Il curatore del sito web www.gustavorol.it Franco De Biasi detto Rol, parente di Gustavo Adolfo Rol, scrive che l'enigmatico personaggio torinese iniziò a interessarsi fin da bambino all'arte dei giochi di prestigio e, seppur raramente, li usò anche da adulto nei suoi esperimenti.
Nella piccola storia delle testimonianze su Rol è una novità sorprendente: fino ad ora, infatti, il gruppo dei suoi sostenitori aveva sempre respinto con sdegno l'ipotesi che Rol potesse aver usato trucchi da prestigiatore. Ora il disaccordo tra credenti e scettici si riduce a una questione di percentuali...
Secondo De Biasi Rol i casi certi in cui Gustavo Rol avrebbe prodotto i suoi effetti con giochi di prestigio corrisponderebbero a un massimo del 5% della sua fenomenologia complessiva, ma tutte le altre volte il fenomeno sarebbe stato autentico.
Ci sembra una stima troppo modesta. Come è ovvio, il fatto su cui finalmente siamo tutti d'accordo, che Rol usò qualche volta dei giochi di prestigio, non dimostra che tutti i suoi poteri fossero simulati e, poiché in vita egli rifiutò ogni controllo, non si potrà più sapere con certezza se almeno una volta nella casa di via Silvio Pellico a Torino fosse accaduto qualcosa di paranormale.
Ma il punto è un altro: in assenza di prove a favore della paranormalità, non è necessario postulare che Rol fosse un sensitivo, mentre è legittimo e di gran lunga più ragionevole supporre che fosse un (bravissimo) illusionista, senza per questo offendere la memoria di quello che fu in ogni caso un affascinante e colto gentiluomo dell'alta società torinese.
La nuova ammissione di De Biasi Rol, infatti, aggiunge un altra tessera al mosaico di indizi disponibili per cercare di capire la vera natura di Rol.
Abbiamo un personaggio che fin da bambino si interessò ai giochi di prestigio e che, anche in età avanzata, continuò a proporli all'interno dei suoi esperimenti dichiarati autentici; che in gran parte di tali esperimenti adoperava proprio il mezzo preferito dai prestigiatori: le carte da gioco; che usava regolarmente tecniche (la misdirection, le forzature, e così via) indispensabili per un illusionista ma incongrue per un autentico sensitivo; che rifiutò sempre di farsi esaminare da prestigiatori come Silvan e di sottoporsi a procedure che avrebbero potuto rivelare la presenza di trucchi, anche quando venivano proposte da suoi aperti sostenitori.
Malignità da scettici incalliti? No, testimonianze degli stessi seguaci di Rol, raccolte e esaminate da Mariano Tomatis nella sua penetrante indagine (Rol, Realtà o leggenda, Avverbi 2003).
De Biasi Rol e gli altri sostenitori della paranormalità di Rol giudicano insignificanti tutti questi legami con l'illusionismo e credono fermamente alla loro tesi. È un atteggiamento legittimo e che rispettiamo pienamente; per chi non vuole rimettersi a un atto di fede, tuttavia, tutti questi indizi e l'ultima ammissione di De Biasi Rol contribuiscono a rafforzare un'ipotesi diversa...