In inglese, si dice to smell the color 9 (« sentire il colore 9 ») per esprimere qualcosa d’impossibile da realizzare...
Tuttavia, esistono persone che hanno la capacità di concepire mentalmente una rappresentazione cromatica o spaziale di unità temporali (o, più generalmente di numeri). Questa capacità, denominata sinestesia dagli psicologi (dal greco syn, « con » et aesthesis, « sensazione »), si caratterizza per disturbi della percezione che fanno provare simultaneamente o incrociarsi diverse sensazioni, non necessariamente in relazione tra loro, quando viene sollecitato un unico senso percettivo.
Il primo caso pubblicato nella letteratura medica fu riportato nel 1710 dal dottor Thomas Woolhouse (1650–1734), oftalmologo di Re Giacomo II d’Inghilterra.
Si trattava di un giovane uomo cieco che credeva di percepire dei colori indotti da suoni.
Il ricercatore Vilayanur S. Ramachandran dell'Università della California (San Diego, USA) e i suoi collaboratori hanno notato che la forma più comune di sinestesia è quella in cui viene associato un “grafema” (lettera, numero) a un colore. Noi, in quanto autori di matematica ricreativa, tratteremo in questo ambito solo di numeri.
Le persone che vivono esperienze sinestesiche nella ‘forma pura’ sono un numero relativamente ristretto. Però sembra che esista una certa costanza nella rappresentazione cromatica o spaziale dei numeri, il che lascia pensare che queste percezioni anomale non siano frutto di menti fertili o desiderose di catturare l’attenzione. La sinestesia numero-forma potrebbe essere il risultato di un’attivazione incrociata (cross activation, in inglese) tra diverse aree del lobo parietale che possono a volte ricoprirsi e sono coinvolte nella cognizione numerica e spaziale. Invece, la sinestesia numero-colore è dovuta, secondo Ramachandran, a un eccesso di connessioni tra due aree vicine che attivate potrebbero interferire l’una con l’altra (vedi fig. 1).
Nelle figg. 2 e 3 si possono osservare alcune rappresentazioni sinestesiche ricorrenti sotto forma di colori (fig. 2) o di allineamenti nello spazio (fig. 3, studio documentato da Sir Francis Galton). Per i numeri isolati, una regolarità statistica fa attribuire da alcune persone il colore nero o bianco rispettivamente sia alla cifra 0 o alla cifra 1, sia alla cifra 8 o al 9. I colori giallo, rosso e blu vengono quasi sempre abbinati alle cifre più piccole (2, 3 o 4). Mentre il marrone, il viola e il grigio sono il dominio delle cifre maggiori (6, 7 o 8). Stranamente, sembra che non sia il concetto stesso di numero, ma la forma delle cifre a indurre fenomeni sinestetici. Infatti, se presentiamo la cifra 5 sotto forma di numero romano V, molte delle persone affette da sinestesia non avvertono alcuna sensazione di colore.
E voi, percepite i numeri a colori o in una forma spaziale?
Condividete le vostre esperienze sinestesiche con noi.
Tuttavia, esistono persone che hanno la capacità di concepire mentalmente una rappresentazione cromatica o spaziale di unità temporali (o, più generalmente di numeri). Questa capacità, denominata sinestesia dagli psicologi (dal greco syn, « con » et aesthesis, « sensazione »), si caratterizza per disturbi della percezione che fanno provare simultaneamente o incrociarsi diverse sensazioni, non necessariamente in relazione tra loro, quando viene sollecitato un unico senso percettivo.
Il primo caso pubblicato nella letteratura medica fu riportato nel 1710 dal dottor Thomas Woolhouse (1650–1734), oftalmologo di Re Giacomo II d’Inghilterra.
Si trattava di un giovane uomo cieco che credeva di percepire dei colori indotti da suoni.
Il ricercatore Vilayanur S. Ramachandran dell'Università della California (San Diego, USA) e i suoi collaboratori hanno notato che la forma più comune di sinestesia è quella in cui viene associato un “grafema” (lettera, numero) a un colore. Noi, in quanto autori di matematica ricreativa, tratteremo in questo ambito solo di numeri.
Le persone che vivono esperienze sinestesiche nella ‘forma pura’ sono un numero relativamente ristretto. Però sembra che esista una certa costanza nella rappresentazione cromatica o spaziale dei numeri, il che lascia pensare che queste percezioni anomale non siano frutto di menti fertili o desiderose di catturare l’attenzione. La sinestesia numero-forma potrebbe essere il risultato di un’attivazione incrociata (cross activation, in inglese) tra diverse aree del lobo parietale che possono a volte ricoprirsi e sono coinvolte nella cognizione numerica e spaziale. Invece, la sinestesia numero-colore è dovuta, secondo Ramachandran, a un eccesso di connessioni tra due aree vicine che attivate potrebbero interferire l’una con l’altra (vedi fig. 1).
Nelle figg. 2 e 3 si possono osservare alcune rappresentazioni sinestesiche ricorrenti sotto forma di colori (fig. 2) o di allineamenti nello spazio (fig. 3, studio documentato da Sir Francis Galton). Per i numeri isolati, una regolarità statistica fa attribuire da alcune persone il colore nero o bianco rispettivamente sia alla cifra 0 o alla cifra 1, sia alla cifra 8 o al 9. I colori giallo, rosso e blu vengono quasi sempre abbinati alle cifre più piccole (2, 3 o 4). Mentre il marrone, il viola e il grigio sono il dominio delle cifre maggiori (6, 7 o 8). Stranamente, sembra che non sia il concetto stesso di numero, ma la forma delle cifre a indurre fenomeni sinestetici. Infatti, se presentiamo la cifra 5 sotto forma di numero romano V, molte delle persone affette da sinestesia non avvertono alcuna sensazione di colore.
E voi, percepite i numeri a colori o in una forma spaziale?
Condividete le vostre esperienze sinestesiche con noi.