"È molto più facile congedare le affermazioni assurde quando sono fresche piuttosto che quando sono andate in giro per qualche tempo e hanno messo radici. Sloggiare le stupidaggini che sono state ripetute parecchie volte è molto più difficile. Ma questo non significa che sia vietato provarci".
(Kevin McClure, Fortean Times, 175, ottobre 2003)
"La notte Hitler si sveglia urlando in un modo spasmodico. Urla chiedendo aiuto. Una volta barcollava in piedi nella stanza e si guardava intorno fuori di sé. "Lui! Lui! È stato qui!" Aveva le labbra bluastre e il sudore gli colava lungo il corpo. All'improvviso pronunciava numeri in modo sconnesso. Poi parole singole e monconi di frasi che suonavano orrende. Le frasi erano composte in maniera singolare, molto strana. Avevano cercato di frizionargli il corpo e gli avevano versato a gocce qualcosa da bere. All'improvviso si era rimesso a urlare: "Lì, lì, nell'angolo! Chi è?" Gli avevano fatto vedere che nell'angolo non c'era nulla di insolito e lui si era calmato, poco a poco..."
Questa citazione dai Colloqui con Hitler di Hermann Rauschning è uno dei plats de résistance più gettonati nel catalogo delle prove che vengono fornite sulla possessione diabolica del Führer e sul Terzo Reich Occulto (altre volte etichettato anche come Esoterico o Magico) a cui avrebbe dato vita.
Ma quando nasce il Nazi-occultismo? Non a Vienna agli inizi del secolo durante gli anni dell'apprendistato di Hitler, come credono molti; e neanche a Berlino dopo il suo avvento al potere nel 1933.
Il fenomeno nasce in Francia all'inizio degli anni '60 grazie ad alcune paginette del best seller di Louis Pauwels e Jacques Bergier Il Mattino dei Maghi dedicate all'edificazione di quel Nazismo immaginario, sulla base di dettagli e asserzioni, che il più autorevole studioso delle radici occulte del Terzo Reich, Nicholas Goodrick-Clarke, non ha esitato ad etichettare come "favolistici", "fantasiosi", fallaci" e - per ben due volte - "spuri".
Da allora, questo rigagnolo fangoso si è andato alimentando con apporti di vario genere, sino a diventare un torrente impetuoso grazie a un frullato di ipotesi e interpretazioni selvagge, fantasticherie e balle clamorose.
Nel catalogo del Nazi-occultismo hanno così finito per ritrovarsi, disordinatamente, gomito a gomito: alchimia, mesmerismo, astrologia, occultismo, esoterismo, neo-paganesimo nordico, riti iniziatici, rune e cerimonie del solstizio d'estate, magia nera, possessione diabolica, ariosofia, antroposofia, teo-zoologia, Terra Cava, Ghiaccio cosmico, Superiori sconosciuti, Shambhala, Agharti... e via elencando. Con l'aggiunta del consueto must di Atlantide, Graal, Templari e Catari.
Come orientarsi in questo bric-à-brac, distinguendo le spighe di grano (poche) dai mucchi di loglio?
Il problema, prima ancora che storico, è metodologico, e parte da un dato di fatto incontestabile: l'esistenza a cavallo fra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo di un brodo di coltura irrazionalistico, antipositivistico, antimaterialistico, antisemita, antiscientistico, spiritualistico e spiritistico, naturistico e neo-pagano con focolai particolarmente attivi nel mondo austro-germanico e nell'Inghilterra vittoriano-edoardiana.
Le domande alle quali occorre rispondere sono quindi le seguenti:
Eccole, in ordine sparso:
Sul brodo di coltura völkisch a Vienna durante il periodo della formazione culturale di Hitler, e a Monaco durante la fase cruciale della nascita del movimento nazista, la documentazione storica è ottima e abbondante: basti ricordare le fondamentali opere di George Mosse, Nicholas Goodrick-Clarke e René Alleau, sempre largamente citate dai fan del Terzo Reich Occulto come fondamento delle loro tesi.
La fallacy comincia là dove inizia la loro utilizzazione a tutti azimut, con accantonamento di tutte le riserve avanzate dagli autori stessi. Vale a dire le ripetute e insistite precisazioni di Mosse circa la rigorosa delimitazione della sua ricerca al periodo 1890-1910; oppure la velenosa "appendice E" di Goodrick-Clarke sui misfatti della "moderna mitologia" nazi-occultistica; o ancora la spietata denuncia di Alleau (validamente coadiuvato nell'edizione italiana dalle note di Gianfranco de Turris) a proposito degli equivoci, delle interpretazioni sbagliate e delle vere e proprie mistificazioni (originarie e successive) che rendono così insidioso ogni tentativo di sistemazione obiettiva dell'argomento.
La "caccia agli errori" di Alleau-De Turris - e di altri studiosi come Peter Levenda, James Webb e persino del guru Julius Evola - impone infatti di tracciare una netta separazione all'interno dello stesso campo filo-occultista fra una corrente "alta" - cioè favorevole in termini generali a una visione irrazionalistica della Storia ma contraria alla manipolazione dei dati e alle ipotesi spericolate - e una corrente trash con il coltello fra i denti e il cilindro pieno di conigli.
Ma qual è dunque il concreto rapporto che lega il mondo dell'occultismo völkisch prima a Hitler durante il suo apprendistato viennese e successivamente alla nascita del Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (NSDAP) in Baviera? Per quanto riguarda la prima fase, il problema consiste nel fatto che mentre sappiamo quasi tutto sul mondo völkisch, non sappiamo quasi nulla di sicuro su Hitler. Basti pensare che gli storici più seri sono attualmente ancora incerti se Adolf abbia visitato la redazione di Ostara oppure se si sia limitato a leggere - più o meno saltuariamente - questa mitica rivista neo-templare e se abbia incontrato o meno l'"illuminato" Jörg Lanz von Liebenfels (che in realtà si chiamava soltanto Adam Lanz, senz'alcun "von").
Ma ai nazi-occultisti queste pignolerie accademiche non piacciono. Per loro è invece chiaro che Hitler aveva deciso sin da allora di abbracciare il Lato Oscuro della Forza, iscrivendosi a una setta inziatica ed entrando in trance davanti alla Santa Lancia di Longino custodita nell'Hofburg per impadronirsi dei suoi magici poteri...
Peccato che questo sfondo - dipinto dalla spudorata coppia Trevor Ravenscroft/Tim Wallace-Murphy e golosamente riecheggiato dai suoi compagni di merenda, malgrado il meticoloso debunking condotto da Ken Anderson, Alan Baker e altri Nazi-scettici - sia una bufala da cima a fondo. Dell'affiliazione del futuro Führer a una qualsiasi setta segreta non esiste alcuna prova, e delle sue trances dinnanzi al falso medievale noto come Santa Lancia non è stato possibile scovare neanche alcun indizio superiore al livello della diceria.
