Tra le creature misteriose che si dice si aggirino per gli Stati Uniti, l’Uomo Lucertola è una delle più strane: è alto due metri e mezzo, potente, aggressivo e incredibilmente veloce. Non ha mai fatto male a nessuno, ma si dice che mastichi le automobili. Fu visto per la prima volta a tarda notte nella palude di Scape Ore, vicino alla cittadina di Bishopville, nel South Carolina. Il drammatico avvistamento del 28 giugno 1988 da parte di un teenager chiamato Chris Davis è tuttora la testimonianza più completa sulla creatura. Sebbene altri abbiano segnalato la bestia, infatti, nella maggior parte dei casi non sono avvistamenti diretti, ma storie di danni a veicoli attribuiti all’Uomo Lucertola. Nata come curiosità locale, la storia esplose quando ne vennero a conoscenza i media nazionali e internazionali e in città nacque una piccola ma fiorente industria di souvenir dell’Uomo Lucertola.
Tuttavia, malgrado la pubblicità che ha circondato la creatura, o forse proprio a causa di essa, le analisi critiche dell’avvistamento originale di Davis sono state relativamente scarse. Chris Davis raccontò che, tornando a casa in auto, nei pressi della palude aveva investito qualcosa di appuntito, bucando uno pneumatico. Aveva appena finito di cambiare la ruota quando improvvisamente sentì un rumore, guardò verso un campo di fagioli illuminato dalla Luna e vide un essere alto più di due metri. Secondo quanto riferì all’Associated Press, la creatura «era a circa 25 metri di distanza e ho visto degli occhi rossi che brillavano. Sono corso alla macchina e, mentre la chiudevo, la cosa ha afferrato la maniglia della porta. Aveva tre grandi dita, lunghe unghie nere e pelle verde e ruvida. Era forte e arrabbiato. Guardai nello specchietto e vidi una macchia verdastra che correva. Potevo vederne gli occhi e poi è saltato sul tetto della mia auto. Mi è sembrato di sentire un grugnito e poi attraverso il parabrezza posteriore ho visto le dita aggrappate al tetto. Ho accelerato e sterzato per scrollarmelo di dosso»[1].
Raccontano Dolores Riccio e Joan Bingham nel loro libro More Haunted Houses[2]: «Davis, sconvolto, arrivò a casa e raccontò tutto al padre. Insieme andarono a controllare i danni all’auto. La prima cosa che scoprirono fu che lo specchietto laterale era stato terribilmente deformato. Quando il padre di Davis guardò il tetto dell’auto, trovò graffi profondi che penetravano nella vernice e addirittura ammaccavano il metallo». La storia è stata avallata dallo sceriffo Liston Truesdale e parte del motivo per cui l'ha ritenuta credibile è che non è mai cambiata: «Mi ha colpito che abbia raccontato sempre la stessa storia, pur avendola ripetuta molte volte», ha detto. Si disse anche che Davis avesse superato a pieni voti il test del poligrafo.
Tutto contribuisce a rendere sensazionale la storia, ma diverse affermazioni cruciali si indeboliscono a un esame scettico. Per esempio, contrariamente a quanto sostiene lo sceriffo, la storia di Davis è cambiata varie volte: «Per esempio, mentre all’inizio aveva detto che la creatura aveva le squame, in seguito disse che era coperta di fango». Davis inoltre diede versioni diverse sulla distanza a cui si trovava la creatura e su altri dettagli. In un’intervista a un giornale locale un mese dopo l’incontro, per esempio, disse: «Avevo appena messo la gomma nel bagagliaio quando ho visto questa cosa arrivare da quegli alberi (a circa 50 metri di distanza), sollevando polvere mentre correva». Disse che mentre si allontanava la creatura aveva afferrato la portiera dell'auto e di esserne stato raggiunto quando aveva toccato i 60 km/h: «Ho guardato nello specchietto retrovisore e ho visto qualcosa, e ho sentito uno schianto sul tetto»[3] .
