Il lungo, e divertente, cammino della scienza: cartoline dal CICAP Fest 2018

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  • 15-01-2019
  • di Ivo Silvestro
Mentre riordino appunti e idee per scrivere questo articolo sul CICAP Fest 2018, ecco che mi arriva una mail da Massimo Polidoro: l’infaticabile segretario ufficializza le date della prossima edizione, sempre a Padova dal 13 al 15 settembre 2019. Il primo pensiero non è per gli ospiti, le conferenze, gli spettacoli; non è per un nuovo cellulare con cui farsi qualche selfie con amici e relatori, o per un bel quaderno su cui prendere appunti e neppure per come fare spazio ai libri che, magari autografati, ci si riporterà a casa. No, il primo pensiero è per un paio di scarpe comode: vera necessità al CICAP Fest padovano, in cui si è corso dall’Auditorium dell’Orto botanico a Palazzo Bo passando per Palazzo Moroni e il caffè Pedrocchi, il Museo di Storia della Medicina e altri luoghi che adesso mi sfuggono. Quasi un pellegrinaggio – della scienza e della curiosità̀, ovviamente, per quanto non sia mancata neanche a noi una reliquia: la cattedra di Galileo esposta nell’Aula magna di Palazzo Bo. E, come avviene in tutti i pellegrinaggi, ognuno vive qualcosa di diverso; pertanto, solita storia: impossibile raccontare “il” CICAP Fest, già solo la descrizione del programma completo prenderebbe tutto lo spazio a disposizione di questo articolo, per cui qui proporrò qualche immagine, tralasciando purtroppo molti incontri interessanti e importanti: chi c’era si tenga stretti i suoi ricordi; chi non c’era si accontenti di queste cartoline da Padova – e faccia in modo di venire nel 2019, le date già le sapete.

La pornografia mormone di Richard Wiseman


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@Roberta Baria
La prima cartolina non può che riguardare Richard Wiseman, uno degli ospiti d’onore di questo CICAP Fest. E dovendo scegliere un’immagine tra le tante che hanno animato il suo intervento, come non citare la pornografia mormone, ottimo esempio di illusione ottica unita a una storia interessante e divertente, in perfetto stile Wiseman – che all’Università di Hertfordshire è titolare dell’unica cattedra al mondo di comprensione pubblica della psicologia. Tornando al porno mormone, niente immagini di nudo per i seguaci della Chiesa di Gesù̀ Cristo dei Santi dell’Ultimo Giorno; così, ha spiegato Wiseman, un intraprendente adolescente ha preso delle semplici foto di ragazze (ma la cosa funziona ovviamente anche con ragazzi) in costume da bagno e ha coperto con delle bolle le parti in costume. «Il nostro cervello completa le parti mancanti con quello che vede: del nudo» ha spiegato Wiseman ed è grazie a questo effetto che il divieto è stato infranto, senza esserlo in realtà. Tra le tante cose interessanti raccontate da Wiseman – tra cui la storia di un cane paragnosta e un test sulla pirobazia che i cicappini non possono non apprezzare – qualche parola sulla fortuna, uno dei fenomeni curiosi e bizzarri (in inglese quirky) che Wiseman ha studiato con gli strumenti della psicologia, fondando l’improbabile disciplina della quirkology. Esistono persone fortunate e persone sfortunate, il che non è questione di destino, ma di attenzione: i “fortunati” hanno una finestra di attenzione più ampia mentre gli “sfortunati”, in quanto ansiosi e preoccupati, ce l’hanno più ridotta e quindi si lasciano sfuggire delle opportunità. Un esperimento, elegante e divertente come tutti quelli di Wiseman, lo dimostra: chiedere alle persone di contare quante foto ci sono in un quotidiano. Gli sfortunati si concentrano sulle foto e non vedono altro; i fortunati si accorgono di due grandi scritte, che prendono mezza pagina; la prima recita: “Smetti di contare: ci sono 52 fotografie”, la seconda: “Vinci 100 sterline dicendo allo sperimentatore che hai letto questo annuncio”.