Assai più complesse, invece - ed effettivamente tali da prestarsi a non pochi equivoci - le circostanze della fondazione del Partito dei Lavoratori tedeschi (DAP) - progenitore del NSDAP - da parte della Thule Gesellschaft, fondata da un altro dei protagonisti DOC del gratin occultistico, il barone d'accatto Rudolf von Sebottendorf.
Ma anche su questo cruciale periodo le fallacies nazi-occultistiche si sprecano, come è dimostrato - tanto per citare solo due fra gli esempi più ricorrenti - sia dalla sopravvalutazione del peso della Thule al vertice del NSDAP, sia dal topos - sfruttato sino alla nausea - del significato esoterico della svastica, adottata come simbolo del movimento.
Così, circa la Thule, l'"elenco autentico" dei membri dell'organizzazione stilato dallo stesso von Sebottendorf dopo la vittoria del nazionalsocialismo comprende solo quattro nomi di futuri gerarchi, di cui uno solo (Rudolf Hess) indicato come "affiliato", due (Hitler e Hans Frank) etichettati come "membri onorari" - qualsiasi cosa voglia significare! - e uno (Arthur Rosenberg) ambiguamente citato come "ospite e frequentatore".
A proposito della svastica e di tutte le elucubrazioni circa l'orientamento sinistrorso (o solare) o destrorso (demoniaco), si preferisce di solito passar sotto silenzio il fatto che era stato lo stesso Hitler a sgrombrare il campo nel Mein Kampf illustrando le considerazioni estetiche che lo avevano guidato nella scelta e nell'utilizzazione di questo diffuso simbolo völkisch.
A noi può anche sembrare tutto chiaro. Ma il "topsy-turvy" dove lo mettete? E il "revolver (scacciacani) fumante"? E il "lucus a non lucendo"?
Cosa è successo dunque a Monaco in quel cruciale 1920 che assiste alla metamorfosi del DAP in NSDAP?
La verità (almeno quella "storica", che emerge dagli archivi) è che Hitler - quali che fossero state le suggestioni occultistiche originarie - nel momento cruciale dell' "hic Rhodus hic salta" si era reso conto che la scelta del partito-loggia voluto dalla Thule non aveva futuro e che il migliore strumento per conquistare il potere assoluto in Germania e il ritorno al centro dell'arena mondiale era la creazione di un moderno partito di massa. Così, rapidamente, si sbarazza degli uomini posti dalla Thule al vertice del DAP (Anton Drexler e Karl Harrer) e inizia la sua lunga marcia verso Berlino con il NSDAP ben saldo in pugno, utilizzando solo quel tanto di spirito völkisch che può risultare funzionale rispetto alla retorica ultra-nazionalistica, pseudo-idealistica e antisemita al centro del suo progetto poltico.
È in questo quadro di riferimento che va letta - anzi va riletta dopo opportuno debunking - l'influenza esercitata su di lui in questo periodo da Karl Haushofer, il generale affascinato dalla cultura giapponese, iscritto a forza dai nazi-occultisti alla Thule (di cui non è mai stato membro) e inventore di una geopolitica basata sul concetto di spazio vitale. Dottrina chiaramente contrapposta alla filosofia del materialismo storico, ma del tutto priva dell'aura esoterica che ancor oggi continua ad essergli attribuita.
La prima manifestazione di massa del NSDP ha luogo nel febbraio del 1920. Nel 1923 Hitler guida il cosiddetto "putsch della birreria" ma viene arrestato e finisce nella fortezza di Landsberg. È una pausa di riflessione assai utile perchè quando due anni più tardi viene liberato ha elaborato una nuova strategia che alla lunga si rivelerà vincente: quella del doppio binario (partecipazione alle elezioni e violenze di piazza con la connivenza dei poteri forti). Ma ci vorrà comunque tutto il resto degli anni '20 prima che il Grande Mago riesca a insediarsi alla Cancelleria nel gennaio del 1933. È un decennio decisivo nella storia del nazionalsocialismo, ma è anche una sorta di "decennio dimenticato" nella storia del nazi-occultismo. Il motivo è che non fornisce nessuno spunto esoterico ma si snoda lungo spregiudicati giochi parlamentari, lucrose frequentazioni con i "padroni del vapore", accorti corteggiamenti degli alti gradi militari, tanta propaganda populista e sanguinosi scontri di piazza con le sinistre.
La forza che domina la scena in tutto questo periodo è quella delle SA, le camicie brune, in gran parte composte da reduci, proletari, sottoproletari e lumpen-proletari poco interessati ai pentacoli e occupati soprattutto ad "affilare sui bordi dei marciapiedi" i loro "lunghi coltelli" (come recita il loro inno di battaglia). Nel 1925 la Thule si spegne lentamente; Himmler è un oscuro gregario dietro le quinte; le SS non esistono ancora; e Hitler - ormai definitivamente convertito alla realpolitik - non risparmia il suo scherno verso il movimento völkisch sempre pronto "a darsela a gambe non appena compare il primo bastone comunista". La verità è che ormai il Führer naviga a vista, mescolando il cinismo alla retorica e il populismo al culto dell'azione. Ma ai fan del Nazi-occultismo la sua aria da profeta invasato è più che sufficiente per continuare a presentarlo come un medium in possesso di poteri sovrumani: e così questo periodo - tanto cruciale per la comprensione storica dell'intero fenomeno, ma troppo terra terra per il palato nazi-occultistico - finisce quasi sempre per essere degradato a "intervallo" fra il primo e il secondo tempo dello spettacolo. Tanto basta pazientare un po', sino al 1933 quando il sipario si alzerà di nuovo con un rullo di tamburi; e la scena diverrà presto così affollata di personaggi ed eventi utilizzabili per l'assemblaggio del "lego" nazi-occultista da far dimenticare quel che era accaduto - anzi, quel che non era accaduto - nei dieci anni precedenti.
Ma le cose stanno davvero così? A una prima occhiata d'assieme il panorama del periodo che va dall'occupazione della Cancelleria nel 1933 al Götterdammerung del 1945 non può fare a meno di apparire convincente. Perchè adesso, sul palcoscenico tedesco, a fianco di Hitler, fanno bella mostra di sé anche l'ex membro della Thule, Hess (nominato vice-Führer) e il suo collega Rosenberg (promosso ideologo ufficiale del regime); Himmler e l'impero delle sue SS con le rune sulle mostrine; il revival dell'antico paganesimo nordico e le cerimonie in costume per il solstizio d'estate; il castello di Wewelsburg con la sua Tavola Rotonda pronta accogliere i nuovi Paladini di Re Artù e la misteriosa cripta sottostante per il culto esoterico degli Eroi Caduti; Karl Maria Wiligut al centro della sua tela di ragno esoterica e il giovane Otto Rahn misteriosamente scomparso dopo avere cercato invano il Santo Graal nel castello càtaro di Montségur; Hanussen e la sua corte di astrologi-veggenti di lì a poco destinati alla persecuzione dal progressivo prevalere del Lato Oscuro della Forza; l'Ahnenerbe e l'invio di una spedizione in Tibet per rintracciare la mitica Agharti: come dire, quanto basta e avanza per scuotere ogni dubbio scettico circa l'effettiva esistenza di un "sistema occulto" nel "ventre della bestia" (come lo definiva Brecht).
