È davvero curioso osservare il comportamento del mercurio nelle mie mani. Esso, se versato su una monetina che ho trattenuto per un minuto tra le mani, vi si avviluppa completamente intorno, e non solo. Infatti, tagliando con uno scalpello o un seghetto la moneta, osserviamo che il mercurio è passato all'interno del metallo, cioè si è inglobato nella struttura dello stesso. Cosa è successo? Dal momento che non si tratta del classico effetto galvanico che determina la patinatura della moneta, come si è potuto verificare questo curioso fenomeno? Ma oltre alla patina, come si spiega il fatto di ritrovare il mercurio all'interno del metallo usato? Vi sarei davvero grato se voleste fornirmi una spiegazione plausibile e scientifica di questo curioso fenomeno.
Pier Paolo Saba
Pier Paolo Saba
Il fenomeno descritto dal lettore, per quanto curioso, è perfettamente spiegabile in termini chimico-fisici. È ben noto infatti che il mercurio con determinati metalli può dare origine, spontaneamente e a temperatura ambiente, alle cosiddette amalgame. Le amalgame sono sostanzialmente delle soluzioni tra il mercurio e altri metalli (in certi casi tuttavia possono essere dei veri e propri composti di composizione ben definita). In una soluzione si chiama solvente il componente presente in maggiore quantità e soluto quello presente in quantità minore. Nel caso descritto dal lettore il mercurio svolge il ruolo del soluto, di conseguenza la soluzione che si ottiene è allo stato solido in quanto è tale il solvente (gli altri metalli costituenti la moneta). Se il solvente fosse il mercurio, l'amalgama ottenuta sarebbe allo stato liquido. Ciò che il lettore ha visto sezionando la moneta quindi non è altro che l'amalgama, cioè la soluzione tra il mercurio e i metalli costituenti la moneta. Non tutti i metalli tuttavia formano amalgame con il mercurio (ad esempio il ferro non le forma). Tra quelli che le formano ricordiamo: l'oro, l'argento, lo stagno e il rame. Le amalgame trovano ampio impiego in odontoiatria per le otturazioni dentali. In particolare per tale scopo si utilizzano amalgame costituite da argento, rame, stagno, zinco e da un 50 percento di mercurio. Da qualche anno è stata fatta una massiccia campagna contro la presunta pericolosità delle amalgame per uso odontoiatrico, in quanto rilascerebbero sostanze tossiche a contatto con la saliva. Tali allarmi risultano in gran parte ingiustificati. Da qualche tempo tuttavia per le otturazioni vengono impiegati, in sostituzione delle amalgame, altri materiali polimerici in quanto hanno caratteristiche estetiche decisamente migliori.
Silvano Fuso
Chimico-fisico
Segretario CICAP-Liguria e Coordinatore Gruppo Scuola CICAP
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