Era un bel pomeriggio di inizio estate, il sole splendeva e io mi godevo da solo la tranquillità su una terrazza di una casa nel verde a Pordenone. Gli uccelli cinguettavano e il cielo era limpido, senza nemmeno una nuvola. D’un tratto, il mio sguardo fu attratto da qualcosa di insolito lassù nell’azzurro. D’istinto pensai a un uccello o a un aereo, ma non sembrava nessuno dei due.
In effetti, stavo guardando qualcosa di impossibile: là in mezzo al cielo sembrava essere comparsa una scaletta nera a tre gradini. Mi vennero in mente la poetica Stairway to Heaven dei Led Zeppelin e la Stairway to Paradise di Gershwin, ma dubitavo che fosse proprio quella la “scala per il paradiso” di cui parlavano le canzoni.
Sembrava incredibile, ma quel misterioso oggetto stava là, non so a che altezza da terra, e sembrava perfettamente immobile. Avrei voluto chiamare qualcuno perché mi confermasse che non avevo le traveggole e che c’era per davvero qualcosa sospeso lassù ma, prima ancora che avessi il tempo di muovermi, la scaletta sembrò accorciarsi e restringersi fino a scomparire del tutto.
Che cosa diamine avevo visto? Che io sapessi, quando qualcuno avvistava un UFO lo descriveva sempre come un oggetto rotondo, o a “piattino”, o sferico o a forma di sigaro... Ma di UFO a forma di scaletta ancora non ne avevo sentito parlare.
Eppure, non c’era dubbio che quello che avevo visto era un UFO. Inteso chiaramente nel suo significato letterale, ovvero un oggetto volante non identificato. All’epoca, erano i primi anni ’80, non c’era Internet e l’unico modo per approfondire era quello di consultare libri e chiedere un parere ad amici ufologi. Così feci, ma non ne cavai un ragno dal buco.
La misteriosa scaletta nel cielo sembrava non avere possibili spiegazioni e per anni mi portai appresso quel ricordo assolutamente fuori da ogni logica.
Dovette passare del tempo, almeno fino ai tempi della guerra nel Golfo nei primi anni ‘90, prima che si sentisse parlare di un rivoluzionario aereo “invisibile” dell’aviazione americana. Si trattava del Nighthawk, il primo aereo con tecnologia “stealth” che lo rendeva per l’appunto invisibile ai radar. Tutto dipendeva dalla forma molto particolare del bombardiere, divenuto poi un’icona del design aeronautico.
Fu solo quando ebbi modo di vedere una fotografia del Nighthawk, dunque, che finalmente ebbi modo di risolvere il mistero della scaletta nel cielo.
Aveva una linea spigolosa e la fusoliera piatta, in blocco unico con le ali a formare una sorta di triangolo, e la forma a cuneo terminante con i caratteristici impennaggi posteriori: un design studiato ad hoc dagli ingegneri. Quella forma, infatti, offriva una superficie radar equivalente a 0,003 metri, analoga a quella di una rondine. E così i radar non lo rilevavano e il bombardiere sfuggiva ai controlli.
Solo che, visto di piatto, l’aereo ricordava esattamente una scaletta a tre gradini. Se poi lo si vedeva controluce, come era successo a me, non poteva che sembrare nero e diventava impossibile distinguere qualunque dettaglio.
Infine, l’impressione che fosse fermo era stata un’illusione dovuta al fatto che probabilmente l’aereo stava facendo manovra e quando si inclinò per raddrizzarsi l’effetto fu quello di diventare sempre più piccolo. La successiva scomparsa nel nulla, senza lasciare tracce, era dovuta invece al fatto che l’aereo era subsonico e spinto da due turbo fan senza postbruciatore. Niente scie, dunque.
Restava un ultimo tassello da aggiungere: era plausibile la presenza di un aereo da guerra americano sopra Pordenone? La risposta è sì, visto che proprio a Pordenone, ad Aviano, si trova una base aeronautica della NATO data in gestione all’Aeronautica militare statunitense. Non c’è dubbio, quindi, che in quei primi anni ’80, dopo l’invenzione del velivolo, si svolsero sopra i cieli di Pordenone alcune esercitazioni aeronautiche (come del resto ce ne sono sempre state da che esiste la base).