A un esame più ravvicinato, però, finiscono per balzare all'occhio non pochi aspetti generali e di dettaglio che gettano sprazzi di luce un po' diversa sul quadro. E può valere quindi la pena di buttar giù qualche annotazione marginale sufficente a ridimensionare la suggestività di parecchi tòpoi fra i più suggestivi.
Per esempio:
- Hitler "stregone" è il palo che regge tutta la tenda del circo nazi-occultista: ma, a guardare le cose un po' più da vicino, pullulano gli interrogativi imbarazzanti. Tanto per cominciare, cosa sarebbe stato esattamente Hitler? Un medium, un veggente, un ipnotizzatore, un alchimista, un contattista con poteri extra-sensoriali, l'iniziato di una setta segreta, un servo del demonio, un agente di Superiori Sconosciuti? È chiaro che queste etichette non possono essergli appiccicate addosso tutte assieme; ed è significativo che da questa selezione non sia stato possibile selezionarne una che abbia ottenuto il consenso generale del parterre nazi-occultista.
Perché? Semplicemente perché non esistono prove e neanche indizi che suffraghino nessuna di esse. Non è forse bizzarro che né dal Mein Kampf né dal cosiddetto "Libro Segreto", né dalla marea dei discorsi, né dai torrentizi table talks sia possibile estrarre uno straccio di citazione autentica che faccia luce in modo inequivocabile su questo mistero? E non è forse bizzarro che neanche da tutta la vita privata di Hitler - passata al setaccio infinite volte da storici e psicanalisti - non sia mai emerso alcun comportamento che confermi l'ipotesi di pratiche occultistiche concrete: a meno che non si consideri come prova la "scacciacani fumante" delle sue fisime dietetiche e del possibile interesse per gli oroscopi?
Certo ci resta sempre la possibilità di visitare l'ultima osteria: quella dei resosoconti di testimoni più o meno (di solito meno) oculari. Ma che valore attribuire loro? Ricordate: "La notte si sveglia urlando in modo spasmodico..." eccetera. Peccato che l'episodio cominci con un "Qualcuno (?) che gli stava molto vicino, mi riferì che..." ; prosegua con "una volta quella persona (?) mi raccontò..."; e si concluda con "l'isteria è contagiosa...". E via di questo passo per le altre citazioni. Una strada senza uscita, insomma: a meno che - per tagliar la testa al toro - non si ricorra alla solita panacea del "lucus a non lucendo"...
- Come si configura in realtà la Weltanschauung nazista? I fondamenti ideologici sono chiari: razzismo, antisemitismo, anti-marxismo, anti-comunismo, antidemocrazia, populismo. Per incontrare il Reich Occulto, invece, occorre andare a cercare con il lanternino; ed è probabile che si finisca per non trovare quasi nulla salvo una reale fascinazione per la pseudo-scienza che è cosa assai diversa. Così come avviene con l'antisemitismo, concepito in termini antropometrico-burocratici: vale a dire più attento alle genealogie (vedi la cura maniacale nella definizione del "meticciato" attestata dallo studio di Edouard Conte e Cornelia Essner) e alla forma del naso che non agli aspetti mistici dello spirito ebraico. O come era accaduto per la comprovata attenzione dimostrata nei confronti della teoria del cosmico": bullshit senza ombra di dubbio, ma bullshit para-scientifico senza alcuna implicazione esoterica od occultistica.
Un'impresa difficile, dunque, quella di enucleare il Reich Occulto. Con il problema aggiuntivo della difficoltà di inquadrare tutto quel fumoso bric-à-brac nel quadro ultra-tecnologico del cosiddetto "modernismo reazionario" così ben analizzato da Jeffrey Herf. E con la difficoltà finale di dover spiegare come mai quello stesso regime che non aveva avuto alcuna difficoltà a sostentare la sua fede nel "ghiaccio cosmico" si fosse dovuto schizofrenicamente preoccupare non soltanto di evitare ogni pubblicità alle sue attività esoteriche, ma anche di cancellarne ogni indizio a futura memoria: e questo nello stesso momento in cui ne stava esibendo in modo plateale tutti gli aspetti esoterici più clamorosi. A meno che...
A meno che - come a noi sembra - l'originario coinvolgimento völkisch del regime anzichè puntare verso l'asserita creazione di un Reich Occulto non si fosse poco a poco indirizzato verso il semplice sfruttamento dei suoi cascami a scopo di propaganda...
Insomma: Reich Occulto sì o no? Se si accarezza l'idea che il nazionalsocialismo sia stato una setta segreta, allora "omnia abuent in misteria" e ci possiamo fermare qui. Ma se si pensa che la dittatura hitleriana si sia configurata come un regime organizzato, allora vale la pena di sottolineare un paio di fenomeni a livello strutturale. E precisamente:
(Kevin McClure, Fortean Times, 175, ottobre 2003)
"La notte Hitler si sveglia urlando in un modo spasmodico. Urla chiedendo aiuto. Una volta barcollava in piedi nella stanza e si guardava intorno fuori di sé. "Lui! Lui! È stato qui!" Aveva le labbra bluastre e il sudore gli colava lungo il corpo. All'improvviso pronunciava numeri in modo sconnesso. Poi parole singole e monconi di frasi che suonavano orrende. Le frasi erano composte in maniera singolare, molto strana. Avevano cercato di frizionargli il corpo e gli avevano versato a gocce qualcosa da bere. All'improvviso si era rimesso a urlare: "Lì, lì, nell'angolo! Chi è?" Gli avevano fatto vedere che nell'angolo non c'era nulla di insolito e lui si era calmato, poco a poco..."
Questa citazione dai Colloqui con Hitler di Hermann Rauschning è uno dei plats de résistance più gettonati nel catalogo delle prove che vengono fornite sulla possessione diabolica del Führer e sul Terzo Reich Occulto (altre volte etichettato anche come Esoterico o Magico) a cui avrebbe dato vita.
Ma quando nasce il Nazi-occultismo? Non a Vienna agli inizi del secolo durante gli anni dell'apprendistato di Hitler, come credono molti; e neanche a Berlino dopo il suo avvento al potere nel 1933.
Il fenomeno nasce in Francia all'inizio degli anni '60 grazie ad alcune paginette del best seller di Louis Pauwels e Jacques Bergier Il Mattino dei Maghi dedicate all'edificazione di quel Nazismo immaginario, sulla base di dettagli e asserzioni, che il più autorevole studioso delle radici occulte del Terzo Reich, Nicholas Goodrick-Clarke, non ha esitato ad etichettare come "favolistici", "fantasiosi", fallaci" e - per ben due volte - "spuri".
Da allora, questo rigagnolo fangoso si è andato alimentando con apporti di vario genere, sino a diventare un torrente impetuoso grazie a un frullato di ipotesi e interpretazioni selvagge, fantasticherie e balle clamorose.
