Un meccanismo utile per la sopravvivenza è la tendenza a cercare ordine e significato in quello che ci succede, a collegare fra loro eventi distinti, a inferire relazioni di causa-effetto. Come la maggior parte degli attributi (altezza, forza, intelligenza), ipotizza la psicologa dell'Università di Padova Paola Bressan, anche questa tendenza sarà presente in grado diverso in ogni persona.
"Chi la possiede in grado maggiore", dice la dr.ssa Bressan, "chiamiamoli cercatori di significato, avrà un'idea più distorta del caso e vedrà nella vita di ogni giorno più coincidenze rispetto agli altri. È molto probabile, dunque, che sia proprio la ripetuta, o emotivamente coinvolgente, esperienza di coincidenze a nutrire la credenza nel paranormale". Sono queste le conclusioni a cui la ricercatrice è giunta al termine di due studi condotti su un grosso numero di persone e pubblicato sulla rivista "Applied Cognitive Psychology".
Sia le cosiddette esperienze "paranormali" che le superstizioni non sono altro che coincidenze: penso a qualcuno e lo incontro subito dopo ("precognizione"); penso a qualcuno, squilla il telefono, ed è proprio quella persona ("telepatia"); il giorno 7 febbraio mi va male un esame e il 7 marzo mi rompo una gamba, ed ecco che il 7 diventa il mio numero sfortunato (superstizione).
I cercatori di significato, quindi, non solo vivranno più coincidenze degli altri, ma tenderanno a credere di avere più spesso esperienze apparentemente "paranormali" (e superstiziose).
"In questa luce", conclude la dr.ssa Bressan, "lo scetticismo appare innaturale dal punto di vista biologico. Lo scetticismo richiede la capacità di inibire l'applicazione del principio di ricerca-del-significato alle coincidenze casuali. In una cultura scientificamente avanzata, i collegamenti fra eventi (le coincidenze, le superstizioni, le esperienze "paranormali") hanno bisogno di essere messi alla prova, controllati, riprodotti, prima di poter essere considerati come non dovuti al puro caso. Insomma, se contasse solo la nostra eredità genetica saremmo tutti superstiziosi, credenti nella magia e in ogni forma di paranormale (così come in effetti accade nelle società primitive): è la nostra (acquisita) mentalità scientifica che ci permette di non esserlo, contrastando, per fortuna, le nostre inclinazioni naturali". n
- Francesca Rezzani
Per saperne di più:
- Bressan, P. (2002). "The connection between random sequences, everyday coincidences, and belief in the paranormal". Applied Cognitive Psychology, 16, 17-34.