Siamo soli nell’Universo? Questo non lo sappiamo e sarebbe complesso discuterne, ma siamo sicuri di non essere soli in Europa.
Ci sono infatti tante associazioni con i nostri stessi scopi, temi e obiettivi, con le quali abbiamo rapporti di amicizia e collaborazione tramite l’associazione “ombrello” ECSO (European Council of Skeptical Organisations ), e ci incontriamo ogni due anni al Congresso Scettico Europeo .
Ogni due anni, infatti, una o più associazioni membre dell’ECSO organizzano nel proprio paese un weekend lungo di incontri, aggiornamenti, dibattiti e condivisioni sul mondo dello scetticismo e sulle battaglie per la scienza e la razionalità nei vari paesi. Quest’anno, che oltretutto celebra i 30 anni dalla nascita dell’ECSO, è toccato a SKEPP e Comité Para , dal Belgio, con la collaborazione dei vicini VtdK e Stichting Skepsis dai Paesi Bassi, organizzare la tre giorni scettica a Gand , nelle Fiandre Orientali.
Data la posizione geografica di Gand, gli aeroporti più vicini sono comunque quelli di Bruxelles, motivo per cui il “pre-evento” di benvenuto, del pomeriggio di giovedì 29 agosto, si è svolto nella capitale belga, ed è stato particolarmente in tema con la città: uno Skeptics in the Pub, format inglese a cui si ispirano anche le nostre Razionali Alcooliche.
Il relatore dell’occasione è stato David Zaruk (esperto di rischi e scienze della comunicazione per l’Unione Europea) che ci, e si, domanda: nella discussione tra pro e anti scienza, come possiamo essere sicuri che siano gli altri gli stupidi e non noi? Con un serie di esempi, di fatti e di storie bizzarre Zaruk ha ricordato a tutti quanto sia importante conoscere approfonditamente i temi di cui parliamo ― non possiamo prendere posizione senza sapere perché.
Il dibattito con il pubblico è stato altrettanto, e forse anche più, interessante, e non poteva essere diversamente avendo un pubblico di scettici particolarmente preparati sull'argomento e, come avremmo visto nei giorni successivi, non solo in questo.
Come dicevamo, però, la sede del congresso non era la capitale belga ma Gand quindi, finita la chiacchierata al pub, un nutrito e internazionale gruppo di scettici (tra cui i vostri “eroi” Enrico, Paola e Rodolfo) ha invaso il treno che collega le due città. La stessa sera il gruppo, nel frattempo cresciuto grazie all’arrivo di chi era già in città o è arrivato dopo, si è ritrovato al "Charlatan" (e il nome non poteva essere più azzeccato), un locale attrezzato per spettacoli dal vivo, per il "fun welcome": una serata all’insegna del divertimento con il mentalista belga Gili & friends: musica dal vivo, comicità, e tante chiacchiere. E qui si coglie subito l’atmosfera di questo congresso: tutti i presenti erano lì per condividere le proprie attività e battaglie, ma anche per chiacchierare e passare del tempo insieme a vecchi e nuovi amici legati da un impegno e una visione comune.
Venerdì 30 agosto inizia il congresso vero e proprio, che ha sede all’Università di Gand, e non manca il saluto di Claire Klingenberg , presidente dell'ECSO e dell’associazione ceca Sisyfos , che ha sottolineato quanto il ruolo delle nostre associazioni si stia facendo sempre più connesso con la realtà quotidiana, uscendo dal semplice lavoro di indagine su pseudoscienze e paranormale, andando verso una più ampia difesa e, ancora di più, promozione della scienza a tutti i livelli, anche nelle scelte politiche per quel che riguarda i nostri temi, sperando che questo ci permetta di contribuire alla "creazione di un mondo dove non saremo più necessari".
Per fare questo, dice Claire, dobbiamo dialogare e condividere esperienze tra di noi (associazioni delle varie nazioni), perché i nostri argomenti e le nostre battaglie non hanno confini nazionali e il successo di ogni singolo gruppo, oltre a poter servire agli altri sotto vari aspetti, è comunque il successo di tutta la comunità scettica. A questo punto, chiamando a supporto la sua parte di anima americana, ci convince a scambiarci dei complimenti a fondo perduto, come una sorta di segno della pace tra scettici (il testo integrale dell’intervento può essere letto qui ).
Dopo di lei prende la parola il fondatore di SKEPP e colonna storica dell'ECSO: Tim Trachet , che ricorda il primo incontro europeo di 30 anni fa, al quale era presente anche il rappresentante tedesco Amardeo Sarma che parlerà poco dopo, e di quante cose siano cambiate da allora. Secondo Tim, l’atteggiamento del pubblico è cambiato ed è caratterizzato da un maggior spirito critico grazie anche al lavoro delle organizzazioni scettiche.
A questo punto, con non poca commozione, Tim ricorda Wim Betz , medico e storico scettico belga, nonché cofondatore di SKEPP, scomparso pochi mesi fa. Condividono il momento altri amici e colleghi di Betz, e tutti insieme riescono a inquadrare Wim, il suo scetticismo e la sua ironia in modo molto chiaro ma anche molto personale, ricordandoci quanto sia importante imparare da chi è venuto prima, perché, lo sappiamo bene, se possiamo vedere un po’ più lontano è "perché guardiamo stando in piedi sulle spalle dei giganti".
Si entra quindi nel vivo del congresso con Michel Naud , ex presidente di AFIS , che presenta una retrospettiva dei 50 anni dell’associazione francese, di come sia cresciuta e abbia lavorato nella società.