Nel catalogo del Nazi-occultismo hanno così finito per ritrovarsi, disordinatamente, gomito a gomito: alchimia, mesmerismo, astrologia, occultismo, esoterismo, neo-paganesimo nordico, riti iniziatici, rune e cerimonie del solstizio d'estate, magia nera, possessione diabolica, ariosofia, antroposofia, teo-zoologia, Terra Cava, Ghiaccio cosmico, Superiori sconosciuti, Shambhala, Agharti... e via elencando. Con l'aggiunta del consueto must di Atlantide, Graal, Templari e Catari.
Come orientarsi in questo bric-à-brac, distinguendo le spighe di grano (poche) dai mucchi di loglio?
Il problema, prima ancora che storico, è metodologico, e parte da un dato di fatto incontestabile: l'esistenza a cavallo fra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo di un brodo di coltura irrazionalistico, antipositivistico, antimaterialistico, antisemita, antiscientistico, spiritualistico e spiritistico, naturistico e neo-pagano con focolai particolarmente attivi nel mondo austro-germanico e nell'Inghilterra vittoriano-edoardiana.
Le domande alle quali occorre rispondere sono quindi le seguenti:
- questo brodo di coltura ha avuto un'influenza determinante sulla formazione della Weltanschauung (la visione del mondo) hitleriana a Vienna prima della Grande Guerra?
- le società segrete di Monaco - e in particolare la mitica Thule Gesellschaft - hanno avuto un ruolo determinante in rapporto all'esordio del nazismo come movimento politico dopo la fine della Grande Guerra?
- il Nazi-occultismo ha condizionato in modo determinante la struttura del Terzo Reich dopo la presa del potere? Le principali fallacies
Eccole, in ordine sparso:
- la fallacy della "Biblioteca circolante", vale a dire del mix di autori di peso di diverso: con storici autorevoli come Joachim Fest o Ian Kershaw al fianco di Pauwels o Ravenscroft, quando non addirittura di scrittori horror;
- la fallacy del "Testimone oculare inattendibile", cioè delle deposizioni dubbie o addirittura screditate, assunte al loro valore facciale, ignorando la scrematura fatta dagli storici fra le fonti attendibili, quelle poco attendibili e quelle per nulla attendibili. Come è il caso - per l'ultima categoria - di Josef Greiner (l'"amico viennese" di Hitler che forse non l'aveva neanche mai incontrato) o quello di Hermann Rauschning (citato da Kershaw nella sua momentale biografia di Hitler solo per spiegare ai lettori le ragioni per cui non avrebbero mai più trovato il suo nome nelle sue pagine);
- la fallacy dei "Padri fondatori fasulli", cioè dell'attribuzione a Hitler di "Maestri illuminati" con cui non risulta attestato alcun sodalizio; e in qualche caso (ad esempio, la leggenda metropolitana circa un incontro segreto con l'inevitabile Aleister Crowley) neanche alcun contatto;
- la fallacy dell'"anti-rasoio di Occam", cioè del rifiuto programmatico di ogni spiegazione semplice per passare subito a un'interpretazione alternativa occulta e occultistica. Come è il caso del massacro di Oradour-sur-Glaine, collegato dai fan a una ricerca del Graal quale "arma segreta" destinata a rovesciare le sorti del conflitto: come se non bastasse a spiegarlo l'attentato condotto dalle forze partigiane contro una divisione corazzata in ritirata dalla Normandia dopo il D-Day:
- la fallacy del "taglia-incolla-fotocopia" a cascata: cioè del bullshit (= fandonia, spesso nota anche come "bufala" o "stronzata") citato a ripetizione - magari con nota bibliografica a pié di pagina - sino a trasformarlo in "ipotesi assai diffusa";
- la fallacy del "Reich = setta segreta", cioè del mantello che copre la totale assenza di fatti provati, fonti attendibili, testimonianze sicure e persino tracce o indizi ("...e se no che setta segreta sarebbe?");
- la fallacy del "revolver (scacciacani) fumante", cioè della promozione dei più banali dettagli della vita di Hitler: come se la sua asserita coprofilia, l'assuefazione ai clisteri o l'autista nano fossero sufficenti per dedurne un coinvolgimento esoterico o addirittura demoniaco;
- la fallacy del "topsy-turvy" (= sottosopra), cioè la capacità di rovesciare gli avvenimenti come calzini per rovesciarne il significato: come l'Aktion Hess contro gli astrologi e parapsicologi assunto come prova "a contrario" dell'anima esoterica del Terzo Reich;
- la fallacy della "torcia in cantina", cioè del rifiuto di accendere il lampadario per consentire di valutare la situazione nel suo complesso allo scopo di poter illuminare solo quello che serve, lasciando tutto il resto al buio (vedi gli scheletri gelosamente rinchiusi negli armadi circa le truffe, le tossicodipendenze, le malattie mentali e le delazioni che hanno punteggiato il mondo degli "illuminati");
- la fallacy del "lucus a non lucendo" (vedi la risibile spiegazione medievale del termine latino "lucus" = bosco proprio con il buio che regna nelle foreste) cioè della tecnica furbacchiotta - anche oggi spesso usata soprattutto nella versione "cover-up" - secondo cui la mancanza di dati è una prova in più della loro esistenza;
- la fallacy della "contaminatio", cioè della tendenza a tirar dentro tutto quel che fa brodo, anche se ha poca (o nessuna) relazione con il Nazi-occultismo tedesco: come gli Illuminati di Baviera, Rasputin, il barone von Unger-Sternberg o il cosmismo russo;
- la fallacy del "cult" anacronistico, cioè dei temi alla moda aggiunti a forza nel pacchetto originario (come la mitica "atomica di Hitler", la possibile origine extraterrestre dei Superiori sconosciuti, o i misteri di Rennes-le-Château);
- la fallacy della "Cattedrale di sapone da barba" cioè del processo grazie al quale ogni fan del Nazi-occultismo ha il diritto di avanzare la sua supposizione, la sua deduzione indiziaria, la sua ipotesi selvaggia e la sua fantasticheria: tutte promosse a dignità di fatti assodati. Così ogni dettaglio si trasforma in un mattone che può trovar posto nell'edificio in costruzione, cosicchè alla fine sembra che abbiamo davanti una cattedrale di pietra mentre è fatta soltanto di schiuma. Visitare questa cattedrale, saggiandola mattone per mattone è impresa ciclopica. Qui ci limiteremo pertanto a visitare frettolosamente alcuni fra i tòpoi che più di frequente vengono esibiti come prove dell'esistenza storica di un Reich magico: con il solo obiettivo di aggiungere qualche dato significativo all'icona taroccata che di essi ci viene ammanita fin troppo spesso dai tifosi della curva nazi-occultistica.
Hitler apprendista stregone e Thule all'origine del movimento nazista
Sul brodo di coltura völkisch a Vienna durante il periodo della formazione culturale di Hitler, e a Monaco durante la fase cruciale della nascita del movimento nazista, la documentazione storica è ottima e abbondante: basti ricordare le fondamentali opere di George Mosse, Nicholas Goodrick-Clarke e René Alleau, sempre largamente citate dai fan del Terzo Reich Occulto come fondamento delle loro tesi.