Questa versione è sconcertante sia per i dettagli che include sia per quelli che omette. Davis dice di aver visto l’Uomo Lucertola che «sollevava polvere». Questo è un dettaglio curioso perché Davis dice di aver visto la polvere sollevata nella quasi oscurità della notte e da decine di metri di distanza. Anche l’affermazione di aver visto «una macchia verdastra» venire verso di sé non può essere vera. I fanali posteriori delle auto sono rossi e quindi tutto ciò che stava dietro l’auto sarebbe stato immerso in una tonalità rossa che falsa i colori. E ancora: come ha fatto a vedere l’Uomo Lucertola alle due di notte? La Luna era quasi piena; una persona normale potrebbe riuscire a vedere qualche dettaglio a distanza ravvicinata, ma la descrizione particolareggiata di Davis è a stento credibile. O la sua vista è sovrumana o la sua immaginazione ha riempito molti dei dettagli di ciò che ha visto. Il nostro cervello spesso "riempie" i particolari con ciò che ci aspettiamo di vedere e condiziona inconsciamente i nostri resoconti.
Come ha fatto Davis a sfuggire alla creatura? La dinamica del suo racconto non quadra: dice di aver visto l’Uomo Lucertola a circa 25 metri di distanza (o 30, o 50, a seconda della fonte) e di esserne stato raggiunto mentre cercava di scappare in auto a 60 km/h. Ma una creatura in grado di muoversi così velocemente avrebbe impiegato meno di cinque secondi per arrivare all’auto di Davis dal punto in cui era stata avvistata. Nel tempo necessario al giovane per accorgersi dell’Uomo Lucertola, capire che stava correndo verso di lui, chiudere il bagagliaio, aprire la portiera, prendere le chiavi, mettere in moto l’auto e sfrecciare via, la creatura sarebbe dovuta riuscire ad afferrarlo.
Questo è uno dei numerosi aspetti del suo incontro che sono, nel migliore dei casi, esagerati, ma purtroppo non potremo avere mai le risposte a questi dubbi; Davis è morto nel 2009, ed è rimasto fedele alla sua storia fino alla fine. Tuttavia, ci sono diverse considerazioni che pesano sulla credibilità del suo avvistamento.
Il superamento della prova della macchina della verità è un elemento importante della storia, che implica una validazione da parte della polizia. Ma è un falso. Davis fu sottoposto a un test poligrafico privato pagato dalla Southern Marketing Inc, «una società costituita da due uomini di Sumter per organizzare apparizioni personali di Davis»[4]: in altre parole, era una trovata pubblicitaria. Inoltre, il poligrafo rileva le reazioni fisiologiche a un inganno intenzionale; se Davis credeva sinceramente (ma erroneamente) di aver visto qualcosa, probabilmente avrebbe superato il test.
Ma Davis aveva una prova apparentemente ineccepibile: i danni all'auto, i «graffi profondi che penetrano nella vernice e ammaccano persino il metallo». Un altro resoconto5 dice che «lo specchietto del lato guida era piegato e contorto» e c’erano graffi sul tetto dell'auto. In effetti, i "misteriosi" danni alle auto sarebbero diventati parte integrante della leggenda dell’Uomo Lucertola e i parafanghi "rosicchiati" sarebbero stati considerati una prova della sua presenza.
