Ho sempre saputo (e insegnato) che la scala Richter, da buona logaritmica, linearizza le decadi (le potenze di dieci) in modo che un’energia che passa da 10 a 100 (esempio) implica un “salto” unitario della scala Richter. Come nella scala dell’intensità acustica dei dB, giusto? Così appare anche nella tabella riportata su S&P n. 85 (articolo: “Le ragioni del terremoto, paragrafo ‘Mercalli o Richter’”). Nel medesimo articolo, però, leggo, subito dopo: “Un’altra caratteristica, di cui bisogna tener conto quando si confrontano due terremoti di cui è nota la magnitudo, è che la scala Richter è logaritmica: quando si passa da un valore di magnitudo a quello successivo l’intensità del terremoto aumenta di 30 volte. In altre parole, un sisma di magnitudo 4 è 30 volte più potente di uno di magnitudo 3, e un sisma di magnitudo 5 è quasi circa 27 mila volte più potente di uno di magnitudo 2”. Ho cercato e letto qui e lì, ma questo fattore “30” per me rimane un mistero. Perché 30 invece che 10? Ignoranza mia, non c’è dubbio, ma vorrei una spiegazione tecnica, se possibile!
Risponde Mauro Carta:
In effetti parlare di intensità, come ho fatto io nell’articolo per un eccesso di semplificazione, non è completamente esatto. Meglio sarebbe parlare di quantità di energia liberata da un terremoto. Quantità di energia non facile da misurare, se non indirettamente, sulla base delle misurazioni strumentali. Il discorso si complica un po’.
La scala delle magnitudo fu proposta inizialmente da Richter e da Gutemberg nel 1935, e prevede l’uso di un particolare tipo di sismografo, calibrato in modo standard, che registra un sisma il cui epicentro si trova a 100 km di distanza. La scala è logaritmica in base 10, vi si riporta lo spostamento del pennino del sismografo in micrometri, a partire dallo zero. Calcolare l’energia liberata da un terremoto di cui è nota la magnitudo (determinata sulla base del tracciato sismografico) è abbastanza facile. Bisogna ricordare che la magnitudo di un terremoto è il logaritmo decimale dello spostamento (in micrometri) della maggiore delle tracce lasciate dal pennino di un sismografo a torsione di Wood-Anderson (un tipo di sismografo molto semplice e utilizzato nel secolo scorso), calibrato in modo standard, situato a 100 km dall’epicentro del sisma (in caso contrario, si tiene conto dello smorzamento delle onde sismiche con la distanza effettiva). Conoscendo la magnitudo, è facile risalire all’energia liberata secondo la formula: E = 10^ (M x 1,5) dove E è l’energia equivalente in kilogrammi di tritolo, ed M la magnitudo registrata dal sismografo. Lo stesso Richter stabilì che un terremoto di magnitudo 0 corrispondesse all’energia liberata dalla detonazione di 1 kg di tritolo registrata da un sismografo posto a 100 km di distanza. Un terremoto molto debole e non avvertibile dalle persone.
Richter allora riteneva tali terremoti i più deboli avvertibili strumentalmente, ma i sismografi odierni sono così sensibili che di fatto possiamo avere terremoti di magnitudo negativa. Un terremoto di magnitudo 2 libera un’energia pari a 10^(2x1,5) = 1000 kg di tritolo. Un terremoto di magnitudo 3 invece libera un’energia pari a 10^(3x1,5) = 31.623 kg, e per un terremoto di magnitudo 4 abbiamo 10^(4x1,5) = 1.000.000 kg di tritolo… come si vede, nel passare da un grado all’altro della scala delle magnitudo Richter, l’energia liberata da un terremoto aumenta di circa 30 volte (per l’esattezza 31,6 volte). Quindi, nella scala logaritmica in base dieci di 3/2 la variazione dell’energia varia di oltre 30 volte, e non dieci.