La fallacy comincia là dove inizia la loro utilizzazione a tutti azimut, con accantonamento di tutte le riserve avanzate dagli autori stessi. Vale a dire le ripetute e insistite precisazioni di Mosse circa la rigorosa delimitazione della sua ricerca al periodo 1890-1910; oppure la velenosa "appendice E" di Goodrick-Clarke sui misfatti della "moderna mitologia" nazi-occultistica; o ancora la spietata denuncia di Alleau (validamente coadiuvato nell'edizione italiana dalle note di Gianfranco de Turris) a proposito degli equivoci, delle interpretazioni sbagliate e delle vere e proprie mistificazioni (originarie e successive) che rendono così insidioso ogni tentativo di sistemazione obiettiva dell'argomento.
La "caccia agli errori" di Alleau-De Turris - e di altri studiosi come Peter Levenda, James Webb e persino del guru Julius Evola - impone infatti di tracciare una netta separazione all'interno dello stesso campo filo-occultista fra una corrente "alta" - cioè favorevole in termini generali a una visione irrazionalistica della Storia ma contraria alla manipolazione dei dati e alle ipotesi spericolate - e una corrente trash con il coltello fra i denti e il cilindro pieno di conigli.
Ma qual è dunque il concreto rapporto che lega il mondo dell'occultismo völkisch prima a Hitler durante il suo apprendistato viennese e successivamente alla nascita del Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (NSDAP) in Baviera? Per quanto riguarda la prima fase, il problema consiste nel fatto che mentre sappiamo quasi tutto sul mondo völkisch, non sappiamo quasi nulla di sicuro su Hitler. Basti pensare che gli storici più seri sono attualmente ancora incerti se Adolf abbia visitato la redazione di Ostara oppure se si sia limitato a leggere - più o meno saltuariamente - questa mitica rivista neo-templare e se abbia incontrato o meno l'"illuminato" Jörg Lanz von Liebenfels (che in realtà si chiamava soltanto Adam Lanz, senz'alcun "von").
Ma ai nazi-occultisti queste pignolerie accademiche non piacciono. Per loro è invece chiaro che Hitler aveva deciso sin da allora di abbracciare il Lato Oscuro della Forza, iscrivendosi a una setta inziatica ed entrando in trance davanti alla Santa Lancia di Longino custodita nell'Hofburg per impadronirsi dei suoi magici poteri...
Peccato che questo sfondo - dipinto dalla spudorata coppia Trevor Ravenscroft/Tim Wallace-Murphy e golosamente riecheggiato dai suoi compagni di merenda, malgrado il meticoloso debunking condotto da Ken Anderson, Alan Baker e altri Nazi-scettici - sia una bufala da cima a fondo. Dell'affiliazione del futuro Führer a una qualsiasi setta segreta non esiste alcuna prova, e delle sue trances dinnanzi al falso medievale noto come Santa Lancia non è stato possibile scovare neanche alcun indizio superiore al livello della diceria.
Assai più complesse, invece - ed effettivamente tali da prestarsi a non pochi equivoci - le circostanze della fondazione del Partito dei Lavoratori tedeschi (DAP) - progenitore del NSDAP - da parte della Thule Gesellschaft, fondata da un altro dei protagonisti DOC del gratin occultistico, il barone d'accatto Rudolf von Sebottendorf.
Ma anche su questo cruciale periodo le fallacies nazi-occultistiche si sprecano, come è dimostrato - tanto per citare solo due fra gli esempi più ricorrenti - sia dalla sopravvalutazione del peso della Thule al vertice del NSDAP, sia dal topos - sfruttato sino alla nausea - del significato esoterico della svastica, adottata come simbolo del movimento.
Così, circa la Thule, l'"elenco autentico" dei membri dell'organizzazione stilato dallo stesso von Sebottendorf dopo la vittoria del nazionalsocialismo comprende solo quattro nomi di futuri gerarchi, di cui uno solo (Rudolf Hess) indicato come "affiliato", due (Hitler e Hans Frank) etichettati come "membri onorari" - qualsiasi cosa voglia significare! - e uno (Arthur Rosenberg) ambiguamente citato come "ospite e frequentatore".
A proposito della svastica e di tutte le elucubrazioni circa l'orientamento sinistrorso (o solare) o destrorso (demoniaco), si preferisce di solito passar sotto silenzio il fatto che era stato lo stesso Hitler a sgrombrare il campo nel Mein Kampf illustrando le considerazioni estetiche che lo avevano guidato nella scelta e nell'utilizzazione di questo diffuso simbolo völkisch.
A noi può anche sembrare tutto chiaro. Ma il "topsy-turvy" dove lo mettete? E il "revolver (scacciacani) fumante"? E il "lucus a non lucendo"?
Cosa è successo dunque a Monaco in quel cruciale 1920 che assiste alla metamorfosi del DAP in NSDAP?
La verità (almeno quella "storica", che emerge dagli archivi) è che Hitler - quali che fossero state le suggestioni occultistiche originarie - nel momento cruciale dell' "hic Rhodus hic salta" si era reso conto che la scelta del partito-loggia voluto dalla Thule non aveva futuro e che il migliore strumento per conquistare il potere assoluto in Germania e il ritorno al centro dell'arena mondiale era la creazione di un moderno partito di massa. Così, rapidamente, si sbarazza degli uomini posti dalla Thule al vertice del DAP (Anton Drexler e Karl Harrer) e inizia la sua lunga marcia verso Berlino con il NSDAP ben saldo in pugno, utilizzando solo quel tanto di spirito völkisch che può risultare funzionale rispetto alla retorica ultra-nazionalistica, pseudo-idealistica e antisemita al centro del suo progetto poltico.
È in questo quadro di riferimento che va letta - anzi va riletta dopo opportuno debunking - l'influenza esercitata su di lui in questo periodo da Karl Haushofer, il generale affascinato dalla cultura giapponese, iscritto a forza dai nazi-occultisti alla Thule (di cui non è mai stato membro) e inventore di una geopolitica basata sul concetto di spazio vitale. Dottrina chiaramente contrapposta alla filosofia del materialismo storico, ma del tutto priva dell'aura esoterica che ancor oggi continua ad essergli attribuita.
Gli anni della lotta e il Reich Millenario
La prima manifestazione di massa del NSDP ha luogo nel febbraio del 1920. Nel 1923 Hitler guida il cosiddetto "putsch della birreria" ma viene arrestato e finisce nella fortezza di Landsberg. È una pausa di riflessione assai utile perchè quando due anni più tardi viene liberato ha elaborato una nuova strategia che alla lunga si rivelerà vincente: quella del doppio binario (partecipazione alle elezioni e violenze di piazza con la connivenza dei poteri forti). Ma ci vorrà comunque tutto il resto degli anni '20 prima che il Grande Mago riesca a insediarsi alla Cancelleria nel gennaio del 1933. È un decennio decisivo nella storia del nazionalsocialismo, ma è anche una sorta di "decennio dimenticato" nella storia del nazi-occultismo. Il motivo è che non fornisce nessuno spunto esoterico ma si snoda lungo spregiudicati giochi parlamentari, lucrose frequentazioni con i "padroni del vapore", accorti corteggiamenti degli alti gradi militari, tanta propaganda populista e sanguinosi scontri di piazza con le sinistre.
