Lo scorso mese di aprile il Giornale dei Misteri aveva dedicato agli "scettici" - identificati col solo CICAP - un inserto nel quale, oltre alle attese critiche, auspicava comunque un incontro o un convegno per discutere temi di comune interesse.
A tale proposta il CICAP aveva risposto (GdM, sett. 97 e S&P 14) con una lettera nella quale erano ribaditi diversi concetti: la nostra volontà di dialogo (del resto già espressa anni prima); la consapevolezza di essere ormai, piaccia o meno, una delle voci più autorevoli in campo nazionale nello studio del paranormale; e la nostra scelta di non essere dogmatici a priori, ma di essere invece intransigenti sul rigore del metodo e dei controlli prima di potere esprimere un'opinione sui fatti studiati.
Dopo alcuni contatti telefonici, la redazione del GdM ha quindi organizzato a Firenze, il 27 settembre scorso, un incontro tra alcuni suoi collaboratori fissi e alcuni componenti del CICAP. A differenza di Fulvia Cariglia (caporedattrice del GdM, organizzatrice e moderatrice dell'incontro) non siamo stati troppo stupiti dal notevole afflusso di pubblico, che pensiamo sia un evidente segno del generale interesse nel voler sentire finalmente anche la voce dell'altra campana".
Steno Ferluga, presidente del CICAP, ha esordito spiegando che noi - forse semplificando - intendiamo per "paranormale" sia quello "hard" (fenomeni psi) che quello "allargato" riguardante fenomeni e affermazioni controversi di vario tipo: UFO, criptozoologia, terapie alternative, ecc.
Piero Cassoli, noto parapsicologo, presidente del CSP (Centro Studi Parapsicologici) e autore di una rubrica fissa sul GdM intitolata "Riflessioni di un vecchio parapsicologo", ha espresso il proprio attaccamento a una definizione limitativa della parapsicologia, lamentando la povertà di mezzi con cui la ricerca parapsicologica deve operare in Italia.
Luigi Garlaschelli ha espresso compiacimento per alcune recenti iniziative del GdM, dovute alla nuova gestione della Cariglia, ma ne ha sottolineato i pesanti limiti di partigianeria, e il perdurare di alcuni vizi di fondo che ne limitano fortemente la credibilità. Ha anche ribadito con orgoglio gli indubbi risultati e le competenze acquisite del CICAP nel corso degli anni, dichiarandosi pronto a un confronto serio, basato sui fatti, e a indagini in comune, purché impostate a rigore metodologico.
Cassoli ha manifestato la propria simpatia per questa impostazione, e ha anzi sottolineato la necessità di una comune lotta contro ciarlatani e imbroglioni.
Deludente l'intervento di Simone Beverini, che ha accusato il CICAP di scarso rigore scientifico («Io non sono nemmeno riuscito a ripetere il vostro esperimento dei calchi medianici»!) e addirittura di opportunismo economico nella scelta di campo "scettica". Ferluga gli ha suggerito di entrare in una libreria e confrontare i giri d'affari dei sostenitori del paranormale e dei critici.
Massimo Biondi, medico e studioso dell'argomento, ha affermato che l'impostazione del CICAP è limitativa; la realtà dei fenomeni paranormali spontanei, ma per questo quasi impossibili da convalidare scientificamente, è però, secondo lui, inoppugnabile.
Alfredo Ferraro, fisico, autore di numerosi volumi sul paranormale e i fenomeni spiritici, ha ribadito la sua posizione piè volte espressa, ovvero che non può fornire alcuna prova scientifica dei fenomeni paranormali, ma solo certezze personali e morali. Ha comunque ripetuto di considerare amici alcuni membri del CICAP. e di detestare gli oroscopi che pure il GdM continua a propinare.
Massimo Polidoro ha sottolineato ancora una volta la necessità di effettuare sperimentazioni rigorose e sotto stretto controllo, e ha anche elencato alcuni recenti lavori pubblicati da membri del CICAP su riviste internazionali di parapsicologia, che dimostrano come proprio dagli scettici sono recentemente venuti alcuni dei più significativi contributi all'indagine sui presunti fenomeni paranormali.
Giuseppe Stilo, del CISU (Centro Italiano Studi Ufologici, con cui peraltro il CICAP intrattiene rapporti amichevoli), ha blandemente polemizzato con Ferluga circa alcune questioni di metodo.
