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Si sente spesso dire che “bisogna mangiare meno sale perché sennò sale la pressione”. Ma sarà vero che si diventa ipertesi a causa del sale?
In genere noi intendiamo per sale il cloruro di sodio, noto anche come “sale da cucina”. La sapidità, cioè il gusto di salato, fornita ai cibi dal sale da cucina è dovuta al suo contenuto di sodio. Oltre che nel sale da cucina, il sodio si trova naturalmente in numerosi alimenti come carni, pesce, molluschi e latte. Il sodio è un nutriente essenziale per il mantenimento di alcune funzioni fondamentali del nostro organismo, tra cui il volume plasmatico, l’equilibrio acido-base, il normale funzionamento delle membrane delle cellule eccitabili - come quelle muscolari e nervose - e la trasmissione degli impulsi nervosi.
Il problema ipertensione arteriosa è ormai diventato un problema di sanità pubblica globale poiché è associato ad un significativo incremento del rischio di eventi cardiovascolari gravi, quali angina, infarto, e ictus cerebri, e causa con discreta frequenza anche complicanze renali. Sebbene la definizione di pressione normale e di ipertensione arteriosa differisca tra diverse linee guida, tutte le indicazioni concordano su un fatto: i soggetti con pressione di almeno 140/90 mm Hg dovrebbero essere trattati per ridurre il rischio cardiovascolare.
L'ipertensione può essere classificata come essenziale o secondaria. Quest’ultima riguarda circa il 5-10% dei casi di ipertensione e si instaura come conseguenza di un'altra patologia, che spesso è endocrina, cardiovascolare o renale. L'ipertensione essenziale, che è il vero oggetto di questo articolo, riguarda il rimanente 90-95% dei casi. È di natura multifattoriale, con fattori ambientali, genetici e comportamentali che giocano un ruolo nel contribuire al suo sviluppo [1].
Sembra ormai assodato che il sodio contenuto nel sale contribuisca in maniera significativa allo sviluppo dell’ipertensione essenziale. Vi è, infatti, una relazione lineare tra riduzione dell'assunzione di questo ione e la riduzione della pressione sanguigna e anche l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) ha recentemente emanato una raccomandazione per ridurre la quantità di sodio presente nei nostri alimenti [2]. In genere, le raccomandazioni concordano per una assunzione massima di 1,5–2,0 gr/die di sodio, che sono equivalenti a circa 5 gr/die di sale da cucina. Tuttavia, nei paesi occidentali la maggior parte delle persone consuma troppo sale; secondo una stima del OMS le persone ne consumano in media 9–12 gr/die, cioè circa il doppio della dose giornaliera raccomandata.
È di notevole importanza considerare che la maggior parte delle persone non sa che consuma troppo sale, perché circa l’80% del sale nella nostra dieta deriva dai cibi lavorati, cioè dai cibi che noi quotidianamente acquistiamo o consumiamo fuori casa. Il sale non viene aggiunto solo a salse, insaccati e cibi inscatolati in genere, ma anche il pane e i dolci possono contenere sale in misura non trascurabile, per cui può diventare molto difficile controllarne i livelli di assunzione [3].
È di grande interesse notare che alcuni studi eseguiti su popolazioni isolate che non hanno l’abitudine di aggiungere sale hanno dimostrato che, in queste popolazioni, la pressione arteriosa non incrementa con l’età, come invece accade nelle altre popolazioni dedite al consumo di sale. In pratica, non si nota un fenomeno che noi diamo per scontato, cioè un progressivo incremento di pressione arteriosa con l’avanzare dell’età. Al contrario, la pressione arteriosa si mantiene intorno a valori di 100 mmHg per la pressione massima e 65 mmHg per la minima più o meno per tutto l’arco della vita, valori questi che da noi verrebbero considerati bassi e ben al di sotto dei 130 mmHg che le linee guida considerano come valore soglia per definire l’ipertensione arteriosa [4],[5]. Esistono poi solide ricerche che dimostrano come, nelle popolazioni ormai abituate ad usare sistematicamente il sale, ridurre i livelli di cloruro di sodio nella dieta produca un sostanziale abbassamento della pressione arteriosa e una riduzione del rischio cardiovascolare [6],[7],[8],[9].
C’è da sottolineare come non tutti gli individui siano sensibili agli eccessi di sale. Esiste una certa quota di persone (i cosiddetti non salt-sensitive) che non hanno la tendenza a sviluppare ipertensione con l’assunzione di sale.