Al contrario, per determinare la magnitudo conoscendo l’energia liberata (in kilogrammi di tritolo equivalenti) si deve calcolare il logaritmo in base dieci dell’energia e dividere il risultato per 1,5. Per esempio, se l’energia liberata da un sisma (stimata indirettamente sulla base dello spostamento della traccia sismografica) è di 178 miliardi di kilogrammi di tritolo, allora la magnitudo del terremoto è (log [10] 178.000.000.000) : 1,5 = +/- 7,5. In pratica, un terremoto di magnitudo 7,5 libera un’energia pari a quella di quasi 15.000 bombe atomiche come quella lanciata a Hiroshima nell’agosto del 1945. Non c’è da stupirsi che possa produrre così tanti danni. La scala Richter delle magnitudo misura l’energia liberata da un terremoto. È invece la scala Mercalli (oggi MCS) a riportare l’intensità di un terremoto sulla base della stima dei danni prodotti sul territorio, sulle cose, sulle persone.
Mi chiamo Monica, ho 26 anni e nessuna patologia psichiatrica conclamata! A computer fisso spento e cassa acustica accesa al massimo del volume ho ascoltato numerose voci parlare lingue differenti, nessun rumore o suono e niente musica. Una era più distinguibile rispetto alle altre perché mi sembrava più “vicina”, ad un volume un pò più alto. Era femminile e l’idioma che utilizzava mi pareva russo o comunque slavo. Il fenomeno è capitato nuovamente il giorno successivo. Questa volta la voce “in rilievo” era maschile e anglosassone. Sono riuscita a capire “…in the 1957 I was a (parola incomprensibile a me) in the US Army Force…”. Due giorni dopo, le voci sono aumentate in numero e volume. Ora, è mai possibile che un fenomeno di “presunta” psicofonia avvenga attraverso una cassa acustica accesa collegata a un computer spento? Ho bisogno di una risposta scientifica perché ho il terrore di accendere la cassa acustica!
Risponde Marco Morocutti:
Ci sono voci che provengono dalla sua cassa acustica? Niente paura! Gli apparecchi che chiamiamo “casse acustiche” sono più propriamente delle “casse acustiche amplificate”, cioè apparecchi che oltre agli altoparlanti contengono al loro interno anche un amplificatore audio. Si mettono degli amplificatori nelle casse acustiche perché dalle uscite audio dei computer provengono segnali deboli, che non hanno la potenza necessaria a muovere un altoparlante, e che perciò devono essere amplificati. (Per la precisione: solo una delle due casse contiene l’amplificatore, ed è quella più pesante – che è anche quella collegata alla presa di alimentazione elettrica.)
Tornando al nostro problema, bisogna considerare che qualsiasi amplificatore audio ha la spiacevole tendenza a comportarsi talvolta come un ricevitore radio. Questo difetto avviene in misura maggiore se il circuito di amplificazione è di tipo economico, come avviene di solito nelle casse acustiche per computer. Negli apparecchi professionali, ad esempio nelle casse amplificate usate dai musicisti, si usano invece circuiti di amplificazione più sofisticati (e più costosi), e spesso i progettisti devono adottare particolari accorgimenti proprio per evitare che vengano erroneamente captate delle trasmissioni radio.
Quindi il fatto che si sentano delle “voci” in una cassa acustica è un effetto di interferenza dovuto alla scarsa qualità dell’apparecchio. Il fenomeno si manifesta maggiormente in alcuni modelli, e naturalmente accade solo se ci sono trasmissioni radio da ricevere; perciò, ad esempio, se trasportassimo la nostra cassa acustica in una profonda caverna (dove le onde radio non arrivano), non sentiremmo più nessuna interferenza!
Non è neppure un problema il fatto che si sentano voci in lingue straniere: oltre alle normali trasmissioni radio che provengono delle stazioni in FM, ci sono moltissime altre trasmissioni, anche internazionali, che avvengono soprattutto in una gamma di frequenze detta “onde corte”, adatta per trasportare segnali su lunga distanza. Dalla mia abitazione, al centro della Pianura Padana, con una radio per onde corte si possono sentire le trasmissioni delle navi in navigazione nel Mediterraneo.
Molte persone che si dedicano, o che in passato si sono dedicate, alla psicofonia hanno scambiato per “voci dall’Aldilà” delle semplici interferenze radio, proprio perché usavano dei ricevitori economici, oppure perché li usavano in modo non corretto. Tant’è vero che quando si impiegano apparecchiature di qualità le interferenze scompaiono e non si manifesta più nessuna “voce”. Infatti è ben noto che persone come i radioamatori, o i radiotecnici competenti, oppure anche i tecnici del suono (tutti professionisti che usano apparecchiature pregiate e sanno come adoperarle), non sentono mai nessuna “voce ultraterrena” provenire dai loro apparecchi, per quanto questi siano sensibili.
