Dopo la partecipazione a Misdirection, la fiera della magia di Torino, l'avevamo scritto proprio su queste pagine: "Si prospettano magie e sorrisi stupiti per tutti..." e così è stato.
L'idea iniziale era semplicemente quella di mettere da parte qualche soldo: sapete com'è, diecimila progetti in mente e una sede tutta nuova da arredare… Ma cosa offrire ai nostri ospiti? Gadget misteriosi? La presentazione di un'indagine? Un piccolo spettacolo?
La svolta arriva quando il nostro amico Marco Aimone, che oltre ad essere il presidente del Circolo Amici della Magia di Torino è anche uno dei più bravi prestigiatori italiani, ci manifesta la sua disponibilità per uno spettacolo di magia: non ce lo facciamo ripetere due volte! Fissiamo con lui la data, venerdì 2 febbraio, e in pochi giorni il ristorante che fa al caso nostro è trovato. Ha un nome un po' strano, CH4 (la formula chimica del metano), perché si trova in una zona occupata molti anni fa da un gasometro, alla periferia sud di Torino, ed è adatto ai nostri scopi per diversi motivi. Intanto conoscono già il CICAP (ci avevano ospitati durante il convegno internazionale sulle leggende metropolitane del 2004) e nonostante questo sono disposti a ospitarci di nuovo. Poi conoscono bene anche il Circolo Amici della Magia, hanno prezzi difficili da trovare da quando c'è l'euro, sono gentili e disponibili e cucinano bene, magari non da Slow Food ma nemmeno da mensa dei poveri come ci è capitato una volta (organizzare cene di raccolta fondi può causare brutte sorprese). C'è posto per una settantina di persone, dovrebbe bastare.
A più mani scriviamo l'invito (ma quale numero di telefono mettere? nessuno vuole rischiare di fare la fine di Andrea, che qualche anno fa trovò il proprio numero di cellulare spiattellato sulla Stampa e fu importunato dai pazzi per una settimana) e prontamente Mariano prepara il volantino. Di solito ci riduciamo all'ultimo momento, ma questa volta incredibilmente riusciamo a iniziare la pubblicità con più di un mese di anticipo, attraverso Internet, ma soprattutto attraverso la rete di contatti e conoscenze intrecciate in questi anni.
Apriamo subito le prenotazioni e... incredibile! Dopo una settimana abbiamo già cinquanta adesioni. La sala da settanta posti non basterà, telefoniamo al ristorante e prenotiamo un'altra saletta da trenta posti. Ma abbiamo solo rimandato il problema: dopo un'altra settimana le prenotazioni sono raddoppiate. Non ci sarà un'influenza astrale? Il CICAP è nato il 12 giugno 1989; Stefano consulta gli astri, e conclude che il 2007 ci sarà molto favorevole, incontreremo nuove persone e faremo un viaggio, ma tanto dice sempre così. Con Andrea si susseguono telefonate concitate, dove andiamo se siamo già più di cento persone? Gli amici del ristorante ci vengono incontro ed ecco la soluzione: una partita a basket, che si doveva giocare nel vicino tendone, viene "sfrattata" e la struttura viene affidata a noi: può ospitare duecentocinquanta persone, se non ci basta neanche quello…
Non ci ferma più nessuno. Le prenotazioni si riaprono, Marco Aimone comincia a preoccuparsi un po' e cerca rinforzi (alla fine a Marco si aggiungeranno Beppe Brondino con Madame Zorà ed Ago); ci prepariamo un po' timorosi, mentre Marta e Andrea consumano le serate a fare preparativi, cercando di non pensare all'elenco delle calamità naturali che potrebbero affliggere la serata.
Nel frattempo abbiamo scelto il menu e scritto un volantino di benvenuto; con l'aiuto dei gruppi di Cuneo, Alessandria e Novara riusciremo a scrivere anche una presentazione delle cose che bollono in pentola per i prossimi mesi in tutta la regione.
