Amici del CICAP, quanto sto per raccontarvi non è paranormale, ma ricorda molto esibizioni quali la catalessi ipnotica. Solo che questa volta il merito non viene attribuito a energie misteriose, ma a un banale attrezzo per allenare gli addominali.
In una televendita di qualche tempo fa, il presentatore, per dimostrare i risultati ottenuti con un attrezzo ginnico, si sottoponeva alla seguente prova: si sdraiava a terra sulla schiena poi, in bilico sul suo addome, veniva posto una lunga asse di legno. Quindi, su di una estremità della tavola saliva una ragazza dal fisico asciutto, in apparenza piuttosto leggera, del resto era anch'essa una testimone della bontà del prodotto. L'asse si inclinava dalla parte della ragazza fino a toccare il pavimento. A questo punto faceva il suo ingresso, accompagnato da un domatore, un elefante. Si avvicinava all'estremità libera della trave, e ponendovi sopra una zampa la abbassava fino al suolo così che l'altro estremo, con la ragazza sopra, veniva sollevato. Grandi applausi e quasi incredulità del pubblico per la resistenza dimostrata dai muscoli dell'uomo.
Certo, essendo una pubblicità si può anche esagerare. L'elefante ha fatto più impressione di quanta non ne avrebbe fatta una seconda ragazza identica alla prima (o anche di peso superiore). Ma, le leggi della statica lo assicurano, la forza agente sull'uomo sarebbe stata identica: pari alla somma del doppio del peso della donna più leggera più il peso della tavola. Nelle altre due fasi dell'esibizione il carico sull'uomo è inferiore. Esso è pari, in entrambi i casi, al peso della sola tavola.
Ecco come ci sono arrivato. Nel primo caso (sola tavola) basta calcolare l'equilibrio alla traslazione verticale della tavola. Nel secondo caso (tavola + ragazza su di un estremo) la forza che l'uomo esplica sulla trave (uguale e opposta a quella che la trave esercita su di lui) si ottiene dall'equilibrio alla rotazione della trave intorno all'estremo dove si trova la donna (che è poggiato a terra). Nel terzo caso si fa l'equilibrio alla rotazione intorno all'estremo della trave dove è collocato il carico di peso non inferiore a quello della ragazza.
Giovandomenico Simonetti,
Lamezia Terme (CT)
Fachiri in cinque minuti
La mia decisione di diventare un fachiro in erba fu presa il giorno in cui il mio Guru, la mia guida spirituale, diede il la allo sviluppo delle mie facoltà (par)anormali. Questo successe quando incontrai per la prima volta il famoso mangiatore di vetri, ingoiatore di fuoco e indagatore del paranormale Garla Skully: decisi allora che era mia ferma intenzione diventare come lui. Così, iniziai la lunga preparazione spiritualtrascendentale (circa dieci minuti davanti allo specchio del bagno), presi poi un chiodo da dieci centimetri e iniziai a infilarmelo sempre più in profondità nella mia povera narice; scoprii così che avevo raggiunto il perfetto equilibrio tra la mia crescita spirituale e quella demenziale; infatti, come sostengono i miei amici, bisogna essere un po' anormali e non paranormali per fare queste cose. Invece, come sostengo io, queste sono cose fattibili e per niente dolorose che non richiedono alcuna facoltà paranormale, solo il coraggio di provare.
Non ancora pago di questo exploit decisi di tentare la famosa operazione all'occhio con un coltello da cucina resa famosa da guaritori come il brasiliano Arigò. Presi un coltello da cucina e lo infilai nell'occhio e cominciai a girarlo, a infilarlo in profondità, a incastrarlo nell'orbita dell'occhio, arrivando addirittura a simulare la fuoriuscita del bulbo oculare semplicemente alzando la palpebra con il coltello stesso (veramente impressionante a detta degli spettatori).
Ho anche avuto modo di eseguire questo giochetto durante una routine del "fachiro" Garla Skully, dal palco mi è sembrato che l'effetto sul pubblico fosse stato abbastanza forte, mentre l'effetto su di me fu semplicemente quello di una leggera lacrimazione, di un fastidio paragonabile a quello che si prova quando si mettono le lenti a contatto per la prima volta.
I "giochi" eseguibili in casa, senza alcuna particolare facoltà paranormale, sono svariati; alcuni di noi credo li abbiano già sperimentati, come per esempio il prendere in mano dei tizzoni caduti dal barbecue e rimetterli al loro posto (si riesce a farlo agevolmente circa due o tre volte con tempi di contatto relativamente lunghi); oppure quello di leccare qualcosa di rovente; oppure bucarsi sopra il pomo d'Adamo con uno spillone (personalmente ho provato solo con l'ago di una siringa).
Concludendo, vorrei ricordare che non è così complicato eseguire questi giochi, a patto di conoscere bene ciò che si sta facendo e di sapersi fermare nel momento in cui ci si accorge che ci si può far male; personalmente ho provato più volte a infilare il chiodo nella narice sinistra ma ho dovuto sempre desistere perché deve essere leggermente storta e non mi sembrava quindi il caso di insistere. Provare per credere. I miei migliori auguri per la rivista e per l'ottimo lavoro che il CICAP svolge per una corretta e imparziale diffusione della razionalità scientifica.