Ne approfitta per ricordare alcuni strumenti intellettuali utili, per tutti e non solo nell’esercizio dello scetticismo: come la Legge di Hume, principio per il quale bisogna operare in ogni momento la distinzione e la separazione tra “ciò che è” e “ciò che deve essere”; come la conoscenza scientifica non sia un supermercato dove possiamo prendere quello che ci piace e lasciare lì quello che non vogliamo; quanto sia facile per chiunque sbagliarsi su cose che non si conoscono approfonditamente, per cui un biotecnologo può essere spaventato dal nucleare così come un fisico nucleare può essere spaventato dalle biotecnologie.
Prima pausa caffè, con tempo abbondante e una grande sala con catering come ulteriore momento di confronto e chiacchiere… si incontrano vecchi amici (più Paola che fa parte del consiglio di amministrazione dell’ECSO) e se ne conoscono di nuovi.
Si riprende poi con Jan Willem Nienhuys , altra colonna storica dello scetticismo europeo, per raccontarci una storia classica e la sua evoluzione, ai confini dell’astrologia: quella di Michel Gauquelin e dell’”Effetto Marte”.
L’ultimo slot della mattinata porta al microfono Norbert Aust che ― in Germania, dove l’omeopatia si insegna nei corsi di laurea in Medicina ed è generalmente molto più presente nelle istituzioni che da noi ― cerca di portare avanti una corretta informazione e una decisa battaglia nelle istituzioni insieme al gruppo INH (Information Network Homeopathy) fin qui con ottimi risultati, pur riconoscendo di avere ancora molta strada da fare.
L’intervento viene chiuso con il lancio tra il pubblico di un gadget curioso… tanti palloncini tondi e bianchi a ricordare i globuli omeopatici con la scritta “Globuli? No grazie!”.
Anche gli scettici mangiano, quindi ci dividiamo per un pranzo veloce, che ci dà anche la possibilità di discutere i punti sollevati dai relatori visti fino a qua, e dare un’occhio alla città.
Catherine de Jong di VtdK e Wietse Wiels di SKEPP presentano la sessione pomeridiana dedicata alla lotta infinita contro la ciarlataneria in campo medico, e introducono Lukas Stalpers che ci racconta come la vitamina B12 sia diventata nel marketing una sorta di farmaco miracoloso che cura ogni male, o quasi, spiegando anche la reale funzione di questa vitamina e sottolineando l'importanza di affidarsi sempre al medico anche nell'uso di "semplici" integratori.
Tocca a Ovidiu Covaciu , giovane e attivo su vari fronti in Romania, che si è occupato a fondo del fenomeno dell’attivismo anti-vaccinista, in uno deo pochi Paesi europei messi peggio di noi dal punto di vista di epidemie e coperture vaccinali, e infatti di questo ci parla.
Inizia subito chiarendo chi sono gli attivisti no-vax, per non confonderli con genitori preoccupati, che esprimono dubbi, che non vogliono vaccinare i propri figli o che in generale sono contrari ai vaccini per motivi personali o religiosi, perché queste, sottolinea, sono persone “normali”. Gli attivisti no-vax sono piuttosto quelli che sono disposti a diffondere disinformazione e fare terrorismo sui vaccini per raggiungere i loro scopi, e impermeabili a qualsiasi confronto avvelenano le discussioni costruttive (e a volte, anche se non sempre, su tutto questo ci guadagnano).
Buona parte del tempo al microfono è speso a raccontare quanto queste persone abbiano creato problemi ovunque in Europa e nel mondo, ma puntando a un messaggio importante: non possiamo prendercela solo con gli attivisti no-vax. Il problema non sono loro, o almeno non solo: fattori storici e culturali, diversi da nazione a nazione, inadempienze strutturali, mancanza di informazione chiara hanno contribuito alla diffusione di questo fenomeno e su questo dovremmo concentrarci, cercando di sensibilizzare la politica per leggi più adeguate, nazionali ed europee, evitando lo scontro con gli attivisti e cercando di diffondere corretta informazione scientifica soprattutto diretta ai genitori e in particolare ai futuri genitori.
A metà settembre Covaciu sarà presente in una commissione al parlamento europeo per discutere proprio di questi temi.
Breve pausa caffè e si riprende con Dirk Vogelaers che ci racconta la storia della malattia di Lyme e le false sindromi di Lyme che possono essere diagnosticate da ciarlatani per improbabili cure. Interessante ma forse troppo concentrato sulla parte medica, che sulla seconda parte dedicata ai falsi miti che girano attorno al tema.
L’ultimo speaker della giornata è un altro “grande saggio” dello scetticimo, Edzard Ernst , volto noto anche a chi ci segue da più di qualche anno , che introduce la sua relazione con una domanda: stiamo vincendo la battaglia contro le medicine alternative? Medicine alternative che lui chiama SCAM ― So Called Alternative Medicine ― perché se funzionassero non sarebbero un’alternativa ma medicina, non funzionando non sono un’alternativa comunque, sono truffa. Il quadro dipinto da Ernst non è particolarmente felice, dato che elenca parecchie sconfitte subite negli anni, poi fortunatamente “si ricorda” di elencare le nostre vittorie e il risultato finale sembra moderatamente positivo, salvo poi tornare negativo per la crescita e la diffusione innegabile della pseudoscienza in tanti campi. Ma sebbene non sia possibile vincere, dobbiamo continuare a combattere, (come diceva anche il buon Umberto Eco del lavoro del Cicap), cambiando però il nostro atteggiamento: da battaglia “contro” le SCAM a battaglia in favore dell’avanzamento in medicina e della sua comunicazione. La sua conclusione è che serve uno scetticismo più costruttivo, positivo, che coinvolga pubblico e pazienti, e se vi sembra di aver già sentito questi concetti è perché non solo è la filosofia attuale del Cicap, ma tutti i relatori, pur con esperienze diverse e arrivando da percorsi diversi, indicano questi come punti fermi fondamentali per continuare nel nostro lavoro.