Alla fine i prenotati sono 234. Verranno davvero così tante persone? E se saranno troppo pochi per pagare tutto? Potremo ancora tornare a usare la sala piccola? Avremo dimenticato qualcosa di importante? Se dovessero cambiare idea in massa ci troveremmo con quintali di vettovaglie… dove troveremo un frigo abbastanza grande?
Venerdì 2 febbraio, ore 19: manca solo un'ora. I maghi sono lì dal pomeriggio per provare e studiare il terreno; le cuoche del ristorante stanno cucinando dal mattino. Il tendone ospita una decina di grandi tavoloni apparecchiati: l'aspetto generale, sotto il tendone verde, ricorda un po' le adunate del socialismo reale, ma l'ambiente è allegro e alle sette e mezza, quando arrivano i più puntuali, l'atmosfera cambia e si fa subito distesa e giocosa. Mentre qualcuno si preoccupa già di occupare il posto migliore per lo spettacolo finale, gli ospiti trovano ad accoglierli un tavolino di registrazione (una volta tanto ben organizzato), un aperitivo e, guarda caso, un banchetto di vendita libri... Nell'arco di mezz'ora il tendone si riempie: circa 230 persone, ci sono proprio tutti! Amici e colleghi, familiari, semplici conoscenti, supporter storici del gruppo e persone praticamente sconosciute, che magari hanno letto la notizia su Internet o sul giornale.
Alle otto e mezza arrivano gli antipasti, e incominciano le sorprese: i tre maghi circolano per i tavoli eseguendo affascinanti giochi per la gioia di grandi e piccini.
Agli antipasti catene di anelli metallici si aprono e si chiudono come per magia.
Al primo piatto palline rosse di tutte le misure scompaiono e riappaiono nelle incredule mani dei molti bambini presenti ed in quelle degli scettici adulti, ridiventati bimbi pure loro.
Al secondo piatto l'interesse per il cibo comincia a calare e l'attenzione è tutta per la bravura dei maghi itineranti tra i tavoli con carte da gioco stregate.
Arrivato il dolce, a farla da padrone sono corde magiche i cui nodi compaiono e scompaiono misteriosamente. Ma il meglio deve ancora venire…
Mariano, con l'aiuto dei presenti, fa scomparire i tavoli e introduce lo spettacolo: la sala diventa un teatro, mentre gli spettatori si dispongono attorno al palco.
Presenta Marco Aimone; Beppe Brondino impersona un investigatore scettico del fantomatico Comitato CHÈCIAP che si rifiuta di ammettere l'autenticità degli incredibili poteri della medium madame Zorà, mentre il trasformista Ago diventa showman americano, violinista bulgaro e guerriero giapponese. I bambini, ovviamente in prima fila, non credono ai loro occhi, ma anche gli adulti sono sbalorditi. Marco e gli altri fotografi "ufficiali" della serata hanno un gran da fare, e quelli improvvisati pure.
Il tempo passa veloce e soltanto verso mezzanotte lo spettacolo si conclude, con Marco Aimone che si toglie una scarpa e ne estrae un limone, che evidentemente lo infastidiva. E poi il colpo di scena finale: una banconota precedentemente firmata da uno spettatore è andata a finire proprio dentro il limone…
Il tendone si svuota un po' alla volta, e mentre tutti si salutano e si danno appuntamento alla prossima volta miracolosamente Giancarlo e Michelangelo riescono a ricordarsi di ritirare i libri (che Roberto ha presidiato per buona parte della cena) e il resto del materiale sparso nella sala.
Non osavamo sperare che andasse così bene; non ringrazieremo mai abbastanza gli amici del Circolo della Magia e tutti quelli che ci hanno aiutati. Noi ci siamo divertiti un sacco, e i nostri ospiti anche: tanti ci dicono che non si aspettavano che i prestigiatori fossero così bravi (uhm... per chi ci avevano presi?) e ci raccomandano di invitarli di nuovo la prossima volta. Che non si dica più che quelli del CICAP sono musoni e incapaci di divertirsi!
