Quando la magia è davvero questione “mentale”

Il "mentalismo" è una forma di magia in cui il prestigiatore finge di possedere facoltà paranormali: lettura del pensiero, previsione di eventi futuri, movimento di oggetti a distanza. Sua caratteristica principale è il fatto di non utilizzare apparecchiature ma di sfruttare, quasi esclusivamente, un uso sapiente della psicologia. «Sono tre le tecniche su cui si basa questa forma d'arte magica», spiega il mentalista americano Max Maven, «1) forzare: consiste nel manipolare uno spettatore a dire, fare o pensare qualcosa che sembra una libera scelta, ma è in realtà una scelta obbligata; 2) rubare: nel senso di ottenere tramite qualche sotterfugio informazioni che non dovrebbero essere note al mentalista; 3) manipolare i fatti: per esempio, mostrare di avere previsto in anticipo qualcosa, quando in realtà la "previsione" è stata realizzata solo dopo che l'informazione in questione è stata ottenuta».

Nella tipica forzatura, il mentalista sventaglia un mazzo di carte davanti allo spettatore, dicendogli "Scelga una carta". Verso il centro del mazzo, c'è una carta che sporge leggermente più delle altre (la carta da forzare): poiché è la più semplice da prendere per lo spettatore, 9 volte su 10 sceglierà proprio quella. Qualche volta il mentalista fa buon uso di certi luoghi comuni. Invita cioè qualcuno a pensare a qualcosa di specifico, per esempio un numero o un animale, lo spettatore crede di avere un'ampia scelta ma in realtà non sa che questa è molto limitata. «Per esempio» dice James Randi, «se io vi chiedessi adesso di pensare a un numero dispari da uno a dieci, a un colore, al nome di un musicista di opere liriche e a un fiore, sono certo che molti di voi risponderanno 7, rosso, Giuseppe Verdi e rosa. E risponderete così perché in genere sono quelli a cui si pensa per primi».

«A me viene in mente un altro esperimento» dice il prestigiatore Tony Binarelli «di cui però non rivelo la spiegazione; chissà se i lettori ci arrivano da soli. Immaginate un grande orologio le cui ore sono ferme sulle 10.10. Adesso uscite di casa e passate davanti alla vetrina di un orologiaio. Quando sarete lì fissate un solo orologio… segnerà proprio le 10.10!»

Il rischio più grosso per un mentalista, però, è quello di indurre i suoi spettatori a credere che davvero possiede poteri "magici". «In effetti, i numeri del mentalista non sembrano "trucchi"», dice Randi, «e poiché c'è molta disponibilità da parte di tante persone a credere che esistano strani poteri della mente, a volte per un mentalista può essere difficile ammettere che si tratta soltanto di trucchi piuttosto che di vere dimostrazioni soprannaturali. Io stesso, da giovane, per poco non cadevo in questa trappola. A diciott'anni riuscii a prevedere con tre giorni di anticipo i risultati dei mondiali di calcio (con un trucco, ovviamente!). I giornali ne parlarono e l'impresa mi procurò nuovo lavoro. Una sera, però, venne da me un signore pronto a pagarmi un notevole stipendio settimanale se solo gli fornivo i nomi dei cavalli vincenti alle corse. Gli spiegai che ero solo un prestigiatore, ma non ne voleva sapere di andarsene. A quel tempo avevo davvero bisogno di soldi e la tentazione di cedere alle sue suppliche fu molto forte. Alla fine lo convinsi, ma posso capire come per certa gente senza scrupoli sia difficile resistere alla tentazione di fare soldi così facilmente».

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