Per un episodio della serie tv Weird or What? with William Shatner mi è stato chiesto di indagare sull’Uomo Lucertola, compresi i "segni di morsi" sulle carrozzerie. Ho condotto dei test usando vari metodi di danneggiamento ed è apparso subito chiaro che le persone reinterpretavano danni e fori normali come straordinari. Se fossero stati segni di morsi avremmo dovuto trovare anche le impronte della mandibola, che invece non c'erano affatto. Inoltre, i fori erano più o meno della stessa dimensione, ma i denti non lasciano segni identici, e soprattutto non identici segni rotondi. A meno che la creatura non avesse i denti a forma di rastrello, non può aver lasciato i segni che le sono stati attribuiti. Inoltre, mentre varie versioni sensazionalistiche della storia di Davis affermano che la sua auto fu danneggiata, altri articoli dell’epoca riportano invece che «se l’è cavata con poco più di un graffio sul parafango»[5], e non ci sono fotografie dei danni all'automobile. La vistosa assenza di foto è rivelatrice; se lo specchietto dell’auto fosse stato quasi strappato e fossero stati visibili graffi profondi e misteriosi, Davis e i suoi pubblicitari avrebbero sicuramente fatto circolare con entusiasmo le fotografie per avvalorare la storia.
Le incongruenze e le contraddizioni sono problematiche e l'assenza di danni all’auto non aiuta. Tuttavia, questo non ci aiuta a sapere che cosa abbia visto il ragazzo nella palude di Scape Ore, se effettivamente c’era qualcosa. Le spiegazioni più ovvie sono che sia una bufala, un’identificazione errata o un vero, mostruoso Uomo Lucertola.
È possibile che Davis si sia inventato tutto? Il suo racconto è avvincente, spaventoso e sospettosamente cinematografico. Ha molte delle caratteristiche di una scena di un film di mostri o dell’orrore, a partire da un’auto ferma a tarda notte su un tratto di strada buio e solitario, per finire con una fuga terrificante. Potrebbe certamente trattarsi di una bufala, ma c’è una spiegazione più probabile.
Che cosa vide davvero Chris Davis? Ci sono poche prove reali da cui trarre una conclusione solida, ma una parte del suo racconto che spicca è quella degli occhi rossi, e la gente del posto ha alcune teorie per spiegarla. Una donna, Alicia Lutz, sostiene che quella notte il ragazzo vide un uomo di nome Lucious Elmore, un coltivatore di fagioli che aveva un capannone vicino al punto in cui Davis aveva bucato la gomma. Per far maturare rapidamente il raccolto, Elmore scaricava i fagioli in un capanno che aveva dotato di unità di condizionamento dell’aria per accelerarne l'essiccazione. «A quei tempi, non tutti avevano l’aria condizionata e credo che facesse così caldo da dare alla testa perché la gente continuava a rubare le unità dal capanno di Elmore. Quella mattina aveva appena ritirato tre nuove unità ed era deciso a impedire che gliele rubassero»[6]. Rimase quindi sveglio a sorvegliare i nuovi condizionatori, seduto da solo nel buio.
Elmore raccontò che la notte in cui si forò la gomma di Davis era in appostamento, e sentendo l’auto del ragazzo fermarsi a 100 metri di distanza dal capanno pensò di aver trovato il colpevole. «Era lì in piedi e guardava in basso, quando il ragazzo si era voltato, aveva urlato ed era scappato». I fanali posteriori di Davis si sono riflessi sugli occhiali di Elmore, dando l’illusione di occhi rossi e luminosi. Sebbene non sia una prova definitiva, il racconto sembra plausibile. Come osserva Blackburn[7], «sarebbe certamente una coincidenza che Davis avesse forato vicino al capanno proprio la notte in cui Elmore aveva scacciato un ladro». Chiunque si sarebbe spaventato per un’apparizione così improvvisa e, nel panico, l’immaginazione di Davis potrebbe aver riempito gli altri dettagli. Questa spiegazione è compatibile anche con il fatto che i danni al veicolo di Davis erano minimi o nulli. Poiché Davis ha solo accennato di aver visto "qualcosa" dietro di sé, e in quel momento sbandava bruscamente in un’area paludosa e boscosa, è possibile che abbia colpito dei rami bassi che, nel suo terrore, ha scambiato per qualcosa sul tetto.
