Quante volte avete sentito attribuiti ai soci del CICAP gli epiteti di scientisti, di persone mentalmente rigide o, ironicamente, di paladini della ragione? Ebbene, ci troviamo di fronte a quel particolare tipo di argomento denominato ad hominem, ossia «diretto contro la persona». Mentre in origine il termine ad hominem indicava l'uso delle concessioni dell'interlocutore per derivare le proprie conclusioni, oggi in generale indica gli attacchi diretti o indiretti contro l'interlocutore per sollevare dubbi sulla sua persona invece di confutare la verità di ciò che asserisce. Utilizzata spesso per convincere l'uditorio, piuttosto che l'interlocutore, questa tecnica è considerata tipicamente una strategia retorica che consiste nel colpire il giocatore anziché la palla.
L'individuazione dell'argomento ad hominem è da alcuni fatta risalire all'Aristotele de Le confutazioni sofistiche, anche se la sua denominazione compare solo nel 1700 a opera del filosofo e fisico britannico John Locke. Carattere essenziale di questo argomento è l'attacco alla credibilità della parte avversaria mettendone in dubbio, ad esempio, l'attendibilità, la competenza esperta, l'imparzialità, eccetera. Il suo impiego, infatti, consiste nel fornire ragioni per rigettare o non prendere seriamente la posizione di qualcuno. Non sempre fallacia argomentativa, l'argomento ad hominem è legittimo nei contesti in cui la credibilità dell'oratore svolge un ruolo rilevante e se la sua conclusione si basa su premesse che, in modo ragionevole, mostrano qualcuno come inaffidabile o inattendibile.
Esistono diversi tipi di argomento ad hominem. Nella variante diretta, l'argomento ad hominem mina la credibilità della persona attaccando la sua competenza esperta, la sua intelligenza o il suo carattere. Esempio sofisticato di questo attacco, rivolto a un'agenzia governativa, è un'affermazione del noto cospirazionista e giornalista radiofonico americano William Cooper. Rivolgendosi ai lettori del suo articolo Majestytwelve Cooper dichiara che «ogni studente delle superiori capace, e con un libro di fisica base, può provare che la NASA ha simulato l'atterraggio dell'Apollo»[1]. In breve è come affermare che la NASA dice stupidaggini.
Altro esempio eloquente di questa variante lo ritroviamo nel tentativo di diffamazione dell'autrice de Il diario di Anna Frank da parte di alcuni negazionisti dell'olocausto. Per dimostrare l'inautenticità del documento o per gettare fango su di lei, il negazionista svedese Ditlieb Felderer ha intitolato alcuni capitoli del suo libro Il diario di Anna Frank: una frode nel seguente modo: "La personalità di Anna - non era neanche una ragazza simpatica", "Tossicodipendente a una tenera età", "Sesso giovanile", "Stravaganze sessuali", "Il primo porno infantile"[2].
La variante indiretta dell'argomento ad hominem è anch'essa ampiamente presente nei dibattiti tra pseudoscienziati e scienziati. Essa consiste nel contestare l'imparzialità dell'interlocutore o nel ritenere l'interlocutore così prevenuto da non poter assolutamente essere credibile. Nel primo caso, la parte in dialogo è accusata di sostenere una determinata posizione per interesse e le sue reali argomentazioni vengono esibite come razionalizzazioni; nel secondo caso, invece, o variante ad hominem indiretta denominata avvelenamento della sorgente o del pozzo, l'interlocutore è accusato di aderire a questo particolare punto di vista in modo talmente meccanico da non permettere mai ai suoi argomenti di essere basati su prove indipendenti.
Un esempio di quest'ultima e velenosa variante lo ritroviamo illustrato in un'invettiva dell'associazione che si occupa di "misteri" e di percorsi iniziatico-spirituali denominata Graal[3], rivolta al CICAP: «Lo scetticismo è divenuto una sorta di professione morale in cui perseverare senza senso e senza mai chiedersi nulla. Solo certezze e mai nessun dubbio... L'atteggiamento dello skeptic è una chiara presa di posizione a salvaguardia di quei valori morali e teoretici conosciuti e da cui trova identità e rifugio di fronte alla vastità dei fenomeni e delle esperienze dell'esistenza. Il suo operato è altrettanto semplice e si manifesta nel rinnegare tutto ciò che lui stesso mette all'indice secondo personali e complicati canoni di valutazione, ma che in sostanza hanno lo scopo specifico di difendere una precisa verità accettata a priori»[4]. Oltre a questa invettiva, però, non compare alcuna replica agli effettivi argomenti che il CICAP avanza.
Ultima varietà dell'argomento ad hominem è quella circostanziale, che consiste nel contestare la credibilità di quanto asserito dall'interlocutore evidenziando l'incompatibilità tra ciò che egli dice e il suo comportamento. Classico esempio è quello del figlio che rigetta gli argomenti del padre contro il fumo solo perché il padre stesso è fumatore.