Numerosi sono stati gli interventi del pubblico, che nonostante la presenza di alcuni amici del CICAP venuti fino dalla Lombardia o da Roma, era prevalentemente ostile al nostro Comitato.
A un polemico intervento di Selene Ballerini (giornalista per il GdM), che auspica un metodo di conoscenza diverso da quello scientifico, ha risposto Lorenzo Montali ricordando che i criteri di oggettività (tutti devono poter vedere le stesse cose), causalità (un effetto ha una causa che lo precede) e riproducibilità (date le stesse condizioni si deve ottenere lo stesso effetto) possono essere una scelta, ma questa scelta, nei fatti, si è dimostrata l'unica capace di funzionare e dare risultati (anche il dott. Cassoli si è dichiarato d'accordo su questo punto).
Applaudito pure l'intervento di Roberto Pinotti, noto membro del CUN (Centro Ufologico Nazionale), che bolla gli scienziati di miopia, dogmatismo e arroganza.
Alcuni interventi del pubblico si sono appuntati in particolare su Garlaschelli per la sua indagine sul medium fiorentino Roberto Setti. Il chimico del CICAP ha sostenuto che i primi a porsi su di un piano di non scientificità sono stati proprio i "credenti" in Setti, che oggi vorrebbero rivedere le bucce al CICÀP, mentre avrebbero fatto meglio ad applicare gli adatti controlli alle sedute di Setti quando questi era in vita. Ciò non fu mai assolutamente fatto, cosa che - come sostenuto anche da seri parapsicologi - toglie ogni valore scientifico a tutta l'esperienza del famoso Cerchio Firenze 77.
Al di là di queste e altre polemiche, le conclusioni da trarre dopo questo incontro sembrano essere che il CICAP è ormai un valido e stimato interlocutore anche per chi crede nel paranormale. Da alcune persone (per esempio il dott. Cassoli) ci possono dividere le convinzioni circa l'esistenza dei fenomeni, ma ci accomuna il metodo di indagine; da altre ci può dividere l'interpretazione, ma ci avvicina l'onestà intellettuale e la volontà di ricerca. Nei limiti delle nostre forze, l'invito a tutti costoro è di presentare i loro casi più convincenti per indagini in comune, e a confrontarsi sui fatti, e non con le chiacchiere.
A tale proposta il CICAP aveva risposto (GdM, sett. 97 e S&P 14) con una lettera nella quale erano ribaditi diversi concetti: la nostra volontà di dialogo (del resto già espressa anni prima); la consapevolezza di essere ormai, piaccia o meno, una delle voci più autorevoli in campo nazionale nello studio del paranormale; e la nostra scelta di non essere dogmatici a priori, ma di essere invece intransigenti sul rigore del metodo e dei controlli prima di potere esprimere un'opinione sui fatti studiati.
Dopo alcuni contatti telefonici, la redazione del GdM ha quindi organizzato a Firenze, il 27 settembre scorso, un incontro tra alcuni suoi collaboratori fissi e alcuni componenti del CICAP. A differenza di Fulvia Cariglia (caporedattrice del GdM, organizzatrice e moderatrice dell'incontro) non siamo stati troppo stupiti dal notevole afflusso di pubblico, che pensiamo sia un evidente segno del generale interesse nel voler sentire finalmente anche la voce dell'altra campana".
Steno Ferluga, presidente del CICAP, ha esordito spiegando che noi - forse semplificando - intendiamo per "paranormale" sia quello "hard" (fenomeni psi) che quello "allargato" riguardante fenomeni e affermazioni controversi di vario tipo: UFO, criptozoologia, terapie alternative, ecc.
Piero Cassoli, noto parapsicologo, presidente del CSP (Centro Studi Parapsicologici) e autore di una rubrica fissa sul GdM intitolata "Riflessioni di un vecchio parapsicologo", ha espresso il proprio attaccamento a una definizione limitativa della parapsicologia, lamentando la povertà di mezzi con cui la ricerca parapsicologica deve operare in Italia.
Luigi Garlaschelli ha espresso compiacimento per alcune recenti iniziative del GdM, dovute alla nuova gestione della Cariglia, ma ne ha sottolineato i pesanti limiti di partigianeria, e il perdurare di alcuni vizi di fondo che ne limitano fortemente la credibilità. Ha anche ribadito con orgoglio gli indubbi risultati e le competenze acquisite del CICAP nel corso degli anni, dichiarandosi pronto a un confronto serio, basato sui fatti, e a indagini in comune, purché impostate a rigore metodologico.