Daniele Del Fiol,
Concorezzo (Ml)
Helicobacter in errore
Vorrei far rilevare la presenza di un errore nel numero 13 di S&P. L'Helicobacter pylori non è un virus, ma, come dice il nome stesso, un batterio (in caso contrario non sarebbe curabile con gli antibiotici). Questo particolare non è rilevante ai fini del contenuto dell'articolo, ma potrebbe offrire motivi di critica agli avversari del CICAP, per il quale il rigore e la precisione rappresentano una delle armi più importanti. Vorrei inoltre ricordare che molti medici non escludono ancora totalmente il concorso di cause psicosomatiche nella genesi della gastrite e dell'ulcera. Vorrei inoltre approfittare dell'occasione per esortarvi a dare più spazio al paranormale religioso, che in Italia occupa un posto di primo piano nei mezzi di informazione, come riportato anche sul n. 12 di S&P (in Svezia, dove io vivo, sono invece l'ufologia, l'occultismo e l'astrologia ad avere un ruolo di primo piano).
Naturalmente, la fede non implica necessariamente la credenza nei miracoli (tranne forse quelli dei Vangeli), ma certamente l'alone religioso conferisce a questi fenomeni un peso diverso rispetto agli altri, senza contare che essi talvolta hanno l'avvallo delle autorità religiose. Vi esorto dunque a proseguire nella vostra attività informativa e, per mio conto, come insegnante di italiano in Svezia, cercherò di fare un po' di propaganda al CICAP.
Antonio Paier,
Vindbacken,
Hdgersten (Svezia)
Un pilota e gli UFO
Agli inizi di giugno mi è capitato per caso di sintonizzarmi su Radiouno e di ascoltare la parte conclusiva dell'ultima puntata di una trasmissione, No comment, condotta da D. Bonito. Argomento: "avvistamento di un UFO". Ospite: un pilota d'aereo, non so di che grado, comunque una persona che di apparecchiature volanti se ne intende. Presentatrice (B): "Quando ha pensato che si trattasse di un UFO?" Pilota (P): "Quando non ho sentito il rumore: la mancanza di rumore è uno dei fattori che fanno pensare alla mancanza di propulsione ad idrocarburi". Quest'oggetto a forma di vagone di circa 40m era in cielo a circa un Km e mezzo dal pilota (che in un secondo tempo racconta di essere "tornato a rilevare e fotografare tutto") e compiva una manovra di 90 gradi a scalino, impossibile a velivoli noti poiché "immersi nel campo gravitazionale", che tra l'altro ne rivelava l'intelligenza. Addirittura lui non era il primo ad aver avvistato UFO: "Non sono misteri diceva P che parecchi piloti hanno riportato a terra di oggetti volanti abbastanza inconsueti che hanno attraversato la loro rotta o li hanno addirittura accompagnati..."
Si entra nel vivo della discussione: suggestioni?
B: "È una delle versioni che danno sempre gli scienziati quando poi si verificano queste cose".
P: "Ho iniziato una ricerca personale e ho visto che i signori scienziati, pur non avendone forse la competenza, escludono aprioristicamente il fenomeno perché secondo loro è la velocità della luce il problema che impedisce lo spostamento di un'eventuale civiltà extraterrestre sulla terra. Secondo me non ci si può fermare a una metodologia scientifica di fronte a delle evidenze quali le testimonianze dei piloti, che sono persone affidabili e in costante controllo medico legale. Abbiamo testimonianze, filmati, dati sufficienti per dire alla scienza: un attimo, che Galilei ha insegnato di non perdere il treno con la realtà, con la forza dell'evidenza".
Ed ecco l'evidenza di cui parla il pilota, I famosi "cerchi nel grano" realizzati con le spighe piegate!
P: "Sono immagini interessantissime. Siamo in Inghilterra, misteriosamente nei campi di mais e avena sono apparse queste immagini di una precisione eccezionale. Queste forme, nella loro completezza, si vedono solo dall'alto; quindi, è un'informazione presumibilmente diretta a un utente che vola. Sono convinto che costerebbe troppo fare delle immagini di questo tipo, qualora fosse possibile realizzarle, sono sicuro che sono ideogrammi che hanno un significato che a noi sfugge; sicuramente nel futuro grazie ai computer, grazie a qualche ispirato riusciremo a decriptarli. Sono qualcosa di concreto di inspiegabile che può essere associato a un messaggio, a una comunicazione da un punto di evoluzione superiore alla nostra".
Peccato, che basti solo un bastone piantato in un campo, un filo attaccato per un'estremità al bastone e a un rastrello dall'altra e poi si effettuino un po' di giri intorno al bastone e il gioco è fatto. Eventualmente, come fa notare il dr. Garlaschelli che l'esperienza l'ha provata (vedi: rivista del CICAP, n. 3, anno III, ottobre 1991), occorre uno spray contro le zanzare.
Roberto Perotti,
Pavia