La seconda serata è stata all’insegna della scoperta di Gand, città bella e viva, partendo dalla torre civica medievale , dalla quale si ha una vista completa e incredibile di tutta la città, abbiamo poi visitato i luoghi principali della storia di Gand, concludendo con una cena che, per una volta, ha lasciato da parte la discussione sullo scetticismo per passare a un argomento altrettanto caro a noi scettici… quello gastronomico!
Il sabato mattina si apre con Christine Mohr che parte da Jean Piaget e le fasi dello sviluppo cognitivo per spiegarci cosa “va storto” quando crediamo nel paranormale e nella superstizione. Partendo dal meccanismo che ci fa stupire quando vediamo un prestigiatore eseguire un gioco davanti a noi, ha studiato le reazioni delle persone davanti alla magia e alle spiegazioni dei trucchi degli illusionisti, riscontrando quello che forse un po’ sappiamo già: quando c’è un’opinione forte, nonostante fatti e spiegazioni, non è facile eradicarla.
Vanessa Charland ha la seconda talk della mattinata e ci parla di esperienze premorte e degli studi fatti su chi è effettivamente stato soggetto a una di queste esperienze, cosa che rende basso il campione studiato come si può immaginare, confrontando elettroencefalogrammi dei soggetti con encefalogrammi di soggetti in cui lo stato è indotto (con qualche accenno di etica medica), delineando come si comporta il cervello in questi casi.
La mattinata viene chiusa da Michael Heap di ASKE , che sostituisce l’intervento di Chris French purtroppo colpito da ictus pochi giorni prima del congresso. Presenta a un’assemblea di scettici “navigati" la stessa presentazione che porta ai bambini delle scuole elementari e medie nel Regno Unito, raccontandoci quali sono i metodi che utilizza nel dialogo con persone non preparate per far comprendere le basi del metodo scientifico e mettere da parte le credenze nel paranormale, una formula sempre basata sul dialogo e lo stimolo della curiosità.
Dopo la pausa pranzo c’è la sessione forse più nuova e interessante fino a questo punto. Presentata da Amardeo Sarma del GWUP e colonna tutt’ora portante dello scetticismo europeo, è incentrata sullo scetticismo “verde”. Viene strutturata in modo da riunire prima tutte le presentazioni lasciando alla fine le domande dal pubblico per tutti i relatorim innescando così un interessante momento condiviso di dibattito.
La prima a parlare è Iida Ruishalme che ci parla di decarbonizzazione nella produzione di energia, e quindi di quali sono le reali alternative ai combustibili fossili, con particolare riferimento al nucleare. Per darci la misura di quanto sia più alta la percezione della pericolosità del nucleare rispetto a quella di altre fonti energetiche chiede al pubblico quali sono i peggiori disastri nucleari e non nucleari che ricordiamo, se Chernobyl viene subito in mente a tutti, solo noi italiani ne ricordiamo direttamente almeno uno che ha fatto più morti sicure: il disastro del Vajont, ma ci sono stati disastri peggiori, senza contare la quantità di morti dovute alla produzione e utilizzo di combustibili fossili rispetto al nucleare. Si parla anche di rinnovabili, ma il punto a cui vuole arrivare è la necessità primaria di trovare soluzioni sostenibili che non solo “inquinino di meno” ma che riescano soprattutto a rispondere alle necessità di una popolazione mondiale in costante aumento.
Mathijs Beckers affronta lo stesso tema, non come ricercatore ed esperto, ma spiegando come il suo scetticismo, inizialmente diretto contro il nucleare, sia stato stuzzicato da alcuni videogiochi ambientati a Pryp’jat, in cui semplicemente avvicinandosi al reattore esploso si moriva, che l’hanno portato a studiare a fondo l’argomento, scoprendo falsi miti e paure non sempre fondate, e facendolo quindi diventare decisamente pro-nucleare (forse persino troppo, a suo stesso dire, tecnocratico…).
Si passa dalle fonti energetiche alle necessità alimentari di un mondo sempre più sovraffolato, e la giornalista statunitense Kavin Senapathy interviene sul tema degli OGM e delle paure spesso infondate che li circondano. Sottolineando le fallacie dei discorsi anti OGM, hSenapathya spiegato semplicemente come quello che chiamiamo OGM sia solo una forma di incrocio o di modifica genetica. Conclude il discorso suggerendo che per un futuro sostenibile dal punto di vista alimentare bisogna, almeno, considerare gli OGM e le loro evoluzioni e che, da parte nostra, dobbiamo cercare di far cadere la forte polarizzazione sul tema, con onestà intellettuale, senza “voler solo fare punti per il proprio team”. Insomma, ancora una volta serve umiltà e comprensione delle paure dell’altro anche nello scetticismo.