- Quelli che…
"Il CICAP Torino"
L'idea iniziale era semplicemente quella di mettere da parte qualche soldo: sapete com'è, diecimila progetti in mente e una sede tutta nuova da arredare… Ma cosa offrire ai nostri ospiti? Gadget misteriosi? La presentazione di un'indagine? Un piccolo spettacolo?
La svolta arriva quando il nostro amico Marco Aimone, che oltre ad essere il presidente del Circolo Amici della Magia di Torino è anche uno dei più bravi prestigiatori italiani, ci manifesta la sua disponibilità per uno spettacolo di magia: non ce lo facciamo ripetere due volte! Fissiamo con lui la data, venerdì 2 febbraio, e in pochi giorni il ristorante che fa al caso nostro è trovato. Ha un nome un po' strano, CH4 (la formula chimica del metano), perché si trova in una zona occupata molti anni fa da un gasometro, alla periferia sud di Torino, ed è adatto ai nostri scopi per diversi motivi. Intanto conoscono già il CICAP (ci avevano ospitati durante il convegno internazionale sulle leggende metropolitane del 2004) e nonostante questo sono disposti a ospitarci di nuovo. Poi conoscono bene anche il Circolo Amici della Magia, hanno prezzi difficili da trovare da quando c'è l'euro, sono gentili e disponibili e cucinano bene, magari non da Slow Food ma nemmeno da mensa dei poveri come ci è capitato una volta (organizzare cene di raccolta fondi può causare brutte sorprese). C'è posto per una settantina di persone, dovrebbe bastare.
A più mani scriviamo l'invito (ma quale numero di telefono mettere? nessuno vuole rischiare di fare la fine di Andrea, che qualche anno fa trovò il proprio numero di cellulare spiattellato sulla Stampa e fu importunato dai pazzi per una settimana) e prontamente Mariano prepara il volantino. Di solito ci riduciamo all'ultimo momento, ma questa volta incredibilmente riusciamo a iniziare la pubblicità con più di un mese di anticipo, attraverso Internet, ma soprattutto attraverso la rete di contatti e conoscenze intrecciate in questi anni.
Apriamo subito le prenotazioni e... incredibile! Dopo una settimana abbiamo già cinquanta adesioni. La sala da settanta posti non basterà, telefoniamo al ristorante e prenotiamo un'altra saletta da trenta posti. Ma abbiamo solo rimandato il problema: dopo un'altra settimana le prenotazioni sono raddoppiate. Non ci sarà un'influenza astrale? Il CICAP è nato il 12 giugno 1989; Stefano consulta gli astri, e conclude che il 2007 ci sarà molto favorevole, incontreremo nuove persone e faremo un viaggio, ma tanto dice sempre così. Con Andrea si susseguono telefonate concitate, dove andiamo se siamo già più di cento persone? Gli amici del ristorante ci vengono incontro ed ecco la soluzione: una partita a basket, che si doveva giocare nel vicino tendone, viene "sfrattata" e la struttura viene affidata a noi: può ospitare duecentocinquanta persone, se non ci basta neanche quello…
Non ci ferma più nessuno. Le prenotazioni si riaprono, Marco Aimone comincia a preoccuparsi un po' e cerca rinforzi (alla fine a Marco si aggiungeranno Beppe Brondino con Madame Zorà ed Ago); ci prepariamo un po' timorosi, mentre Marta e Andrea consumano le serate a fare preparativi, cercando di non pensare all'elenco delle calamità naturali che potrebbero affliggere la serata.
Nel frattempo abbiamo scelto il menu e scritto un volantino di benvenuto; con l'aiuto dei gruppi di Cuneo, Alessandria e Novara riusciremo a scrivere anche una presentazione delle cose che bollono in pentola per i prossimi mesi in tutta la regione.