A 35 anni dagli eventi è impossibile sapere cosa vide Davis, sempre che abbia visto qualcosa, ma un Uomo Lucertola alto due metri è senz’altro una delle spiegazioni meno probabili. In più di vent’anni ci sono state poche segnalazioni credibili e per la maggior parte si tratta di automobili con danni ambigui. Danni ordinari e irrilevanti, che altrove sarebbero stati attribuiti a vandalismo, a pericoli stradali o a conducenti sbadati, nell’area di Bishopville sono stati considerati misteriosi nel contesto della lucrosa storia dell’Uomo Lucertola.
Perché una creatura grande come un uomo sarebbe stata vista solo una o due volte e poi sparita? Forse la sua scomparsa si spiega se è stata uccisa o è morta per cause naturali, ma questo presuppone che la bestia fosse unica. Come altri criptidi, se è un vero animale in carne e ossa non può essere una singola creatura solitaria; da un punto di vista puramente biologico, l’esistenza di un unico esemplare di Uomo Lucertola non è plausibile.
Una spiegazione alternativa è che l’Uomo Lucertola non sia mai esistito e che il suo mito sia il risultato di errori di identificazione ed equivoci. Se è così, non servono ulteriori spiegazioni per giustificare il fatto che nessuno l’abbia più incontrato. Il racconto di Chris Davis, il più famoso e dettagliato incontro con l’Uomo Lucertola, è letteralmente incredibile, pieno di imprecisioni e impossibilità. Potrebbe essere sincero oppure una truffa, ma in ogni caso non ci sono prove concrete della creatura. Davis non c’è più e sembra scomparso da tempo anche il mostro che ha reso famoso. Tuttavia, se visitate la cittadina di Bishopville, nel South Carolina, potete trovare l’Uomo Lucertola su magliette, cappellini e tazze. Il suono che echeggia tra le case non è quello del metallo masticato né un mostruoso ruggito, ma il trillo dei registratori di cassa.
L’originale di questo articolo è stato pubblicato su Skeptical Inquirer, Vol. 47, n. 3, 2023. Traduzione di Paolo Marco Ripamonti. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati
Tuttavia, malgrado la pubblicità che ha circondato la creatura, o forse proprio a causa di essa, le analisi critiche dell’avvistamento originale di Davis sono state relativamente scarse. Chris Davis raccontò che, tornando a casa in auto, nei pressi della palude aveva investito qualcosa di appuntito, bucando uno pneumatico. Aveva appena finito di cambiare la ruota quando improvvisamente sentì un rumore, guardò verso un campo di fagioli illuminato dalla Luna e vide un essere alto più di due metri. Secondo quanto riferì all’Associated Press, la creatura «era a circa 25 metri di distanza e ho visto degli occhi rossi che brillavano. Sono corso alla macchina e, mentre la chiudevo, la cosa ha afferrato la maniglia della porta. Aveva tre grandi dita, lunghe unghie nere e pelle verde e ruvida. Era forte e arrabbiato. Guardai nello specchietto e vidi una macchia verdastra che correva. Potevo vederne gli occhi e poi è saltato sul tetto della mia auto. Mi è sembrato di sentire un grugnito e poi attraverso il parabrezza posteriore ho visto le dita aggrappate al tetto. Ho accelerato e sterzato per scrollarmelo di dosso»[1].
Raccontano Dolores Riccio e Joan Bingham nel loro libro More Haunted Houses[2]: «Davis, sconvolto, arrivò a casa e raccontò tutto al padre. Insieme andarono a controllare i danni all’auto. La prima cosa che scoprirono fu che lo specchietto laterale era stato terribilmente deformato. Quando il padre di Davis guardò il tetto dell’auto, trovò graffi profondi che penetravano nella vernice e addirittura ammaccavano il metallo». La storia è stata avallata dallo sceriffo Liston Truesdale e parte del motivo per cui l'ha ritenuta credibile è che non è mai cambiata: «Mi ha colpito che abbia raccontato sempre la stessa storia, pur avendola ripetuta molte volte», ha detto. Si disse anche che Davis avesse superato a pieni voti il test del poligrafo.