Chiude la sessione André Fougeroux , che tratta anche lui il tema dell’agricoltura ma da un punto di vista decisamente poco considerato di solito, quello di un agronomo: la distanza tra la percezione del pubblico “cittadino” del “naturale” e in generale dell’agricoltura e la realtà che invece è ben chiara a chi lavora e vive nel mondo contadino e di fattoria. Gli spunti interessanti sarebbero tanti, citiamo solo alcuni punti della sua ampia discussione: prima tra tutte una riflessione su una diffusa idealizzazione del passato, che non ha ragione d’essere, il cibo “di una volta” era anzi meno controllato e più pericoloso (tralasciando la sicurezza per i lavoratori, e soprattutto per le lavoratrici); il fatto che non possiamo più continuare “come una volta” perché, solo dagli anni ‘70, la produzione di cibo è aumentata del 300%; nell'immaginario collettivo le produzioni agricole sono viste come separate dalle fattorie e tutto ciò che non corrisponde allo stereotipo viene visto come negativo. Per concludere, Fougeroux sottolinea che non è comunque possibile tornare indietro per ragioni demografiche, possiamo solo continuare a sviluppare e far progredire il comparto agricolo per un futuro più sostenibile.
Il sabato sera partecipanti e relatori si trovano in un locale del centro per una cena di gala, ulteriore occasione per stare insieme, chiacchierare e scambiare opinioni sugli argomenti presentati durante il congresso, stringere relazioni e nuove sinergie.
L’ultima sessione della domenica mattina è dedicata alle truffe e ai truffatori, ed è presentata da Farah Focquaert dell’Università di Gand.
La prima relatrice è Sophie van der Zee che si focalizza sulle truffe tramite internet, mostrando la facilità di ottenere i dati personali di chiunque con pochi trucchi. Van der Zee ci racconta poi la vita dei gruppi organizzati di hacker “black hat”: come sono composti, come si comportano e come lavorano. Il messaggio arriva abbastanza chiaro: ci mettiamo sempre in una condizione di rischio quando navighiamo, ma non per questo dobbiamo farci prendere dal panico, basta fare attenzione ed essere a conoscenza dei potenziali rischi.
Johan Braeckman di SKEPP si concentra invece su falsari e truffatori nel mondo dell’arte; ha poco tempo, purtroppo, per un tema così vasto e intrigante, come esempio ha portato quello di due noti truffatori/falsari di cui vi lasciamo i riferimenti se vorrete approfondire: Mark Landis e Han Van Meegeren , entrambi personaggi affascinanti le cui storie hanno sicuramente molto da insegnarci.
Prima dell’ultimo intervento viene svelato un piccolo inganno ai danni dei congressisti: fuori dalla sala principale c’era un tavolo con un gentile signore che ci invitava a collaborare alla prima enciclopedia scettica al mondo, chiedendo un “piccolo” contributo economico... Beh, risulta che si trattava di un esperimento sociale, una truffa. Marc Braem, illusionista esperto di illusioni ottiche e membro da tempo di SKEPP, ha provato a mettere in atto le tecniche dei truffatori (d’accordo con l’organizzazione del congresso) per farci cadere nella trappola e… non ha funzionato, quindi complimenti alla platea fin troppo scettica.
Inge Jeandarme tiene l’ultimo intervento, con una relazione su criminali seriali e psicopatologie, illustrando i tratti di uno psicopatico, come riconoscerli, come scelgono le loro vittime e le possibilità di cura.
Dopo i saluti e i ringraziamenti da parte dell’organizzazione nella persona di Paul De Belder, prende la parola András Gábor Pintér, che potrete ascoltare anche durante il CICAP Fest di quest'anno, per ricordare due progetti che hanno lo scopo di unire scettici da diverse nazioni: il gruppo Guerrilla Skepticism on Wikipedia , un gruppo che si occupa di aggiornare voci di Wikipedia in tutte le lingue (chi era a Cesena nel 2017 ricorderà l'americana Susan Gerbic che ce ne ha parlato), e che cerca aiuto per la parte italiana - non siate timidi! - e il podcast scettico europeo The ESP , in inglese ma che informa su quel che accade nei vari gruppi scettici sparsi per l’Europa, se volete saperne di più inseritelo tra i vostri podcast preferiti!
Ovviamente un semplice resoconto non può raccontare adeguatamente tre giorni di conferenze e dibattiti, in cui si è avuto un assaggio dello scetticismo che è stato ma anche di quello futuro, una nuova generazione di giovani scettici a confronto con le colonne storiche dell’associazionismo, ma non preoccupatevi: l’organizzazione metterà a disposizione tutte le relazioni sul canale youtube del congresso e noi vi invitiamo fin da subito a iscrivervi per non perderle!
All’European Skeptics Congress di quest’anno, oltre alla assemblea del consiglio di amministrazione dell’ECSO che in queste occasioni si riunisce, eravamo presenti con un poster per raccontare i trent’anni di storia della nostra associazione e alcuni degli importanti risultati raggiunti, un poster davanti al quale più di qualcuno si è fermato e ha chiesto informazioni più dettagliate sul nostro lavoro a Rodolfo Rolando, che era lì pronto a rispondere. C’è da dire che, anche nei momenti di semplice convivialità, ci hanno chiesto le più disparate informazioni sul lavoro della nostra associazione, sia a livello nazionale che locale.
Come ultimo pensiero non possiamo che ribadire quanto occasioni come questa ci ricordino l’importanza della condivisione, anche e soprattutto con realtà differenti dalla nostra, di quanto si possa imparare anche da temi noti e stranoti ma visti attraverso l’esperienza di paesi e culture diverse.
