Nel 2004, durante la costruzione di un centro commerciale a Norwich (Inghilterra), vennero scoperti 17 scheletri umani sul fondo di un pozzo medievale: sei adulti e undici bambini, senza evidenti segni di traumi. A distanza di anni e grazie allo studio del DNA antico, è stato possibile confermare una delle ipotesi avanzate inizialmente sulla loro identità: si trattava quasi certamente di ebrei ashkenaziti uccisi in un pogrom anti ebraico nel Dodicesimo Secolo. Lo studio è stato condotto da un team guidato dai paleobiologi Selina Brace e Ian Barnes, del Museo di storia naturale di Londra, ed è stato pubblicato ad agosto sulla rivista Current Biology[1].
La datazione al radiocarbonio e le analisi stratigrafiche hanno stabilito che i corpi sono stati gettati nel pozzo in un periodo compreso tra il 1161 e il 1216 d.C., probabilmente post mortem, e tutti nello stesso momento; a giudicare dalla disposizione delle ossa, i primi a essere buttati giù sono stati gli adulti, e poi i bambini.
In assenza di segni evidenti di violenza, era possibile che fossero vittime di carestie o di malattie. I ricercatori hanno quindi sequenziato il DNA di sei individui, scoprendo che era strettamente associato alle popolazioni moderne di ebrei ashkenaziti: si tratta, molto probabilmente, dei loro più antichi progenitori di cui sia mai stato analizzato il genoma.
Sulla base di questi dati, è possibile ipotizzare che gli scheletri siano stati precipitati nel pozzo nel corso di un pogrom antiebraico. Norwich è stato un punto nevralgico per la diffusione dell’antisemitismo in Europa. Nel 1144, un dodicenne venne trovato morto in un bosco della zona, e l’omicidio fu attribuito alla comunità ebraica locale. Il monaco benedettino Tommaso di Monmouth trasse da questa storia un libro che elevava il ragazzo al rango di martire e accusava gli ebrei di compiere sacrifici umani in occasione della Pasqua: si tratta di uno dei primi casi di “accusa del sangue” in epoca medioevale[2]. L’episodio scatenò un’ondata di odio antiebraico in tutta l’Inghilterra, con numerosi massacri ai danni delle comunità locali che si ripeterono a ondate nei secoli successivi.
Uno di questi si verificò proprio a Norwich nel 1190, a opera di cristiani in partenza per le crociate. Lo racconta il cronista Radulfo di Diceto nella sua Imagines historiarum: «Molti di quelli che si affrettavano a Gerusalemme decisero di insorgere contro i Giudei prima di invadere i Saraceni. Di conseguenza il 6 febbraio tutti gli ebrei che furono trovati nelle loro stesse case a Norwich furono uccisi; alcuni si erano rifugiati nel castello». È possibile che i 17 scheletri trovati nel 2004 siano le vittime proprio di questo evento, o di un pogrom degli stessi anni non registrato dalle cronache.
Il sequenziamento del DNA ha inoltre permesso di aggiungere alcuni tasselli alla storia genetica degli ebrei ashkenaziti: un evento molto raro, dal momento che la legge rabbinica vieta la riesumazione dei cadaveri e difficilmente vengono accordati permessi di studio, anche per tombe molto antiche. La frequenza di alcune varianti genetiche associate a malattie indica che i moderni ashkenaziti discendono da una popolazione fondatrice piuttosto piccola, forse solo 350 persone: un collo di bottiglia nel numero di individui che si supponeva fosse avvenuto intorno ai 500-700 anni fa. La presenza degli stessi geni negli scheletri di Norwich indica invece che questo evento deve essere avvenuto prima, almeno 800 anni fa.
Nel 2013 i corpi sono stati sepolti con una cerimonia multi-religiosa; alla luce dei risultati preliminari dello studio, vi hanno preso parte i rappresentanti della comunità ebraica locale.
La datazione al radiocarbonio e le analisi stratigrafiche hanno stabilito che i corpi sono stati gettati nel pozzo in un periodo compreso tra il 1161 e il 1216 d.C., probabilmente post mortem, e tutti nello stesso momento; a giudicare dalla disposizione delle ossa, i primi a essere buttati giù sono stati gli adulti, e poi i bambini.
In assenza di segni evidenti di violenza, era possibile che fossero vittime di carestie o di malattie. I ricercatori hanno quindi sequenziato il DNA di sei individui, scoprendo che era strettamente associato alle popolazioni moderne di ebrei ashkenaziti: si tratta, molto probabilmente, dei loro più antichi progenitori di cui sia mai stato analizzato il genoma.
Sulla base di questi dati, è possibile ipotizzare che gli scheletri siano stati precipitati nel pozzo nel corso di un pogrom antiebraico. Norwich è stato un punto nevralgico per la diffusione dell’antisemitismo in Europa. Nel 1144, un dodicenne venne trovato morto in un bosco della zona, e l’omicidio fu attribuito alla comunità ebraica locale. Il monaco benedettino Tommaso di Monmouth trasse da questa storia un libro che elevava il ragazzo al rango di martire e accusava gli ebrei di compiere sacrifici umani in occasione della Pasqua: si tratta di uno dei primi casi di “accusa del sangue” in epoca medioevale[2]. L’episodio scatenò un’ondata di odio antiebraico in tutta l’Inghilterra, con numerosi massacri ai danni delle comunità locali che si ripeterono a ondate nei secoli successivi.
Uno di questi si verificò proprio a Norwich nel 1190, a opera di cristiani in partenza per le crociate. Lo racconta il cronista Radulfo di Diceto nella sua Imagines historiarum: «Molti di quelli che si affrettavano a Gerusalemme decisero di insorgere contro i Giudei prima di invadere i Saraceni. Di conseguenza il 6 febbraio tutti gli ebrei che furono trovati nelle loro stesse case a Norwich furono uccisi; alcuni si erano rifugiati nel castello». È possibile che i 17 scheletri trovati nel 2004 siano le vittime proprio di questo evento, o di un pogrom degli stessi anni non registrato dalle cronache.
Il sequenziamento del DNA ha inoltre permesso di aggiungere alcuni tasselli alla storia genetica degli ebrei ashkenaziti: un evento molto raro, dal momento che la legge rabbinica vieta la riesumazione dei cadaveri e difficilmente vengono accordati permessi di studio, anche per tombe molto antiche. La frequenza di alcune varianti genetiche associate a malattie indica che i moderni ashkenaziti discendono da una popolazione fondatrice piuttosto piccola, forse solo 350 persone: un collo di bottiglia nel numero di individui che si supponeva fosse avvenuto intorno ai 500-700 anni fa. La presenza degli stessi geni negli scheletri di Norwich indica invece che questo evento deve essere avvenuto prima, almeno 800 anni fa.
Nel 2013 i corpi sono stati sepolti con una cerimonia multi-religiosa; alla luce dei risultati preliminari dello studio, vi hanno preso parte i rappresentanti della comunità ebraica locale.
Note
1) Brace, S. et al., 2022. “Genomes from a medieval mass burial show Ashkenazi-associated hereditary diseases pre-date the 12th century”, Current Biology. https://tinyurl.com/ybep97da .
2) Lincos S., 2019. “La persistente accusa del sangue”, Query online. https://tinyurl.com/ye26srhf .