Omeopati contro Piero Angela: inizia il processo

I lettori di cicap.org sanno che Piero Angela è stato rinviato a giudizio per diffamazione, in seguito a querela della SIMO (Società Italiana di Medicina Omeopatica) e della FIAMO Federazione Italiana delle Associazioni dei Medici Omeopatici. Oggetto della querela il servizio sull'omeopatia andato in onda nella puntata di SuperQuark dell'11 luglio 2000. Il processo contro il noto divulgatore ha preso il via a Catania alla fine di settembre.
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Sul dizionario della lingua italiana Zingarelli, alla voce "diffamare" si legge: " Intaccare la buona fama di qualcuno diffondendo maldicenze sul suo conto". Da un processo per diffamazione ci si aspetterebbe quindi essenzialmente una cosa: l'accertamento se le affermazioni pronunciate dall'accusato siano o no maldicenze. Nel caso specifico del processo ad Angela ci si aspetterebbe quindi che i giudici indaghino per stabilire se le affermazioni del servizio di SuperQuark relativamente all'omeopatia siano scientificamente fondate o meno. Purtroppo invece, l'inizio del procedimento fa temere che esso seguirà tutt'altra strada, almeno secondo le intenzioni dell'accusa.
L'avvocato di parte civile Leda Adamo ha infatti dichiarato ai giornali: "Ma il punto non è dimostrare in un'aula di tribunale l'efficacia dell'omeopatia, quanto contestare l'idea che esistano scienziati di serie A e scienziati di serie B, come fa Angela a discapito del pluralismo, sancito dalla costituzione e finalità essenziale del servizio pubblico. Dalla trasmissione viene fuori invece l'idea che esista una sola scienza, una scienza di stato, per così dire. In nome della quale, inspiegabilmente, a parlare dell'omeopatia vengono chiamati Aiuti e Cassone (rispettivamente immunologo e batteriologo, intervenuti nel servizio di SuperQuark, ndr), che non hanno alcuna competenza in materia...".
Parlare di pluralismo in campo scientifico dimostra soltanto una profonda ignoranza di cosa sia la scienza. La scienza per sua natura non è democratica. Se relativamente a un certo problema esistono due posizioni antitetiche, queste non si possono considerare egualmente legittime e delegare al giudizio del pubblico la scelta tra le due. In campo scientifico solamente una delle due posizioni può essere vera e il giudizio di verità non può che dipendere dai risultati sperimentali di una ricerca. Quando Galileo diceva che la terra gira intorno al Sole, mentre tutti gli altri sostenevano il contrario, ad avere ragione era lui anche se era solo e non la maggioranza. L'idea che esistano più scienze, caldeggiata dall'avvocato Adamo, è priva senso. La scienza nasce proprio dalla necessità di superare le opinioni individuali e quindi necessariamente esiste un'unica scienza. Parlare poi di scienza di stato è solo un nonsenso demagogico: per sua natura la scienza non conosce confini e tanto meno poteri.
Come giustamente ha sottolineato lo stesso Angela: "La scelta di non chiamare gli omeopati in trasmissione è stata frutto di un lungo ragionamento. Il mio punto di riferimento è la comunità scientifica, e siccome i prodotti omeopatici non sono stati sottoposti ai test e alle procedure attraverso cui una nuova medicina viene immessa nel mercato, con l'autorizzazione della Commissione unica del farmaco, non avrei potuto dare loro la parola: sarei andato contro le regole etiche del mio lavoro nel servizio pubblico..."
Per fare un paragone estremo, sarebbe come pretendere di dar spazio agli evasori fiscali in una trasmissione dove si parla del problema dell'evasione delle tasse (in fin dei conti anche gli evasori sono numerosi, così come sono numerosi i seguaci dell'omeopatia).
Da un certo punto di vista, tuttavia, la strategia dell'accusa è comprensibile. Non avendo evidentemente elementi per contestare scientificamente i contenuti del servizio di SuperQuark, cercano di indirizzare il processo su una questione di metodo anziché di sostanza.
La prossima udienza del processo è stata fissata per il 22 novembre. In quell'occasione il pubblico ministero dovrebbe avanzare le sue richieste.
C'è da augurarsi che i giudici che dovranno emettere la sentenza abbiamo almeno qualche idea di cosa sia il metodo scientifico.
Silvano Fuso

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