Introduzione
( al libro Rol: Realtà O Leggenda? )
Nel 1926 il celebre pittore René Magritte realizza un dipinto che scandalizza l'opinione pubblica. Al centro della tela è rappresentata una pipa, ma sotto il disegno compare la scritta in francese "Ceci n'est pas une pipe", "Questa non è una pipa". La prima impressione che coglie l'osservatore è quella di trovarsi di fronte ad un'opera provocatoria, autocontradditoria, che rappresenta una pipa e contemporaneamente afferma di non rappresentarla. Ma è un'interpretazione ingenua.
Ad una analisi più attenta, il messaggio appare di una sincerità e banalità sorprendenti: "quella" non è davvero una pipa, ma soltanto la rappresentazione pittorica di una pipa, una sua "imitazione", realizzata non con legno autentico ma con vernice colorata. Non è difficile accorgersene: è impossibile caricarla di tabacco, accenderla e fumarla, come si potrebbe fare con una vera pipa. E lo stesso Magritte affermò: "Se avessi scritto «Questa è una pipa», avrei mentito!".
Questo sito vuol essere la trasposizione letteraria di quella realizzazione artistica. Il tema centrale è il personaggio di Gustavo Adolfo Rol. La prima impressione che potrà cogliere molti, leggendo queste pagine, sarà quella di trovarsi di fronte ad un lavoro provocatorio, forse addirittura irriverente. Il sospetto che viene presentato in queste pagine è questo: "Rol non era un sensitivo".
"Com'è possibile affermare una cosa del genere? - mi sento già dire - Noi l'abbiamo visto, l'abbiamo conosciuto, e possiamo testimoniare che era davvero in grado di fare cose straordinarie!".
Sì, la pipa sembra davvero una pipa. Ma a uno sguardo più attento, la certezza di tale identificazione può scricchiolare.
Rol era un pittore geniale, un poeta ispirato, e come tutti gli artisti sapeva bene che l'arte è "imitazione", e mostra non quello che è ma quello che potrebbe - forse "dovrebbe" - essere.
Le testimonianze che innumerevoli persone offrono a proposito degli incontri con lui sono entusiaste, e sarebbe assurdo negare l'enorme abilità che Gustavo Rol aveva di far vivere ai suoi ospiti vere e proprie esperienze parapsicologiche: tutta la gamma degli esperimenti e dei fenomeni che riusciva a manifestare rientra senza nessuna difficoltà nella casistica metapsichica e parapsicologica; dalla "pittura medianica" alla traslazione a distanza di oggetti (psicocinesi), dalla "scrittura diretta" alla "incorporazione", dagli "apporti" al "viaggio in astrale", dalla veggenza selettiva alla visione di "spiriti intelligenti" presenti nell'ambiente, fino all'endoscopia. Come scriveva Renzo Allegri, "le sue esibizioni sembravano violare in modo sconcertante le leggi fisiche". Bisogna dirlo, la pipa che mostrava era davvero perfetta: apparentemente reale fino al più piccolo dettaglio. E lui aveva scritto, sotto la sua rappresentazione, "Ceci est une pipe", "Questa è una pipa". Quanti osavano metterlo in dubbio?
Uno dei biografi di Gustavo Rol, Giorgio Di Simone, parla degli scettici come di quegli "infelici [...] che non nutrono nemmeno una briciola di dubbio, [...] più infelici degli altri, perché anche una minima parvenza di dubbio rappresenta almeno un primo passo sulla via della vera comprensione e della vera Conoscenza".
Cogliamo immediatamente l'invito di Di Simone e poniamoci quel dubbio che sembra aver colto ben pochi fino ad oggi: quella di Rol era davvero una pipa?
Chi potrebbe aver paura della risposta? Non gli scienziati, da sempre alla ricerca di fenomeni che li conducano alla scoperta di orizzonti ancora inesplorati. Non i parapsicologi, che - come scrive Piero Cassoli - di Rol avrebbero avuto "bisogno per giustificare anni, decadi, secoli di ricerca". Forse una risposta negativa potrebbe irritare o addirittura offendere chi l'ha conosciuto, amato e stimato.
E' a costoro che mi rivolgo, assicurando che l'intento di queste pagine non è quello di denigrare Gustavo Rol, né ancora di metterne in dubbio le doti artistiche e filosofiche. Le molte persone che ho incontrato durante quest'indagine, tra i quali compaiono amici, colleghi antiquari e testimoni dei suoi esperimenti, hanno pareri contrastanti su di lui, ma unanime è il loro giudizio sul suo grande savoir faire, la sua simpatia e i suoi modi signorili. Sarebbe, dunque, profondamente scorretto offrirne un ritratto irrispettoso, lontano dal personaggio che, a Torino, tanti ancora ricordano come un autentico "signore" quando non un vero e proprio amico e confidente. Renzo Allegri scriveva che l'opinione pubblica era suddivisa tra gli ammiratori e i nemici, "che lo insultavano e lo accusavano di essere soltanto un abile mistificatore". In queste pagine, Gustavo Rol non verrà né insultato né accusato di essere soltanto un abile mistificatore.