In casi come il suo, per evitare che un amplificatore riceva interferenze radio si può provare a spostare i cavi in modo che facciano un percorso differente, oppure anche ad allontanarli fra di loro. Si può anche provare ad alimentare le casse da una presa diversa e anche a orientare diversamente gli apparecchi ruotandoli un po’ rispetto alla posizione in cui si trovano. Nei negozi di componenti elettronici si possono anche acquistare degli oggetti chiamati “anelli di ferrite”, che si agganciano sopra il cavo che entra nella cassa portando il segnale audio dal computer e che agiscono come un filtro che riduce i segnali radio. Può anche darsi che nessuno di questi metodi funzioni, e che l’unica cosa da fare sia comprare un paio di casse di marca diversa… sperando che siano realizzate con migliore qualità!
Il CICAP compie vent’anni e io non potevo certo mancare ai festeggiamenti. Sono vicino al Comitato fin quasi dalla nascita, quando ancora con Massimo Polidoro ci si scriveva lettere e non e-mail. È come un amico che mi ha accompagnato nella mia crescita artistica ma soprattutto umana. E al compleanno di un amico non si può mancare.
Purtroppo, lavorando sette giorni su sette, non ho potuto godermelo per intero, ma i due giorni che ho passato ad Abano sono stati, come sempre, ricchi di emozioni, di meravigliosi incontri, di crescita culturale, di aneddoti da conservare nei ricordi più preziosi.
Adoro l’atmosfera che si respira ai Convegni del CICAP: credo più che mai che i detrattori di questo comitato dovrebbero provare a parteciparvi e sicuramente cambierebbero idea perché sono rare le occasioni di vedere tanta gente, sorridente, lavorare e imparare insieme, con gioia, disinteressatamente, per un fine comune importante come la difesa della ragione.
La presenza di Piero Angela e Silvan, due vere e proprie leggende viventi, ha sicuramente dato una marcia in più al convegno, ma i veri protagonisti credo siano stati i tantissimi giovani, ragazzi e ragazze, dalla faccia pulita e il passo leggero che hanno lavorato insieme con entusiasmo per far sì che tutto riuscisse perfettamente.
Vorrei ringraziare tutti quelli che in questi due giorni mi hanno fatto stare bene. E già mi devo scusare perché non potrò citarli tutti...
Grazie a Massimo, che vedo sempre con grande piacere, anche se si rifiuta costantemente di rivelarmi il segreto della sua eterna giovinezza. E anche se scrive più libri di quanti io riesca a leggerne.
Grazie a Lorenzo, Marino, Paola, Gigi, Marco, Paolo, Francesco e alle altre colonne portanti di questo Comitato. Tutti ragazzi sorridenti e pieni di energia, alla faccia di chi, da fuori, pensa che il CICAP sia composto da persone tristi che uccidono i sogni!
Grazie ai mitici Silvan, Piero Angela e Umberto Guidoni, disponibili con tutti, con grande umiltà, per una foto e un autografo, dimostrando che la “grandezza” parte soprattutto dal cuore.
Grazie ai tanti “colleghi” prestigiatori presenti: Nicolas, Walter, Serena, Mariano, Raul, Aldo, che hanno condiviso un workshop e tante chiacchierate con il sottoscritto, rafforzando l’idea che anche il mondo dei prestigiatori può essere unito e compatto quando lo scopo è nobile.
E grazie a tutti i partecipanti, vecchi e nuovi amici, che non mi hanno mai fatto sentire “solo”!
E adesso si ricomincia con nuovo entusiasmo, perché i traguardi da raggiungere sono ancora molti, per il CICAP e anche per il sottoscritto.
Ma la strada è larga, fiorita e piena di persone meravigliose. Sarà un piacere continuare insieme questo viaggio e già non vedo l’ora di godermi il prossimo incontro.
E, come scrisse qualcuno molto più importante di me, per restare nel tema di questo convegno, se lo scopo finale è la luna, poco importa se non la raggiungeremo mai… Avremo comunque camminato insieme tra le stelle.
Buon compleanno, CICAP!