La forza che domina la scena in tutto questo periodo è quella delle SA, le camicie brune, in gran parte composte da reduci, proletari, sottoproletari e lumpen-proletari poco interessati ai pentacoli e occupati soprattutto ad "affilare sui bordi dei marciapiedi" i loro "lunghi coltelli" (come recita il loro inno di battaglia). Nel 1925 la Thule si spegne lentamente; Himmler è un oscuro gregario dietro le quinte; le SS non esistono ancora; e Hitler - ormai definitivamente convertito alla realpolitik - non risparmia il suo scherno verso il movimento völkisch sempre pronto "a darsela a gambe non appena compare il primo bastone comunista". La verità è che ormai il Führer naviga a vista, mescolando il cinismo alla retorica e il populismo al culto dell'azione. Ma ai fan del Nazi-occultismo la sua aria da profeta invasato è più che sufficiente per continuare a presentarlo come un medium in possesso di poteri sovrumani: e così questo periodo - tanto cruciale per la comprensione storica dell'intero fenomeno, ma troppo terra terra per il palato nazi-occultistico - finisce quasi sempre per essere degradato a "intervallo" fra il primo e il secondo tempo dello spettacolo. Tanto basta pazientare un po', sino al 1933 quando il sipario si alzerà di nuovo con un rullo di tamburi; e la scena diverrà presto così affollata di personaggi ed eventi utilizzabili per l'assemblaggio del "lego" nazi-occultista da far dimenticare quel che era accaduto - anzi, quel che non era accaduto - nei dieci anni precedenti.
Ma le cose stanno davvero così? A una prima occhiata d'assieme il panorama del periodo che va dall'occupazione della Cancelleria nel 1933 al Götterdammerung del 1945 non può fare a meno di apparire convincente. Perchè adesso, sul palcoscenico tedesco, a fianco di Hitler, fanno bella mostra di sé anche l'ex membro della Thule, Hess (nominato vice-Führer) e il suo collega Rosenberg (promosso ideologo ufficiale del regime); Himmler e l'impero delle sue SS con le rune sulle mostrine; il revival dell'antico paganesimo nordico e le cerimonie in costume per il solstizio d'estate; il castello di Wewelsburg con la sua Tavola Rotonda pronta accogliere i nuovi Paladini di Re Artù e la misteriosa cripta sottostante per il culto esoterico degli Eroi Caduti; Karl Maria Wiligut al centro della sua tela di ragno esoterica e il giovane Otto Rahn misteriosamente scomparso dopo avere cercato invano il Santo Graal nel castello càtaro di Montségur; Hanussen e la sua corte di astrologi-veggenti di lì a poco destinati alla persecuzione dal progressivo prevalere del Lato Oscuro della Forza; l'Ahnenerbe e l'invio di una spedizione in Tibet per rintracciare la mitica Agharti: come dire, quanto basta e avanza per scuotere ogni dubbio scettico circa l'effettiva esistenza di un "sistema occulto" nel "ventre della bestia" (come lo definiva Brecht).
A un esame più ravvicinato, però, finiscono per balzare all'occhio non pochi aspetti generali e di dettaglio che gettano sprazzi di luce un po' diversa sul quadro. E può valere quindi la pena di buttar giù qualche annotazione marginale sufficente a ridimensionare la suggestività di parecchi tòpoi fra i più suggestivi.
Per esempio:
- Hitler "stregone" è il palo che regge tutta la tenda del circo nazi-occultista: ma, a guardare le cose un po' più da vicino, pullulano gli interrogativi imbarazzanti. Tanto per cominciare, cosa sarebbe stato esattamente Hitler? Un medium, un veggente, un ipnotizzatore, un alchimista, un contattista con poteri extra-sensoriali, l'iniziato di una setta segreta, un servo del demonio, un agente di Superiori Sconosciuti? È chiaro che queste etichette non possono essergli appiccicate addosso tutte assieme; ed è significativo che da questa selezione non sia stato possibile selezionarne una che abbia ottenuto il consenso generale del parterre nazi-occultista.
Perché? Semplicemente perché non esistono prove e neanche indizi che suffraghino nessuna di esse. Non è forse bizzarro che né dal Mein Kampf né dal cosiddetto "Libro Segreto", né dalla marea dei discorsi, né dai torrentizi table talks sia possibile estrarre uno straccio di citazione autentica che faccia luce in modo inequivocabile su questo mistero? E non è forse bizzarro che neanche da tutta la vita privata di Hitler - passata al setaccio infinite volte da storici e psicanalisti - non sia mai emerso alcun comportamento che confermi l'ipotesi di pratiche occultistiche concrete: a meno che non si consideri come prova la "scacciacani fumante" delle sue fisime dietetiche e del possibile interesse per gli oroscopi?
Certo ci resta sempre la possibilità di visitare l'ultima osteria: quella dei resosoconti di testimoni più o meno (di solito meno) oculari. Ma che valore attribuire loro? Ricordate: "La notte si sveglia urlando in modo spasmodico..." eccetera. Peccato che l'episodio cominci con un "Qualcuno (?) che gli stava molto vicino, mi riferì che..." ; prosegua con "una volta quella persona (?) mi raccontò..."; e si concluda con "l'isteria è contagiosa...". E via di questo passo per le altre citazioni. Una strada senza uscita, insomma: a meno che - per tagliar la testa al toro - non si ricorra alla solita panacea del "lucus a non lucendo"...
- Come si configura in realtà la Weltanschauung nazista? I fondamenti ideologici sono chiari: razzismo, antisemitismo, anti-marxismo, anti-comunismo, antidemocrazia, populismo. Per incontrare il Reich Occulto, invece, occorre andare a cercare con il lanternino; ed è probabile che si finisca per non trovare quasi nulla salvo una reale fascinazione per la pseudo-scienza che è cosa assai diversa. Così come avviene con l'antisemitismo, concepito in termini antropometrico-burocratici: vale a dire più attento alle genealogie (vedi la cura maniacale nella definizione del "meticciato" attestata dallo studio di Edouard Conte e Cornelia Essner) e alla forma del naso che non agli aspetti mistici dello spirito ebraico. O come era accaduto per la comprovata attenzione dimostrata nei confronti della teoria del cosmico": bullshit senza ombra di dubbio, ma bullshit para-scientifico senza alcuna implicazione esoterica od occultistica.
Un'impresa difficile, dunque, quella di enucleare il Reich Occulto. Con il problema aggiuntivo della difficoltà di inquadrare tutto quel fumoso bric-à-brac nel quadro ultra-tecnologico del cosiddetto "modernismo reazionario" così ben analizzato da Jeffrey Herf. E con la difficoltà finale di dover spiegare come mai quello stesso regime che non aveva avuto alcuna difficoltà a sostentare la sua fede nel "ghiaccio cosmico" si fosse dovuto schizofrenicamente preoccupare non soltanto di evitare ogni pubblicità alle sue attività esoteriche, ma anche di cancellarne ogni indizio a futura memoria: e questo nello stesso momento in cui ne stava esibendo in modo plateale tutti gli aspetti esoterici più clamorosi. A meno che...