Può apparire paradossale, ma come prestigiatore - e non sono il solo: i prestigiatori torinesi sono concordi in questo - ho ammirato in Rol, e ammiro ancora oggi leggendo i resoconti delle sue imprese, prima che le sue doti pittoriche, poetiche e filosofiche, le sue doti come artista in grado di produrre veri e propri "miracoli". Le esperienze parapsicologiche vissute dai suoi "spettatori" erano talmente verosimili da indurre tutti a concludere che, dietro ogni esperimento, erano in corso genuini processi paranormali. Una conclusione, però, molto ingenua: sarebbe come affermare che la pipa di Magritte è una vera pipa perché "sembra" una vera pipa. Le apparenze, come è noto, spesso ingannano. Come si potrebbe "verificare" se la pipa dipinta è una vera pipa? Basterebbe provare ad accenderla e fumarla… Improvvisamente la verità farebbe irruzione nella realtà , e ci accorgeremmo di esser stati vittime - forse anche piacevolmente! - di un'illusione. La suspension of disbelief, la "sospensione dell'incredulità " è assolutamente necessaria al cinema, di fronte ad una rappresentazione teatrale e nella lettura di un romanzo, ed è grazie a lei che è possibile godere di un'opera. Ma esiste anche un piacere diverso, che si svolge su un metalivello e che nasce dalla decostruzione dell'opera artistica e dal riconoscimento degli elementi che sanno indurre piacere nel lettore di primo livello; operazione, questa, che non ha nulla di irriverente, che non scalfisce per nulla la realizzazione artistica e che, al contrario, ne mette in luce la genialità più profonda. Come si sarebbe potuto verificare se i processi dietro le manifestazioni di Rol fossero davvero paranormali? Sarebbe stato sufficiente che lui le mostrasse ad una équipe di "tecnici" in grado di distinguere tra processi normali e processi paranormali. Ma Gustavo rifiutò fino alla morte questo confronto: preferiva esporre il suo quadro soltanto davanti agli amici più fidati, chiedendo loro un parere sulla splendida pipa sotto la quale c'era sempre scritto: "Ceci est une pipe".
Nessuno poté mai verificare se quella pipa si poteva caricare di tabacco, se si accendeva, se si poteva fumare.
Queste pagine sostengono la tesi per cui la rappresentazione che Rol dava dei fenomeni paranormali fosse una perfetta imitazione artistica di quella realtà che, come tutti gli artisti sanno e ammettono, non è ma potrebbe essere; cosa che, per tutta la vita, non ammise mai.
Una rappresentazione impeccabile, non c'è dubbio; ma pur sempre un'imitazione.
La domanda che mi sono posto di fronte ad ogni episodio narrato è sempre stata la stessa: esistono processi naturali che possano indurre in un testimone un ricordo del genere?
Ho approfondito questo punto di vista perché, come prestigiatore mentalista, pur non avendo raggiunto i livelli di professionismo cui era pervenuto Rol, da diversi anni studio i metodi e le sottigliezze psicologiche per riprodurre, con una cura a volte maniacale, le più comuni esperienze parapsicologiche, utilizzando alla base di tali fenomeni dei processi del tutto "normali", volgarmente detti "trucchi". Si tratta di un'imitazione che ha un valore puramente artistico e ricreativo, e in tale ambito desidero che rimanga: sarebbe scorretto da parte mia chiedere ai miei spettatori di credere che dietro a tali fenomeni ci fossero reali facoltà paranormali. Nonostante la mia sincera ammissione, in seguito ad alcuni "esperimenti" da me presentati, più volte mi sono state attribuite capacità extrasensoriali. Quando anche ammettevo pubblicamente di essere un semplice prestigiatore e di utilizzare esclusivamente dei trucchi per ottenere fenomeni straordinari, più volte sono stato avvicinato da spettatori che, increduli, continuavano a domandarmi: "A me puoi dire la verità … non tutti erano trucchi, vero?"
La volontà e la propensione a credere sono a volte più forti di qualsiasi verità . Non è questa la sede per discutere sull'opportunità o meno di abbandonare le illusioni o di coltivarle: è un discorso che è già stato affrontato in sedi diverse e che esce dagli intenti di queste pagine.
In particolare, mi ha sempre stupito il tipo di ricordi che restano impressi in chi mi vede all'opera, e le testimonianze che vengono offerte a proposito delle mie imprese: si tratta quasi sempre di ricordi del tutto distorti, e mi è capitato addirittura di rimanere "vittima" di alcune testimonianze nelle situazioni in cui mi si chiedeva di riproporre qualche fenomeno di cui qualcuno aveva sentito parlare in termini assolutamente entusiasti da spettatori che vi avevano assistito: inutile dire che, nel modo in cui veniva descritto, io non avrei mai potuto ripetere il fenomeno, perché - così come se lo ricordavano - era assolutamente impossibile da realizzare! Eppure il passaparola trasformava lentamente ma inesorabilmente un semplice gioco di prestigio in un piccolo prodigio, fino a diventare un vero e proprio irriproducibile fenomeno paranormale. Come si vedrà , esiste tutta una serie di tecniche mirate specificamente a indurre nello spettatore un falso ricordo di quanto è avvenuto, dunque la distorsione "mnestica" non è soltanto un inevitabile meccanismo naturale, insito nella mente umana, ma anche un errore che l'illusionismo può contribuire ad aggravare per nobilissime finalità artistiche e ricreative. Forse anche Rol era rimasto vittima di un tale meccanismo, e per questo non avrebbe mai potuto ripetere in laboratorio quelle dimostrazioni che, invece, di fronte agli amici funzionavano eccome!