Ma cosa si può fare per ridurre l’apporto giornaliero di sale? Una strategia utile è quella di non aggiungere sale durante la preparazione dei cibi e di insaporirli invece che con il sale con spezie ed erbe aromatiche (per esempio pepe, peperoncino, limone…); bisognerebbe limitare fortemente l’uso di snack salati; inoltre, bisognerebbe sempre controllare la quantità di sale che è riportata nelle etichette degli alimenti e scegliere quelli con più basso contenuto di sale; infine non bisognerebbe tenere la saliera sul tavolo quando si mangia.
Bibliografia:
[1] Arterial hypertension. Brouwers S. et al. Lancet 2021; 398(10296):249-261
[2] https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/salt-reduction
[3] Salt and Hypertension. Roberts W.C. Proc (Bayl Univ Med Cent). 2001 Jul; 14(3): 314–322
[4] Blood pressure in four remote populations in the INTERSALT Study. Carvalho J.J. et al. Hypertension, 1989,14(3):238-46
[5] Association of Age With Blood Pressure Across the Lifespan in Isolated Yanomami and Yekwana Villages. Muller N.T. et al. JAMA, 2018, 3, 12: 1247-48
[6] Effect of Salt Substitution on Cardiovascular Events and Death. Neal B. et al. NEJM, 2021, DOI: 10.1056/NEJMoa2105675
[7] The hypotensive effect of salt substitutes in stage 2 hypertension: a systematic review and meta-analysis. BMC Cardiovasc Disord, 2020; 20: 98
[8] What Is a Normal Blood Pressure? Jones D.W. JAMA Cardiol., 2020;5(9):1018-1019
[9] Association of Normal Systolic Blood Pressure Level With Cardiovascular Disease in the Absence of Risk Factors. Whelton S.P. et al. JAMA Cardiol., 2020, 5(9):1011-1018
In breve:
- E’ dimostrata l’esistenza di un legame tra l’ipertensione arteriosa e il consumo di sale da cucina? SI.
- Qual è la quantità di sale giornaliera consigliata? Non superiore a 5 milligrammi.
- Cosa si può fare per ridurre il consumo di sale? Insaporire i cibi con spezie.
Si sente spesso dire che “bisogna mangiare meno sale perché sennò sale la pressione”. Ma sarà vero che si diventa ipertesi a causa del sale?
In genere noi intendiamo per sale il cloruro di sodio, noto anche come “sale da cucina”. La sapidità, cioè il gusto di salato, fornita ai cibi dal sale da cucina è dovuta al suo contenuto di sodio. Oltre che nel sale da cucina, il sodio si trova naturalmente in numerosi alimenti come carni, pesce, molluschi e latte. Il sodio è un nutriente essenziale per il mantenimento di alcune funzioni fondamentali del nostro organismo, tra cui il volume plasmatico, l’equilibrio acido-base, il normale funzionamento delle membrane delle cellule eccitabili - come quelle muscolari e nervose - e la trasmissione degli impulsi nervosi.
Il problema ipertensione arteriosa è ormai diventato un problema di sanità pubblica globale poiché è associato ad un significativo incremento del rischio di eventi cardiovascolari gravi, quali angina, infarto, e ictus cerebri, e causa con discreta frequenza anche complicanze renali. Sebbene la definizione di pressione normale e di ipertensione arteriosa differisca tra diverse linee guida, tutte le indicazioni concordano su un fatto: i soggetti con pressione di almeno 140/90 mm Hg dovrebbero essere trattati per ridurre il rischio cardiovascolare.
L'ipertensione può essere classificata come essenziale o secondaria. Quest’ultima riguarda circa il 5-10% dei casi di ipertensione e si instaura come conseguenza di un'altra patologia, che spesso è endocrina, cardiovascolare o renale. L'ipertensione essenziale, che è il vero oggetto di questo articolo, riguarda il rimanente 90-95% dei casi. È di natura multifattoriale, con fattori ambientali, genetici e comportamentali che giocano un ruolo nel contribuire al suo sviluppo [1].