Ma se un argomento ad hominem, come abbiamo in precedenza detto, può non essere fallace, come ne possiamo discernere un impiego corretto da uno scorretto? Innanzitutto dobbiamo distinguere tra la debolezza di un argomento e il suo carattere fallace. La debolezza consiste nella trasgressione delle regole di logica informale che non rende l'argomento fallace ma, appunto, solamente debole; la fallacia, invece, consiste nella violazione delle regole della discussione critica e rende l'impiego dell'ad hominem scorretto. Facciamo alcuni esempi: contestare con prove la competenza di un esperto e smascherare che tale competenza è soltanto presunta, è un argomento ad hominem legittimo, che giustifica una diminuzione di fiducia negli argomenti o nelle conclusioni avanzate dal sedicente esperto. In mancanza di ulteriori elementi probatori, infatti, contestare le bizzarre asserzioni in materia medica della ricercatrice ed esperta in salute Helaine Hollingsworth appellandosi alla sua non competenza, poiché nessuna competenza le è riconosciuta in questo ambito[5], risulta alquanto ragionevole. Argomento più debole, invece, quando si verifica che l'ad hominem abbia come fine l'attacco della credibilità dell'interlocutore trascurando l'adduzione di prove certe. In questo caso nessuna giustificazione logica è offerta per l'opinione espressa.
Siccome uno dei presupposti dell'argomento ad hominem, ossia quello di ritenere che uno sciocco, un incompetente o una persona imparziale non possano mai avere un'opinione valida, non è indiscutibile, è sempre importante valutare e contestare anche gli argomenti che l'oratore espone, e non solo la sua credibilità. L'ad hominem, infatti, viene spesso stimato eccessivamente rispetto al peso che merita nell'insieme delle prove rilevanti e ciò può condurre al suo impiego fallace, ossia quando, non determinando alcun reale contributo all'avanzamento della discussione, viene impiegato per eliminare l'interlocutore come seria controparte nella discussione minando il suo diritto d'avanzare una posizione e di replicare. È questa circostanza a soffocare e a rendere impossibile la discussione critica e, al medesimo tempo, fallace l'argomento ad hominem al quale si può rispondere in vari modi: cercando di ristabilire la propria credibilità con prove fondate e con una narrazione efficace, sincera o commovente della propria professionalità o della propria integrità morale e deontologica; rilevando l'inconsistenza dell'argomento della controparte o per debolezza o per trasgressione delle regole della discussione critica; impiegando una sana autoironia, che svolge una funzione affiliativa con l'uditorio demolendo anche le ostentazioni e le accuse vuote.
L'individuazione dell'argomento ad hominem è da alcuni fatta risalire all'Aristotele de Le confutazioni sofistiche, anche se la sua denominazione compare solo nel 1700 a opera del filosofo e fisico britannico John Locke. Carattere essenziale di questo argomento è l'attacco alla credibilità della parte avversaria mettendone in dubbio, ad esempio, l'attendibilità, la competenza esperta, l'imparzialità, eccetera. Il suo impiego, infatti, consiste nel fornire ragioni per rigettare o non prendere seriamente la posizione di qualcuno. Non sempre fallacia argomentativa, l'argomento ad hominem è legittimo nei contesti in cui la credibilità dell'oratore svolge un ruolo rilevante e se la sua conclusione si basa su premesse che, in modo ragionevole, mostrano qualcuno come inaffidabile o inattendibile.
Esistono diversi tipi di argomento ad hominem. Nella variante diretta, l'argomento ad hominem mina la credibilità della persona attaccando la sua competenza esperta, la sua intelligenza o il suo carattere. Esempio sofisticato di questo attacco, rivolto a un'agenzia governativa, è un'affermazione del noto cospirazionista e giornalista radiofonico americano William Cooper. Rivolgendosi ai lettori del suo articolo Majestytwelve Cooper dichiara che «ogni studente delle superiori capace, e con un libro di fisica base, può provare che la NASA ha simulato l'atterraggio dell'Apollo»[1]. In breve è come affermare che la NASA dice stupidaggini.
Altro esempio eloquente di questa variante lo ritroviamo nel tentativo di diffamazione dell'autrice de Il diario di Anna Frank da parte di alcuni negazionisti dell'olocausto. Per dimostrare l'inautenticità del documento o per gettare fango su di lei, il negazionista svedese Ditlieb Felderer ha intitolato alcuni capitoli del suo libro Il diario di Anna Frank: una frode nel seguente modo: "La personalità di Anna - non era neanche una ragazza simpatica", "Tossicodipendente a una tenera età", "Sesso giovanile", "Stravaganze sessuali", "Il primo porno infantile"[2].
