La fantascienza, contrariamente all'opinione comune ("Ehi! Tu leggi quella roba? Allora credi agli UFO!"), ha sempre avuto un'impronta decisamente razionalista. Non si tratta sempre di un rapporto privo di ambiguità, ma la scelta fondamentale è sicuramente in favore della scienza.
Anche fra gli autori più hard (la hard science fiction è la fantascienza scientificamente accurata, N.d.R.), però, la consapevolezza di questa scelta è raramente profonda e raffinata quanto in Greg Egan.
Greg Egan, nato a Perth nel 1961, e per formazione un matematico, è fra i più rigorosi e meglio informati autori hard dell'attuale generazione di scrittori. Nei suoi romanzi, Quarantine, Permutation City, Distress, Diaspora, Teranesia e l'ultimo Schild's Ladder, e ancora di più nei suoi racconti, Egan dimostra non solo una solida comprensione delle ultime frontiere della scienza, ma una meravigliosa capacità di trasformarle in materiale narrativo di prim'ordine, usandole come un potente riflettore filosofico per isolare e illuminare i nodi più oscuri dell'esistenza.
"La cosmologia quantistica ormai tocca delle questioni che un tempo si ritenevano puramente religiose - ma questo fa di tali questioni materia di scienza, non trasforma la scienza in misticismo" ha avuto modo di dire. In Oceanic, per esempio, la novella che gli è valsa un Premio Hugo, il massimo riconoscimento per uno scrittore di fantascienza, non esita ad attribuire anche ai sentimenti più "elevati" e più "nobili" un'origine rigorosamente materialista - il che gli è costato un certo numero di reazioni ostili. Ma Egan è ben lungi dal pensare che una spiegazione materialista sia uno "svuotamento" di tutto ciò che nel senso comune è associato alla "spiritualità". In Teranesia, per esempio, si ribella alla nozione di supposta autorità morale della natura o dell'evoluzione: "La mia idea di bellezza non ha nulla a che fare con la sopravvivenza: di tutte le cose che l'evoluzione ha creato, quelle che mi sono più care sono quelle che più facilmente potrebbe schiacciare e spazzare via la prossima volta che si rigira nel suo sonno. Se vedo in natura qualcosa che ammiro, il mio istinto è di afferrarlo e scappare via: copiarlo, migliorarlo, farlo mio. Perché sono io a dargli valore per ciò che è. Alla natura non importa un accidente".
Spesso questa volontà di ritrovare il senso umano nell'universo osservandolo senza paure e senza soggezioni prende la forma di un attacco doloroso e furibondo contro le mistificazioni. In "Silver Fire" oltre che nel racconto disponibile in Internet "Il Virologo Morale" (vedi:www.intercom.publinet.it/ Viro.htm]), Egan si scaglia contro le interpretazioni moralistiche o mistiche della malattia, vista come un canale privilegiato di comunicazione con il soprannaturale invece che come una tragedia umana.
Ancora più virulento è l'attacco portato in Teranesia contro il postmodernismo, in cui si trovano fra l'altro una professoressa canadese del Dipartimento di Discorso Transgressivo che ha completato un Master in Studi Dianeschi (nel senso di Lady Diana), e convive con un professore in possesso di un dottorato in Teoria X-files.
Non sempre Egan è così feroce, ma lo stabile collegamento fra conoscenza ed esistenza è molto spesso al centro dei suoi romanzi e racconti: più di chiunque altro attivo nella fantascienza oggi Egan vede nella speculazione scientifica uno strumento per comprendere e conferire un senso profondo all'esistenza umana, rinunciando a spostarlo al di fuori o al di sopra di essa. In Chaff, per esempio, uno scienziato cinico e venale scopre il modo di modificare la personalità tramite un virus, e se ne serve per ricostruire se stesso dandosi l'integrità e l'idealismo a cui ha sempre aspirato - e rendendo possibile concretamente fare quello che Don Abbondio non riteneva possibile: "darsi il coraggio". In Reasons to be Cheerful (entrambi contenuti della antologia Luminous), il protagonista vittima di una malattia neurologica si trova nella situazione di potere scegliere i propri sentimenti e inclinazioni personali. In Teranesia, come abbiamo detto, è nella lotta contro la cieca forza dell'evoluzione che si trova il senso vero dell'esperienza umana e di ciò che le è cara.
Egan rappresenta in questo molto bene uno dei caratteri essenziali dello scetticismo moderno: la profonda consapevolezza che non nella resa della ragione si trovano meraviglia, sentimento e moralità, ma precisamente nella direzione opposta.
Egan è cosciente di quanto questo possa essere scomodo: "Quello che cerco di fare in genere è strappare via la superficie delle cose rimanendo nel contempo tanto scrupolosamente razionale e scientificamente rigoroso quant'è possibile, a costo di irritare un sacco di gente". Ma è cosciente anche del significato morale del non scendere a compromessi con illusioni consolatorie: "Non voglio scrivere storie che facciano sentire bene, che si arrendono, che non fanno altro che confermare tutto ciò che hai sempre voluto credere; è una cosa che ho fatto, in passato, ed è insidiosa".