Massimo, tu sei un appassionato indagatore del mistero. Nel tuo libro Grandi misteri della storia, oltre al Triangolo delle Bermuda, hai esaminato in maniera rigorosa molti altri fenomeni e miti spesso celebrati come inspiegabili. Cosa consiglieresti a un lettore che volesse in maniera autonoma e indipendente approfondire una ricerca in proposito o appurare comunque con i suoi mezzi la ricostruzione della verità su un dato fenomeno?
Il mio consiglio è quello di risalire sempre alle fonti originali di ogni affermazione. Non fidarsi mai di resoconti successivi o solo di quello che scrivono libri e giornali. In una vicenda come il Triangolo delle Bermuda, per esempio, è importante risalire ai registri navali che riportano i dati su ogni nave, per cercare di capire quando ha preso il largo, se ha fatto rientro, eccetera. Ma anche i registri delle assicurazioni, i documenti delle capitanerie di porto... Se poi si legge che una nave è sparita in una giornata tranquillissima, è sempre bene controllare le previsioni del tempo in quella zona per quel preciso giorno: capita anche di scoprire che c'era invece una tempesta.
Come si fa a capire quali sono le fonti attendibili e quali no?
Non è facile capirlo subito, quando si è nuovi di questo "mestiere". Solo dopo un po' che si leggono libri e articoli su un certo argomento, e si ha modo di fare verifiche incrociate tra le varie letture, ci si rende conto di chi è più affidabile e chi meno. Dopo un po', infatti, si può essere sicuri che certi autori sono sempre inaffidabili, altri sono magari un po' superficiali nei dettagli, ma le cose che raccontano sono giuste. E altri ancora fanno l'impossibile per verificare ogni minimo dettaglio. Non c'è invece nessuna correlazione (spesso, almeno) tra la fama o i titoli di un certo autore e la sua affidabilità storica o scientifica: ci sono studiosi universitari del tutto inaffidabili, e ci sono autodidatti molto precisi a proposito di quello che scrivono.
Non credi che tutto questo alla lunga possa creare un clima di sfiducia, come dire, eccessivo nei confronti delle consuete fonti d'informazione di uso quotidiano?
Magari! Direi che un atteggiamento di sano scetticismo circa quello che leggiamo o sentiamo in TV sarebbe più che salutare: quando si ha modo di andare a fondo su una qualunque delle notizie che leggiamo, infatti, vediamo che come minimo ci vengono raccontate in maniera alquanto superficiale. Per non dire di quando, addirittura, si scoprono particolari del tutto inventati. Non è malafede da parte del giornalista, almeno non sempre; piuttosto, la fretta di comunicare una notizia per primi può impedire una verifica approfondita dei fatti. Cosa che, invece, lo storico o l'investigatore di misteri non può assolutamente tralasciare.
Il mio consiglio è quello di risalire sempre alle fonti originali di ogni affermazione. Non fidarsi mai di resoconti successivi o solo di quello che scrivono libri e giornali. In una vicenda come il Triangolo delle Bermuda, per esempio, è importante risalire ai registri navali che riportano i dati su ogni nave, per cercare di capire quando ha preso il largo, se ha fatto rientro, eccetera. Ma anche i registri delle assicurazioni, i documenti delle capitanerie di porto... Se poi si legge che una nave è sparita in una giornata tranquillissima, è sempre bene controllare le previsioni del tempo in quella zona per quel preciso giorno: capita anche di scoprire che c'era invece una tempesta.
Come si fa a capire quali sono le fonti attendibili e quali no?
Non è facile capirlo subito, quando si è nuovi di questo "mestiere". Solo dopo un po' che si leggono libri e articoli su un certo argomento, e si ha modo di fare verifiche incrociate tra le varie letture, ci si rende conto di chi è più affidabile e chi meno. Dopo un po', infatti, si può essere sicuri che certi autori sono sempre inaffidabili, altri sono magari un po' superficiali nei dettagli, ma le cose che raccontano sono giuste. E altri ancora fanno l'impossibile per verificare ogni minimo dettaglio. Non c'è invece nessuna correlazione (spesso, almeno) tra la fama o i titoli di un certo autore e la sua affidabilità storica o scientifica: ci sono studiosi universitari del tutto inaffidabili, e ci sono autodidatti molto precisi a proposito di quello che scrivono.
Non credi che tutto questo alla lunga possa creare un clima di sfiducia, come dire, eccessivo nei confronti delle consuete fonti d'informazione di uso quotidiano?
Magari! Direi che un atteggiamento di sano scetticismo circa quello che leggiamo o sentiamo in TV sarebbe più che salutare: quando si ha modo di andare a fondo su una qualunque delle notizie che leggiamo, infatti, vediamo che come minimo ci vengono raccontate in maniera alquanto superficiale. Per non dire di quando, addirittura, si scoprono particolari del tutto inventati. Non è malafede da parte del giornalista, almeno non sempre; piuttosto, la fretta di comunicare una notizia per primi può impedire una verifica approfondita dei fatti. Cosa che, invece, lo storico o l'investigatore di misteri non può assolutamente tralasciare.