Spesso il Cicap viene accusato di avere una posizione 'scientista', chiusa, 'neopositivista', ecc. Tuttavia a me sembra che il Cicap sia più vicino alle posizioni epistemologiche di Karl Popper, al suo scetticismo dinamico contrapposto allo scetticismo 'nichilista' che nega ogni possibilità di conoscenza (vedi per es. Popper, La scienza, la filosofia e il senso comune, Armando Editore). E' vero o mi sbaglio? Intendo dire: il Cicap più o meno direttamente, più o meno criticamente, si rifà a queste posizioni, più o meno rielaborate, circa la teoria della conoscenza?
Giacomo Dorigo
Risponde Silvano Fuso:
Gent.mo Giacomo Dorigo,
Massimo Polidoro mi ha girato la Sua mail e volentieri Le rispondo. Quello che Lei sostiene ci trova sostanzialmente d'accordo. Molti avversari del CICAP ci accusano (e insieme a noi accusano la comunità scientifica) di avere una visione positivista e scientista. In realtà penso che nessuno scienziato oramai si rifaccia a queste concezioni ottocentesche assolutamente obsolete e superate che volevano assolutizzare la scienza (da osservare che anche nell'Ottocento i positivisti erano soprattutto filosofi e non scienziati). Una concezione moderna della scienza riconosce inevitabilmente tutti i suoi limiti e soprattutto l'inevitabile provvisorietà delle sue affermazioni. In questo senso indubbiamente Popper ha fornito importanti contributi chiarificatori.
Superando essenzialmente il concetto di verificazionismo tipico del neopositivismo (un'affermazione è scientifica se è verificabile), come è noto Popper ha introdotto il falsificazionismo come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza (un'affermazione è scientifica se è falsificabile). Nel libro cui Lei fa riferimento inoltre Popper rivaluta, sia pure con le dovute cautele, il senso comune. "Il senso comune - egli scrive - è in tutte le situazioni problematiche il consigliere più valido e più affidabile. Esso però non è sempre affidabile; e qualora si affrontino problemi di teoria della conoscenza è allora della massima importanza fronteggiarlo in modo seriamente critico". Il pensiero scientifico ha inevitabili debiti verso il pensiero scettico. Ricordiamo per inciso che scetticismo deriva da "sképsis" che in greco significa sia ricerca che dubbio.
Lo scetticismo si manifesta, anche storicamente, in diverse correnti. In Pirrone (365-275 a. C.), ad esempio, esso giunge alle sue conseguenze più radicali di negare l'esistenza di un significato assoluto della realtà. Le cose per Pirrone sono tutte egualmente incerte e indiscernibili. Di fronte a tale constatazione, secondo Pirrone, il saggio deve raggiungere sul piano teorico l'aphasia, cioè la sospensione di ogni discorso positivo (e sul piano pratico l'ataraxia, ovvero l'imperturbabilità). Lo scetticismo estremo può anche condurre al solipsismo, concezione secondo la quale si può negare l'esistenza della realtà esterna al soggetto pensante. Posizione legittima dal punto di vista puramente logico, ma piuttosto sterile dal punto di vista epistemologico. Il pensiero scientifico, pur avendo molti debiti nei confronti dello scetticismo, rifiuta le sue conclusioni più estreme e accoglie invece quello che in esso vi è di più produttivo sul piano metodologico.
Coerentemente con il significato etimologico della parola "sképsi", la scienza rifiuta infatti ogni concetto assoluto di verità proponendosi sostanzialmente come un metodo di approccio alla realtà in cui ricerca e dubbio sono costantemente adottati. Lo scetticismo si manifesta nel pensiero scientifico soprattutto in questa sua caratteristica: ogni affermazione per avere diritto di cittadinanza in campo scientifico deve essere adeguatamente supportata o da evidenze di tipo sperimentale o di carattere logico-matematico. A sua volta tale necessità deriva dal fatto che in campo scientifico è necessario raggiungere l'accordo intersoggettivo.
Le uniche due strade che l'umanità ha saputo individuare per raggiungere l'intersoggettività sono appunto l'osservazione sperimentale dei fenomeni e il ragionamento logico-matematico. Senza un accordo intersoggettivo si rimane inevitabilmente nel campo dell'opinione individuale Relativamente al paranormale, il CICAP adotta proprio questa posizione: non si accontenta delle opinioni individuali ma, prima di accettare qualsiasi affermazione, pretende prove che chiunque possa condividere.
Cordiali saluti,
Silvano Fuso