La prestigiazione è scienza e arte, diceva John Maskelyne più di un secolo fa e, come tale, deve riuscire a modernizzarsi senza perdere di vista la tradizione e senza abbandonare il fascino di un qualcosa senza tempo. L'universalità del linguaggio magico è uno dei suoi punti di forza: per questo la prestigiazione non viene piegata dalla politica o dalla religione, resistendo al tempo e allo spazio e regalando emozioni praticamente uguali ovunque venga proposta nel modo corretto.
Nei cinquecento anni della sua fase “moderna”, l'illusionismo ha naturalmente subìto l'influenza del tempo e dei contesti politici nei quali era inserita, senza tuttavia perdere la sua essenza.
Alcuni effetti sono rimasti immutati nel tempo, altri sono cambiati nella presentazione restando uguali nella sostanza, altri ancora si sono modernizzati grazie alla scienza e alla tecnologia che, avanzando, hanno aiutato anche il mondo dei venditori di illusioni. Quando un effetto riesce a superare le barriere del tempo senza eccessive modifiche, diventa un “classico”.
Di questo parliamo nel numero 29 di Magia: ancora una volta facciamo un bel viaggio nel tempo per andare a cercare quei giochi e quegli effetti che si sono dimostrati efficaci con il pubblico in ogni tempo e in ogni luogo, che non hanno stancato, che hanno mantenuto la loro freschezza, forse perché rispondenti ad alcuni bisogni atavici dello spettatore medio e universale.
Si parla del “classico” per eccellenza: i bussolotti. Citati da Seneca e Alcifrone di Atene duemila anni fa, illustrati sul De Sphaera Estense (1462) e omaggiati da Bosch nel suo “Prestigiatore” (1500 ca), le tre tazze hanno davvero superato i limiti del tempo più di ogni altro numero magico. Dopo essere stati, nel XIX secolo, il cavallo di battaglia del più grande prestigiatore della storia, Bosco, sono arrivati fino ai nostri giorni in tutta la loro freschezza e modernità.
Ci occupiamo della donna segata in due, della levitazione e di quelle illusioni che, con poche modifiche, sono rimaste nel repertorio degli illusionisti diventando, a volte, icone stesse della disciplina. Erix Logan ci regala la sua concezione di classico mentre Silvan ci racconta il suo rapporto con la “Zig Zag Girl” di Robert Harbin, che per primo ha presentato nel nostro paese.
Verranno presi in esame i classici della micromagia e della cartomagia, branca che ha iniziato a esistere nel 1593 e che ancora oggi appassiona milioni di giovani prestigiatori che, spesso, si avvicinano all'arte magica proprio grazie al mazzo di carte.
Scopriremo anche quegli oggetti, attrezzi e accessori, che fanno parte, da sempre, del mondo magico, pur marginalmente. Il cappello a cilindro, la bacchetta magica, il ball&vase, veri e propri simboli di un'arte antica che è riuscita a superare le barriere dell'informatica e della più avanzata tecnologia, proponendosi con le sue sete, i suoi legni e il suo alluminio scintillante.
Nei cinquecento anni della sua fase “moderna”, l'illusionismo ha naturalmente subìto l'influenza del tempo e dei contesti politici nei quali era inserita, senza tuttavia perdere la sua essenza.
Alcuni effetti sono rimasti immutati nel tempo, altri sono cambiati nella presentazione restando uguali nella sostanza, altri ancora si sono modernizzati grazie alla scienza e alla tecnologia che, avanzando, hanno aiutato anche il mondo dei venditori di illusioni. Quando un effetto riesce a superare le barriere del tempo senza eccessive modifiche, diventa un “classico”.
Di questo parliamo nel numero 29 di Magia: ancora una volta facciamo un bel viaggio nel tempo per andare a cercare quei giochi e quegli effetti che si sono dimostrati efficaci con il pubblico in ogni tempo e in ogni luogo, che non hanno stancato, che hanno mantenuto la loro freschezza, forse perché rispondenti ad alcuni bisogni atavici dello spettatore medio e universale.
Si parla del “classico” per eccellenza: i bussolotti. Citati da Seneca e Alcifrone di Atene duemila anni fa, illustrati sul De Sphaera Estense (1462) e omaggiati da Bosch nel suo “Prestigiatore” (1500 ca), le tre tazze hanno davvero superato i limiti del tempo più di ogni altro numero magico. Dopo essere stati, nel XIX secolo, il cavallo di battaglia del più grande prestigiatore della storia, Bosco, sono arrivati fino ai nostri giorni in tutta la loro freschezza e modernità.
Ci occupiamo della donna segata in due, della levitazione e di quelle illusioni che, con poche modifiche, sono rimaste nel repertorio degli illusionisti diventando, a volte, icone stesse della disciplina. Erix Logan ci regala la sua concezione di classico mentre Silvan ci racconta il suo rapporto con la “Zig Zag Girl” di Robert Harbin, che per primo ha presentato nel nostro paese.
Verranno presi in esame i classici della micromagia e della cartomagia, branca che ha iniziato a esistere nel 1593 e che ancora oggi appassiona milioni di giovani prestigiatori che, spesso, si avvicinano all'arte magica proprio grazie al mazzo di carte.
Scopriremo anche quegli oggetti, attrezzi e accessori, che fanno parte, da sempre, del mondo magico, pur marginalmente. Il cappello a cilindro, la bacchetta magica, il ball&vase, veri e propri simboli di un'arte antica che è riuscita a superare le barriere dell'informatica e della più avanzata tecnologia, proponendosi con le sue sete, i suoi legni e il suo alluminio scintillante.