Risponde Lorenzo Montali:
Ringraziamo Alex per le belle parole con cui traduce un sentimento che in tanti ci hanno manifestato nelle settimane che hanno fatto seguito al Convegno. Il prossimo numero di S&P conterrà un’ampia sezione dedicata al Convegno. Nel frattempo, segnalo che sul sito del CICAP (www.cicap.org) anche chi non c’era ha la possibilità di seguire il Convegno in video grazie allo streaming HD e, chi lo vuole può scaricare i file mp3 di tutte le relazioni dalla sezione “Prometeo” (il nostro bookshop). Infine, sul canale YouTube del CICAP è possibile vedere i filmati del concorso “Fake!”, gli spot per i 20 anni del CICAP e altri documenti video relativi al Convegno.
Stefano Oss
Risponde Mauro Carta:
In effetti parlare di intensità, come ho fatto io nell’articolo per un eccesso di semplificazione, non è completamente esatto. Meglio sarebbe parlare di quantità di energia liberata da un terremoto. Quantità di energia non facile da misurare, se non indirettamente, sulla base delle misurazioni strumentali. Il discorso si complica un po’.
La scala delle magnitudo fu proposta inizialmente da Richter e da Gutemberg nel 1935, e prevede l’uso di un particolare tipo di sismografo, calibrato in modo standard, che registra un sisma il cui epicentro si trova a 100 km di distanza. La scala è logaritmica in base 10, vi si riporta lo spostamento del pennino del sismografo in micrometri, a partire dallo zero. Calcolare l’energia liberata da un terremoto di cui è nota la magnitudo (determinata sulla base del tracciato sismografico) è abbastanza facile. Bisogna ricordare che la magnitudo di un terremoto è il logaritmo decimale dello spostamento (in micrometri) della maggiore delle tracce lasciate dal pennino di un sismografo a torsione di Wood-Anderson (un tipo di sismografo molto semplice e utilizzato nel secolo scorso), calibrato in modo standard, situato a 100 km dall’epicentro del sisma (in caso contrario, si tiene conto dello smorzamento delle onde sismiche con la distanza effettiva). Conoscendo la magnitudo, è facile risalire all’energia liberata secondo la formula: E = 10^ (M x 1,5) dove E è l’energia equivalente in kilogrammi di tritolo, ed M la magnitudo registrata dal sismografo. Lo stesso Richter stabilì che un terremoto di magnitudo 0 corrispondesse all’energia liberata dalla detonazione di 1 kg di tritolo registrata da un sismografo posto a 100 km di distanza. Un terremoto molto debole e non avvertibile dalle persone.
Richter allora riteneva tali terremoti i più deboli avvertibili strumentalmente, ma i sismografi odierni sono così sensibili che di fatto possiamo avere terremoti di magnitudo negativa. Un terremoto di magnitudo 2 libera un’energia pari a 10^(2x1,5) = 1000 kg di tritolo. Un terremoto di magnitudo 3 invece libera un’energia pari a 10^(3x1,5) = 31.623 kg, e per un terremoto di magnitudo 4 abbiamo 10^(4x1,5) = 1.000.000 kg di tritolo… come si vede, nel passare da un grado all’altro della scala delle magnitudo Richter, l’energia liberata da un terremoto aumenta di circa 30 volte (per l’esattezza 31,6 volte). Quindi, nella scala logaritmica in base dieci di 3/2 la variazione dell’energia varia di oltre 30 volte, e non dieci.
Al contrario, per determinare la magnitudo conoscendo l’energia liberata (in kilogrammi di tritolo equivalenti) si deve calcolare il logaritmo in base dieci dell’energia e dividere il risultato per 1,5. Per esempio, se l’energia liberata da un sisma (stimata indirettamente sulla base dello spostamento della traccia sismografica) è di 178 miliardi di kilogrammi di tritolo, allora la magnitudo del terremoto è (log [10] 178.000.000.000) : 1,5 = +/- 7,5. In pratica, un terremoto di magnitudo 7,5 libera un’energia pari a quella di quasi 15.000 bombe atomiche come quella lanciata a Hiroshima nell’agosto del 1945. Non c’è da stupirsi che possa produrre così tanti danni. La scala Richter delle magnitudo misura l’energia liberata da un terremoto. È invece la scala Mercalli (oggi MCS) a riportare l’intensità di un terremoto sulla base della stima dei danni prodotti sul territorio, sulle cose, sulle persone.