Dalla Quirkology a Peter Quarky


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@Roberta Baria
La seconda cartolina non può che riguardare Piero Angela: se l’anno scorso lo abbiamo visto dialogare con James Randi, quest’anno il “papà” del CICAP ha incontrato Samantha Cristoforetti – ma di questo parleremo nella prossima cartolina, perché l’instancabile Piero Angela a Padova ha anche presentato la nuova edizione, aggiornata e pubblicata proprio dal CICAP, del suo Viaggio nel mondo del paranormale. Un libro che non ha certo bisogno di presentazioni per i cicappini, tanto che la domanda che abbiamo sentito scambiarsi durante l’incontro non era «anche tu hai il libro?» ma «quale edizione hai?». Perché anche se son passati quarant’anni dalla prima edizione del libro e anche se il mondo delle false credenze si è nel frattempo evoluto – e con esso il CICAP, con quella “P” passata da “paranormale” a “pseudoscienze” – i meccanismi alla base di inganni e autoinganni sono gli stessi, come ha spiegato Massimo Polidoro introducendo l’incontro. Incontro che non ha deluso, con Piero Angela che ha raccontato numerosi particolari e aneddoti, a iniziare dal suo interesse per il paranormale che è di molto precedente all’inchiesta televisiva in cinque puntate realizzata nel 1978 per la Rai (dalla quale poi nacque il libro). Già negli anni Cinquanta, quando era corrispondente da Parigi per il telegiornale, si imbatté in Achille d’Angelo, l’allora famoso “mago di Napoli” che affermava di poter curare le persone con la sola imposizione delle mani. Convincendo anche alcuni medici dei suoi poteri di guaritore, perché, come ben sappiamo al CICAP, «gli scienziati spesso sono i primi che si fanno ingannare: sono abituati a lavorare con atomi e molecole che non imbrogliano, mentre gli uomini, soprattutto quelli abili, sì». E se non si sa dove guardare, è facile cadere in inganno, vittime di trucchi semplici ma efficaci.

A questo si aggiunge la complicità dei media – sulla quale torneremo –, come ha ricordato Angela raccontando un’altra vicenda nota ai soci ma che è sempre bene ricordare: Lee Fried, studente della Carolina del Nord che negli anni Settanta aveva descritto in anticipo un incidente aereo, precisando anche il numero dei morti, in una profezia che aveva inserito in una busta chiusa consegnata al rettore dell’università. Quando l’Associated Press lanciò la notizia, l’agenzia di stampa aveva precisato che il giovane voleva fare il prestigiatore – particolare che dovrebbe far sorgere qualche sospetto ma che venne ignorato da quasi tutti i giornali nel riportare la notizia. Come ignorata è stata anche la rettifica con la dichiarazione di Fried di non essere affatto un veggente!

Ma la cartolina dedicata ad Angela lo vede nei panni, anzi nelle piume, di Peter Quarky: durante il CICAP Fest il settimanale Topolino ha infatti donato ad Angela una tavola originale di Alessandro Perina che compare in una storia da poco pubblicata e nella quale si racconta dell’incontro tra Topolino e un giornalista dal volto decisamente familiare...

Un festival spaziale


La terza cartolina viene dalla Stazione spaziale internazionale, nella quale per 199 giorni ha vissuto Samantha Cristoforetti. Un’esperienza di cui Astrosamantha ha parlato, sul palco del Teatro Verdi, condividendo la scena con Piero Angela. Difficile riassumere l’incontro, moderato dal bravo Pif: il leitmotiv era certo l’esplorazione spaziale, che Piero Angela e Samantha Cristoforetti hanno vissuto entrambi, seppur in epoche diverse e da punti di vista diversi. Da una parte il giornalista della Rai che seguì per il telegiornale «tutta l’impresa Apollo, fin dal primo volo sperimentale e per me fu la svolta: dopo aver visto tutte le meraviglie che avvenivano dietro questa impresa, decisi di lasciare il telegiornale e di dedicarmi alla divulgazione scientifica a tempo pieno». Un’epoca eroica che Samantha Cristoforetti non ha vissuto essendo nata una decina di anni dopo («diciamo circa, così stiamo sul vago» ha scherzato Pif). «In camera – ha raccontato Astrosamantha – avevo il poster di Star Trek, degli Space Shuttle... non ho un momento catartico in cui mi è scattata la passione: quello è più degli astronauti della generazione precedente, che ricordano i primi sbarchi sulla Luna». Per Samantha Cristoforetti la motivazione è più «una cosa che si perde nell’infanzia»: il cielo stellato che vedeva nel paesino di montagna dove è cresciuta, la passione per la fantascienza, da Verne a, appunto, Star Trek. Ecco: forse proprio la serie di fantascienza – della quale molti soci del CICAP sono appassionati – è la cartolina ideale. Se Piero Angela è stato accolto sul palco dalla familiare “Aria sulla quarta corda” di Bach – «il mio inno nazionale» ha scherzato –, Astrosamantha si è presentata accompagnata proprio dalla sigla di Star Trek.

Mystère contro Zirmani


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@Roberta Baria
Dopo Piero Angela in versione Disney, un’altra cartolina dal CICAP Fest fumettistica, dal momento che a Padova sono intervenuti anche Alfredo Castelli e Raul Cremona per raccontare i retroscena dell’incontro/scontro tra Martin Mystère, il detective dell’impossibile creato da Castelli, e il Grande Zirmani, mago dai grandi poteri, o millantatore dal grande carisma, al quale Cremona ha dedicato un libro.

