nell’insegnamento di questo Master è d’altra parte indiscutibile.
Voglio da ultimo puntualizzare che le colleghe promotrici del Master, Prof.sse Patrizia Campolongo e Maura Palmery, hanno dichiarato di non aver mai intrattenuto rapporti di collaborazione con la SIOMI. Non capisco perciò a quale titolo la SIOMI possa affermare di aver collaborato all’organizzazione del Master. La questione andrà esplorata nelle dovute sedi.
Spero che questa breve disamina valga a rassicurare chi possa aver temuto anche brevemente che l’Università di Roma Sapienza abbia minimamente abbassato i suoi standard didattici ed etico-deontologici. Allo stesso tempo voglio incoraggiare i farmacisti interessati ad ampliare e raffinare la propria formazione professionale ad iscriversi con fiducia al Master di II livello in “Medicina Integrata in Farmacia” presso l’Università di Roma Sapienza.
Cordiali saluti,
Prof. Aldo Badiani
Professore di Farmacologia
Direttore del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia - Università La Sapienza