“Natura” è una parola che compare di frequente sia nella nostra vita di tutti i giorni sia nel dibattito pubblico - per esempio quando si tratta di biodiversità o di clima, ma anche di salute o di famiglia - anche se, per la verità, la si incontra soprattutto nelle pubblicità e sugli scaffali dei supermercati. Ma sappiamo davvero di cosa parliamo quando parliamo di natura? E intendiamo davvero tutti la stessa cosa? A simboleggiare le sfaccettature e le ambiguità del concetto in copertina appare infatti una falena “sfinge testa di morto”, innocua ma spesso associata a minacciose superstizioni, posata su un bel fiore dai colori sgargianti.
Per approfondire l'argomento, abbiamo chiesto a un chimico, a uno psicologo sociale, a un microbiologo e a un matematico di condividere su Query le loro riflessioni sul concetto di “natura” e le sue possibili declinazioni, ciascuno a partire dalla sua prospettiva professionale. Gli articoli che troverete da pagina 26 a pagina 50 non pretendono di esaurire l'argomento, ma possono aiutarci a cogliere meglio la complessità di un termine che a volte usiamo con troppa disinvoltura. E a ricordare che il modo in cui pensiamo alla natura ci parla prima di tutto di noi stessi.
Quante probabilità ci sono che un bolide celeste colpisca la Terra in tempi brevi e che cosa possiamo fare per difenderci? Lo spiega Emiliano Ricci a pagina 58, indicando a chi rivolgersi per informarsi correttamente su un tema molto caro agli inventori di miti e ai profeti di sventura. Infine, oltre alle consuete rubriche, completano il numero un intervento di Roger A. Sabbadini sul rapporto tra identità di gruppo e verità, e un nuovo contributo, a firma di Francesco Lancia, per chiudere la rivista con un sorriso.
Per approfondire l'argomento, abbiamo chiesto a un chimico, a uno psicologo sociale, a un microbiologo e a un matematico di condividere su Query le loro riflessioni sul concetto di “natura” e le sue possibili declinazioni, ciascuno a partire dalla sua prospettiva professionale. Gli articoli che troverete da pagina 26 a pagina 50 non pretendono di esaurire l'argomento, ma possono aiutarci a cogliere meglio la complessità di un termine che a volte usiamo con troppa disinvoltura. E a ricordare che il modo in cui pensiamo alla natura ci parla prima di tutto di noi stessi.
Quante probabilità ci sono che un bolide celeste colpisca la Terra in tempi brevi e che cosa possiamo fare per difenderci? Lo spiega Emiliano Ricci a pagina 58, indicando a chi rivolgersi per informarsi correttamente su un tema molto caro agli inventori di miti e ai profeti di sventura. Infine, oltre alle consuete rubriche, completano il numero un intervento di Roger A. Sabbadini sul rapporto tra identità di gruppo e verità, e un nuovo contributo, a firma di Francesco Lancia, per chiudere la rivista con un sorriso.