«A furia di parlare di questo grande Zirmani, la sua fama si è talmente amplificata che non poteva che finire nell’immaginario collettivo dei fumetti» ha spiegato Raul Cremona, anticipando per il CICAP Fest il fumetto poi uscito per Lucca Comics con alcune tavole disegnate da Paolo Ongaro. Un incontro intrigante perché, ha spiegato Castelli, «pur vivendo in un mondo in cui accadono cose che farebbero impazzire il CICAP – si tratta di un fumetto, di finzione –, Mystère è uno scettico, cerca sempre spiegazioni razionali».

Scienza, giornali e bufale


Il logo del CICAP Fest vede da una parte Sherlock Holmes, emblema della razionalità – per quanto il suo creatore, Sir Arthur Conan Doyle, credesse nello spiritismo, come ha raccontato Massimo Polidoro parlando di Houdini, amico dello scrittore e grande smascheratore di medium – e dall’altra Pinocchio, il cui lungo naso simboleggia le bugie.

Purtroppo, la situazione è più complessa di così, come dimostra la diffusione di bufale e fake news che, a ben guardare, non sono semplici bugie, ma un fenomeno più complesso sul quale non sono mancati gli approfondimenti, durante il CICAP Fest. Con particolare attenzione ai temi medici, sui quali le bufale purtroppo non mancano, tra cure semplici e miracolose “che Big Pharma vuole tenerci nascoste” e i presunti pericoli dei vaccini.

Un problema di disinformazione scientifica che non può essere affrontato dando semplicemente la colpa ai giornali. Se i media, nel dare conto di ricerche scientifiche, indugiano su toni sensazionalistici, spesso è anche colpa degli scienziati e dei loro comunicati che hanno toni trionfalistici nonostante riguardino ricerche parziali e limitate, come ha spiegato il presidente del CICAP Sergio Della Sala in apertura del festival. Essere dalla parte della scienza non significa infatti credere che gli scienziati non possano mai sbagliare, scambiando i ricercatori per dei guru. Quando ci comportiamo così abbiamo un problema, ha ribadito più volte Della Sala nel suo intervento, perché le dinamiche cognitive che spesso ci ingannano riguardano tutti, scienziati compresi. Così capita che bufale pseudoscientifiche come quella dei due emisferi cerebrali – uno più creativo e l’altro più razionale – vengano date per certe da grandi scienziati e divulgatori come Carl Sagan e Umberto Veronesi.

C’è poi il problema delle riviste scientifiche predatorie, quelle che accettano di pubblicare (a pagamento) qualsiasi articolo, anche se pieno di errori marchiani (2+2=5 o “Vienna, capitale della Francia”) o addirittura con frasi senza senso: Della Sala ha mostrato un articolo, accettato da una rivista, con la frase “Get Me Off Your Fucking Mailing List” ripetuta centinaia di volte, ricordando che lui stesso ha pubblicato su una rivista la traduzione inglese della Vispa Teresa. E le (pseudo)ricerche pubblicate su queste riviste sono spesso più facilmente reperibili degli articoli, seri, pubblicati da riviste affidabili.

Di bufale e fake news hanno parlato in tanti, al CICAP Fest, da filosofi come Maurizio Ferraris a scienziati come il farmacologo Silvio Garattini, e poi ancora Telmo Pievani, Antonella Viola, Paolo Attivissimo, Salvo di Grazia. Su questo tema, tuttavia, la cartolina la riserverei al vicedirettore de Il Mattino Paolo Cagnan che, nei suoi saluti in apertura di festival, si è mostrato ben consapevole del rischio che, per la fretta e la necessità di semplificare, i giornali finiscano per «scrivere cavolate, ma con umiltà siamo qui per imparare». Certo, non basta dirlo, ma è comunque un buon segno.

In difesa della ragione


Non poteva mancare il premio che il CICAP ha voluto istituire per le persone che si sono distinte nella diffusione del pensiero critico e scientifico e nel contrasto a ignoranza e superstizione. Una descrizione che si adatta perfettamente al premiato: Gianluca Nicoletti, giornalista, scrittore e conduttore radiofonico e televisivo. Non solo, per riprendere le motivazioni esposte dal Presidente Sergio Della Sala, per il suo impegno «in favore delle prove nelle scelte sanitarie, in particolare per il suo impegno di tanti anni contro la diffusione di miti, falsità e inaccuratezze sull’autismo», ma anche per la dimensione personale di questa sua battaglia: il figlio di Gianluca Nicoletti ha infatti una condizione che rientra nello spettro dei disturbi autistici.