Non siamo soli nella nostra battaglia e diventa sempre più importante uscire dai nostri confini e diventare un po’ più europei, anche nello scetticismo.
E per chi vuole, ci vediamo tra due anni al prossimo European Skeptics Congress!
Ci sono infatti tante associazioni con i nostri stessi scopi, temi e obiettivi, con le quali abbiamo rapporti di amicizia e collaborazione tramite l’associazione “ombrello” ECSO (European Council of Skeptical Organisations ), e ci incontriamo ogni due anni al Congresso Scettico Europeo .
Ogni due anni, infatti, una o più associazioni membre dell’ECSO organizzano nel proprio paese un weekend lungo di incontri, aggiornamenti, dibattiti e condivisioni sul mondo dello scetticismo e sulle battaglie per la scienza e la razionalità nei vari paesi. Quest’anno, che oltretutto celebra i 30 anni dalla nascita dell’ECSO, è toccato a SKEPP e Comité Para , dal Belgio, con la collaborazione dei vicini VtdK e Stichting Skepsis dai Paesi Bassi, organizzare la tre giorni scettica a Gand , nelle Fiandre Orientali.
Data la posizione geografica di Gand, gli aeroporti più vicini sono comunque quelli di Bruxelles, motivo per cui il “pre-evento” di benvenuto, del pomeriggio di giovedì 29 agosto, si è svolto nella capitale belga, ed è stato particolarmente in tema con la città: uno Skeptics in the Pub, format inglese a cui si ispirano anche le nostre Razionali Alcooliche.
Il relatore dell’occasione è stato David Zaruk (esperto di rischi e scienze della comunicazione per l’Unione Europea) che ci, e si, domanda: nella discussione tra pro e anti scienza, come possiamo essere sicuri che siano gli altri gli stupidi e non noi? Con un serie di esempi, di fatti e di storie bizzarre Zaruk ha ricordato a tutti quanto sia importante conoscere approfonditamente i temi di cui parliamo ― non possiamo prendere posizione senza sapere perché.
Il dibattito con il pubblico è stato altrettanto, e forse anche più, interessante, e non poteva essere diversamente avendo un pubblico di scettici particolarmente preparati sull'argomento e, come avremmo visto nei giorni successivi, non solo in questo.
Come dicevamo, però, la sede del congresso non era la capitale belga ma Gand quindi, finita la chiacchierata al pub, un nutrito e internazionale gruppo di scettici (tra cui i vostri “eroi” Enrico, Paola e Rodolfo) ha invaso il treno che collega le due città. La stessa sera il gruppo, nel frattempo cresciuto grazie all’arrivo di chi era già in città o è arrivato dopo, si è ritrovato al "Charlatan" (e il nome non poteva essere più azzeccato), un locale attrezzato per spettacoli dal vivo, per il "fun welcome": una serata all’insegna del divertimento con il mentalista belga Gili & friends: musica dal vivo, comicità, e tante chiacchiere. E qui si coglie subito l’atmosfera di questo congresso: tutti i presenti erano lì per condividere le proprie attività e battaglie, ma anche per chiacchierare e passare del tempo insieme a vecchi e nuovi amici legati da un impegno e una visione comune.
Paul De Belder, attuale presidente di SKEPP, a nome di tutta l'organizzazione dà il benvenuto ai presenti e apre i lavori.
Per fare questo, dice Claire, dobbiamo dialogare e condividere esperienze tra di noi (associazioni delle varie nazioni), perché i nostri argomenti e le nostre battaglie non hanno confini nazionali e il successo di ogni singolo gruppo, oltre a poter servire agli altri sotto vari aspetti, è comunque il successo di tutta la comunità scettica. A questo punto, chiamando a supporto la sua parte di anima americana, ci convince a scambiarci dei complimenti a fondo perduto, come una sorta di segno della pace tra scettici (il testo integrale dell’intervento può essere letto qui ).
Dopo di lei prende la parola il fondatore di SKEPP e colonna storica dell'ECSO: Tim Trachet , che ricorda il primo incontro europeo di 30 anni fa, al quale era presente anche il rappresentante tedesco Amardeo Sarma che parlerà poco dopo, e di quante cose siano cambiate da allora. Secondo Tim, l’atteggiamento del pubblico è cambiato ed è caratterizzato da un maggior spirito critico grazie anche al lavoro delle organizzazioni scettiche.
A questo punto, con non poca commozione, Tim ricorda Wim Betz , medico e storico scettico belga, nonché cofondatore di SKEPP, scomparso pochi mesi fa. Condividono il momento altri amici e colleghi di Betz, e tutti insieme riescono a inquadrare Wim, il suo scetticismo e la sua ironia in modo molto chiaro ma anche molto personale, ricordandoci quanto sia importante imparare da chi è venuto prima, perché, lo sappiamo bene, se possiamo vedere un po’ più lontano è "perché guardiamo stando in piedi sulle spalle dei giganti".
Indice |
I Sessione: European Skeptics – A 30 years retrospective
Si entra quindi nel vivo del congresso con Michel Naud , ex presidente di AFIS , che presenta una retrospettiva dei 50 anni dell’associazione francese, di come sia cresciuta e abbia lavorato nella società.
Ne approfitta per ricordare alcuni strumenti intellettuali utili, per tutti e non solo nell’esercizio dello scetticismo: come la Legge di Hume, principio per il quale bisogna operare in ogni momento la distinzione e la separazione tra “ciò che è” e “ciò che deve essere”; come la conoscenza scientifica non sia un supermercato dove possiamo prendere quello che ci piace e lasciare lì quello che non vogliamo; quanto sia facile per chiunque sbagliarsi su cose che non si conoscono approfonditamente, per cui un biotecnologo può essere spaventato dal nucleare così come un fisico nucleare può essere spaventato dalle biotecnologie.