Sembra ormai assodato che il sodio contenuto nel sale contribuisca in maniera significativa allo sviluppo dell’ipertensione essenziale. Vi è, infatti, una relazione lineare tra riduzione dell'assunzione di questo ione e la riduzione della pressione sanguigna e anche l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) ha recentemente emanato una raccomandazione per ridurre la quantità di sodio presente nei nostri alimenti [2]. In genere, le raccomandazioni concordano per una assunzione massima di 1,5–2,0 gr/die di sodio, che sono equivalenti a circa 5 gr/die di sale da cucina. Tuttavia, nei paesi occidentali la maggior parte delle persone consuma troppo sale; secondo una stima del OMS le persone ne consumano in media 9–12 gr/die, cioè circa il doppio della dose giornaliera raccomandata.
È di notevole importanza considerare che la maggior parte delle persone non sa che consuma troppo sale, perché circa l’80% del sale nella nostra dieta deriva dai cibi lavorati, cioè dai cibi che noi quotidianamente acquistiamo o consumiamo fuori casa. Il sale non viene aggiunto solo a salse, insaccati e cibi inscatolati in genere, ma anche il pane e i dolci possono contenere sale in misura non trascurabile, per cui può diventare molto difficile controllarne i livelli di assunzione [3].
È di grande interesse notare che alcuni studi eseguiti su popolazioni isolate che non hanno l’abitudine di aggiungere sale hanno dimostrato che, in queste popolazioni, la pressione arteriosa non incrementa con l’età, come invece accade nelle altre popolazioni dedite al consumo di sale. In pratica, non si nota un fenomeno che noi diamo per scontato, cioè un progressivo incremento di pressione arteriosa con l’avanzare dell’età. Al contrario, la pressione arteriosa si mantiene intorno a valori di 100 mmHg per la pressione massima e 65 mmHg per la minima più o meno per tutto l’arco della vita, valori questi che da noi verrebbero considerati bassi e ben al di sotto dei 130 mmHg che le linee guida considerano come valore soglia per definire l’ipertensione arteriosa [4],[5]. Esistono poi solide ricerche che dimostrano come, nelle popolazioni ormai abituate ad usare sistematicamente il sale, ridurre i livelli di cloruro di sodio nella dieta produca un sostanziale abbassamento della pressione arteriosa e una riduzione del rischio cardiovascolare [6],[7],[8],[9].
C’è da sottolineare come non tutti gli individui siano sensibili agli eccessi di sale. Esiste una certa quota di persone (i cosiddetti non salt-sensitive) che non hanno la tendenza a sviluppare ipertensione con l’assunzione di sale.
Ma cosa si può fare per ridurre l’apporto giornaliero di sale? Una strategia utile è quella di non aggiungere sale durante la preparazione dei cibi e di insaporirli invece che con il sale con spezie ed erbe aromatiche (per esempio pepe, peperoncino, limone…); bisognerebbe limitare fortemente l’uso di snack salati; inoltre, bisognerebbe sempre controllare la quantità di sale che è riportata nelle etichette degli alimenti e scegliere quelli con più basso contenuto di sale; infine non bisognerebbe tenere la saliera sul tavolo quando si mangia.
Bibliografia:
[1] Arterial hypertension. Brouwers S. et al. Lancet 2021; 398(10296):249-261
[2] https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/salt-reduction
[3] Salt and Hypertension. Roberts W.C. Proc (Bayl Univ Med Cent). 2001 Jul; 14(3): 314–322
[4] Blood pressure in four remote populations in the INTERSALT Study. Carvalho J.J. et al. Hypertension, 1989,14(3):238-46
[5] Association of Age With Blood Pressure Across the Lifespan in Isolated Yanomami and Yekwana Villages. Muller N.T. et al. JAMA, 2018, 3, 12: 1247-48
[6] Effect of Salt Substitution on Cardiovascular Events and Death. Neal B. et al. NEJM, 2021, DOI: 10.1056/NEJMoa2105675
[7] The hypotensive effect of salt substitutes in stage 2 hypertension: a systematic review and meta-analysis. BMC Cardiovasc Disord, 2020; 20: 98
[8] What Is a Normal Blood Pressure? Jones D.W. JAMA Cardiol., 2020;5(9):1018-1019
[9] Association of Normal Systolic Blood Pressure Level With Cardiovascular Disease in the Absence of Risk Factors. Whelton S.P. et al. JAMA Cardiol., 2020, 5(9):1011-1018
In breve:
- E’ dimostrata l’esistenza di un legame tra l’ipertensione arteriosa e il consumo di sale da cucina? SI.
- Qual è la quantità di sale giornaliera consigliata? Non superiore a 5 milligrammi.
- Cosa si può fare per ridurre il consumo di sale? Insaporire i cibi con spezie.