L'esorcismo può danneggiare la salute mentale?

CICAP-Salute

Trova qui tutti gli articoli disponibili:

image
Kellepics da Pixabay
L’esorcismo è una pratica utilizzata con lo scopo di scacciare eventuali spiriti, in questo caso maligni, che si siano impossessati di una persona o di un oggetto; nei cattolici tale pratica riguarda il demonio, nelle altre religioni gli spiriti malvagi o di altro tipo. E' improbabile che una persona che non crede in determinati fenomeni possa essere vittima di una "possessione demoniaca", infatti questo tipo di avvenimenti hanno luogo all’interno di un contesto culturale preciso e condiviso.

Se c’è la convinzione di essere posseduti, e questa idea è condivisa anche dal contesto familiare, lo psicoterapeuta e il medico, purtroppo, arriveranno con un certo ritardo a visitare il “posseduto”, in quanto questi sarà piuttosto portato dal sacerdote. Può anche succedere che ci si rivolga al medico, ma se quest'ultimo è compiacente e crede in determinate dinamiche, consiglierà lui stesso di rivolgersi al sacerdote.

I presunti posseduti si comportano in base alle regole dettate dal loro contesto culturale. In ambito cattolico sappiamo bene che la possessione si verifica con determinati comportamenti, tra cui avversione al sacro, urla e blasfemie, dinamiche diventate famose anche grazie al film “L’esorcista" e ad altri. Questo, dal punto di vista scientifico e psicologico, però, non è altro che un “gioco di ruolo”: il presunto indemoniato sa come deve comportarsi per sembrare tale e, quando è convinto di essere posseduto, si comporta di conseguenza, seguendo un vero e proprio copione culturale non scritto.

Il ruolo della famiglia è importante, perché quando si presenta un determinato fenomeno, come la possessione, questo è condiviso all'interno del proprio gruppo. Vi è, quindi, una sorta di rinforzo reciproco, una credenza condivisa, e la famiglia, in alcuni casi, ha questo ruolo di rinforzo. In alcuni contesti non occorre nemmeno che ci sia una patologia mentale per far sì che tale fenomeno si verifichi. Esso può essere l'espressione di un vero e proprio rituale culturale, a seguito del quale il presunto indemoniato rappresenta solo il capro espiatorio di un estremismo religioso collettivo, nel quale lo stesso gruppo famigliare è vittima di un'alterata percezione della realtà circostante. Ed è davvero difficile sottrarsi ad un processo che ha tutte le caratteristiche di un delirio di gruppo.

Tuttavia nel caso di problemi psicologici, il fatto di trascurarli, non può che rinforzare questo tipo di credenze e, di conseguenza, peggiorare le condizioni cliniche del soggetto. Se un paziente con problemi psicologici è convinto di essere posseduto e si reca dall'esorcista che conferma la sua possessione, questo non farà altro che rimarcare ed alimentare questa credenza. Di conseguenza si incrementerà la sintomatologia che sta esprimendo, tra cui il malessere e l’avversione al sacro. Siamo quindi alle porte di una vera e propria sindrome da possessione [1].

Anche se per effetto della suggestione un esorcismo dovesse avere un esito favorevole, ossia il posseduto credesse di aver cacciato l'entità malvagia che albergava in lui, questo evento avrà comunque esiti negativi a lungo termine. Come ci si sentirebbe con la consapevolezza di aver ospitato dentro di sé il demonio? Gli effetti di un disturbo post traumatico da stress sarebbero inevitabili. L'esorcismo, quindi, non solo rinforza la convinzione di una presunta possessione, ma ne crea gli effetti traumatici a lungo termine [2].

Bibliografia:

1) A. De Vincentiis. L'indemoniata. Nascita ed evoluzione di una sindrome da possessione. Ed Libellula. 2012.

2) A. De Vincentiis. Psicopatologia del paranormale. Ed Cicap. 2013.

In breve:

- E' pericoloso sottoporsi ad un esorcismo? Sì.

- Può la stessa pratica esorcistica rafforzare la convinzione di essere vittima di una possessione? Sì.
accessToken: '2206040148.1677ed0.0fda6df7e8ad4d22abe321c59edeb25f',