Prima pausa caffè, con tempo abbondante e una grande sala con catering come ulteriore momento di confronto e chiacchiere… si incontrano vecchi amici (più Paola che fa parte del consiglio di amministrazione dell’ECSO) e se ne conoscono di nuovi.
Si riprende poi con Jan Willem Nienhuys , altra colonna storica dello scetticismo europeo, per raccontarci una storia classica e la sua evoluzione, ai confini dell’astrologia: quella di Michel Gauquelin e dell’”Effetto Marte”.
L’ultimo slot della mattinata porta al microfono Norbert Aust che ― in Germania, dove l’omeopatia si insegna nei corsi di laurea in Medicina ed è generalmente molto più presente nelle istituzioni che da noi ― cerca di portare avanti una corretta informazione e una decisa battaglia nelle istituzioni insieme al gruppo INH (Information Network Homeopathy) fin qui con ottimi risultati, pur riconoscendo di avere ancora molta strada da fare.
L’intervento viene chiuso con il lancio tra il pubblico di un gadget curioso… tanti palloncini tondi e bianchi a ricordare i globuli omeopatici con la scritta “Globuli? No grazie!”.
Anche gli scettici mangiano, quindi ci dividiamo per un pranzo veloce, che ci dà anche la possibilità di discutere i punti sollevati dai relatori visti fino a qua, e dare un’occhio alla città.
II Sessione: The never-ending struggle against quackery
Catherine de Jong di VtdK e Wietse Wiels di SKEPP presentano la sessione pomeridiana dedicata alla lotta infinita contro la ciarlataneria in campo medico, e introducono Lukas Stalpers che ci racconta come la vitamina B12 sia diventata nel marketing una sorta di farmaco miracoloso che cura ogni male, o quasi, spiegando anche la reale funzione di questa vitamina e sottolineando l'importanza di affidarsi sempre al medico anche nell'uso di "semplici" integratori.
Tocca a Ovidiu Covaciu , giovane e attivo su vari fronti in Romania, che si è occupato a fondo del fenomeno dell’attivismo anti-vaccinista, in uno deo pochi Paesi europei messi peggio di noi dal punto di vista di epidemie e coperture vaccinali, e infatti di questo ci parla.
Inizia subito chiarendo chi sono gli attivisti no-vax, per non confonderli con genitori preoccupati, che esprimono dubbi, che non vogliono vaccinare i propri figli o che in generale sono contrari ai vaccini per motivi personali o religiosi, perché queste, sottolinea, sono persone “normali”. Gli attivisti no-vax sono piuttosto quelli che sono disposti a diffondere disinformazione e fare terrorismo sui vaccini per raggiungere i loro scopi, e impermeabili a qualsiasi confronto avvelenano le discussioni costruttive (e a volte, anche se non sempre, su tutto questo ci guadagnano).
Buona parte del tempo al microfono è speso a raccontare quanto queste persone abbiano creato problemi ovunque in Europa e nel mondo, ma puntando a un messaggio importante: non possiamo prendercela solo con gli attivisti no-vax. Il problema non sono loro, o almeno non solo: fattori storici e culturali, diversi da nazione a nazione, inadempienze strutturali, mancanza di informazione chiara hanno contribuito alla diffusione di questo fenomeno e su questo dovremmo concentrarci, cercando di sensibilizzare la politica per leggi più adeguate, nazionali ed europee, evitando lo scontro con gli attivisti e cercando di diffondere corretta informazione scientifica soprattutto diretta ai genitori e in particolare ai futuri genitori.
A metà settembre Covaciu sarà presente in una commissione al parlamento europeo per discutere proprio di questi temi.
Breve pausa caffè e si riprende con Dirk Vogelaers che ci racconta la storia della malattia di Lyme e le false sindromi di Lyme che possono essere diagnosticate da ciarlatani per improbabili cure. Interessante ma forse troppo concentrato sulla parte medica, che sulla seconda parte dedicata ai falsi miti che girano attorno al tema.
L’ultimo speaker della giornata è un altro “grande saggio” dello scetticimo, Edzard Ernst , volto noto anche a chi ci segue da più di qualche anno , che introduce la sua relazione con una domanda: stiamo vincendo la battaglia contro le medicine alternative? Medicine alternative che lui chiama SCAM ― So Called Alternative Medicine ― perché se funzionassero non sarebbero un’alternativa ma medicina, non funzionando non sono un’alternativa comunque, sono truffa. Il quadro dipinto da Ernst non è particolarmente felice, dato che elenca parecchie sconfitte subite negli anni, poi fortunatamente “si ricorda” di elencare le nostre vittorie e il risultato finale sembra moderatamente positivo, salvo poi tornare negativo per la crescita e la diffusione innegabile della pseudoscienza in tanti campi. Ma sebbene non sia possibile vincere, dobbiamo continuare a combattere, (come diceva anche il buon Umberto Eco del lavoro del Cicap), cambiando però il nostro atteggiamento: da battaglia “contro” le SCAM a battaglia in favore dell’avanzamento in medicina e della sua comunicazione. La sua conclusione è che serve uno scetticismo più costruttivo, positivo, che coinvolga pubblico e pazienti, e se vi sembra di aver già sentito questi concetti è perché non solo è la filosofia attuale del Cicap, ma tutti i relatori, pur con esperienze diverse e arrivando da percorsi diversi, indicano questi come punti fermi fondamentali per continuare nel nostro lavoro.