A meno che - come a noi sembra - l'originario coinvolgimento völkisch del regime anzichè puntare verso l'asserita creazione di un Reich Occulto non si fosse poco a poco indirizzato verso il semplice sfruttamento dei suoi cascami a scopo di propaganda...
Insomma: Reich Occulto sì o no? Se si accarezza l'idea che il nazionalsocialismo sia stato una setta segreta, allora "omnia abuent in misteria" e ci possiamo fermare qui. Ma se si pensa che la dittatura hitleriana si sia configurata come un regime organizzato, allora vale la pena di sottolineare un paio di fenomeni a livello strutturale. E precisamente:
- la politica di presa di distanze dalle vecchie società segrete e dai loro "maestri illuminati" a partire dall'indomani stesso della presa del potere nel quadro della più vasta campagna lanciata contro massoneria, sette cristiane, ecc. Basti ricordare la messa al bando delle opere passate e presenti (!) di entrambi i principali "padri fondatori" del nazismo austro-bavarese cioè "von" Liebenfels e "von" Sebottendorf (con l'aggiunta di una persecuzione personale a carico di quest'ultimo tanto pesante da indurlo a cercare rifugio all'estero);
- l'esistenza all'interno della cupola nazista di una forte corrente scettica guidata da tre personaggi del calibro di Hermann Göring, Joseph Göbbels e Reinhard Heydrich. E con emarginazione di due dei superstiti ex membri della Thule: Hess (nominato - è vero - sostituto del Führer ma solo nell'ambito del partito, mentre il vero erede ufficiale del regime restava Göring) e Rosenberg ("ideologo laureato" del regime, ma sbeffeggiato da tutta la cupola - e dallo stesso Hitler - prima del suo recupero operativo nel quadro della guerra contro l'URSS che lo avrebbe fatto finire sulla forca a Norimberga). Mentre l'ultimo membro del terzetto, Hans Frank, aveva scelto di emigrare verso incarichi operativi così poco occultistici (prima come ministro della giustizia bavarese e poi come governatore-boia in Polonia) da farlo ugualmente approdare sul patibolo nel 1946. E con l'aggiunta - last but not least - della rigida esclusione di qualsiasi nazi-occultista dalla cerchia rigorosamente "laica" (Albert Speer, Martin Bormann e Joseph Göbbels con gentile signora) ammessa dal Führer all'intimità del suo Nido dell'Aquila. Arrivati a questo punto, occorre fare i conti l'attrazione principale dello show nazi-occultistico: Himmler e le SS. Emersi solo grazie a una circostanza troppo spesso passata sotto silenzio: cioè le caratteristiche totalitarie sui generis del Terzo Reich, più simile a una struttura feudale che alla dittatura compatta, coerente in ogni sua parte ed onni-pervasiva che troppo spesso le viene attribuita.
Questa premessa è necessaria per capire che:
- Himmler, in quanto "grande vassallo", godeva di un'autonomia che gli consentiva di muoversi con grande libertà all'interno del suo feudo, al di fuori del recinto ideologico standard i cui "paletti" abbiamo elencato più sopra, ma senza coinvolgere troppo il sistema nelle sue fobie e manìe;
- le SS si configuravano come un vero e proprio "stato nello stato" con copertura di spazi assai ampi e fra loro non coordinati: come la protezione personale di Hitler e dei gerarchi; la vigilanza all'interno del partito; la polizia segreta con la Gestapo; l'amministrazione dei lager con le SS-Testa di morto; lo spionaggio-controspionaggio con RSHA; e la partecipazione alle operazioni militari con le Waffen-SS. Come dire che l'impero di Hitler somigliava a un arcipelago, in rapporto al quale la cerchia ristretta degli esoteristi attorno a Himmler rappresentava soltanto una minuscola isoletta. Himmler non aveva mai fatto parte della Thule (anche se - come San Paolo rispetto a Gesù - amava presentarsene come un apostolo ex post) e sino al 1929 era stato semplicemente un capo-manipolo all'interno delle SA di cui abbiamo già ricordato la totale estraneità rispetto alle fumisterie völkisch. Solo dopo la sanguinosa "notte dei lunghi coltelli" che aveva decapitato le SA infatti, era stato possibile per Himmler cominciare a dar corpo alle sue fantasticherie. Che erano state davvero a tutto campo, perché il Reichsfürer-SS si comportava come una specie di scarabeo stercorario che collezionava sue palline nazi-occultistiche senza badar troppo (anzi senza badar per niente) all'organicità della visione e neanche alla compatibilità fra le varie dottrine. Tutto questo per spiegare come il cosiddetto "Reich occulto" sia effettivamente esistito, ma solo come un giocattolo concesso a Himmler per premiarlo della sua davvero straordinaria abilità organizzativa negli altri settori: quelli sì davvero cruciali per la strategia generale del sistema di potere hitleriano.
È soltanto in questo ambito che vanno letti sia la pretesa himmleriana di rappresentare la l'incarnazione del re sassone Enrico I l'Uccellatore (fra l'altro, secondo alcuni, limitata alla semplice idea di una eredità del suo "spirito germanico"); sia le follie del castello di Wewelsburg (dove Hitler non avrebbe mai messo piede e dove Heydrich si recherà soltanto una volta, per partecipare a una riunione destinata a mettere a punto la strategia d'attacco contro l'URSS nel 1941); sia la presenza al suo fianco di personaggi del milieu occultistico come il veggente Wiligut alias "Weisthor" (reduce dall'internamento in un manicomio e "dimissionato" durante la guerra per nuovi disturbi mentali), sia Otto Rahn (inventore dell' "ornitorinco" Graal+Templari+Càtari, e suicidatosi - non "misteriosamente scomparso" - dopo aver dato le dimissioni dalla SS perchè sotto shock in seguito a una breve esperienza come guardiano di lager, punizione per una rissa per alcolismo molesto).Spedizioni in Tibet e attacchi agli astrologi
Ancora qualche parola a proposito di altri due "siti" molto frequentati dai nazi-occultisti: l'Ahnenerbe con la sua missione in Tibet nel 1939 e l'Aktion Hess contro astrologi, parapsicologi e Co. nel 1941.
