“Detto da noi” è la rubrica di interviste ai responsabili delle attività CICAP, nata per far conoscere le molte attività che abbiamo in corso e raccontarne gli obiettivi. Dalla rivista Query a gruppo indagini, dalla collaborazione con ECSO al CICAP-Med, stiamo facendo un viaggio tra le mille strade che la nostra associazione sta percorrendo per promuovere la razionalità e il senso critico.
Oggi parliamo con Alex Rusconi a proposito di Magia, la nostra rivista dedicata all'illusionismo. Alex Rusconi, prestigiatore e scrittore, presidente dell'associazione dei prestigiatori bresciani "La Corte dell'Illusione", docente di prestigiazione presso il Centro Studi San Clemente di Brescia e da quasi un anno direttore della rivista Magia.
Come sei diventato direttore editoriale di Magia?
Collaboro con Magia fin dal primo numero, con contributi soprattutto storici e culturali. Ancora prima che la rivista nascesse, Massimo Polidoro (che conosco da vent’anni) chiese la mia collaborazione continuativa, conoscendo la mia grande passione per tutto quello che riguarda la cultura della prestigiazione. Negli anni successivi questa collaborazione è cresciuta e credo che, quando Massimo ha deciso di lasciare la direzione della rivista, il mio sia stato uno dei primi nomi a cui ha pensato. Forse è un passaggio naturale, almeno mi piace pensare che sia così, ma è stato comunque un grande onore ricevere da Massimo questo incarico che rappresenta sicuramente un grande impegno ma che, al tempo stesso, è anche una delle più belle opportunità che mi siano mai capitate.
Quali sono le soddisfazioni più grandi che ti sta dando questo incarico?
Ormai è un anno che ho preso l’incarico e, come promesso, ho già dato alle stampe due numeri (Magia è tornata semestrale!). Soddisfazioni ce ne sono state tantissime, dal fatto di prendere in mano, fisicamente, la rivista la prima volta all’incredibile numero di collaborazioni che ho riscontrato grazie alla credibilità della testata. Sapere di poter contare su queste persone straordinarie mi riempie il cuore di gioia: personaggi come Silvan, Raul Cremona, Gianfranco Preverino (da me ereditati) ma anche i “miei” Davide Calabrese, Matteo Filippini, Diego Allegri e molti altri, rendono davvero speciale le pagine di Magia e lo fanno in modo totalmente gratuito e disinteressato. Adoro l’atmosfera che si è venuta a creare tra noi e, ad ogni uscita, riscontro in loro un entusiasmo contagioso.
Tutto questo è meraviglioso!
A quale pubblico si rivolge la rivista?
Apparentemente la rivista si rivolge ad un pubblico di prestigiatori e amatori della prestigiazione, ma non è così. La rivista contiene spunti interessanti anche per ricercatori storici, psicologi, appassionati d’arte e cultura in generale e molti altri. Nella mia vita, attraverso le mie conferenze magiche per i “babbani”, ho notato che le persone comuni sono quelle che si dimostrano più interessate a questo mondo. Spesso hanno addirittura una sensibilità maggiore di molti prestigiatori. Da ciò si capisce che la rivista si rivolge a tutti i curiosi, indipendentemente dalla loro professione. Poi ricordiamoci che la rivista è “tematica” e che ogni numero esplora un argomento in particolare. Anche qui, a seconda dell’argomento, possono subentrare fruitori nuovi che magari, in questo modo, scoprono la rivista e ci si affezionano.
Nella tua esperienza personale, quale legame hai trovato tra l’attività del CICAP e il mondo dell’illusionismo?
Il ruolo dei prestigiatori in un Comitato come il CICAP è fondamentale, come ha sottolineato Piero Angela nel suo intervento del sabato mattina all’ultimo CICAP Fest. La scienza è abituata a controllare fenomeni che non ingannano e sui quali si basano le varie scoperte. Ma quando indaghiamo sul paranormale è evidente che possiamo incorrere in imbrogli che nessuno scienziato può riconoscere, per quanto competente. Qui la palla passa ai prestigiatori che, oltre ad essere persone di spettacolo, sono anche i maggiori conoscitori della psicologia dell’inganno, nel loro caso utilizzata con fini onesti. Ora che la “P” di CICAP non indica più il Paranormale ma le Pseudoscienze, potrebbe pensare che i prestigiatori siano diventati meno utili. Ma non è così!
La pseudoscienza non è altro che un altro modo di chiamare la “pseudomagia” ed è quella strada intermedia tra il “Pensiero magico” e il “Pensiero scientifico”. Insomma, c’è ancora molto bisogno dei prestigiatori!
Qual è a tuo giudizio lo stato di salute dell’illusionismo in Italia?
Io sono molto deluso dalla prestigiazione italiana. Se da un lato, infatti, abbiamo artisti straordinari che ci rendono orgogliosi in tutto il mondo e organizzazioni perfette di grandi eventi di respiro internazionale (penso ad Abano o a Saint-Vincent) dall’altro la magia italiana soffre di una totale mancanza di cultura. Credo di non sbagliare affermando che, salvo poche e felici eccezioni, i prestigiatori italiani sono la classe magica più ignorante del mondo, laddove per "ignorante" intendo proprio il fatto che ignorano la loro storia, come se non fosse importante, e questo nonostante l’Italia abbia dato, in passato, i nomi più importanti della storia, come Pinetti e Bosco.
In Francia, ad esempio, esistono decine di libri su Robert-Houdin. Bosco, che era molto più famoso ed è stato assolutamente più importante di Robert-Houdin, vanta un solo libro biografico, uscito nel 2017. Questo è lo specchio della situazione culturale italiana che definire “grave” è riduttivo.
Quali sono i tuoi obiettivi per la rivista nei prossimi anni?
Ne ho tantissimi… sono carico di un inesauribile entusiasmo. Intanto, e sto già cominciando a farlo, voglio creare dei referenti zonali dove sia possibile acquistare direttamente la rivista. Gli abbonamenti sono fondamentali ma il fatto che Magia sia a disposizione nelle case magiche ne permette una maggiore diffusione e visibilità anche per coloro che magari non conoscono il CICAP. Poi vorrei riuscire a farla amare dai ragazzi più giovani, creando rubriche dedicate a loro e coinvolgendo i loro beniamini. A tal proposito ti do un’anticipazione: nel prossimo numero ci sarà un articolo di Jack Nobile che oggi è il maggior influencer dei ragazzi su YouTube con milioni di visualizzazioni. Insomma, vorrei fare una rivista che continui a parlare di cultura e di storia ma con un linguaggio e una fruizione più moderna. Le idee e i collaboratori non mancano!
Soprattutto vorrei che cadesse l’etichetta di “rivista del CICAP”, che la fa sembrare una testata settoriale ed elitaria, e diventasse una rivista per tutti i prestigiatori, gli amatori e i curiosi che non solo possono leggerla ma anche dare consigli, suggerimenti e collaborare essi stessi con articoli e contributi rispettandone, ovviamente, la linea editoriale.