La seconda serata è stata all’insegna della scoperta di Gand, città bella e viva, partendo dalla torre civica medievale , dalla quale si ha una vista completa e incredibile di tutta la città, abbiamo poi visitato i luoghi principali della storia di Gand, concludendo con una cena che, per una volta, ha lasciato da parte la discussione sullo scetticismo per passare a un argomento altrettanto caro a noi scettici… quello gastronomico!
III Sessione: Anomalistic psychology
Il sabato mattina si apre con Christine Mohr che parte da Jean Piaget e le fasi dello sviluppo cognitivo per spiegarci cosa “va storto” quando crediamo nel paranormale e nella superstizione. Partendo dal meccanismo che ci fa stupire quando vediamo un prestigiatore eseguire un gioco davanti a noi, ha studiato le reazioni delle persone davanti alla magia e alle spiegazioni dei trucchi degli illusionisti, riscontrando quello che forse un po’ sappiamo già: quando c’è un’opinione forte, nonostante fatti e spiegazioni, non è facile eradicarla.
Vanessa Charland ha la seconda talk della mattinata e ci parla di esperienze premorte e degli studi fatti su chi è effettivamente stato soggetto a una di queste esperienze, cosa che rende basso il campione studiato come si può immaginare, confrontando elettroencefalogrammi dei soggetti con encefalogrammi di soggetti in cui lo stato è indotto (con qualche accenno di etica medica), delineando come si comporta il cervello in questi casi.
La mattinata viene chiusa da Michael Heap di ASKE , che sostituisce l’intervento di Chris French purtroppo colpito da ictus pochi giorni prima del congresso. Presenta a un’assemblea di scettici “navigati" la stessa presentazione che porta ai bambini delle scuole elementari e medie nel Regno Unito, raccontandoci quali sono i metodi che utilizza nel dialogo con persone non preparate per far comprendere le basi del metodo scientifico e mettere da parte le credenze nel paranormale, una formula sempre basata sul dialogo e lo stimolo della curiosità.
IV Sessione: Green Skepticism
Dopo la pausa pranzo c’è la sessione forse più nuova e interessante fino a questo punto. Presentata da Amardeo Sarma del GWUP e colonna tutt’ora portante dello scetticismo europeo, è incentrata sullo scetticismo “verde”. Viene strutturata in modo da riunire prima tutte le presentazioni lasciando alla fine le domande dal pubblico per tutti i relatorim innescando così un interessante momento condiviso di dibattito.
La prima a parlare è Iida Ruishalme che ci parla di decarbonizzazione nella produzione di energia, e quindi di quali sono le reali alternative ai combustibili fossili, con particolare riferimento al nucleare. Per darci la misura di quanto sia più alta la percezione della pericolosità del nucleare rispetto a quella di altre fonti energetiche chiede al pubblico quali sono i peggiori disastri nucleari e non nucleari che ricordiamo, se Chernobyl viene subito in mente a tutti, solo noi italiani ne ricordiamo direttamente almeno uno che ha fatto più morti sicure: il disastro del Vajont, ma ci sono stati disastri peggiori, senza contare la quantità di morti dovute alla produzione e utilizzo di combustibili fossili rispetto al nucleare. Si parla anche di rinnovabili, ma il punto a cui vuole arrivare è la necessità primaria di trovare soluzioni sostenibili che non solo “inquinino di meno” ma che riescano soprattutto a rispondere alle necessità di una popolazione mondiale in costante aumento.
Mathijs Beckers affronta lo stesso tema, non come ricercatore ed esperto, ma spiegando come il suo scetticismo, inizialmente diretto contro il nucleare, sia stato stuzzicato da alcuni videogiochi ambientati a Pryp’jat, in cui semplicemente avvicinandosi al reattore esploso si moriva, che l’hanno portato a studiare a fondo l’argomento, scoprendo falsi miti e paure non sempre fondate, e facendolo quindi diventare decisamente pro-nucleare (forse persino troppo, a suo stesso dire, tecnocratico…).
Si passa dalle fonti energetiche alle necessità alimentari di un mondo sempre più sovraffolato, e la giornalista statunitense Kavin Senapathy interviene sul tema degli OGM e delle paure spesso infondate che li circondano. Sottolineando le fallacie dei discorsi anti OGM, hSenapathya spiegato semplicemente come quello che chiamiamo OGM sia solo una forma di incrocio o di modifica genetica. Conclude il discorso suggerendo che per un futuro sostenibile dal punto di vista alimentare bisogna, almeno, considerare gli OGM e le loro evoluzioni e che, da parte nostra, dobbiamo cercare di far cadere la forte polarizzazione sul tema, con onestà intellettuale, senza “voler solo fare punti per il proprio team”. Insomma, ancora una volta serve umiltà e comprensione delle paure dell’altro anche nello scetticismo.