- L'Ahnenerbe viene co-fondata da Himmler nel 1935 come istituto di studi sul "retaggio ancestrale" e finisce sotto il controllo delle SS nel 1937. Come risulta dal meticoloso resoconto di Christopher Hale, la spedizione in Tibet non viene organizzata per trovare l'ingresso alla misteriosa città sotterranea di Agharti, ma soltanto per tentare di stabilire una relazione antropologica fra i discendenti dell'antichissima razza ariana e gli ario-tedeschi: obiettivo fantasioso, ma ancora una volta di tipo pseudo-scientifico e non esoterico-occultistico. La missione è guidata dallo zoologo Ernst Schäfer - che durante il viaggio si interesserà soprattutto delle cosiddette "capre blu" - e dell'antropologo Bruno Beger che passerà il suo tempo misurando nasi e applicando calchi facciali. La spedizione rienterà in Germania poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale portando con sé un gruppo di tibetani che rimarranno a Berlino sino al 1945: ma non come maghi al servizio di Hitler, bensì come primo nucleo virtuale di guerriglieri nel quadro del cosiddetto "Piano Lawrence" che avrebbe dovuto infiammare la frontiera nord-occidentale dell'India; mentre Beger passerà gli anni del conflitto collaborando agli esperimenti medici (atroci ma per nulla esoterici) sui prigionieri dei lager al fine di verificare per quanto tempo sarebbe stato possibile ai piloti della Luftwaffe rimanere immersi nel Mare del Nord prima di morire assiderati.
- L'Aktion Hess ha luogo nel 1941 dopo il volo di Hess in Scozia alla vigilia dell'Operazione Barbarossa contro l'URSS, per tentare di indurre la Gran Bretagna a fare la pace con il Terzo Reich prima dell'apertura di un secondo fronte. L'episodio ha risvolti oscuri che sono stati gonfiati a dismisura per giungere ad interpretarlo come una ricerca di contatto con l'esoterismo britannico, ma senza riuscire a raggiungere alcuna prova certa. UFO nel Reich? In realtá un fotomontaggio realizzato per il periodico inglese Fortean Times da Etienne Gilfillan e Alex Tomlinson.
Non regolamento di conti fra occultisti, dunque ma ultimo atto di una lunga "campagna di rettifica", non a caso affidato proprio alla regia di tre capofila della corrente scettica, come Bormann, Göbbels e Heydrich. Per di più accompagnata da una serie di attacchi pubblici contro le cosiddette "scienze alternative" troppo ideologici e derisori per poter essere ritenuti interni al nido di vipere nazi-occultistico.
E fermiamoci qui. Con ancora una domanda, tuttavia, alla quale mi sembra giusto tentare di fornire qualche risposta. Perché mai tanto interesse, tanta fatica, tante manipolazioni, tante denunce di "cover-up" e tante bufale per tentare di metter riparo al vuoto pneumatico che avvolge il cosiddetto Reich Occulto?
Quali sono le fondamenta del piedistallo su cui continua a ergersi questa statua di schiuma?
Probabilmente si tratta di un mix che schiera gomito a gomito il fascino per la fanta-storia, il culto trendy per la cripto-storia, l'ostilità verso la cosiddetta "storia accademica" (cioè la storia-storia) a vantaggio della pseudo-storia, il fascino dell'occultismo a 360 gradi; e non ultima (anzi forse addirittura prima) la sindrome della storia avventurosa alla Indiana Jones (che non a caso ha dedicato ben due delle sue tre imprese cinematografiche proprio alla lotta contro il Reich occulto)...
La bibliografia specifica sull'argomento è ormai sterminata e labirintica, ma basata su autori che rientrano quasi tutti in quattro categorie ideologiche che possono servire da bussola.
Eccole, con citazione di pochi nomi DOC a scopo puramente esemplificativo.
- Gli "storici critici". Per quanto mi risulta solo due autori si sono mossi nella direzione di un organico debunking, e cioè Ken Anderson e Alan Baker (guarda caso entrambi non tradotti in italiano). Poi ci sono le opere dei due storici più seri ed autorevoli sul tema, vale a dire George Mosse e Nicholas Goodrick-Clarke, entrambi citatissimi anche dai fans del nazi-occultismo, ma attraverso una strana forma di strabismo che impedisce loro di vedere le loro pesanti critiche. Infine, naturalmente, gli "storici generali" che hanno inquadrato il fenomeno nelle loro opere riconducendone il peso specifico a proporzioni reali.
- I "nazi-scettici" vale a dire gli studiosi aperti, in termini generali, all'ipotesi di una "storia occulta", ma dubbiosi circa l'esistenza di un "Terzo Reich Occulto" e pronti a svergognarne le panzane più clamorose: come James Webb, Peter Levenda e René Alleau. Settore nel quale merita un posto d'onore anche lo spietato articolo di Julius Evola, "Hitler e le società segrete", pubblicato nel 1971 su Il Conciliatore e recuperabile oggi sul web.
- I "nazi-occultisti" favorevoli alla tesi del "Terzo Reich Occulto". È una categoria molto affollata, con anche nomi nostrani di un certo interesse, come Giorgio Galli, Marco Dolcetta e la new entry Pierluigi Tombetti, già curatore del numero speciale di Hera dedicato ai "Misteri del nazismo" (n. 32, agosto 2002): da visitare però con estrema cautela e controllando tutte le affermazioni.
- Infine c'è la Corte dei Miracoli. Starring: gli intramontabili Pauwels-Bergier, la coppia diabolica Ravenscroft & Wallace-Murphy, e i più anziani (ma sempre risibili) Serge Hutin e Gianni Vannoni. Solo per lettori adulti, inguaribili curiosi, masochisti culturali e addetti ai lavori.
Sergio De Santis
Giornalista e direttore della collana "StoricaMente" per la casa editrice Avverbi
Bibliografia
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- Conte E., Essner C. (2000), Culti di sangue. Antropologia del nazismo (La quête de la race, Paris, 1995), Roma: Carocci.
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- Levenda P. (1995, 2003), Unholy Alliance. A History of Nazi Involvement with Occult, New York: Continuum. Con postfazione di Norman Mailer. NB: è stata annunciata la prossima pubblicazione sugli Oscar Storia di un'opera di Oscar Levenda dal titolo Satana e la Svastica. Temo che si tratti dell'Unholy Alliance con un deprecabile titolo di fantasia. Se è così, lo scarto fra le pagine dell'edizione americana (423) e quelle del volume annunciato (200) fa supporre altri sfracelli.
- Mosse G. (1968), Le origini culturali del Terzo Reich (The Crisis of German Ideology, New York, 1968), Milano: Il Saggiatore.
- Mosse G. (1999), "The Occult Origins of National Socialism", in The Fascist Revolution. Toward a General Theory of Fascism, New York: Howard Fertig. Disponibile in traduzione italiana: "Le origini occulte del nazionalsocialismo", in I viaggi di Erodoto, 35, settembre-ottobre 1998.
- Pauwels L., Bergier J. (1971), Il Mattino dei Maghi (Le matin des magiciens, Paris, 1963), Milano: Mondadori.
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- Ravenscroft T. (1988), La Lancia del Destino (The Spear of Destiny, London-New York, 1973), Roma: Edizioni Mediterranee.
- Ravenscroft T., Wallace-Murphy (2003), Il potere occulto della Lancia del Destino (The Mark of the Beast, GB, 1997), Roma: Newton & Compton.
- Tombetti P. (2005), I grandi misteri del nazismo. La lotta con l'Ombra, Milano: Sugarco.
- Vannoni G. (1985), Le società segrete dal Seicento al Novecento, cap. XXXV: "Hitler e il suo segreto", Firenze: Sansoni.
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