Più di una volta, mi è stato chiesto per quale ragione io provi una così grande antipatia nei confronti della medicina omeopatica. Antipatia? Sinceramente, non riesco a immaginare come sia potuto sorgere un simile equivoco... Sicchè, io non amerei l'omeopatia? Assurdo! La verità è che sono assolutamente convinto di questo: l'omeopatia è quanto di più incredibilmente meraviglioso si possa desiderare per mantenersi in ottima salute. Nulla, probabilmente, potrebbe mai dimostrarsi più benigno di questa centenaria medicina dolce. In particolare, sono orgoglioso di potermi definire un ardente ammiratore dei rimedi omeopatici e sarei felicissimo se nel nostro universo potesse davvero esistere qualcosa di simile...
Ma ci pensate? Si prende una sostanza capace di sviluppare in una persona sana i sintomi della malattia che si vuole debellare, la si diluisce agitandola un po' e si ottiene infine, senza faticare tanto, il farmaco perfetto! Si tratta - ci spiegano gli omeopati - dell'acqua dinamizzata, preziosissimo fluido che conserva in sè il ricordo della "tintura madre" - Cimicifuga racemosa, Aconitum napellus, Ledum palustre, Apis mellifica, Pulsatilla vulgaris, Malaria officinalis, Nux vomica, Tuberculinum bovinum, Rhus toxicodendron o una delle tante altre - anche dopo che di essa non è rimasta più traccia... Anzi, è proprio allora - quando l'estrema diluizione, eliminata sino all'ultima molecola la tintura madre, ci consegna, grazie anche alla "succussione", la più pura acqua dinamizzata - che il nostro rimedio omeopatico dispiega la sua massima potenza curativa.
Davvero non so se vi rendiate pienamente conto di quanto tutto questo sia meraviglioso! Proviamo a riflettere un po'... Le molecole dell'acqua con cui si diluiscono le tinture madri esistono, ovviamente, da milioni e milioni di anni. Sono state a contatto, di sicuro, con miliardi e miliardi di altre molecole, appartenenti a una miriade di sostanze diverse. Innumerevoli volte, le forze della natura hanno - non v'è dubbio - agitato le acque che scorrevano nei fiumi o nelle correnti oceaniche, o si scatenavano in violenti temporali, "succusse" insieme a tutto quel che vi si trovava... Eppure, niente di tutto ciò ha lasciato un ricordo nell'allora impermeabile liquido, di nessuna sostanza è mai rimasta un'impronta: l'acqua, con le sue virginali molecole, si è presentata come una tabula rasa al geniale dottor Hahnemann e ai suoi odierni seguaci. Soltanto a partire da quel magico momento - all'alba del XIX secolo - l'antichissimo liquido ha cominciato a risentire della succussione, a ricordare le qualità delle sostanze disciolte in essa per la cura dei malati. Tutte le altre sostanze che vi si erano trovate immerse nel corso delle lunghissime ere geologiche sono rimaste, ahiloro, miseramente dimenticate... (Verrebbe da dire: "nemmeno una cartolina!") Oh, tristissimi, lunghissimi eoni: non vi era, allora, alcuna "onda neutronica", alcuna "radiazione beta" a dotare l'acqua e l'alcool di memoria; non esistevano "iperprotoni" nè "buchi bianchi" ai tempi tenebrosi dei liquidi smemorati (da quando si formò il nostro pianeta sino al 1800 A.D. circa). L'acqua, per nostra ineguagliabile fortuna, ricorda soltanto quel che garba agli omeopati, che quindi tengono conto soltanto - giustamente - di ciò che loro stessi usano disciogliere in essa: non si curano minimamente di quant'era accaduto prima, non occorre affatto che si preoccupino di taluna o talaltra delle innumerevoli sostanze precedentemente diluite in quella stessa acqua nel corso della sua storia plurimillenaria. Nessuno sembra dubitarne: l'acqua e l'alcool possiedono capacità mnemoniche solamente quando ciò serve all'omeopatia... Sublime privilegio!