Cassoli ha manifestato la propria simpatia per questa impostazione, e ha anzi sottolineato la necessità di una comune lotta contro ciarlatani e imbroglioni.
Deludente l'intervento di Simone Beverini, che ha accusato il CICAP di scarso rigore scientifico («Io non sono nemmeno riuscito a ripetere il vostro esperimento dei calchi medianici»!) e addirittura di opportunismo economico nella scelta di campo "scettica". Ferluga gli ha suggerito di entrare in una libreria e confrontare i giri d'affari dei sostenitori del paranormale e dei critici.
Massimo Biondi, medico e studioso dell'argomento, ha affermato che l'impostazione del CICAP è limitativa; la realtà dei fenomeni paranormali spontanei, ma per questo quasi impossibili da convalidare scientificamente, è però, secondo lui, inoppugnabile.
Alfredo Ferraro, fisico, autore di numerosi volumi sul paranormale e i fenomeni spiritici, ha ribadito la sua posizione piè volte espressa, ovvero che non può fornire alcuna prova scientifica dei fenomeni paranormali, ma solo certezze personali e morali. Ha comunque ripetuto di considerare amici alcuni membri del CICAP. e di detestare gli oroscopi che pure il GdM continua a propinare.
Massimo Polidoro ha sottolineato ancora una volta la necessità di effettuare sperimentazioni rigorose e sotto stretto controllo, e ha anche elencato alcuni recenti lavori pubblicati da membri del CICAP su riviste internazionali di parapsicologia, che dimostrano come proprio dagli scettici sono recentemente venuti alcuni dei più significativi contributi all'indagine sui presunti fenomeni paranormali.
Giuseppe Stilo, del CISU (Centro Italiano Studi Ufologici, con cui peraltro il CICAP intrattiene rapporti amichevoli), ha blandemente polemizzato con Ferluga circa alcune questioni di metodo.
Numerosi sono stati gli interventi del pubblico, che nonostante la presenza di alcuni amici del CICAP venuti fino dalla Lombardia o da Roma, era prevalentemente ostile al nostro Comitato.
A un polemico intervento di Selene Ballerini (giornalista per il GdM), che auspica un metodo di conoscenza diverso da quello scientifico, ha risposto Lorenzo Montali ricordando che i criteri di oggettività (tutti devono poter vedere le stesse cose), causalità (un effetto ha una causa che lo precede) e riproducibilità (date le stesse condizioni si deve ottenere lo stesso effetto) possono essere una scelta, ma questa scelta, nei fatti, si è dimostrata l'unica capace di funzionare e dare risultati (anche il dott. Cassoli si è dichiarato d'accordo su questo punto).
Applaudito pure l'intervento di Roberto Pinotti, noto membro del CUN (Centro Ufologico Nazionale), che bolla gli scienziati di miopia, dogmatismo e arroganza.
Alcuni interventi del pubblico si sono appuntati in particolare su Garlaschelli per la sua indagine sul medium fiorentino Roberto Setti. Il chimico del CICAP ha sostenuto che i primi a porsi su di un piano di non scientificità sono stati proprio i "credenti" in Setti, che oggi vorrebbero rivedere le bucce al CICÀP, mentre avrebbero fatto meglio ad applicare gli adatti controlli alle sedute di Setti quando questi era in vita. Ciò non fu mai assolutamente fatto, cosa che - come sostenuto anche da seri parapsicologi - toglie ogni valore scientifico a tutta l'esperienza del famoso Cerchio Firenze 77.
Al di là di queste e altre polemiche, le conclusioni da trarre dopo questo incontro sembrano essere che il CICAP è ormai un valido e stimato interlocutore anche per chi crede nel paranormale. Da alcune persone (per esempio il dott. Cassoli) ci possono dividere le convinzioni circa l'esistenza dei fenomeni, ma ci accomuna il metodo di indagine; da altre ci può dividere l'interpretazione, ma ci avvicina l'onestà intellettuale e la volontà di ricerca. Nei limiti delle nostre forze, l'invito a tutti costoro è di presentare i loro casi più convincenti per indagini in comune, e a confrontarsi sui fatti, e non con le chiacchiere.