Chiude la sessione André Fougeroux , che tratta anche lui il tema dell’agricoltura ma da un punto di vista decisamente poco considerato di solito, quello di un agronomo: la distanza tra la percezione del pubblico “cittadino” del “naturale” e in generale dell’agricoltura e la realtà che invece è ben chiara a chi lavora e vive nel mondo contadino e di fattoria. Gli spunti interessanti sarebbero tanti, citiamo solo alcuni punti della sua ampia discussione: prima tra tutte una riflessione su una diffusa idealizzazione del passato, che non ha ragione d’essere, il cibo “di una volta” era anzi meno controllato e più pericoloso (tralasciando la sicurezza per i lavoratori, e soprattutto per le lavoratrici); il fatto che non possiamo più continuare “come una volta” perché, solo dagli anni ‘70, la produzione di cibo è aumentata del 300%; nell'immaginario collettivo le produzioni agricole sono viste come separate dalle fattorie e tutto ciò che non corrisponde allo stereotipo viene visto come negativo. Per concludere, Fougeroux sottolinea che non è comunque possibile tornare indietro per ragioni demografiche, possiamo solo continuare a sviluppare e far progredire il comparto agricolo per un futuro più sostenibile.
Il sabato sera partecipanti e relatori si trovano in un locale del centro per una cena di gala, ulteriore occasione per stare insieme, chiacchierare e scambiare opinioni sugli argomenti presentati durante il congresso, stringere relazioni e nuove sinergie.
V Sessione: How con men operate
L’ultima sessione della domenica mattina è dedicata alle truffe e ai truffatori, ed è presentata da Farah Focquaert dell’Università di Gand.
La prima relatrice è Sophie van der Zee che si focalizza sulle truffe tramite internet, mostrando la facilità di ottenere i dati personali di chiunque con pochi trucchi. Van der Zee ci racconta poi la vita dei gruppi organizzati di hacker “black hat”: come sono composti, come si comportano e come lavorano. Il messaggio arriva abbastanza chiaro: ci mettiamo sempre in una condizione di rischio quando navighiamo, ma non per questo dobbiamo farci prendere dal panico, basta fare attenzione ed essere a conoscenza dei potenziali rischi.
Johan Braeckman di SKEPP si concentra invece su falsari e truffatori nel mondo dell’arte; ha poco tempo, purtroppo, per un tema così vasto e intrigante, come esempio ha portato quello di due noti truffatori/falsari di cui vi lasciamo i riferimenti se vorrete approfondire: Mark Landis e Han Van Meegeren , entrambi personaggi affascinanti le cui storie hanno sicuramente molto da insegnarci.
Prima dell’ultimo intervento viene svelato un piccolo inganno ai danni dei congressisti: fuori dalla sala principale c’era un tavolo con un gentile signore che ci invitava a collaborare alla prima enciclopedia scettica al mondo, chiedendo un “piccolo” contributo economico... Beh, risulta che si trattava di un esperimento sociale, una truffa. Marc Braem, illusionista esperto di illusioni ottiche e membro da tempo di SKEPP, ha provato a mettere in atto le tecniche dei truffatori (d’accordo con l’organizzazione del congresso) per farci cadere nella trappola e… non ha funzionato, quindi complimenti alla platea fin troppo scettica.
Inge Jeandarme tiene l’ultimo intervento, con una relazione su criminali seriali e psicopatologie, illustrando i tratti di uno psicopatico, come riconoscerli, come scelgono le loro vittime e le possibilità di cura.
Dopo i saluti e i ringraziamenti da parte dell’organizzazione nella persona di Paul De Belder, prende la parola András Gábor Pintér, che potrete ascoltare anche durante il CICAP Fest di quest'anno, per ricordare due progetti che hanno lo scopo di unire scettici da diverse nazioni: il gruppo Guerrilla Skepticism on Wikipedia , un gruppo che si occupa di aggiornare voci di Wikipedia in tutte le lingue (chi era a Cesena nel 2017 ricorderà l'americana Susan Gerbic che ce ne ha parlato), e che cerca aiuto per la parte italiana - non siate timidi! - e il podcast scettico europeo The ESP , in inglese ma che informa su quel che accade nei vari gruppi scettici sparsi per l’Europa, se volete saperne di più inseritelo tra i vostri podcast preferiti!
Ovviamente un semplice resoconto non può raccontare adeguatamente tre giorni di conferenze e dibattiti, in cui si è avuto un assaggio dello scetticismo che è stato ma anche di quello futuro, una nuova generazione di giovani scettici a confronto con le colonne storiche dell’associazionismo, ma non preoccupatevi: l’organizzazione metterà a disposizione tutte le relazioni sul canale youtube del congresso e noi vi invitiamo fin da subito a iscrivervi per non perderle!
E il CICAP?
All’European Skeptics Congress di quest’anno, oltre alla assemblea del consiglio di amministrazione dell’ECSO che in queste occasioni si riunisce, eravamo presenti con un poster per raccontare i trent’anni di storia della nostra associazione e alcuni degli importanti risultati raggiunti, un poster davanti al quale più di qualcuno si è fermato e ha chiesto informazioni più dettagliate sul nostro lavoro a Rodolfo Rolando, che era lì pronto a rispondere. C’è da dire che, anche nei momenti di semplice convivialità, ci hanno chiesto le più disparate informazioni sul lavoro della nostra associazione, sia a livello nazionale che locale.
Come ultimo pensiero non possiamo che ribadire quanto occasioni come questa ci ricordino l’importanza della condivisione, anche e soprattutto con realtà differenti dalla nostra, di quanto si possa imparare anche da temi noti e stranoti ma visti attraverso l’esperienza di paesi e culture diverse.
Non siamo soli nella nostra battaglia e diventa sempre più importante uscire dai nostri confini e diventare un po’ più europei, anche nello scetticismo.
E per chi vuole, ci vediamo tra due anni al prossimo European Skeptics Congress!