Ma le meraviglie - sia ben chiaro - non finiscono certo qui. La prodigiosa memoria selettiva dell'acqua (come quella dell'alcool) non soltanto custodisce il ricordo delle sostanze d'interesse omeopatico, restando inesorabilmente immemore delle miriadi dsostanze incontrate nel corso dei millenni, ma bada bene a registrare, tra le varie qualità delle sostanze immesse dagli omeopati, soltanto quelle che giovano al nostro stato di salute... Come amano ripetere gli omeopati, nessun effetto collaterale. (No side effects, please, we are homoeopaths). Stiamo parlando, infatti, del Farmaco Perfetto - non dimentichiamolo! - dell'unica e sola Medaglia Senza Rovescio... L'universo ha messo gentilmente a disposizione della nostra salute (e, a quanto pare, di quella dei nostri amici animali) qualcosa di veramente unico, non c'è che dire. Be', soltanto dei perfetti imbecilli, a questo punto, potrebbero prendere in considerazione, anche solo come semplice ipotesi, l'eventualità di valersi ancora della "medicina ufficiale", dispensatrice di tanti effetti collaterali (nonchè, per via del fatto che secondo i "farmacologi ufficiali" il principio attivo dev'esser presente per davvero nel preparato da somministrare, determinatrice di altissimi costi)!
Meritevole di grande ammirazione, così come di sommo stupore, è anche la velocità con la quale sono state acquisite le conoscenze necessarie per praticare questa provvidenziale medicina non allopatica. In poco più di un secolo, infatti, gli omeopati sono riusciti a individuare una miriade di "tinture madri" - le sostanze di partenza che poi con la diluizione scompaiono (nel migliore dei casi) - riguardanti le più varie patologie. Ma - verrebbe quasi da chiedersi - chi, come, dove, quando, ha sperimentato la pletora di componenti di una così prodigiosa farmacopea dolce? Probabilmente, però, le fatiche non sono state eccessivamente gravose, dato che la medicina omeopatica rifiuta la sperimentazione scientifica... Tutto quel che occorre lo si trova generosamente (e misteriosamente) servito su un piatto d'argento: ragazzi, questa sì che è vita!
Sinceramente, non riesco proprio a immaginare come si potrebbe chiedere di più... Sembra quasi troppo bello per essere vero: quantità minime delle sostanze dai nomi latineggianti con le quali trafficano senza tanti problemi gli omeopati risvegliano nelle nell'alcool capacità assolutamente straordinarie, che questi antichi liquidi riservano, in via del tutto esclusiva, a noi fortunati beneficiari dell'omeopatia; acqua e alcool memorizzano - senza margine d'errore - le qualità positive (scartando automaticamente tutti gli effetti collaterali) delle sostanze prescelte e permettono così ai tanti medici omeopati di curare il malato e non la malattia (qualunque cosa questa frase significhi), instaurando inoltre un bellissimo rapporto medico-paziente. Di fronte a tutte queste meraviglie - ne converrete - la più potente bacchetta magica apparirebbe ridicola; infatti, sembra che tale poco scientifico strumento sia stato, giustamente, riposto nel baule dei ricordi, oramai. Invece l'omeopatia è antica ma, al tempo stesso, modernissima... Uno dei suoi più noti e brillanti alfieri, il dottor Jacques Benveniste, sta conducendo un esperimento entusiasmante: mediante un'apposita bobina, si registra in un file di computer la "frequenza" di un determinato rimedio omeopatico, quindi si trasmette il file via internet; chi lo riceve, dopo aver collocato davanti agli altoparlanti un recipiente che contiene acqua normale, "suona" il file; esposta alla frequenza registrata, l'acqua assume (forse senza nemmeno bisogno della succussione) le caratteristiche proprie di quel determinato rimedio omeopatico, che può anche trovarsi dall'altra parte del pianeta... Inutile dirlo: sono in estasi!
Unica lacuna ascrivibile alla comunque preziosissima e meravigliosamente selettiva memoria dell'acqua è che essa, ovviamente, non esiste; ma, in fin dei conti, l'esistenza non è un predicato... Gloria sempiterna all'Omeopatia!
Sandro G. Masoni
Portavoce del CICAP-Sardegna
Tiene regolarmente una rubrica su www.cicap.org