Tutto contribuisce a rendere sensazionale la storia, ma diverse affermazioni cruciali si indeboliscono a un esame scettico. Per esempio, contrariamente a quanto sostiene lo sceriffo, la storia di Davis è cambiata varie volte: «Per esempio, mentre all’inizio aveva detto che la creatura aveva le squame, in seguito disse che era coperta di fango». Davis inoltre diede versioni diverse sulla distanza a cui si trovava la creatura e su altri dettagli. In un’intervista a un giornale locale un mese dopo l’incontro, per esempio, disse: «Avevo appena messo la gomma nel bagagliaio quando ho visto questa cosa arrivare da quegli alberi (a circa 50 metri di distanza), sollevando polvere mentre correva». Disse che mentre si allontanava la creatura aveva afferrato la portiera dell'auto e di esserne stato raggiunto quando aveva toccato i 60 km/h: «Ho guardato nello specchietto retrovisore e ho visto qualcosa, e ho sentito uno schianto sul tetto»[3] .
Questa versione è sconcertante sia per i dettagli che include sia per quelli che omette. Davis dice di aver visto l’Uomo Lucertola che «sollevava polvere». Questo è un dettaglio curioso perché Davis dice di aver visto la polvere sollevata nella quasi oscurità della notte e da decine di metri di distanza. Anche l’affermazione di aver visto «una macchia verdastra» venire verso di sé non può essere vera. I fanali posteriori delle auto sono rossi e quindi tutto ciò che stava dietro l’auto sarebbe stato immerso in una tonalità rossa che falsa i colori. E ancora: come ha fatto a vedere l’Uomo Lucertola alle due di notte? La Luna era quasi piena; una persona normale potrebbe riuscire a vedere qualche dettaglio a distanza ravvicinata, ma la descrizione particolareggiata di Davis è a stento credibile. O la sua vista è sovrumana o la sua immaginazione ha riempito molti dei dettagli di ciò che ha visto. Il nostro cervello spesso "riempie" i particolari con ciò che ci aspettiamo di vedere e condiziona inconsciamente i nostri resoconti.
Come ha fatto Davis a sfuggire alla creatura? La dinamica del suo racconto non quadra: dice di aver visto l’Uomo Lucertola a circa 25 metri di distanza (o 30, o 50, a seconda della fonte) e di esserne stato raggiunto mentre cercava di scappare in auto a 60 km/h. Ma una creatura in grado di muoversi così velocemente avrebbe impiegato meno di cinque secondi per arrivare all’auto di Davis dal punto in cui era stata avvistata. Nel tempo necessario al giovane per accorgersi dell’Uomo Lucertola, capire che stava correndo verso di lui, chiudere il bagagliaio, aprire la portiera, prendere le chiavi, mettere in moto l’auto e sfrecciare via, la creatura sarebbe dovuta riuscire ad afferrarlo.
Questo è uno dei numerosi aspetti del suo incontro che sono, nel migliore dei casi, esagerati, ma purtroppo non potremo avere mai le risposte a questi dubbi; Davis è morto nel 2009, ed è rimasto fedele alla sua storia fino alla fine. Tuttavia, ci sono diverse considerazioni che pesano sulla credibilità del suo avvistamento.
Il superamento della prova della macchina della verità è un elemento importante della storia, che implica una validazione da parte della polizia. Ma è un falso. Davis fu sottoposto a un test poligrafico privato pagato dalla Southern Marketing Inc, «una società costituita da due uomini di Sumter per organizzare apparizioni personali di Davis»[4]: in altre parole, era una trovata pubblicitaria. Inoltre, il poligrafo rileva le reazioni fisiologiche a un inganno intenzionale; se Davis credeva sinceramente (ma erroneamente) di aver visto qualcosa, probabilmente avrebbe superato il test.