«È una battaglia contro i mulini a vento» ha ammesso Gianluca Nicoletti nel suo lungo e applaudito intervento. «La maggior parte delle persone che ho incontrato – ha spiegato – è convinta che suo figlio sia nato sano e che qualcosa lo abbia fatto ammalare». I vaccini, ovviamente, ma anche altre sostanze e non solo: «c’è ancora chi crede che sia colpa delle madri che non sono abbastanza madri», come sostenuto da certa psicanalisi che propone terapie affettive che non hanno ragione di essere.

Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, ha insistito Nicoletti, l’autismo è una condizione genetica, una questione di sviluppo neurologico: «Facciamocene una ragione, non cerchiamo fuori quello che abbiamo dentro». Un invito a levarsi la maschera, ad accogliere tutti, a sviluppare strategie senza cullarsi nelle illusioni «di un piccolo genio isolato dal mondo», che ha fatto diventare Nicoletti «una persona scomoda, un traditore».

Quando l’incompetenza incontra l’arroganza

Passiamo a una cartolina piena di allegria, sulla quale troviamo Francesco Lancia conduttore di “Quarch – viaggio nell’incompetenza”. Lancia, autore di Radio Deejay, è già stato ospite del CICAP con dei divertenti e surreali – ma a pensarci bene non troppo – videomessaggi da un futuro nel quale le pseudoscienze hanno vinto sulla scienza. Questa volta Lancia ha puntato sull’incompetenza. Che di per sé non è una cosa negativa: siamo tutti incompetenti in qualcosa. Il vero problema è quando l’incompetenza incontra l’arroganza, come nel finto programma di divulgazione scientifica creato da Lancia, una ripresa surreale – ma anche qui neppure troppo, pensando a certe trasmissioni – di Quark a iniziare dalla sigla: l’Aria sulla quarta corda di Bach, ma malamente suonata da un flauto dolce. «È fastidioso, lo so, ma l’incompetenza e l’arroganza sono fastidiose» ha spiegato Lancia. Con la conclusione, accolta da risate e applausi: «Ricordate, la competenza è come il fegato: si vive benissimo anche senza». «Ma non era la milza?». «E io che ne so!».

Pomodori, angurie, pancioni


Ultime cartoline da Padova: ne ho una con un’anguria e un pomodoro, presa dall’incontro dedicato alla scienza nella vita quotidiana. Ospiti Marco Malvaldi che ha parlato di reti – dalle strutture molecolari alle reti sociali –, Paolo Legrenzi che ha spiegato che cosa succede quando la nostra mente ha a che fare con soldi, risparmi, investimenti, perdite e guadagni, Beatrice Mautino che ha affrontato lo scientifichese, l’antilingua del marketing che – con termini esotici quali “glicoproteine bioattive” e “attivatore di giovinezza” – sfrutta l’autorevolezza del sapere scientifico. Ma veniamo al pomodoro che, è risaputo, non sa di niente – almeno quelli che troviamo nei supermercati. Un luogo comune da seguaci del biologico e del biodinamico? No, ha spiegato Renato Bruni, professore di botanica e biologia farmaceutica all’Università di Parma. È semplicemente questione di colore: ci piace il rosso e quindi abbiamo selezionato i frutti – sì, i pomodori sono frutti e non verdure, ovviamente per i biologi e non per i supermercati di cui sopra – in base al colore e alla dimensione, ma per diventare grandi e rossi i pomodori non possono che sottrarre risorse al sapore. L’anguria invece è quella cui dovrebbe assomigliare la pancia di una donna incinta quando aspetta una femmina; altrimenti il pancione avrà più la forma di una palla da basket. Una delle tante credenze intorno alla gravidanza raccontate da Sara Porro. Ma se è difficile orientarsi, la colpa non è solo di superstizioni, ma anche delle informazioni date dal personale sanitario, che a volte si basano su ricerche meno solide di quel che sembra.

Immagini nel cassetto


Queste le cartoline dalla Padova del CICAP Fest. Ma se riguardo gli appunti presi in quei giorni, son tante le immagini rimaste fuori: il dibattito su scienza e democrazia, i segreti della memoria raccontati da Vanni De Luca, la rassegna stampa mattutina con Margherita Fronte e Marco Ferrari, poi vampiri, Frankenstein, medium dell’Ottocento... Manca purtroppo la macchina del tempo. Una vera, intendo, per tornare indietro e seguire nuovamente il CICAP Fest 2018. Ma sono certo che l’edizione 2019, dal 13 al 15 settembre di nuovo a Padova, sarà altrettanto interessante e divertente!

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