Strane voci dalle mie casse
Mi chiamo Monica, ho 26 anni e nessuna patologia psichiatrica conclamata! A computer fisso spento e cassa acustica accesa al massimo del volume ho ascoltato numerose voci parlare lingue differenti, nessun rumore o suono e niente musica. Una era più distinguibile rispetto alle altre perché mi sembrava più “vicina”, ad un volume un pò più alto. Era femminile e l’idioma che utilizzava mi pareva russo o comunque slavo. Il fenomeno è capitato nuovamente il giorno successivo. Questa volta la voce “in rilievo” era maschile e anglosassone. Sono riuscita a capire “…in the 1957 I was a (parola incomprensibile a me) in the US Army Force…”. Due giorni dopo, le voci sono aumentate in numero e volume. Ora, è mai possibile che un fenomeno di “presunta” psicofonia avvenga attraverso una cassa acustica accesa collegata a un computer spento? Ho bisogno di una risposta scientifica perché ho il terrore di accendere la cassa acustica!
Monica
Risponde Marco Morocutti:
Ci sono voci che provengono dalla sua cassa acustica? Niente paura! Gli apparecchi che chiamiamo “casse acustiche” sono più propriamente delle “casse acustiche amplificate”, cioè apparecchi che oltre agli altoparlanti contengono al loro interno anche un amplificatore audio. Si mettono degli amplificatori nelle casse acustiche perché dalle uscite audio dei computer provengono segnali deboli, che non hanno la potenza necessaria a muovere un altoparlante, e che perciò devono essere amplificati. (Per la precisione: solo una delle due casse contiene l’amplificatore, ed è quella più pesante – che è anche quella collegata alla presa di alimentazione elettrica.)
Tornando al nostro problema, bisogna considerare che qualsiasi amplificatore audio ha la spiacevole tendenza a comportarsi talvolta come un ricevitore radio. Questo difetto avviene in misura maggiore se il circuito di amplificazione è di tipo economico, come avviene di solito nelle casse acustiche per computer. Negli apparecchi professionali, ad esempio nelle casse amplificate usate dai musicisti, si usano invece circuiti di amplificazione più sofisticati (e più costosi), e spesso i progettisti devono adottare particolari accorgimenti proprio per evitare che vengano erroneamente captate delle trasmissioni radio.
Quindi il fatto che si sentano delle “voci” in una cassa acustica è un effetto di interferenza dovuto alla scarsa qualità dell’apparecchio. Il fenomeno si manifesta maggiormente in alcuni modelli, e naturalmente accade solo se ci sono trasmissioni radio da ricevere; perciò, ad esempio, se trasportassimo la nostra cassa acustica in una profonda caverna (dove le onde radio non arrivano), non sentiremmo più nessuna interferenza!
Non è neppure un problema il fatto che si sentano voci in lingue straniere: oltre alle normali trasmissioni radio che provengono delle stazioni in FM, ci sono moltissime altre trasmissioni, anche internazionali, che avvengono soprattutto in una gamma di frequenze detta “onde corte”, adatta per trasportare segnali su lunga distanza. Dalla mia abitazione, al centro della Pianura Padana, con una radio per onde corte si possono sentire le trasmissioni delle navi in navigazione nel Mediterraneo.
Molte persone che si dedicano, o che in passato si sono dedicate, alla psicofonia hanno scambiato per “voci dall’Aldilà” delle semplici interferenze radio, proprio perché usavano dei ricevitori economici, oppure perché li usavano in modo non corretto. Tant’è vero che quando si impiegano apparecchiature di qualità le interferenze scompaiono e non si manifesta più nessuna “voce”. Infatti è ben noto che persone come i radioamatori, o i radiotecnici competenti, oppure anche i tecnici del suono (tutti professionisti che usano apparecchiature pregiate e sanno come adoperarle), non sentono mai nessuna “voce ultraterrena” provenire dai loro apparecchi, per quanto questi siano sensibili.
In casi come il suo, per evitare che un amplificatore riceva interferenze radio si può provare a spostare i cavi in modo che facciano un percorso differente, oppure anche ad allontanarli fra di loro. Si può anche provare ad alimentare le casse da una presa diversa e anche a orientare diversamente gli apparecchi ruotandoli un po’ rispetto alla posizione in cui si trovano. Nei negozi di componenti elettronici si possono anche acquistare degli oggetti chiamati “anelli di ferrite”, che si agganciano sopra il cavo che entra nella cassa portando il segnale audio dal computer e che agiscono come un filtro che riduce i segnali radio. Può anche darsi che nessuno di questi metodi funzioni, e che l’unica cosa da fare sia comprare un paio di casse di marca diversa… sperando che siano realizzate con migliore qualità!