Alla fine i prenotati sono 234. Verranno davvero così tante persone? E se saranno troppo pochi per pagare tutto? Potremo ancora tornare a usare la sala piccola? Avremo dimenticato qualcosa di importante? Se dovessero cambiare idea in massa ci troveremmo con quintali di vettovaglie… dove troveremo un frigo abbastanza grande?
Venerdì 2 febbraio, ore 19: manca solo un'ora. I maghi sono lì dal pomeriggio per provare e studiare il terreno; le cuoche del ristorante stanno cucinando dal mattino. Il tendone ospita una decina di grandi tavoloni apparecchiati: l'aspetto generale, sotto il tendone verde, ricorda un po' le adunate del socialismo reale, ma l'ambiente è allegro e alle sette e mezza, quando arrivano i più puntuali, l'atmosfera cambia e si fa subito distesa e giocosa. Mentre qualcuno si preoccupa già di occupare il posto migliore per lo spettacolo finale, gli ospiti trovano ad accoglierli un tavolino di registrazione (una volta tanto ben organizzato), un aperitivo e, guarda caso, un banchetto di vendita libri... Nell'arco di mezz'ora il tendone si riempie: circa 230 persone, ci sono proprio tutti! Amici e colleghi, familiari, semplici conoscenti, supporter storici del gruppo e persone praticamente sconosciute, che magari hanno letto la notizia su Internet o sul giornale.
Alle otto e mezza arrivano gli antipasti, e incominciano le sorprese: i tre maghi circolano per i tavoli eseguendo affascinanti giochi per la gioia di grandi e piccini.
Agli antipasti catene di anelli metallici si aprono e si chiudono come per magia.
Al primo piatto palline rosse di tutte le misure scompaiono e riappaiono nelle incredule mani dei molti bambini presenti ed in quelle degli scettici adulti, ridiventati bimbi pure loro.
Al secondo piatto l'interesse per il cibo comincia a calare e l'attenzione è tutta per la bravura dei maghi itineranti tra i tavoli con carte da gioco stregate.
Arrivato il dolce, a farla da padrone sono corde magiche i cui nodi compaiono e scompaiono misteriosamente. Ma il meglio deve ancora venire…
Mariano, con l'aiuto dei presenti, fa scomparire i tavoli e introduce lo spettacolo: la sala diventa un teatro, mentre gli spettatori si dispongono attorno al palco.
Presenta Marco Aimone; Beppe Brondino impersona un investigatore scettico del fantomatico Comitato CHÈCIAP che si rifiuta di ammettere l'autenticità degli incredibili poteri della medium madame Zorà, mentre il trasformista Ago diventa showman americano, violinista bulgaro e guerriero giapponese. I bambini, ovviamente in prima fila, non credono ai loro occhi, ma anche gli adulti sono sbalorditi. Marco e gli altri fotografi "ufficiali" della serata hanno un gran da fare, e quelli improvvisati pure.
Il tempo passa veloce e soltanto verso mezzanotte lo spettacolo si conclude, con Marco Aimone che si toglie una scarpa e ne estrae un limone, che evidentemente lo infastidiva. E poi il colpo di scena finale: una banconota precedentemente firmata da uno spettatore è andata a finire proprio dentro il limone…
Il tendone si svuota un po' alla volta, e mentre tutti si salutano e si danno appuntamento alla prossima volta miracolosamente Giancarlo e Michelangelo riescono a ricordarsi di ritirare i libri (che Roberto ha presidiato per buona parte della cena) e il resto del materiale sparso nella sala.
Non osavamo sperare che andasse così bene; non ringrazieremo mai abbastanza gli amici del Circolo della Magia e tutti quelli che ci hanno aiutati. Noi ci siamo divertiti un sacco, e i nostri ospiti anche: tanti ci dicono che non si aspettavano che i prestigiatori fossero così bravi (uhm... per chi ci avevano presi?) e ci raccomandano di invitarli di nuovo la prossima volta. Che non si dica più che quelli del CICAP sono musoni e incapaci di divertirsi!
- Quelli che…
"Il CICAP Torino"