Così sono diventato scettico

Ovvero: ecco come falsi medium e ciarlatani fecero il loro peggiore affare quando un ragazzino di 13 anni entrò in una "chiesa spiritista"...

Ho scoperto il mondo del paranormale intorno ai tredici anni e, da allora, una cosa mi ha sempre colpito più di tutte: l'incredibile capacità di razionalizzazione mostrata da coloro che inseguono questa chimera. Già a quell'età ero in qualche modo immune alle fantasiose scuse che si inventavano immancabilmente ogni volta che un fallimento diventava evidente, o che i risultati non erano proprio quelli che il sedicente sensitivo si aspettava. C'è un episodio in particolare della mia adolescenza che mi convinse che il mio scetticismo verso il paranormale e l'occulto era giustificato.
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Un giovanissimo James Randi in abito da scena.
Ricordo ancora chiaramente quello scricchiolante e profumato tempio dello spiritismo, noto come "L'assemblea del pensiero ispirato", che per primo mi svelò la perfidia degli opportunisti. Si trovava a Toronto, in Canada, dove sono nato e vivevo ancora a quell'epoca. Vi lavorava un medium che sosteneva di poter rispondere "spiriticamente" alle domande che i vivi facevano ai loro cari scomparsi. Ogni volta che sbagliava tirava fuori i "pensieri negativi" degli astanti, oppure gli "spiriti burloni". Le previsioni imprecise erano dovute a "interventi superiori", le guarigioni che non riuscivano erano una prova che "gli spiriti sanno meglio di noi cosa è bene". Tutte queste sciocchezze venivano accettate senza problemi dai fedeli che erano stati accuratamente addestrati a questo scopo nel corso di mesi di partecipazione alle cerimonie dell'assemblea. Una domenica dopo l'altra, la gente mandava giù sciocchezze e si portava a casa profezie e promesse mirabolanti che diventavano trofei da ammirare, finché anche questi non sarebbero crollati una volta che i fatti li avessero smentiti.

Con un gruppetto di amici, che si erano uniti alla mia curiosa ricerca del miracoloso, partecipammo a qualche incontro dell'assemblea e riuscimmo a individuare la maggior parte delle manovre che, ancora oggi, trovo nelle mie indagini nel mondo del paranormale.

In particolare, vidi per la prima volta in azione un trucco che avrei poi rivisto praticato, esattamente identico, tantissime altre volte per un pubblico ogni volta sbalordito.

Prima di farci accomodare ci chiesero di scrivere su una scheda una domanda per gli spiriti, dopodiché fummo invitati a chiuderla in una busta. Poi ci dissero di scrivere i nostri nomi sulla parte esterna della busta e di metterla in un enorme cesto. Tutti i partecipanti seguirono queste istruzioni. Inavvertitamente, piegai un angolo della mia busta ma, siccome non ne avevo un'altra per sostituirla, la misi nel cesto così com'era.

Il medium arrivò, si diresse verso il banco su cui era stato posto il cesto con le buste e cominciò il suo "numero" abituale.

Ci sedemmo curiosi. Il medium prendeva una busta, l'appoggiava alla fronte e concentrandosi rispondeva, grazie agli "spiriti", alla domanda che essa conteneva. Poi, apriva la busta per controllare se tutto era giusto e la metteva da parte. Ripeté la cosa diverse volte, finché non mi accorsi che aveva preso in mano la mia busta, che riconobbi dall'angolo piegato. Rimasi però sbalordito quando il medium si mise a rispondere a una domanda diversa dalla mia e indicò un nome diverso dal mio; poi aprì la busta per controllare e sorrise, come se quello che aveva detto corrispondeva a quanto era scritto sul foglietto.

Capii immediatamente, grazie alla passione per i giochi di prestigio che avevo già al tempo, che si trattava di un classico trucco di magia, noto come "Uno-avanti". Prima che la cerimonia cominci, il medium riesce in qualche modo a conoscere il contenuto di una busta (magari scritta da un suo complice), questa busta viene poi messa in coda alle altre. Quando comincia il "numero", il medium prende una busta a caso, la tiene sulla fronte e recita il contenuto della busta di cui è a conoscenza, fingendo però di leggere quella che tiene in mano. Poi, la apre come per verificare di aver detto giusto e sorride, fingendo che tutto corrisponde. In realtà, il medium legge una domanda del tutto nuova e la memorizza. Quando passa alla seconda busta, ripete il processo: questa volta reciterà il contenuto della busta che ha appena letto e, al termine, aprirà la busta memorizzandone il contenuto. E così via.

Quando il medium prese la busta successiva e fingendo di indovinarne il contenuto recitò la domanda che avevo scritto io, mi sentii ribollire il sangue dalla rabbia e non riuscii a trattenermi: saltai in piedi e mi misi a gridare contro il medium svelando a tutti lo squallido artificio. Ma con mia enorme sorpresa, invece di ringraziarmi gli altri partecipanti alla cerimonia cercarono in tutti i modi di zittirmi e di allontanarmi, finché chiamarono addirittura la polizia. Fui portato alla centrale di polizia per aver disturbato una cerimonia religiosa e multato. Fu il peggiore affare che i ciarlatani del paranormale potessero fare, perché fu in quel momento che decisi che avrei sempre lotatto contro coloro che avessero sfruttato un'arte nobile come l'illusionismo per abbindolare il prossimo.

James Randi Scrittore, illusionista e Presidente della James Randi Educational Foundation www.randi.org

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