Ma Davis aveva una prova apparentemente ineccepibile: i danni all'auto, i «graffi profondi che penetrano nella vernice e ammaccano persino il metallo». Un altro resoconto5 dice che «lo specchietto del lato guida era piegato e contorto» e c’erano graffi sul tetto dell'auto. In effetti, i "misteriosi" danni alle auto sarebbero diventati parte integrante della leggenda dell’Uomo Lucertola e i parafanghi "rosicchiati" sarebbero stati considerati una prova della sua presenza.
Per un episodio della serie tv Weird or What? with William Shatner mi è stato chiesto di indagare sull’Uomo Lucertola, compresi i "segni di morsi" sulle carrozzerie. Ho condotto dei test usando vari metodi di danneggiamento ed è apparso subito chiaro che le persone reinterpretavano danni e fori normali come straordinari. Se fossero stati segni di morsi avremmo dovuto trovare anche le impronte della mandibola, che invece non c'erano affatto. Inoltre, i fori erano più o meno della stessa dimensione, ma i denti non lasciano segni identici, e soprattutto non identici segni rotondi. A meno che la creatura non avesse i denti a forma di rastrello, non può aver lasciato i segni che le sono stati attribuiti. Inoltre, mentre varie versioni sensazionalistiche della storia di Davis affermano che la sua auto fu danneggiata, altri articoli dell’epoca riportano invece che «se l’è cavata con poco più di un graffio sul parafango»[5], e non ci sono fotografie dei danni all'automobile. La vistosa assenza di foto è rivelatrice; se lo specchietto dell’auto fosse stato quasi strappato e fossero stati visibili graffi profondi e misteriosi, Davis e i suoi pubblicitari avrebbero sicuramente fatto circolare con entusiasmo le fotografie per avvalorare la storia.
Le incongruenze e le contraddizioni sono problematiche e l'assenza di danni all’auto non aiuta. Tuttavia, questo non ci aiuta a sapere che cosa abbia visto il ragazzo nella palude di Scape Ore, se effettivamente c’era qualcosa. Le spiegazioni più ovvie sono che sia una bufala, un’identificazione errata o un vero, mostruoso Uomo Lucertola.
È possibile che Davis si sia inventato tutto? Il suo racconto è avvincente, spaventoso e sospettosamente cinematografico. Ha molte delle caratteristiche di una scena di un film di mostri o dell’orrore, a partire da un’auto ferma a tarda notte su un tratto di strada buio e solitario, per finire con una fuga terrificante. Potrebbe certamente trattarsi di una bufala, ma c’è una spiegazione più probabile.
Che cosa vide davvero Chris Davis? Ci sono poche prove reali da cui trarre una conclusione solida, ma una parte del suo racconto che spicca è quella degli occhi rossi, e la gente del posto ha alcune teorie per spiegarla. Una donna, Alicia Lutz, sostiene che quella notte il ragazzo vide un uomo di nome Lucious Elmore, un coltivatore di fagioli che aveva un capannone vicino al punto in cui Davis aveva bucato la gomma. Per far maturare rapidamente il raccolto, Elmore scaricava i fagioli in un capanno che aveva dotato di unità di condizionamento dell’aria per accelerarne l'essiccazione. «A quei tempi, non tutti avevano l’aria condizionata e credo che facesse così caldo da dare alla testa perché la gente continuava a rubare le unità dal capanno di Elmore. Quella mattina aveva appena ritirato tre nuove unità ed era deciso a impedire che gliele rubassero»[6]. Rimase quindi sveglio a sorvegliare i nuovi condizionatori, seduto da solo nel buio.
