Lo scienziato Stephen Jay Gould, celebre per i suoi studi sull'evoluzione e la paleontologia, soggetto di decine dei suoi best-seller, è morto lo scorso 20 maggio a New York. Gould aveva 60 anni ed era malato di cancro.
Nei suoi libri, lo scienziato era riuscito a rendere comprensibili per il grande pubblico materie difficili come la geologia, la paleontologia e la biologia evoluzionista, comparando spesso i temi di cui si occupava con discipline intuibili per tutti, come lo sport.
Le sue tesi sull'evoluzione come processo non lineare, sull'estinzione dei dinosauri in seguito all'impatto di un meteorite con la terra e i suoi libri tradotti in tutto il mondo, ne avevano fatto una celebrità dell'ambiente scientifico.
"La morte di Gould lascia un vuoto", dice Paul Kurtz, presidente dell'americano Comitato per l'indagine scientifica delle affermazioni sul paranormale (CSICOP), di cui Gould faceva parte. "Sottolinea una volta di più quanto sia importante avere dei bravi divulgatori scientifici. Era un ruolo ricoperto già da Carl Sagan e Isaac Asimov, altri due membri del CSICOP. Per questo, oggi dobbiamo incoraggiare la crescita di nuovi e coraggiosi difensori della scienza. Troppo pochi sono oggi gli scienziati e gli studiosi disposti ad avventurarsi oltre la propria specializzazione al fine di comunicare con un pubblico più vasto. Anche per questo ci mancherà Stephen Jay Gould".
"Quasi tutti i necrologi su Stephen" commenta James Randi, che di Gould era amico, "hanno usato la parola "appassionata" per descrivere la sua ricerca della verità. È vero, era un uomo totalmente dedito al metodo scientifico e non aveva remore a esprimersi esplicitamente sull'argomento". A questo proposito, Randi ricorda una frase di Gould: "Tutte le più importanti rivoluzioni scientifiche hanno in comune una sola cosa: hanno cacciato l'uomo dai piedistalli che la sua arroganza aveva costruito per convincerlo della sua centralità nel cosmo".