La variante indiretta dell'argomento ad hominem è anch'essa ampiamente presente nei dibattiti tra pseudoscienziati e scienziati. Essa consiste nel contestare l'imparzialità dell'interlocutore o nel ritenere l'interlocutore così prevenuto da non poter assolutamente essere credibile. Nel primo caso, la parte in dialogo è accusata di sostenere una determinata posizione per interesse e le sue reali argomentazioni vengono esibite come razionalizzazioni; nel secondo caso, invece, o variante ad hominem indiretta denominata avvelenamento della sorgente o del pozzo, l'interlocutore è accusato di aderire a questo particolare punto di vista in modo talmente meccanico da non permettere mai ai suoi argomenti di essere basati su prove indipendenti.
Un esempio di quest'ultima e velenosa variante lo ritroviamo illustrato in un'invettiva dell'associazione che si occupa di "misteri" e di percorsi iniziatico-spirituali denominata Graal[3], rivolta al CICAP: «Lo scetticismo è divenuto una sorta di professione morale in cui perseverare senza senso e senza mai chiedersi nulla. Solo certezze e mai nessun dubbio... L'atteggiamento dello skeptic è una chiara presa di posizione a salvaguardia di quei valori morali e teoretici conosciuti e da cui trova identità e rifugio di fronte alla vastità dei fenomeni e delle esperienze dell'esistenza. Il suo operato è altrettanto semplice e si manifesta nel rinnegare tutto ciò che lui stesso mette all'indice secondo personali e complicati canoni di valutazione, ma che in sostanza hanno lo scopo specifico di difendere una precisa verità accettata a priori»[4]. Oltre a questa invettiva, però, non compare alcuna replica agli effettivi argomenti che il CICAP avanza.
Ultima varietà dell'argomento ad hominem è quella circostanziale, che consiste nel contestare la credibilità di quanto asserito dall'interlocutore evidenziando l'incompatibilità tra ciò che egli dice e il suo comportamento. Classico esempio è quello del figlio che rigetta gli argomenti del padre contro il fumo solo perché il padre stesso è fumatore.
Ma se un argomento ad hominem, come abbiamo in precedenza detto, può non essere fallace, come ne possiamo discernere un impiego corretto da uno scorretto? Innanzitutto dobbiamo distinguere tra la debolezza di un argomento e il suo carattere fallace. La debolezza consiste nella trasgressione delle regole di logica informale che non rende l'argomento fallace ma, appunto, solamente debole; la fallacia, invece, consiste nella violazione delle regole della discussione critica e rende l'impiego dell'ad hominem scorretto. Facciamo alcuni esempi: contestare con prove la competenza di un esperto e smascherare che tale competenza è soltanto presunta, è un argomento ad hominem legittimo, che giustifica una diminuzione di fiducia negli argomenti o nelle conclusioni avanzate dal sedicente esperto. In mancanza di ulteriori elementi probatori, infatti, contestare le bizzarre asserzioni in materia medica della ricercatrice ed esperta in salute Helaine Hollingsworth appellandosi alla sua non competenza, poiché nessuna competenza le è riconosciuta in questo ambito[5], risulta alquanto ragionevole. Argomento più debole, invece, quando si verifica che l'ad hominem abbia come fine l'attacco della credibilità dell'interlocutore trascurando l'adduzione di prove certe. In questo caso nessuna giustificazione logica è offerta per l'opinione espressa.
Siccome uno dei presupposti dell'argomento ad hominem, ossia quello di ritenere che uno sciocco, un incompetente o una persona imparziale non possano mai avere un'opinione valida, non è indiscutibile, è sempre importante valutare e contestare anche gli argomenti che l'oratore espone, e non solo la sua credibilità. L'ad hominem, infatti, viene spesso stimato eccessivamente rispetto al peso che merita nell'insieme delle prove rilevanti e ciò può condurre al suo impiego fallace, ossia quando, non determinando alcun reale contributo all'avanzamento della discussione, viene impiegato per eliminare l'interlocutore come seria controparte nella discussione minando il suo diritto d'avanzare una posizione e di replicare. È questa circostanza a soffocare e a rendere impossibile la discussione critica e, al medesimo tempo, fallace l'argomento ad hominem al quale si può rispondere in vari modi: cercando di ristabilire la propria credibilità con prove fondate e con una narrazione efficace, sincera o commovente della propria professionalità o della propria integrità morale e deontologica; rilevando l'inconsistenza dell'argomento della controparte o per debolezza o per trasgressione delle regole della discussione critica; impiegando una sana autoironia, che svolge una funzione affiliativa con l'uditorio demolendo anche le ostentazioni e le accuse vuote.
Note
1) William, C. 1997. Majestytwelve. Hour of the Time, http://www.hourofthetime.com/majestyt.htm
2) Pisanty, V. 1998. L'irritante questione delle camere a gas. La logica del negazionismo. Milano: Bompiani, p. 33. Felderer, D. 1979. Anne Frank's Diary - a Hoax. USA: Institute of Historical Review.
3) Centro Consulenza Anti Abuso: http://www.asaap.org/antoniobruno.htm