Personalmente, provo nei confronti di Gustavo Rol sentimenti discordanti. Da un lato ne depreco l'atteggiamento di superiorità nei confronti della scienza e della parapsicologia, alle quali - che fosse o meno dotato di "facoltà straordinarie", e che lo ammettesse o no - appartenevano i fenomeni che presentava. Grazie ad alcuni suoi sostenitori lo scontro tra il mondo scientifico e Rol si è ancor più inasprito, e trovo per nulla condivisibile e addirittura pericoloso l'invito ad abbandonare la scienza per concentrarsi su forme di conoscenza "più elevate". Ritengo ancora molto antipatico il tono di sfida e le minacce di ritorsioni divine nei confronti di chi non accettava l'origine paranormale di quanto avveniva in lui e per mezzo di lui , e così la sua presunzione di aver ricevuto addirittura le prove dell'esistenza di Dio e dell'immortalità .
Da un altro punto di vista, non posso non ammettere di provare una grande simpatia per l'uomo.
Faccio mia una frase che l'amico prestigiatore torinese Alexander amava ripetere a proposito di Uri Geller, che più volte aveva - con suo sommo dispiacere! - visto "barare" durante le sue esibizioni pseudoparanormali:
- Ti dirò che ho simpatia per l'individuo. E', intendiamoci, lo stesso tipo di simpatia che puoi provare per Arsenio Lupin che è un ladro, ma ruba bene! [...] A mio avviso, sia chiaro, non è un farabutto. E' uno che "ci marcia", che forse ha avuto poteri paranormali e che senz'altro si aiuta con la sua abilità di prestigiatore. Ecco, come uomo di spettacolo a me è simpatico.
L'attuale panorama editoriale è totalmente sbilanciato verso i "favorevoli", tra i quali - però - non compare nemmeno un prestigiatore. Le pubblicazioni che contengono qualche accenno critico alla sua figura si contano sulle dita di una mano.
Mancava una fonte di informazione che affrontasse, uno per uno, i moltissimi elementi che compongono lo scenario che Rol aveva creato intorno a sé con un'abilità innegabile, e che mirasse a scomporre i vari episodi raccontati fornendo di ognuno interpretazioni più semplici e scientificamente "economiche".
Ho scelto un approccio il più possibile olistico, che tenesse in considerazione la vita, la dottrina, l'ambiente nel quale si muoveva e i molti esperimenti che fecero di Rol un'icona dell'immaginario magico torinese. La lettura dei molti libri "a favore" della paranormalità di Rol è un esercizio molto interessante. Lo è certamente per un prestigiatore, che riconosce in moltissimi elementi dello scenario materiali, movimenti e tecniche tipiche dell'arte magica, che sfuggono certamente ad un lettore occasionale; lo è per chi, dilettante come me, voglia affinare la sua arte e rendersi conto dei livelli che si possono raggiungere con relativamente poche tecniche messe a punto con una cura straordinaria; lo è, ancora, per chi abbia voglia di affrontare un percorso alla ricerca della verità costantemente minato da testimonianze discordanti o concernenti fatti del tutto inverosimili: disegnare uno scenario coerente è quasi impossibile, a tratti scoraggiante, e si vedrà che non sempre le bugie hanno le gambe corte!
Affrontare oggi la figura, ormai mitica, di Gustavo Rol è un'impresa che richiede grande attenzione e cura dei dettagli, non essendo argomento che si possa liquidare con pochi argomenti lapidari. Da un lato è doveroso mettere in luce i larghi spiragli di sospetto che si aprono analizzando i fatti che lo riguardano con l'occhio del prestigiatore e con una accurata metanalisi dei testi dedicati a lui dedicati; metanalisi che, prima tra gli studi su Rol, si presenta con una bibliografia dettagliata, corredata da precisi riferimenti alle singole pagine di biografie, articoli e pubblicazioni. Dall'altro lato è giusto evitare accuse dirette nei confronti di Gustavo Rol, dal momento che - non essendo più in vita - non può controbattere agli argomenti presentati, ma soprattutto trovandoci nell'impossibilità di "provare" con certezza l'origine assolutamente naturale di quanto lui produceva. Chissà , forse Rol era un vero sensitivo che si comportava come un prestigiatore, utilizzava le tecniche, i materiali e gli strumenti psicologici dei prestigiatori e rifuggiva i controlli come avrebbe fatto un prestigiatore! Chi può dirlo? Dare una risposta definitiva è, come spesso succede, compito del lettore, che da oggi ha un punto di vista in più per giudicare il controverso personaggio di Gustavo Adolfo Rol.
Mariano Tomatis Antoniono Torino, 20 giugno 2002