Il mio convegno del ventennale
Il CICAP compie vent’anni e io non potevo certo mancare ai festeggiamenti. Sono vicino al Comitato fin quasi dalla nascita, quando ancora con Massimo Polidoro ci si scriveva lettere e non e-mail. È come un amico che mi ha accompagnato nella mia crescita artistica ma soprattutto umana. E al compleanno di un amico non si può mancare.
Purtroppo, lavorando sette giorni su sette, non ho potuto godermelo per intero, ma i due giorni che ho passato ad Abano sono stati, come sempre, ricchi di emozioni, di meravigliosi incontri, di crescita culturale, di aneddoti da conservare nei ricordi più preziosi.
Adoro l’atmosfera che si respira ai Convegni del CICAP: credo più che mai che i detrattori di questo comitato dovrebbero provare a parteciparvi e sicuramente cambierebbero idea perché sono rare le occasioni di vedere tanta gente, sorridente, lavorare e imparare insieme, con gioia, disinteressatamente, per un fine comune importante come la difesa della ragione.
La presenza di Piero Angela e Silvan, due vere e proprie leggende viventi, ha sicuramente dato una marcia in più al convegno, ma i veri protagonisti credo siano stati i tantissimi giovani, ragazzi e ragazze, dalla faccia pulita e il passo leggero che hanno lavorato insieme con entusiasmo per far sì che tutto riuscisse perfettamente.
Vorrei ringraziare tutti quelli che in questi due giorni mi hanno fatto stare bene. E già mi devo scusare perché non potrò citarli tutti...
Grazie a Massimo, che vedo sempre con grande piacere, anche se si rifiuta costantemente di rivelarmi il segreto della sua eterna giovinezza. E anche se scrive più libri di quanti io riesca a leggerne.
Grazie a Lorenzo, Marino, Paola, Gigi, Marco, Paolo, Francesco e alle altre colonne portanti di questo Comitato. Tutti ragazzi sorridenti e pieni di energia, alla faccia di chi, da fuori, pensa che il CICAP sia composto da persone tristi che uccidono i sogni!
Grazie ai mitici Silvan, Piero Angela e Umberto Guidoni, disponibili con tutti, con grande umiltà, per una foto e un autografo, dimostrando che la “grandezza” parte soprattutto dal cuore.
Grazie ai tanti “colleghi” prestigiatori presenti: Nicolas, Walter, Serena, Mariano, Raul, Aldo, che hanno condiviso un workshop e tante chiacchierate con il sottoscritto, rafforzando l’idea che anche il mondo dei prestigiatori può essere unito e compatto quando lo scopo è nobile.
E grazie a tutti i partecipanti, vecchi e nuovi amici, che non mi hanno mai fatto sentire “solo”!
E adesso si ricomincia con nuovo entusiasmo, perché i traguardi da raggiungere sono ancora molti, per il CICAP e anche per il sottoscritto.
Ma la strada è larga, fiorita e piena di persone meravigliose. Sarà un piacere continuare insieme questo viaggio e già non vedo l’ora di godermi il prossimo incontro.
E, come scrisse qualcuno molto più importante di me, per restare nel tema di questo convegno, se lo scopo finale è la luna, poco importa se non la raggiungeremo mai… Avremo comunque camminato insieme tra le stelle.
Buon compleanno, CICAP!
Alex Rusconi
Risponde Lorenzo Montali:
Ringraziamo Alex per le belle parole con cui traduce un sentimento che in tanti ci hanno manifestato nelle settimane che hanno fatto seguito al Convegno. Il prossimo numero di S&P conterrà un’ampia sezione dedicata al Convegno. Nel frattempo, segnalo che sul sito del CICAP (www.cicap.org) anche chi non c’era ha la possibilità di seguire il Convegno in video grazie allo streaming HD e, chi lo vuole può scaricare i file mp3 di tutte le relazioni dalla sezione “Prometeo” (il nostro bookshop). Infine, sul canale YouTube del CICAP è possibile vedere i filmati del concorso “Fake!”, gli spot per i 20 anni del CICAP e altri documenti video relativi al Convegno.