Rushdie e l'anti-evoluzionismo

Vi giriamo questo interessante articolo di Salman Rushdie tratto da Repubblica del 12 settembre (www.repubblica.it) per chi non l'avesse visto:

Il fallimento di Darwin



di SALMAN RUSHDIE

MOLTI anni fa, nella città di Cochin, nell'India meridionale, mi trovavo a presenziare alla Giornata della Comprensione fra gli Uomini presso il locale Rotary Club. Il relatore era un americano, tale Duane T. Gish, creazionista e antievoluzionista, il quale era venuto armato di una serie di diapositive che avrebbero dovuto dimostrare, se ben ricordo, che la principale ragione del malessere dei giovani d'oggi era la diffusione, da parte dei sistemi scolastici di tutto il mondo, dei pericolosi insegnamenti del povero Charles Darwin. Alla gioventù d'oggi si insegna che l'uomo discende dalla scimmia! Per questo, comprensibilmente, i giovani diventano alienati, asociali e depressi. Il resto, ovvero l'apatia, la criminalità , la promiscuità , l'abuso di droghe, sono conseguenze inevitabili. Fui sorpreso di notare come, dopo pochi minuti, il pubblico indiano, abitualmente cortese, smise semplicemente di ascoltare. Il brusio della conversazione salì progressivamente, fino a sommergere completamente il discorso dell'oratore. Non che questo avesse fermato Duane.

ANZI, come un dinosauro che non si è accorto di essersi estinto, questo continuava imperterrito a muggire. Quest'estate, tuttavia, quelli che la pensano come il sig. Gish hanno avuto di che rallegrarsi. La decisione del Ministero della Pubblica Istruzione dello stato del Kansas di cancellare l'evoluzionismo dal programma di studi raccomandato e dalle prove di esame è, di per sé stessa, una prova evidente della falsità della grande teoria darwiniana. Se Charles Darwin potesse visitare il Kansas del 1999, sarebbe obbligato ad ammettere che in quel luogo vi è la prova vivente che non sempre la selezione naturale funziona, che a volte i deboli sopravvivono, e che la razza umana è quindi capace di de-evolversi ritornando alla scimmia che tanto deprime la gioventù. E Darwin non è la sola vittima. Il Big Bang, in Kansas, non c'è stato; o, perlomeno, è solo una delle teorie disponibili. Quindi, su un piatto della bilancia abbiamo la teoria della Relatività , il telescopio Hubble e tutte le imperfette, ammirevoli conoscenze accumulate dalla razza umana; sull'altro piatto abbiamo il Libro della Genesi. Nel Kansas, i due piatti si bilanciano perfettamente. I bravi insegnanti, occorre dirlo, sono sgomenti di fronte alla decisione del loro ministero. Con l'inizio del nuovo anno accademico, la battaglia sta per cominciare e può essere che la ragione prevalga ancora sulla superstizione. Stimati docenti ammettono però pubblicamente che la guerra è già iniziata e che i creazionisti la stanno vincendo. In Alabama, ad esempio, un adesivo appiccicato sui libri di testo suggerisce scherzosamente che siccome nessuno era presente quando la vita è comparsa per la prima volta sulla terra, non possiamo sapere com'è andata. Insomma, sembra che per sapere qualcosa si dovesse essere lì. Ora, questa questione potrebbe sembrare buffa, se non fosse che invece è tremendamente seria. Forse i fondamentalisti americani non sanno che in un altro paese del mondo, ad esempio a Karachi, in Pakistan, i fondamentalisti di un'altra religione vanno alle lezioni armati fino ai denti minacciando di morte i professori se questi si allontanano anche di poco dalla rigida interpretazione coranica della scienza (e di qualsiasi altra cosa). È possibile che la cultura americana, notoriamente così amante delle armi, finisca per usarle anche contro la conoscenza? Da parte nostra, non dobbiamo sentirci troppo soddisfatti. La lotta contro l'oscurantismo religioso, che molti credevano vinta da tempo, sta infuriando nuovamente, ancora più violenta di prima. Il linguaggio politichese imperversa. La stupidità prolifera ovunque. I giovani parlano della vita spirituale come se fosse un accessorio di moda. Forse siamo alla vigilia di una nuova epoca oscura. Sommi sacerdoti e grandi inquisitori tramano nell'ombra. Ritornano gli anatemi e le persecuzioni. Intanto, lentamente, mirabilmente, la ricerca della conoscenza continua. Ironicamente, in tutta la storia della scienza non c'è mai stata un'età dell'oro così ricca di fermenti e di rivoluzioni. La grande scienza sta scoprendo i misteri dell'universo, la piccola scienza svela i misteri della vita. È vero; le nuove conoscenze comportano problemi etici, ma le vecchie ignoranze non ci aiuteranno certo a risolverli. Una delle bellezze dell'apprendimento sta proprio nel riconoscerne la provvisorietà , l'imperfezione. Ma proprio questa scrupolosità , questa disponibilità ad ammettere che anche la teoria più plausibile resta pur sempre una teoria, vengono strumentalizzate da chi invece di scrupoli è privo. Il fatto di non sapere tutto non vuol dire che non sappiamo niente. Non tutte le teorie hanno lo stesso peso. La luna, anche quella del cielo del Kansas, non è fatta di groviera. La Genesi, come teoria, è una bazzecola. Se la sovrabbondanza della nuova tecnologia dell'età moderna è, diciamo, un tornado, allora il mondo di Oz è lo stupefacente nuovo mondo in technicolor nel quale siamo stati catapultati, il mondo dal quale, dato che la vita non è un film, non c'è ritorno. E, ricordando le parole immortali della protagonista del film, Dorothy Gale, "Totò, qualcosa mi dice che non siamo più nel Kansas", possiamo solo aggiungere: grazie a dio, bambina, e amen.

(Traduzione a cura del gruppo Logos)
© 1999 Salman Rushdie Distribuito dal New York Times Special Features


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