Elmore raccontò che la notte in cui si forò la gomma di Davis era in appostamento, e sentendo l’auto del ragazzo fermarsi a 100 metri di distanza dal capanno pensò di aver trovato il colpevole. «Era lì in piedi e guardava in basso, quando il ragazzo si era voltato, aveva urlato ed era scappato». I fanali posteriori di Davis si sono riflessi sugli occhiali di Elmore, dando l’illusione di occhi rossi e luminosi. Sebbene non sia una prova definitiva, il racconto sembra plausibile. Come osserva Blackburn[7], «sarebbe certamente una coincidenza che Davis avesse forato vicino al capanno proprio la notte in cui Elmore aveva scacciato un ladro». Chiunque si sarebbe spaventato per un’apparizione così improvvisa e, nel panico, l’immaginazione di Davis potrebbe aver riempito gli altri dettagli. Questa spiegazione è compatibile anche con il fatto che i danni al veicolo di Davis erano minimi o nulli. Poiché Davis ha solo accennato di aver visto "qualcosa" dietro di sé, e in quel momento sbandava bruscamente in un’area paludosa e boscosa, è possibile che abbia colpito dei rami bassi che, nel suo terrore, ha scambiato per qualcosa sul tetto.
A 35 anni dagli eventi è impossibile sapere cosa vide Davis, sempre che abbia visto qualcosa, ma un Uomo Lucertola alto due metri è senz’altro una delle spiegazioni meno probabili. In più di vent’anni ci sono state poche segnalazioni credibili e per la maggior parte si tratta di automobili con danni ambigui. Danni ordinari e irrilevanti, che altrove sarebbero stati attribuiti a vandalismo, a pericoli stradali o a conducenti sbadati, nell’area di Bishopville sono stati considerati misteriosi nel contesto della lucrosa storia dell’Uomo Lucertola.
Perché una creatura grande come un uomo sarebbe stata vista solo una o due volte e poi sparita? Forse la sua scomparsa si spiega se è stata uccisa o è morta per cause naturali, ma questo presuppone che la bestia fosse unica. Come altri criptidi, se è un vero animale in carne e ossa non può essere una singola creatura solitaria; da un punto di vista puramente biologico, l’esistenza di un unico esemplare di Uomo Lucertola non è plausibile.
Una spiegazione alternativa è che l’Uomo Lucertola non sia mai esistito e che il suo mito sia il risultato di errori di identificazione ed equivoci. Se è così, non servono ulteriori spiegazioni per giustificare il fatto che nessuno l’abbia più incontrato. Il racconto di Chris Davis, il più famoso e dettagliato incontro con l’Uomo Lucertola, è letteralmente incredibile, pieno di imprecisioni e impossibilità. Potrebbe essere sincero oppure una truffa, ma in ogni caso non ci sono prove concrete della creatura. Davis non c’è più e sembra scomparso da tempo anche il mostro che ha reso famoso. Tuttavia, se visitate la cittadina di Bishopville, nel South Carolina, potete trovare l’Uomo Lucertola su magliette, cappellini e tazze. Il suono che echeggia tra le case non è quello del metallo masticato né un mostruoso ruggito, ma il trillo dei registratori di cassa.
L’originale di questo articolo è stato pubblicato su Skeptical Inquirer, Vol. 47, n. 3, 2023. Traduzione di Paolo Marco Ripamonti. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati
Note
1) Manley, R., 2007. Weird Carolinas, Union Square & Co
2) Riccio, D., e Bingham, J., 1991. More Haunted Houses, Pocket Books
3) Georgas, G., 1988. “Bumps in the night?”, in Sumter Item
4) Tuten, 1988. “First Lizard Man spotter passes polygraph”, in The Columbia Slate
5) Georgas, G., 1988. “Bumps in the night?”, in Sumter Item
6) Lutz, A,. 2011. “Off to see the lizard”, College of Charleston Magazine
7) Blackburn, L., 2013. Lizard Man: The True Story of the Bishopville Monster, Anomalist Books
BENJAMIN RADFORD è ricercatore del Committee for Skeptical Inquiry, vicedirettore di Skeptical Inquirer e si interessa da tempo di criptozoologia e mostri. È membro dell'American Folklore Society e cofondatore e conduttore del podcast Squaring the Strange.