Una volta risolto, l’episodio contribuì a chiarirmi come fosse possibile convincersi, in perfetta buona fede, di avere assistito a un avvistamento UFO inspiegabile quando in realtà una spiegazione diversa esisteva ma non era alla portata del pubblico.
Se non avessi saputo dell’esistenza degli aerei stealth, forse sarei ancora qui a domandarmi cosa mai poteva essere quella scaletta in cielo.
E chissà di quanti altri esperimenti militari, riusciti o abbandonati, non abbiamo nessuna notizia...
In effetti, stavo guardando qualcosa di impossibile: là in mezzo al cielo sembrava essere comparsa una scaletta nera a tre gradini. Mi vennero in mente la poetica Stairway to Heaven dei Led Zeppelin e la Stairway to Paradise di Gershwin, ma dubitavo che fosse proprio quella la “scala per il paradiso” di cui parlavano le canzoni.
Sembrava incredibile, ma quel misterioso oggetto stava là, non so a che altezza da terra, e sembrava perfettamente immobile. Avrei voluto chiamare qualcuno perché mi confermasse che non avevo le traveggole e che c’era per davvero qualcosa sospeso lassù ma, prima ancora che avessi il tempo di muovermi, la scaletta sembrò accorciarsi e restringersi fino a scomparire del tutto.
Che cosa diamine avevo visto? Che io sapessi, quando qualcuno avvistava un UFO lo descriveva sempre come un oggetto rotondo, o a “piattino”, o sferico o a forma di sigaro... Ma di UFO a forma di scaletta ancora non ne avevo sentito parlare.
Eppure, non c’era dubbio che quello che avevo visto era un UFO. Inteso chiaramente nel suo significato letterale, ovvero un oggetto volante non identificato. All’epoca, erano i primi anni ’80, non c’era Internet e l’unico modo per approfondire era quello di consultare libri e chiedere un parere ad amici ufologi. Così feci, ma non ne cavai un ragno dal buco.
La misteriosa scaletta nel cielo sembrava non avere possibili spiegazioni e per anni mi portai appresso quel ricordo assolutamente fuori da ogni logica.
Dovette passare del tempo, almeno fino ai tempi della guerra nel Golfo nei primi anni ‘90, prima che si sentisse parlare di un rivoluzionario aereo “invisibile” dell’aviazione americana. Si trattava del Nighthawk, il primo aereo con tecnologia “stealth” che lo rendeva per l’appunto invisibile ai radar. Tutto dipendeva dalla forma molto particolare del bombardiere, divenuto poi un’icona del design aeronautico.
Gli aeroplani che accompagnano la sagoma triangolare ormai rendono più chiara la natura dell’oggetto...
Aveva una linea spigolosa e la fusoliera piatta, in blocco unico con le ali a formare una sorta di triangolo, e la forma a cuneo terminante con i caratteristici impennaggi posteriori: un design studiato ad hoc dagli ingegneri. Quella forma, infatti, offriva una superficie radar equivalente a 0,003 metri, analoga a quella di una rondine. E così i radar non lo rilevavano e il bombardiere sfuggiva ai controlli.
Solo che, visto di piatto, l’aereo ricordava esattamente una scaletta a tre gradini. Se poi lo si vedeva controluce, come era successo a me, non poteva che sembrare nero e diventava impossibile distinguere qualunque dettaglio.
Infine, l’impressione che fosse fermo era stata un’illusione dovuta al fatto che probabilmente l’aereo stava facendo manovra e quando si inclinò per raddrizzarsi l’effetto fu quello di diventare sempre più piccolo. La successiva scomparsa nel nulla, senza lasciare tracce, era dovuta invece al fatto che l’aereo era subsonico e spinto da due turbo fan senza postbruciatore. Niente scie, dunque.
La soluzione al mistero: la scaletta altro non era che un Nighthawk, un aereo stealth “invisibile” ai radar, sconosciuto al pubblico all’epoca dell’avvistamento.
Una volta risolto, l’episodio contribuì a chiarirmi come fosse possibile convincersi, in perfetta buona fede, di avere assistito a un avvistamento UFO inspiegabile quando in realtà una spiegazione diversa esisteva ma non era alla portata del pubblico.
Se non avessi saputo dell’esistenza degli aerei stealth, forse sarei ancora qui a domandarmi cosa mai poteva essere quella scaletta in cielo.
E chissà di quanti altri esperimenti militari, riusciti o abbandonati, non abbiamo nessuna notizia...